Riportiamo un articolo del quotidiano giapponese Yomiuri Shinbun, scritto da Makoto Fukuda, in merito a uno dei fenomeni più di tendenza in Giappone, ovvero i "men in drag".

I baldanzosi giovanotti travestiti da donne non sono un fenomeno né nuovo né particolarmente inusuale da riscontrarsi nell'ambito della cultura nipponica: si tratta di personaggi che si è abituati a vedere sin dai tempi di manga classici come i due titoli Harenchi Gakuen e Oira Sukeban di Go Nagai, o l'opera Stop!! Hibari-kun! di Hisashi Eguchi. men in drag costume Molti di quei personaggi erano utilizzati nelle vicende come diversivi di svago, come occasioni per fornire respiro alla storia; altri maschietti si ritrovavano invece imbrigliati in vesti femminili in seguito a malcapitate e curiose circostanze occorse loro nello svolgimento della storia.
In tempi molto più recenti, però, i ragazzi travestiti, o "boys in drag" che dir si voglia, appaiono in diversi manga e anime come personaggi "kawaii", ovvero "carinissimi", con l'obiettivo di indurre una sollecitazione di tipo "moe" nel lettori o telespettatori: con quest'ultimo termine si può intendere sia la consueta attrazione fatale che si prova nei confronti di personaggi tratti da videogiochi, anime o manga, sia una più specifica simpatia suscitata proprio dall' "incantevole confezione" di cui sono rivestiti questi graziosi personaggi.

Il picchiaduro Guilty Gear XX, uscito poco dopo l'anno 2000, presenta tra i suoi personaggi maschili un giovane di nome Bridget, che viene cresciuto come una donna: e non è dunque un caso se il suo riconoscibilissimo abbigliamento consiste in una minigonna e una fascia da suora extralarge. Nel gioco di avventura romantica Happiness!, invece, il travestito Jun Watarase si è guadagnato l'attenzione di molti devoti fan maschili.
Da allora, i boys in drag sono diventati consolidate figure rientranti a pieno titolo nella categoria "moe".
Vi è poi il gioco d'avventura The Idolm@aster DearlyStars, rilasciato nel settembre 2009, nel quale le protagoniste sono tre ragazze che sognano di diventare idol. Proseguendo nel gioco, si è recentemente scoperto che una di loro, Ryo Akizuki, è un maschio, e ciò ha causato non poche perplessità tra i videogiocatori. Ryo ha cercato di diventare un idol maschio ma invano, e nonostante tutti gli sforzi compiuti si è poi trovato costretto a debuttare in panni femminili. Proprio la fermezza dimostrata da questo personaggio nell'ottenere il successo, anche nei panni della sua nuova persona, gli ha valso l'ammirazione di stuoli di fan.
men in drag kinoshita C'è infine il caso di Baka to Test to shoukanjuu, un anime basato su una graphic novel che attualmente viene trasmesso su TV Tokyo: Hideyoshi Kinoshita, un compagno di classe del protagonista, è un ragazzo con un viso dai lineamenti belli e delicati. Nell'anime egli appare spesso in vesti femminili, e il suo aspetto risulta così adorabile che piace molto ai telespettatori, i quali affermano che "Hideyoshi non appartiene né all'universo maschile né a quello femminile; è Hideyoshi, e tanto basta".

Il fenomeno che deriva dall'ammirazione per i tanti bei giovanotti travestiti da donne si è diffuso ben al di là del mondo a due dimensioni della televisione e della carta stampata. Ad Akihabara, a Tokyo, lo scorso anno è stato aperto il Café Newtype, dove a servire ai tavoli ci sono uomini abbigliati come vere donne.
L'idea di base potrebbe apparire sgradevole e far storcere il naso a qualcuno; per evitare, tuttavia, che ciò si ripercuota sul locale diffondendone un'immagine negativa e traducendosi in cattiva pubblicità, si è fatto in modo che tutti gli uomini che vi lavorano risultino oltremodo incantevoli. E sono proprio questi ultimi ad apprezzare di gran lunga di essere considerati in tal modo.
I clienti spaziano da donne che frequentano il locale anche da sole, a ricchi e particolari clienti che potenzialmente giungono essi stessi abbigliati "in drag". Newtype è aperto ogni fine settimana, e negozi similari operano in altre località, sebbene con orari e frequenze di apertura più irregolari.

Ma perché i men in drag sono diventati così popolari? L'autore dell'articolo, Makoto Fukuda, cerca di avanzare un'ipotesi fornendo una spiegazione dal proprio punto di vista maschile.

Il termine "moe" può anche essere spiegato con il propagarsi di una travolgente emozione che insinua negli uomini l'infruttuoso desiderio di avvicinarsi il più possibile ai bellissimi personaggi femminili di cui sono popolati appieno anime e manga. Per questi uomini vale la consapevolezza che i bellissimi giovani travestiti da donne appartengono al proprio stesso sesso, e potenzialmente ciò va ad approfondire la personale identificazione con l'ambito oggetto "moe", che costituisce il vero centro dei propri desideri più reconditi e proibiti.
Non posso fare a meno di pensare che suddette motivazioni psicologiche trovino un fondamento che va ben al di là della popolarità dei ragazzi travestiti, e se quest'ipotesi fosse vera, troverebbe pienamente senso che il loro successo si estenda dall'universo bi-dimensionale a quello a tre dimensioni.


I ragazzi travestiti sono popolari anche tra le donne: da un punto di vista femminile, essi sono apprezzati per motivi diversi e più probabilmente legati alla popolarità, nelle donne, del "boys' love", o amore tra ragazzi, visto su molti manga e anime: esso rappresenza, per l'appunto, un sentimento d'amore che nasce tra persone dello stesso sesso, e in particolare tra bellissimi giovanotti.

Qualunque sia la prospettiva indagata, l'esistenza di quello che potremmo chiamare "ultimate kawaii", ovvero un fascino che trascende - e di molto - i preconcetti e i giudizi sulle differenze di sesso, è diventato parte a tutti gli effetti dell'universo nipponico degli otaku.