Si è svolta lo scorso dicembre l'ultima edizione del BAKUC (Bandai Action Kit Universal Cup), che gli italiani e la cultura modellistica europea ricorderanno a lungo.

BAKUC è una coppa internazionale di modellismo organizzata da Bandai, colosso giapponese dell’intrattenimento, e riservata ai kit dei modelli di Gundam creati dalla compagnia. La competizione è stata aperta ai modellisti occidentali solo da pochi anni.

Il 2009 è stato il quarto anno in cui la sezione italiana della BAKUC è stata organizzata grazie alla collaborazione tra la rivista Xtreme RC Cars, edita dalla Hobby Media, e la Bandai.


I vincitori


Anche questa volta c'è stata una notevole partecipazione di modellisti da tutto lo Stivale. Oltre ad alcuni kit di Gundam, il premio dà la possibilità di accedere alla sfida finale che si svolge a Hong Kong durante la tradizionale Gundam Expo nel mese di dicembre.

Francesco Coriglione (Ciccio1-P8), dopo aver vinto con merito la tappa italiana, ha affrontato la sfida finale cogliendo un inatteso quanto meritato secondo posto che ha il sapore di una vera e propria vittoria, essendo “Ciccio” uno fra i primi, se non il primo occidentale, a ottenere un concreto risultato nella manifestazione grazie allo stesso diorama che tanto aveva attirato l’attenzione generale durante il contest di Lucca Comics 2009: “Fate i modelli non fate la guerra”.


 Bakuc 2009


Abbiamo chiesto a Francesco Coriglione un’intervista per conoscerlo meglio:

Ciao Francesco, presentati ai nostri lettori.

Sono nato 36 anni fa a Siracusa, bellissima città siciliana dove risiedo tuttora insieme a mia moglie e a mia figlia. Le mie passioni, fin da piccolo, sono state il disegno e la musica. Suono le tastiere e sono un appassionato, ma non troppo, di sintetizzatori. Attualmente ne ho tre, di cui il più datato e' un Yamaha analogico del 1979. Devo ammettere che le mie giornate da studente adolescente le ho passate per la maggior parte nel piccolo e improbabile studio di registrazione artigianale che avevo realizzato in camera mia. La notte stavo a comporre le idee che mi venivano in mente e di giorno le facevo ascoltare agli amici a scuola.

Forse ti stupiresti delle mie giornate di studente adolescente... condividiamo anche l'amore per il disegno. Ma andiamo avanti.

Già. Comunque ho realizzato in un certo senso il mio sogno di lavorare nel mondo della musica. Oggi infatti lavoro in un grande negozio di dischi e strumenti musicali della mia città. Forse non parteciperò mai alla premiazione dei Grammy Award, ma vendo gli strumenti a ragazzi che potenzialmente lo potrebbero fare domani...

La passione per il modellismo è qualcosa che, a ben riflettere, ho sempre avuto in me. Innanzitutto ero portato a costruire ciò che doveva essere da contorno al gioco che facevo. Tutti i bambini costruivano il castello di Grayskull per He-Man in cartone. Come tutti quelli che non lo avevano direte voi, ma io lo facevo rigorosamente in scala! Perdendo un sacco di tempo con le pareti divisorie, guardandolo da sopra era la piantina di un appartamento.
Ed è stato così con qualsiasi cosa abbia costruito, compresi ovviamente i modelli.


Usi anche il PC?

Disegno, musica (non solo da ascoltare, ma principalmente da comporre), modellismo e anche un timido accenno di scultura. Insomma mi piace tutto ciò che è creativo. Il PC, per esempio, lo uso al 90% come uno strumento di creatività a 360 gradi. Foto ritocco, montaggi video, lavori grafici, idee varie. Insomma mi piace creare, modificare a mio gusto, personalizzare, qualsiasi cosa in modo che riporti un po' di me.

Quando hai iniziato il tuo percorso con il modellismo?

Nel 1999. Il mio collega Fabio, appassionato di serie giapponesi, aveva ricevuto come regalo di compleanno da sua sorella il kit Master Grade in scala 1:100 del Gundam RX-178MKII, di cui mi decantava i dettagli e come fosse interessante montare quel particolare modello.

Un Master Grade? Sono i modelli più importanti che produce la Bandai. Non sono gli 1/60, che però sono più rari… fu in quel momento che ti venne voglia di iniziare?

