Riportiamo la nostra traduzione di un interessante articolo sul fenomeno dei doujin pubblicato sul sito Otaku2:
I doujinshi e la Legge
Il mondo adora la cultura giapponese, ma sono gli stessi giapponesi ad essere i più avidi consumatori di manga. Nel 2005 le pubblicazioni dei manga rappresentarono il 40% del totale annuo, mentre gli anime e i dramma televisivi, dopo le varie serie di successo, acquistarono sempre più valore.
Ma oggi il mercato è saturo, e le vendite stanno lentamente calando da ormai quasi vent’anni, in coincidenza con l'ascesa sempre maggiore dell'intrattenimento portatile digitale. Contemporaneamente, però, ha preso sempre più importanza il mercato dei doujinshi, ovvero i manga creati dai fan. Con questi prodotti gli appassionati ignorano le leggi sul diritto d'autore e rappresentano su carta o su supporto elettronico i personaggi che adorano, arrivando a venderli durante la famosa fiera del Comiket.
L'era dei doujinshi iniziò negli anni 70 con racconti originali; col tempo il tema passò a quello parodistico, facendo della rappresentazione di personaggi ben conosciuti in ambienti ed “accoppiamenti” differenti il piatto forte. Il genere varia dagli scritti accademici alla pornografia, per quanto artisticamente questa possa essere riprodotta. Legalmente i fan possono concepire qualunque cosa vogliano, finché questa non abbia un fine di lucro o caratteristiche troppo oscene.
Nei primi tempi, molti club riuscivano a contenere i costi di produzione e l'ampio lavoro stringendo collaborazioni tra di essi, fino a quando la democratizzazione della stampa negli anni 80 diede l'occasione di formare gruppi con sempre meno aderenti, arrivando a consentire il lavoro da singolo.
Il ricercatore Gunnar Hempel, nella sua tesi alla Sophia University sull'argomento, stima che le persone che vivono grazie al fenomeno dei doujinshi siano circa 8.000, nonostante il numero possa essere anche maggiore grazie all'aumento delle pubblicazioni digitali. Un artista “professionale” di doujin può ricavare al mese circa 12.000 yen (100 euro circa), che in occasione di grandi eventi possono diventare anche 32.000 (250 euro).
Senza alcun dubbio l'evento più importante per i doujinshi è il Comic Market, talvolta abbreviato in Comike o in Comiket.
Spesso citato anche all'interno di alcuni manga famosi (Konata Izumi in Lucky Star vi partecipa in più di un'occasione), l'evento, organizzato per la prima volta nel 1975, ha luogo attualmente nel complesso del Tokyo Big Sight a Odaiba, per la durata di 3 giorni in due occasioni l'anno, in agosto e in dicembre, come nel caso dell’ultima edizione, svoltasi lo scorso fine dicembre, durante la 75ma edizione.
Nel 2007, 555 mila persone e 35 mila club affrontarono una coda lunga più di 3 chilometri per spendere 1 miliardo di yen (8 milioni di euro circa) in doujinshi.
Tra i due eventi del Comiket gli organizzatori programmano occasioni come il B-Maniacs e il Comiket Service per la vendita di nuovo e usato. Con l'espansione del commercio e la facilità d’accesso ai relativi prodotti, i produttori e i consumatori hanno, in un certo senso, “normalizzato” i doujinshi. Nel 2003 i nuovi titoli pubblicati furono 2.496, con una circolazione totale di circa 13.000 titoli.
Dal 1994 Toranoana, K-Books e Melon Books hanno iniziato a dedicare grande spazio ai doujin; Toranoana, la parte del leone nel mercato, riporta un totale per le vendite annuali pari a 14,85 miliardi di yen (circa 120 milioni di euro) solo su queste produzioni.
