Deltora Quest 1La pace e l’equilibrio del mondo di Deltora sono basati sulla forza magica della leggendaria Cintura di Deltora, un monile che i sovrani si tramandano di generazione in generazione e in cui sono incastonate sette pietre dotate di arcani poteri.
Tuttavia, le oscure trame del perfido Signore dell’Ombra si sono protese sui regnanti di Deltora e adesso la Cintura è distrutta, le sette pietre magiche sparse per il mondo, l’ultimo sovrano in linea di successione disperso e il mondo in preda al caos.
Toccherà al giovane Lief il gravoso compito di portare con sé la Cintura che suo padre, fabbro amico intimo dell’ultimo re, aveva tentato di riparare, intraprendendo così un viaggio per recuperare le sette pietre magiche e sfruttarne il potere per abbattere il tiranno che minaccia la stabilità del mondo.
Ad accompagnarlo nella sua missione, il saggio e possente Barda, ex guardia di palazzo dell’ultimo re, e la sarcastica Jasmine, una ragazza che vive da sola nei boschi e ha il potere di comprendere la natura e gli animali.
Il viaggio si rivelerà essere periglioso e irto di difficoltà, ma anche avventuroso e affascinante, e porterà i nostri tre baldi eroi a rischiare più volte la vita e ad incontrare meravigliosi paesaggi, creature di ogni forma e colore, intrighi, tradimenti, colpi di scena, stregonerie, tornei di arti marziali, misteriose sette religiose e mille altre vicissitudini. Una storia ricca di avventure in un mondo fantastico, che prende il nome di Deltora Quest (Derutora kuesuto).

Trasmessa in Giappone tra il 2007 e il 2008, Deltora Quest è una serie animata di 65 episodi basata sulla fortunata serie di romanzi omonima ad opera della scrittrice australiana Emily Rodda (pseudonimo di Jennifer Rowe).
La serie, che in patria ha ottenuto un ottimo successo, generando perfino un card game e un videogioco per Nintendo DS, è recentemente approdata nel nostro paese, trasmessa da Rai Gulp (canale 809 di Sky, nonché visibile gratuitamente sul digitale terrestre) a partire dallo scorso 3 Marzo.
Si tratta di un fantasy per ragazzi piuttosto convenzionale, col giovane eroe protagonista e il suo gruppo di compagni che girovagano alla ricerca di un artefatto magico che li aiuti nella lotta contro il signore del male di turno. Tuttavia, nonostante un inizio troppo fulmineo e poco accattivante, la storia comincia quasi immediatamente a ingranare, facendosi più interessante e ricca di avventure e colpi di scena che mantengono viva l’attenzione dello spettatore distogliendolo dalla semplicissima trama di base.
Col proseguire degli episodi, ci si affeziona al trio di protagonisti, ai loro caratteri, ai loro modi di intendere la vita, ai loro battibecchi e al loro viaggiare insieme, spalleggiandosi e mettendo al servizio l’uno dell’altro le reciproche abilità. Si tratta di personaggi non troppo complessi, ma ben delineati e che riescono a farsi amare senza troppi problemi. Diventa così molto più interessante e piacevole proseguire nel viaggio insieme a Lief e compagni e assistere alle loro molteplici avventure e peripezie.
A dispetto di un incipit forse troppo semplice, quindi, Deltora Quest migliora e appassiona sempre più, nel corso del suo svolgimento, riuscendo a diventare molto gradevole da seguire se non quasi assuefacente per gli spettatori.

