Breve premessa da parte mia, 'Tacchan': propongo di seguito un pezzo dell'amica 'Grande Blu' che ci presenta la sua opinione su Mermaid Melody. Fa riferimenti a varie opere letterarie occidentali e le analizza confrontando il diverso modo di proporre il mito della sirena con quello offerto in questo anime. Visto che in passato ci sono stati commenti irrispettosi nei confronti di Grande Blu, vi avverto che sarò intransigente nella moderazione. Ma ora lascio a lei la parola:

- --- ----- ---------- ----- --- -

Mermaid MelodyGià, vogando di forza, eravam quanto
Corre un grido dell'uomo, alle Sirene vicini.
Udito il flagellar de' remi,
E non lontana omai vista la nave,
Un dolce canto cominciaro a sciorre:
"O molto illustre Ulisse, o degli Achei
Somma gloria immortal, su via, qua vieni,
Ferma la nave; e il nostro canto ascolta.

Nessun passò di qua su negro legno,
Che non udisse pria questa che noi
Dalle labbra mandiam, voce soave;
Voce, che innonda di diletto il core,
E di molto saver la mente abbella.

Ché non pur ciò, che sopportaro a Troia
Per celeste voler Teucri ed Argivi,
Noi conosciam, ma non avvien su tutta
La delle vite serbatrice terra
Nulla, che ignoto o scuro a noi rimanga".

Cosi cantaro.
Ed io, porger volendo
Più da vicino il dilettato orecchio,
Cenno ai compagni fea, che ogni legame
Fossemi rotto; e quei più ancor sul remo
Incurvavano il dorso, e Perimede
Sorgea ratto, ed Euriloco, e di nuovi
Nodi cingeanmi, e mi premean più ancora.

Come trascorsa fu tanto la nave,
Che non potea la perigliosa voce
Delle Sirene aggiungerci, coloro
A sé la cera dall'orecchio tosto,
E dalle membra a me tolsero i lacci.

Questi versi li conosciamo tutti, o quasi, per averli studiati a scuola… È il canto dell’Odissea che parla delle Sirene, canto che esprime fedelmente l’immagine della sirena in Occidente: bellissima, pericolosa, con voce soave a cui nessun uomo può resistere, mitiche creature marine che lusingano gli uomini conducendoli a sicura morte…
Solo La Sirenetta di Hans Christian Andersen rappresenta un’eccezione a questa fosca immagine… Ma, se mi permettete, si passa da una rappresentazione negativa ad una rappresentazione malinconica ed anche sfortunata… Non mi pare un grosso riscatto, ad essere sincera.
Ma è solo un’eccezione, quindi la cattiva fama delle sirene rimane.