Le case editrici dei manga tradizionali e i distributori accettano di chiudere un occhio sulla questione copyright fino a quando i fan non si spingono troppo oltre, guadagnando troppo o smettendo di acquistare il prodotto ufficiale. Daniel Pink, autore di discorsi per l'ex Presidente americano Bill Clinton, è rimasto tanto entusiasta dei doujinshi da scrivere un articolo, datato ottobre 2007, per la rivista Wired, che ha evidenziato come le autoproduzioni dei fan aiutino a tenere alto il loro interesse, fornisca ricerche sul mercato libero, e coltivi nuovi talenti.
Estremamente famoso è il caso delle quattro donne che disegnarono i doujin di Captain Tsubasa negli anni 80: solo pochi anni più tardi divennero famose come Clamp.
Il 41enne Ichikawa Koichi, una delle figure predominanti del Comiket, dice che “Il Giappone ha storicamente e culturalmente permesso la copia per apprezzamento o per studio”.
Tuttavia il bilancio simbiotico è tenue negli equilibri. A causa del serial killer giapponese noto come “L’assassino di otaku”, nel 1991 venne adottato il marchio di Seinen Comic per indicare i manga a contenuti adulti, costringendo gli autori a censurare le raffigurazioni dei genitali.
Alcuni doujin che non rispettavano tali regole portarono all’arresto di sette persone e altre sessantasette vennero messe sotto custodia. Un annunciatore della TBS, durante il Comiket gridò “Ci sono 100.000 Miyazaki qui” (Non certo Hayao, ma Miyazaki era anche il cognome dell’assassino di otaku).
Nel marzo dello stesso anno la polizia di Chiba fece pressioni sui responsabili del Makuhari Messe, importante complesso per eventi internazionali, portandoli a rifiutare l’ospitalità al Comiket. Da allora l’evento fu trasferito all’Harumi Tokyo International Exhibition Center.
Altro episodio nel 1999, quando la Nintendo citò il creatore di un doujin che raffigurava i Pokémon in modo diffamatorio; nel 2006, invece, un altro autore è stato condannato a pagare 93 milioni di yen (750 mila euro) in tasse evase e multe per i suoi guadagni non dichiarati sui doujinshi.
Altre società però hanno dimostrano di avere maggiore buonsenso o di saper meglio cogliere la palla al balzo: nel 2008 Kadokawa ha permesso la creazione e la pubblicazione di “Mads” (video parodie create da fan) ispirate a Haruhi Suzumiya tramite l’apposizione del proprio marchio sui filmati condivisi, per esempio, su YouTube e NicoNico Douga, che hanno giocato un ruolo molto importante nel successo della serie animata di Haruhi (notare infatti i credits del video qui postato).
Come il filosofo e critico Tsurumi Shinsuke scrisse nel 1967, i manga sono una “arte di frontiera”, un mezzo democratico accessibile agli amatori culturali che possono trasgredire i limiti. Forse i doujinshi sono solo la prossima evoluzione... o digressione.
I doujinshi e la Legge
Il mondo adora la cultura giapponese, ma sono gli stessi giapponesi ad essere i più avidi consumatori di manga. Nel 2005 le pubblicazioni dei manga rappresentarono il 40% del totale annuo, mentre gli anime e i dramma televisivi, dopo le varie serie di successo, acquistarono sempre più valore.
Ma oggi il mercato è saturo, e le vendite stanno lentamente calando da ormai quasi vent’anni, in coincidenza con l'ascesa sempre maggiore dell'intrattenimento portatile digitale. Contemporaneamente, però, ha preso sempre più importanza il mercato dei doujinshi, ovvero i manga creati dai fan. Con questi prodotti gli appassionati ignorano le leggi sul diritto d'autore e rappresentano su carta o su supporto elettronico i personaggi che adorano, arrivando a venderli durante la famosa fiera del Comiket.