Sì. Fino ad allora devo ammettere che credevo che le scatole di montaggio esistessero solo per carri armati, aerei e similari, ma montare mecha rispecchiava il mio amore per tutto quello che e' tecnologico e “futuristico”. Così decisi di provare a costruirne uno.
Il mio primo kit è stato il Master Grade del Gundam GP01FB (voglio tra l'altro rivelare che quel GP01-FB sarà il protagonista del mio prossimo diorama).
Mentre lo montavo mi piaceva sempre più. Alla fine, però, non era realistico come quello della scatola, così come non lo era quello del mio collega. Per lui era perfetto così, ma per me no, era troppo “giocattoloso”.
Da lì iniziarono le mie ricerche in rete e iniziai a capire come si potevano utilizzare i pennelli per rifinire meglio i modelli.
La svolta c'è stata quando ho conosciuto quello che penso sia il sito nonno di NKGC, cioè “PRAMODERU”. Lì vidi un bellissimo Zaku verde realizzato da un bravo modellista di nome Teoj, che mi si spalancò un mondo, un cambio radicale di prospettiva, perché capii che riverniciando il modello, modificandolo e aerografandolo avrei potuto ottenere quello stesso risultato. Ho iniziato da lì a fare ricerche per raggiungere quei risultati, partendo dagli attrezzi che si dovevano utilizzare, come usarli e perché usarli.


Posso dirti dal basso della mia incompetenza che a dire è facile, ma in pratica…

Le difficoltà iniziali ci sono state, vedi la “stuccatura”, vero e proprio muro da scavalcare per tutti i modellisti in erba. Così come la ricerca delle giuste marche di colori da utilizzare in rapporto alle particolari esigenze del caso e alla propria tecnica di verniciatura. Oggi compro continuamente attrezzi e raccolgo oggetti e minuterie varie che penso possano tornarmi utili per chissà quale futura idea. Allo stesso tempo sono più consapevole delle mie capacità e cerco di accrescerle approfondendo lo studio e l'applicazione delle tecniche, naturalmente con il prezioso aiuto dei miei amici del forum di “NKGC”, con i quali condivido quotidianamente questa passione.

Un cammino di ricerca continuo... passando all'esperienza della gara internazionale e al tuo modello, “Come diavolo hai fatto?”. E' una domanda che ho avuto in mente spesso, mostrando il video e dando la notizia.
Alcune cose le sappiamo, il Gundam è un Master Grade, scala 1/100, ma le famose “scarpine”? Il video?


In effetti ci lavoro da un paio di anni. L'idea mi è venuta nel 2007, quando insieme a Luciano abbiamo ottenuto il Premio speciale della giuria per il diorama “FRAME OF WAR”.
In quel diorama mi sono inventato la tecnica con cui ho creato le esplosioni e le scie dei proiettili in esso riprodotte. Nel 2008 per i molti lavori che erano in corso non ho presentato nulla e preferii concentrarmi nel proseguire la costruzione del progetto per quest'anno. Proprio a Natale di quell'anno, in un centro commerciale, ho acquistato il mini visualizzatore di foto che poi e' diventato il mini PC laptop con le immagini della serie classica.
Il braccio del Gundam e' azionato da un motorino a bassi giri, da lampada a specchi. Il resto delle idee sono venute fuori man mano con l'avanzare dei lavori.
Il diorama sulla scrivania era inizialmente costituito da una scena molto classica: un MSM-07 che infilza un GM allo stomaco.


Secondo posto


I due mecha erano dei gashapon alti circa 6 cm ciascuno, opportunamente modificati nelle posture per meglio riprodurre la scena. Chiunque guardasse l'insieme storceva un po' il naso sulle proporzioni spropositate, come modellini, di quei bestioni in confronto alle dimensioni della scrivania e del Gundam.
In realtà non convincevano tanto neanche me, ma mi piaceva evocare quella scena cult. Alla fine desistetti e utilizzai solo un MSM-07 tagliandolo all'altezza del busto per simulare la fuoriuscita dall'acqua. In questo modo le dimensioni non erano più così evidenti e il nuovo diorama in cui l’MS emergendo distrugge un ponte sospeso risulta sicuramente più convincente.
Un capitolo a sarebbe da dedicare alla realizzazione dei meccanismi (complessi, vi garantisco) per far muovere il braccio del Gundam. Sfido chiunque, a patto che non sia un ingegnere meccanico, a trovare un'idea migliore per applicare un meccanismo all'interno di un petto e di un braccio così minuti. E quanti come me lo hanno realizzato sanno di cosa parlo.


Non guardare me. Io al più posso fare una causa!

In che senso?

Lascia perdere... andiamo avanti.