Ora vorrei opporre a questa ben altra immagine della sirena, proveniente da lontano… l’immagine contenuta in un lungometraggio animato giapponese che ebbi modo di vedere molti anni fa. Non ricordo il titolo, avevo otto anni… Ma so che fra i nostri visitatori ci sono degli autentici esperti, e magari qualcuno di loro colmerà questa mia lacuna.
Per aiutarvi nell’identificazione posso dirvi che il disegno, dallo stile netto e pulito, ricordava quello del disegnatore di Gundam Wing.
Questa la storia. Una sirena emerge dal mare, di notte, con in braccio una sirenetta neonata… la madre parla con entusiasmo alla piccola delle luci della superficie, e che attorno a quelle luci dovevano esserci delle creature fortunate e felici. Anche lei sarebbe stata fortunata, avrebbe vissuto attorno alle luci, e non in fondo al mare, dove la notte era completamente buia. Lasciò la sirenetta sull’uscio di una casa sugli scogli, dove vivevano due sposi anziani senza figli.
Passò il tempo, e nella regione si sparse la notizia che in una casa sugli scogli, ai margini di un piccolo villaggio, si potevano acquistare delle candele speciali. Non solo erano magnificamente decorate con splendidi disegni di conchiglie e stelle marine, ma se venivano accese durante una traversata, il mare sarebbe stato calmo fino all’arrivo.
La fama dei poteri magici delle candele giunse agli orecchi di un giovane signore, che dovendo affrontare un lungo viaggio per mare, decise di recarsi al villaggio per acquistarne alcune.
Arrivato alla piccola casa, chiese le candele, e la vecchia che lo aveva fatto entrare gliene diede solo due, chiedendo un prezzo altissimo. Il giovane obiettò, ma la vecchia con un sorrisetto furbo disse che le sue candele potevano garantirgli una traversata tranquilla. Lui le chiese se era lei a farle. La vecchia rispose che non le dipingeva lei, e neppure il vecchio marito. Il giovane voleva vedere l’artista. Il vecchio rifiutò, e così la vecchia, ma quando il giovane disse che avrebbe pagato le candele il doppio del prezzo richiesto, la donna accettò subito, e convinse l’uomo che ancora tentennava.
Portarono il giovane in una camera sul retro, dove nascosta in un angolo c’era una giovane molto bella, vestita col kimono tradizionale. Ma avvicinandosi egli vide che aveva la coda di pesce. Si trattava infatti di una giovane sirena.
Il giovane chiese chi fosse, e la vecchia gli disse che l’avevano abbandonata davanti alla sua porta. A bruciapelo, il nobiluomo chiese quanto voleva per vendergliela. La vecchia si mostrò sorpresa, disse che l’aveva allevata come una figlia… Ma l’abbiente giovanotto la guardò dritto negli occhi, e disse calmo che sapeva bene che il suo affetto materno aveva un prezzo, e lui era disposto a pagarlo…
Il vecchio rifiutò, ma la vecchia lo prese da parte… Poi, dissero una cifra enorme. “Pagali,” disse il nobile al suo servo, che si inchinò e si affrettò ad obbedire. Il giovane si chinò verso la sirena, “Domani partiremo per il mio palazzo”, disse, poi si rialzò ed uscì, seguito dai due vecchi.
Ma la schiavitù, anche quando viene imposta da un giovane ed affascinante padrone, è sempre schiavitù.
La giovane sirena supplicò i vecchi di tenerla con loro, avrebbe fatto più candele, non sarebbe mai uscita dalla stanza, neppure di notte.
La vecchia aveva una risposta per tutto: lei non era capace di fare abbastanza candele, era un mostro che nessuno voleva, loro erano vecchi e poteva ritenersi fortunata che qualcuno avesse accettato di comprarla. Poi le disse che doveva dipingere candele fino al momento della partenza. Così fece la sirena, ma le ultime due candele, non ebbe il tempo per decorarle con i soliti bei disegni… le dipinse tutte di rosso… Poi fu messa in una gabbia, e caricata sul ponte di una nave.
La sera stessa il mare era grosso e scoppiò un forte temporale.
D’improvviso la porta della casa dei vecchi si aprì, ed apparve una figura di donna illuminata dai lampi. Chiese alla vecchia le ultime due candele dipinte che aveva. La vecchia le diede quelle rosse. La sconosciuta si voltò per andarsene, la vecchia la chiamò, e lei senza voltarsi disse “Certo, il vostro compenso… So bene che per voi conta solo questo!” Le mise qualcosa in mano e svanì. Alla luce della lampada che il marito era finalmente riuscito ad accendere la vecchia vide che si trattava di conchiglie e stelle marine…
Frattanto, sul mare, la nave aveva navigato tranquilla durante il giorno… Il giovane nobile si era avvicinato alla sirena ed aveva provato a parlarle, ma lei era rimasta in silenzio con gli occhi bassi… Dopo un po’, lui si era stancato e si era allontanato… Fu allora che il mare cominciò ad ingrossarsi, e si ingrossò fino a far colare a picco la nave… Durante il disastro la gabbia si aprì e nell’ultima scena ci sono due sirene, una con il kimono ed un’altra che si avvicina a lei…
Questo breve riassunto è fatto a memoria, quindi scusate le eventuali inesattezze.

Perché questa storia? Perché è l’esempio di un modo diverso di vedere la sirena. La sirena qui è una creatura sfruttata, venduta e vilipesa. Ma essere una vittima la mette dalla parte dei buoni.
Ed è proprio questa la differenza.
La sirena omerica è una predatrice, come potrebbe essere un’orca o uno squalo.
La sirena giapponese è una creatura piuttosto indifesa.

Nella premessa di questa discussione ho volutamente trascurato tutte le immagini della sirena che potevano avere delle affinità, magari anche minime, con la sirenetta di Andersen… Ho escluso volutamente Jinny e il suo medaglione, le sirene amiche del piccolo Sinbad, e tutte le altre.
Perché, paradossalmente, l’immagine omerica delle sirene, e la storia del lungometraggio rappresentano due presupposti di Mermaid Melody.
Mi spiego subito. Le sirene omeriche hanno una voce che incanta. La sirena del lungometraggio domina la calma e la tempesta sul mare.
Mermaid Melody a molti appassionati sembra statico. Le sirene si limitano a cantare, fanno pochi svolazzi, nessuna posa plastica, tranne, se vogliamo contarla, quella della seconda trasformazione…
Ma ora fate questa considerazione: se voi aveste il potere di dissolvere una tempesta semplicemente cantando una canzone, vi mettereste a saltellare ed agitarvi o stareste fermi e concentrati sul vostro canto?

Inoltre, cos’è la “magia della voce pichi pichi“? E cosa la differenzia dalle canzoni delle Black Beauty Sisters?
Beh, tralasciando l’ovvietà della similitudine fra le principesse sirene e cantanti idol, potremmo dire che le sirene sono cantanti melodiche e le Black Beauty delle cantanti rock o metal, quindi naturalmente contrapposte…
Ma andando oltre questa facile battuta, ed arrivando a considerazioni serie, le principesse sirene hanno il compito di ripristinare l’armonia, quindi le loro voci sono per definizione “armoniche” (definizione secondo la terminologia classica della natura del suono)
Sempre in base a questa terminologia, le Black Beauty che portano scompiglio nel mare, hanno voci per definizione “disarmoniche” (sempre in base alla natura del suono).
In sintesi, potremmo dire che la disarmonia crea le tempeste, mentre l’armonia le scioglie e riporta il sole.
Forse è un po’ zen, come considerazione… Ma è comunque un punto di vista insolito.

Nella speranza di avervi divertito, interessato, ma soprattutto fatto pensare, rimango la vostra
Grande Blu.

Leggi tutte le news su Mermaid Melody - Principesse Sirene!