L'era dei doujinshi iniziò negli anni 70 con racconti originali; col tempo il tema passò a quello parodistico, facendo della rappresentazione di personaggi ben conosciuti in ambienti ed “accoppiamenti” differenti il piatto forte. Il genere varia dagli scritti accademici alla pornografia, per quanto artisticamente questa possa essere riprodotta. Legalmente i fan possono concepire qualunque cosa vogliano, finché questa non abbia un fine di lucro o caratteristiche troppo oscene.
Nei primi tempi, molti club riuscivano a contenere i costi di produzione e l'ampio lavoro stringendo collaborazioni tra di essi, fino a quando la democratizzazione della stampa negli anni 80 diede l'occasione di formare gruppi con sempre meno aderenti, arrivando a consentire il lavoro da singolo.
Il ricercatore Gunnar Hempel, nella sua tesi alla Sophia University sull'argomento, stima che le persone che vivono grazie al fenomeno dei doujinshi siano circa 8.000, nonostante il numero possa essere anche maggiore grazie all'aumento delle pubblicazioni digitali. Un artista “professionale” di doujin può ricavare al mese circa 12.000 yen (100 euro circa), che in occasione di grandi eventi possono diventare anche 32.000 (250 euro).
Senza alcun dubbio l'evento più importante per i doujinshi è il Comic Market, talvolta abbreviato in Comike o in Comiket.
Spesso citato anche all'interno di alcuni manga famosi (Konata Izumi in Lucky Star vi partecipa in più di un'occasione), l'evento, organizzato per la prima volta nel 1975, ha luogo attualmente nel complesso del Tokyo Big Sight a Odaiba, per la durata di 3 giorni in due occasioni l'anno, in agosto e in dicembre, come nel caso dell’ultima edizione, svoltasi lo scorso fine dicembre, durante la 75ma edizione.
Nel 2007, 555 mila persone e 35 mila club affrontarono una coda lunga più di 3 chilometri per spendere 1 miliardo di yen (8 milioni di euro circa) in doujinshi.
Tra i due eventi del Comiket gli organizzatori programmano occasioni come il B-Maniacs e il Comiket Service per la vendita di nuovo e usato. Con l'espansione del commercio e la facilità d’accesso ai relativi prodotti, i produttori e i consumatori hanno, in un certo senso, “normalizzato” i doujinshi. Nel 2003 i nuovi titoli pubblicati furono 2.496, con una circolazione totale di circa 13.000 titoli.
Dal 1994 Toranoana, K-Books e Melon Books hanno iniziato a dedicare grande spazio ai doujin; Toranoana, la parte del leone nel mercato, riporta un totale per le vendite annuali pari a 14,85 miliardi di yen (circa 120 milioni di euro) solo su queste produzioni.
Le case editrici dei manga tradizionali e i distributori accettano di chiudere un occhio sulla questione copyright fino a quando i fan non si spingono troppo oltre, guadagnando troppo o smettendo di acquistare il prodotto ufficiale. Daniel Pink, autore di discorsi per l'ex Presidente americano Bill Clinton, è rimasto tanto entusiasta dei doujinshi da scrivere un articolo, datato ottobre 2007, per la rivista Wired, che ha evidenziato come le autoproduzioni dei fan aiutino a tenere alto il loro interesse, fornisca ricerche sul mercato libero, e coltivi nuovi talenti.
Estremamente famoso è il caso delle quattro donne che disegnarono i doujin di Captain Tsubasa negli anni 80: solo pochi anni più tardi divennero famose come Clamp.
Il 41enne Ichikawa Koichi, una delle figure predominanti del Comiket, dice che “Il Giappone ha storicamente e culturalmente permesso la copia per apprezzamento o per studio”.
Tuttavia il bilancio simbiotico è tenue negli equilibri. A causa del serial killer giapponese noto come “L’assassino di otaku”, nel 1991 venne adottato il marchio di Seinen Comic per indicare i manga a contenuti adulti, costringendo gli autori a censurare le raffigurazioni dei genitali.