Deltora Quest Chibi

L’adattamento animato dei romanzi è piuttosto fedele al cartaceo nella narrazione delle vicende, con l’unica eccezione del colore dei capelli di Lief, che passa dal moro dei romanzi al biondo dei cartoni animati. Lo stile utilizzato per dar vita agli scenari e ai personaggi evocati dalla penna di Emily Rodda è molto particolare e moderno. I colori sono molto accesi e vividi, ma sanno anche farsi più tetri e spenti a seconda delle situazioni, e vi è un originale - e per nulla invasivo o disturbante - uso della computer graphic per rendere i vari mostri o creature fantastiche con cui Lief e compagni si trovano a dover combattere. Lo stile di disegno è molto particolare, squadrato e bizzarro, ma sempre adatto a rappresentare le molteplici fisionomie dei personaggi e del bestiario creati da Emily Rodda.
Anche la colonna sonora si attesta su buoni livelli, presentando tracce orchestrate ed effetti sonori molto d’effetto. Tra le molteplici sigle (tre d’apertura e ben cinque di chiusura) spiccano la prima opening, l’allegra “Heart Beat” di Maria, una canzone frizzante che parla di mondi fantastici dove i sogni e le speranze si realizzano, e la terza, la malinconica “In This Life – Tabidachi made no 3 steps”, struggente pezzo eseguito interamente in inglese a cura dei Deltra Goodrem.
Di buona fattura il doppiaggio giapponese, che presenta in egual misura sia seiyuu molto celebri e affermati sia nuove leve molto promettenti.

Deltora Quest 3Venendo alla versione italiana, si ha un’ottima resa dei nomi di personaggi e mostri, che presentano uno specifico significato (es. Rametto, Destino, Uccellina), di cui non saprei però se vi è una corrispondenza con la traduzione effettuata per la versione italiana dei romanzi. Sono stati adattati in maniera scorrevole e convincente anche i vari enigmi, filastrocche o indovinelli che costellano la storia, e anche i dialoghi risultano brillanti e coinvolgenti. Unico difetto è la pronuncia del mondo in cui la storia è ambientata, che nella serie giapponese è “Deltòra” mentre nel nostro doppiaggio è “Dèltora”.
Per i tre protagonisti sono stati scelti un trio di doppiatori abbastanza convincenti: Gabriele Lopez (Zorro in Zorro: Generation Z), figlio del mitico Giorgio Lopez e nipote del comico Massimo, interpreta Lief, la giovanissima Veronica Puccio (Nunnally in Code Geass, Michiru in Pretty Cure Splash Star), sorella di Alessio Puccio, dona la sua voce spigliata e molto dolce a Jasmine, mentre la voce profonda e paterna di Fabrizio Pucci (Charlie in Street Fighter II V, voce di Hugh Jackman e Brendan Fraser in diversi film) è messa al servizio di Barda.
Peggior fortuna hanno invece trovato i personaggi secondari e di contorno, per i quali viene spesso riciclata la stessa voce, solitamente Luigi Ferraro o Maura Cenciarelli.
Un altro difetto da segnalare della versione italiana è l’assenza di sigle originali, sostituite da un breve motivetto orchestrato che accompagna un patchwork di immagini (diverso per chiusura ed apertura) delle varie sigle giapponesi. Presumibilmente, come ci viene fatto intendere dalla presenza del cast a stelle e strisce tra i credits della sigla, si tratta di quella usata per la trasmissione americana. Ciò lascia sospettare che la versione giunta sui nostri teleschermi sia stata mutuata da quella statunitense, e questo porterebbe con sé, probabilmente, anche casi di censura, di cui però non è certa la presenza, data anche l’estrema semplicità della storia, priva di scene di erotismo o di estrema violenza, che non avrebbe bisogno di alcuna censura.
Purtroppo, la trasmissione di Deltora Quest su Rai Gulp si è inspiegabilmente interrotta dopo 25 episodi (dei 65 previsti). La sospensione, né annunciata né motivata, ha lasciato spiazzati diversi telespettatori, ma si può pensare che la serie sia ancora in fase di doppiaggio e che ritornerà, completa, in una successiva replica.
Sperando che la serie venga prima o poi ripresa daccapo e continuata fino alla fine, ne consiglio la visione agli appassionati di storie d’azione e letteratura fantasy, che troveranno in Deltora Quest un prodotto avvincente e ben costruito, dotato di grandissime atmosfere e di un impianto più simile ad un Signore degli anelli che ad un Dai no daibouken o ad uno Slayers. Si tratta di una storia semplice, ma che riesce a farsi apprezzare, soprattutto se si è appassionati di questo tipo di racconti, una storia a cui è comunque bene dare uno sguardo, e chissà che non scocchi una scintilla…

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