Quante volte siamo rimasti colpiti dalle animazioni di un bell’anime e ci siamo ritrovati magari a scarabocchiare il nostro personaggio preferito su un foglio di carta, fantasticando su quanto sarebbe bello fare animazione e lavorare in quel settore? Invece, il mondo degli animatori non è assolutamente tanto allegro e colorato quanto gli anime che prendono vita dalle loro matite, ma si avvicina di più al grigio e duro lavoro presso una catena di montaggio.

In Giappone, le condizioni di lavoro degli animatori sono veramente al limite della salute mentale e fisica. Si può lavorare anche 7 giorni su 7 dalle 12 alle 15 ore al giorno per una misera paga determinata in base ai disegni prodotti. Sebbene sia una categoria molto importante nell’industria giapponese, visto il giro d’affari in costante crescita, quella degli animatori non è trattata molto bene, senza garanzie di lavoro, senza ferie, riconoscimento di straordinari e fondo pensionistico, e nessuna sicurezza riguardo alla fine del rapporto lavorativo.

‘Mainichi News’ riporta che finalmente, nel tentativo di migliorare le proprie condizioni di lavoro, il 13 ottobre un gruppo di animatori si è unito per formare la JAniCA, l’Associazione Giapponese dei Creatori di Animazione.

JAniCA è stata fondata da Ashida Toyoo (regista del film animato e delle serie di Hokuto no Ken e l’OAV Vampire Hunter D), presidente di Studio Live, e attualmente conta approssimativamente 500 membri. Durante la conferenza d’apertura Ashida ha lamentato la lenta ma costante perdita di personale nell’industria dell’animazione Giapponese. Se la tendenza non cambierà, ha detto, l’industria degli anime in Giappone crollerà su se stessa. Alla riunione hanno partecipato alcuni nomi importanti del settore come il regista Satoshi Kon (Millennium Actress, Paprika, Paranoia Agent).

Nonostante ciò, esiste chi per passione ha lasciato il suo normale lavoro per diventare un animatore e lavorare 12 ore al giorno, solo per guadagnare la metà di quello che guadagnava prima e senza il riconoscimento di straordinari e assicurazione sanitaria. Da alcune interviste rilasciate sono emerse storie d’incredibile disagio: qualcuno non potendosi più permettere di pagare l’affitto è tornato a casa dai propri genitori, qualcun altro non riesce neanche a pagarsi una visita medica perché troppo costosa. Addirittura, alcuni animatori degli anni ‘70 devono ricorrere all’assistenza pubblica per poter vivere e certi di questi sono divenuti dei senzatetto.

Per realizzare un episodio di un anime attualmente occorrono tra 1 e 2 milioni di yen (pressappoco tra gli 8,500 e i 17,000 dollari americani), che sono solo una frazione delle cifre investite nei già famosi dramma televisivi giapponesi low-budget. Gli animatori chiave e gli artisti che realizzano i layout sono pagati circa 2,000 yen per un minimo di 10 disegni realizzati. Questo significa che un animatore riceve per 200 disegni mensili tra i 30,000 e i 40,000 yen (all’incirca tra i 255 e 340 dollari USA). In base ai dati dell’associazione, in media un artista finisce lo storyboard di un episodio di 30 minuti in 3 settimane e percepisce circa 230,000 yen (sui 2,000 dollari), in pratica uno stipendio di circa 2,400 dollari al mese. Un animatore chiave guadagna circa 3,000 yen (25 dollari) a scena e completa circa 2 scene al giorno lavorandovi dalle 10 alle 15 ore (questo significa circa 50 dollari al giorno e 1,500 al mese). Se gli animatori hanno famiglia e figli diventa una vita impossibile.

Sebbene l'industria dell'animazione giapponese esiste fin dalla seconda guerra mondiale, questa è la prima associazione mai costituita.

Il sito ufficiale della JAniCA.

Fonti: Canned Dogs, Anime News Network, Mainichi News.

Sotto, alcuni cells da anime molto famosi, tratti da Nichibei Anime Club: li riconoscete?