Alcuni doujin che non rispettavano tali regole portarono all’arresto di sette persone e altre sessantasette vennero messe sotto custodia. Un annunciatore della TBS, durante il Comiket gridò “Ci sono 100.000 Miyazaki qui” (Non certo Hayao, ma Miyazaki era anche il cognome dell’assassino di otaku).
Nel marzo dello stesso anno la polizia di Chiba fece pressioni sui responsabili del Makuhari Messe, importante complesso per eventi internazionali, portandoli a rifiutare l’ospitalità al Comiket. Da allora l’evento fu trasferito all’Harumi Tokyo International Exhibition Center.
Altro episodio nel 1999, quando la Nintendo citò il creatore di un doujin che raffigurava i Pokémon in modo diffamatorio; nel 2006, invece, un altro autore è stato condannato a pagare 93 milioni di yen (750 mila euro) in tasse evase e multe per i suoi guadagni non dichiarati sui doujinshi.
Altre società però hanno dimostrano di avere maggiore buonsenso o di saper meglio cogliere la palla al balzo: nel 2008 Kadokawa ha permesso la creazione e la pubblicazione di “Mads” (video parodie create da fan) ispirate a Haruhi Suzumiya tramite l’apposizione del proprio marchio sui filmati condivisi, per esempio, su YouTube e NicoNico Douga, che hanno giocato un ruolo molto importante nel successo della serie animata di Haruhi (notare infatti i credits del video qui postato).
Come il filosofo e critico Tsurumi Shinsuke scrisse nel 1967, i manga sono una “arte di frontiera”, un mezzo democratico accessibile agli amatori culturali che possono trasgredire i limiti. Forse i doujinshi sono solo la prossima evoluzione... o digressione.
Ergo se fa solo quello sicuramente non ci campa con i doujin, il fine di lucro è abbastanza relativo, alla fine sfrutta soltanto "nomi" e fisionomie di disegni creati da altri ma il lavoro materiale ce lo mette lui, penso che non sia il caso di mettere paletti per regolamentare un mercato di nicchia che non danneggia di fatto il mercato dei manga.
Spesso gli autori di doujin sono appassionati che sognano di diventare poi mangaka in seguito e le case editrici hanno, secondo me, svariati vantaggi come la pubblicità gratuita di svariate serie, per non parlare del fatto che questi autori rappresentano un importante serbatoio di potenziali talenti.
Ken Akamatsu, le Clamp per dire due nomi a caso mi pare abbiano iniziato così... con le doushinji.
Certo che è triste ricordare ciò che ha fatto Tsutomu Miyazaki...
C'è da considerare che su alcuni titoli molto gettonati c'è una percentuale per quanto riguarda la vendita dei fan-comic. Dead or Alive e Sailor Moon son un esempio, infatti Black Dog, quando mette in circolazione i suoi fan comic erotici su sailor moon paga una percentuale a Takeuchi o agli aventi i diritti (e anche questo ha costituito la ricchezza che ha portato al brand).
Un po' come in Italia per gli appassionati di libri, siano essi fantasy, fantascienza, gialli o altro: su tre lettori, almeno 2 sognano di poter scrivere un libro da pubblicare.
Tycho
Insomma fanno pubblicità, e non solo ai manga ma anche ai videogiochi.
Ne prevedo un rapido espandersi nell'immediato futuro visto la diffusione del software Manga Studio 3 e non solo in giappone, anche se solo li c'è un immaginario e una motivazione tale da favorire ancora una ulteriore crescita di questo settore.
Bastano e avanzano i manga ufficiali…
Su molte fanfiction hai ragione, come sui dojinshi, ma alcune opere brillano in una maniera impressionante, basti pensare all'hentai DragonBall X, disegnato meglio del manga originale (cosa che chiunque ritiene impossibile finchè non se lo trova sotto gli occhi, me compreso)...
@Kiseiju: no, la vita in giappone non costa di meno anzi forse costa pure di più...
