Riprendiamo la curiosità direttamente dalle pagine dell'ottimo News dal Giappone:

Pipì e pudore. A Yakage il progenitore dei moderni Otohime!

Otohime Oggigiorno ci sono colorati gadget tascabili ed applicazioni per i telefoni cellulari usati per coprire quel particolare rumore che si fa quando si va in bagno. In un museo della cittadina di Yakage (矢掛), prefettura di Okayama, è conservata un'urna di bronzo che data al XIX secolo che può essere considerato il progenitore di questi moderni dispositivi.

Poichè molte donne giapponesi si imbarazzano a far sentire agli altri il suono delle più private funzioni corporeee, molte toilet per donne nei centri commerciali e negli uffici sono equipaggiate con un dispositivo conosciuto come "Otohime" (音姫), in origine il nome di un prodotto sviluppato dalla TOTO Ltd. (TOTO株式会社, Tōtō Kabushiki-gaisha), che riproduce il suono dello sciacquone per 25 secondi.

La TOTO mise sul mercato il primo Otohime nel 1988 per venire incontro alla sensibilità delle donne e risolvere al tempo stesso il problema delle risorse idriche nazionali. Infatti, prima che il dispositivo venisse introdotto, era normale per le donne tirare lo sciacquone due volte: una volta per coprire il rumore della pipì (o di altro) e la seconda volta per scaricare il tutto. Yamasaki Akiko, portavoce della TOTO, afferma che l'azienda fu ispirata per la creazione dell'Otohime dalla carenza di risorse idriche che 1978 colpì la città di Fukuoka (la TOTO ha la sua sede nella vicina città di Kitakyushu).

Alla fine degli anni '70 molte altre città giapponesi soffrirono di carenza di acqua, a causa soprattutto della massiccia costruzione di industrie, e la TOTO, già nota per i suoi WC con getto d'acqua, sviluppò l'idea dell'Otohime per evitare che le donne scaricassero l'acqua più volte. Il dispositivo venne chiamato "Otohime", che letteralmente significa "la principessa del suono", per simboleggiare la timidezza e la modestia delle donne giapponesi. "Molti occidentali sono sorpresi di questo dispositivo, considerando più innovative altre funzioni dei WC giapponesi, come il water fornito di getto dell'acqua per il bidet, la tavoletta che si riscalda, etc. Ma non sono in grado di comprendere la necessità dell'Otohime e lo ritengono un accessorio piuttosto strano", dice la Yamasaki. La Corea del Sud è l'unico altro paese dove viene esportato l'Otohime, mentre i WC con bidet sono disponibili in varie parti del mondo. In Giappone, lo scorso anno sono stati venduti più di un milione di dispositivi Otohime.

Yamaji Shigenori, esperto di cultura del bagno e ricercatore di Studi sul Turismo presso l'Instituto del Turismo dell'Università di Osaka, riconosce che il pudore nel far sentire ad altri il suono della propria pipì è una cosa peculiare delle donne giapponesi, tanto che mascherare quel suono in qualche modo è quasi una necessità.

Otokeshi no tsuboStando allo studioso, non si sa se questo tipo di vergogna sia ancestrale, ma era di certo presente nel XIX secolo, al tempo del Giappone feudale, dal momento che una residenza di una famiglia altolocata della città di Yakage, che serviva anche come luogo di riposo per i dignitari, era equipaggiata con una particolare urna chiamata Otokeshi no Tsubo (lett. "urna per coprire il suono"). L'urna, custodita oggi in un magazzino dello Yagage Kyōdo Bijutsukan (やかげ郷土美術館, Yakage Folk Museum), e che presumibilmente verrà messa in mostra nel prossimo futuro, è fornita di un becco a forma di drago. Secondo un curatore del Museo, l'urna era situata su una ripiano vicino alla stanza del bagno, che era di uso esclusivo per gli ospiti più importanti della locanda, e non veniva usata per i familiari o per i servitori. Si ritiene che quando un ospite usava la "stanza del bagno", un suo servitore lo accompagnava, facendo sgorgare dell'acqua dalla bocca del drago in modo da coprire il suono della pipì del suo padrone.

Le donne che oggigiorno usano moderni dispositivi per lo stesso scopo, dicono che la loro riservatezza non è l'unico motivo per il quale attivano l'Otohime una volta entrate in un bagno. "Sono molto più preoccupata per il senso di disturbo che le altre persone possono provare sentendo il suono che emetto", dice una studentessa 22enne di Tokyo. Altre studentesse dicono che usano l'Otohime soprattutto per "considerazione" delle altre persone.

Ma alcune criticano questa pratica. "Io credo che i giapponesi a volte leggono troppo tra le righe", confessa una casalinga trentenne della prefettura di Chiba. "Il rumore che faccio quando sono in bagno non mi ha mai imbarazzato. Sono molto più imbarazzata quando mi trucco in treno", dice un'istruttrice di danza, 50 anni.

Nel frattempo, i dispositivi che riproducono il suono dello sciacquone, e che possono essere inseriti direttamente nel WC o posti sul muro all'interno della toilet, si sono evoluti e alcune aziende hanno inventato dispositivi che le donne giapponesi possono portare con loro, ad esempio quando viaggiano all'estero. Sono state sviluppate anche applicazioni per telefoni cellulari, scaricabili ad esempio sugli iPhone.

Tra i dispositivi portatili più recenti c'è il Keitai Otohime (ケータイ音姫) della Takara Tomy, lanciato sul mercato lo scorso novembre, e che ha venduto finora 30.000 pezzi. Il dispositivo costa 1.449 yen (circa 12,00 euro), ed è provvisto anche di un blocco, in modo che non si possa accidentalmente attivare in luogo diverso dal bagno, ad esempio sul treno.

Se questo tipo di sensibilità nella cultura del bagno risale al periodo dei signori feudali, sorge una domanda: gli uomini giapponesi moderni perchè non usato l'Otohime?

In un sondaggio condotto dalla TOTO nel 2007 su un campione di 200 studenti universitari, solo il 36% ha ammesso di tirare lo sciacquone per non fare sentire agli altri il rumore della propria pipì, e il 66% di loro dice di farlo perchè non vogliono che le altre persone li ascoltino.

Shibasaki Mariko, un'altra portavoce della TOTO, dice che i cosiddetti "ragazzi erbivori" (草食男子,sōshokudanshi - termine coniato quattro anni fa dalla giornalista Fukasawa Maki per indicare gli uomini tra i 20 e i 30 anni che sono riluttanti ad essere coinvolti in relazioni amorose o che non vogliono fare sesso) sono contenti di vedere sul mercato questo tipo di dispositivi. Se la tendenza si diffonderà, è probabile che verrà coniato un nuovo neologismo: "Otohime danshi".