Va beh… le scatole, manco a dirlo, sono scannerizzate, stampate con un progettino su Publisher, ritagliate e incollate. Un pizzico di orgoglio per la scatola dell'HCM-PRO dello Zaku di Char sulla mensolina dei DVD. Altra punta di orgoglio, ma sarebbero tanti, è una parte che pochi notano: il parquet. Ho studiato tutti i tipi di posa del parquet e poi ne ho scelto uno. Ho cosi' ritagliato prima tutti i listelli e poi li ho dovuti colorare con un miscuglio di trasparenti e opachi a varie gradazioni per simularne la varietà cromatica reale. Infine li ho posizionati secondo i criteri “reali”.
Poi c’è la lampada, uno dei primi accessori totalmente auto-costruiti da zero, altrettanto per la sedia, per il compressore, per la cappa di aspirazione e infine le mitiche pantofoline che tanta curiosità hanno destato fra i big della Bandai durante la cena di benvenuto dopo la premiazione a Hong Kong.
Insomma un gran lavoro che meriterebbe pagine per essere descritto minuziosamente e che non accenna a fermarsi di darmi soddisfazioni
.

Una grande fatica. Occorre dire che malgrado avessimo ammirato il modello a Lucca, la notizia del secondo posto è stata sbalorditiva, così come è stata l'accoglienza, e come si sono comportati gli orientali davanti al gaijin che veniva a rompere le uova nel paniere.

Sì, senz'altro una bella faticata mantenere l'impegno di rappresentare l'Italia a Hong Kong, anche perché per impegni di lavoro sono dovuto partire il 25 dicembre mattina, dopo aver lavorato fino al 24 alle 8 e mezza di sera. Mentre i miei avversari erano arrivati belli riposati già dal 24 mattina. Ringrazio ancora la Hobby Media, nella persona del grande Massimo Belfiore, che mi ha dato la sua piena disponibilità e collaborazione su tutto.
E' stata una corsa contro il tempo. Partenza il 25 e arrivo il 26 mattina alle 8, ora di Hong Kong. Avrei dovuto portare il modello entro le 11 al Gundam Expo, completamente solo, e lì o parli almeno un po' di inglese, o sei perduto.
Sono riuscito comunque a farcela a proporre il diorama ai giudici e al pubblico. Verso l'una siamo tornati all'Expo con un pullman della Bandai per la premiazione. Il risultato ormai lo conosciamo, ma devo ribadire che era inaspettato in quanto la cultura modellistica “gundamiana” asiatica e' comunque, di base, diversa da quella occidentale.

Tendono a orientalizzare i loro modelli, oppure esasperano la customizzazione, o ancora nei diorami hanno maggior propensione a dare pose più astratte, anziché evocare una particolare scena. Nonostante ciò hanno rispettato, e addirittura premiato, la mia visione più occidentale di questo particolare ramo modellistico. Inoltre devo dire che siamo diventati tutti amici e che comunque nessuno cercava di soverchiare nessuno. Al contrario, tutti ci si scambiava complimenti e informazioni su questo o quell'aspetto dei modelli.
Inutile dire che numericamente ho dovuto rispondere a piu' domande di tutti gli altri, una grandissima soddisfazione.



Primo posto

Il campione assoluto, da Singapore


Terzo Post

Il terzo classificato, dalla Cina


Niente gare nel 2010? Quali progetti hai?

Si, è vero, per il 2010 ho detto niente BAKUC, ma solo perché voglio terminare un altro dioramone ben più grosso iniziato già nel 2007 e ancora incompiuto, le cui misure sono fuori standard per il BAKUC. E comunque non e' detto che non possa partecipare alla categoria Expert con qualcos’altro, mai dire mai. Il “Champion” a Hong Kong di quest'anno aveva già vinto nel 2006, per cui per il BAKUC 2011 c'e' ancora tempo.

Perché questo titolo, “fate i modelli e non la Guerra”? Mi ha davvero colpito.

Sì, hai ragione, il titolo non e' casuale, e ha più significati. L'ho concepito riflettendo su alcune scene di conflitti visti al TG e soprattutto durante la trasmissione mattutina di “La storia siamo noi”, sulla inutilità della guerra e su quanto possa essere fortunato io ad avere come unico problema quello di concepire un bel modellino da portare a Lucca.
In effetti poi ho posizionato la scena, con lo scudo e il bazooka poggiati subito dopo la porta di ingresso, come se Gundam, di ritorno da una battaglia, sdegnato, preferisse riprodurre con un modello la scena di un disastro piuttosto che viverla o causarla nella realtà. Se qualcuno vuole può cogliere da parte dell'RX-78 anche questo pensiero:


Basta con la guerra, le battaglie e la morte… da oggi il sangue sarà solo un po’ di vernice rossa su un soldatino di plastica!

Voglio sperare che diventi il motto base di qualsiasi essere vivente sulla terra, sia esso un soldato che combatte e magari uccide, sia esso un uomo che “semplicemente” schiaffeggia un altro uomo.

Vorrei sperarlo anche io. Grazie Francesco.




Un ringraziamento a Stephen “sogni di Gundam” Serra per le diverse informazioni e ad Angelo Falconio per il suo incoraggiamento.