Alla fin fine comunque i titoli da cui si ispisano ne vanno comunque a beneficiare, se dei doujincìshi non ne serebbe permessa la circolazione ne tanto meno la vendita.
Non pensavo nemmeno vendessero queste cifre!
poi perchè di otaku, quando invece ha ucciso delle bambine?
C'è da dire poi che per quanto mi riguarda alcuni opere le ho conosciute proprio tramite le doujinshi.
Mi aspettavo guadagni decisamente superiori.
Io li considero positivamente, l'unico vero problema è che la stragrande maggioranza sono schifezze inguardabili, ma è proprio in mezzo a queste che ci sono dei veri capolavori.
Personalemente non sono poprio portato per il disegno in prima persona, ma ammiro moltissimo alcuni amici che sono molto bravi.
In definitava i doujishin non sono assolutamente il lato oscuro, anzi, sono il futuro di ragazzi che forse un giorno potranno sfondare nel mondo dei manga!
Forza ragazzi facciamo vedere di cosa è capace la nuova generazione!
comunque il caso dell'assassino (che non conoscevo..) è di un'efferatezza che mi ha sconvolto, non linciatemi ma forse in sti casi la pena di morte per quanto sbagliata sia è pure poco...
Comunque apprezzo molto la volontà di scrivere su questo fenomeno che ha comunque qualche aspetto per me negativo, ma anche molti positivi.
Soprattutto il banco delle dojinshi è molto importante per gli aspiranti disegnatori e ci sono diversi mangaka importantissimi che hanno esordito giovanissimi al Comiket, tra cui Rumiko Takahashi con nome d'arte, come sanno i ben 75 lettori di NSD
Comunque non sapevo che un autore di doujin guadagnasse così (poco)...mi aspettavo qualcosa di più positivo O_O"
La maggior parte dei doujinshi in giro sono tutti yaoi o hentai...
Non sono affatto da considerare il lato oscuro dei manga
leggendo il commento di Lucky, mi viene da fare il nome di Ayano Yamane che pubblicò doujinshi su Slam Dunk e poi raggiunge l'apice con opere originali diventando una delle autrici yaoi più famose.
e poi, le Clamp già citate nell'articolo...
insomma,sono una possibilità per esordire
all'opera a cui si ispirano e a se stessi, vei mai che qualcuno del settore li noti e li proponga un posto da assistente..?!?!?
sarebbe un buon inizio no?!?!?
dal link, ho letto quanto è scritto su Wikipedia, davvero allucinante, da far invidia a "Non aprite quella porta".
Di alcuni di questi ne ho seguito l'iter e se non nei giochi vanno nei grandi magazine del settore, e quelli vanno per la maggiore.
Esattamente come accade con i manga seri ci sono poi le raccolte delle singole storie a puntate.
Insomma un vero mercato parallelo.
Allucinante, la realtà a volte supera la fantasia...
Sarebbe una trama Horror da oscar, peccato però che è la nuda e cruda realtà...
Se penso che qua da noi arriva pochissimo e a prezzi reltaivamente alti, mentre là ci sono delle fiere apposite... ç__ç
Avevo letto questo articolo mesi fa, e ho subito pensato che dovevo per forza inserirlo nella mia tesi sui manga, perché il fatto che i doujinshi non siano "ufficialmente negati" è davvero interessante
nemmeno io sapevo però che gli autori di doujinshi guadagnassero così, poco, accidenti! (altro buon motivo per non ostacolarli) Per quanto mi riguarda programmerei un viaggio in Giappone giusto in agosto o dicembre per infilarci dentro il Comiket...mi piacerebbe mettere le mani su alcuni doujinshi, ma qua è praticamente impossibile averli a prezzi accessibili °_°
Apprezzo un sacco il fenomeno del doujinshi perché anch'io disegno e, ammettiamolo, alcuni non hanno niente da invidiare ai manga originali quanto al tratto...e ti offrono pure il tuo pairing preferito
w i doujinshi
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