Miss_Coffin_Maker
Per il manga Ludwig di Kaori Yuki
shoujo di genere drammatico/horror/fantastico
Episodi Visti: 4 su 4 --- Voto: 9


Che meraviglia. Sarà banale, ma queste due parole riassumono perfettamente questi meravigliosi quattro volumetti di Kaori Yuki.
Immaginate di prendere un vecchio capolavoro del cinema e infarcirlo di personaggi moderni, esilaranti e vestiti con gusto discutibile. Qual è il risultato? Ovvio, un capolavoro post-modernista! E allora non si può far altro che consigliare a chiunque questa rivisitazione in chiave gotico-grottesca delle più celebri storie per bambini che, ricordiamolo, solo recenti adattamenti disneyani hanno reso tali. Senza di essi, le fiabe dei fratelli Grimm si presentano né più né meno che come un'opera della Yuki: inquietanti e oscure. Perché di questo si tratta, per chi non lo sapesse: il giovane e bellissimo principe Ludwig, impenitente donnaiolo con la passione per i seni abbondanti, viene spedito dal padre alla ricerca di una principessa da sposare, condizione imprescindibile per ereditare il regno, e si ritrova catapultato nel bel mezzo di riuscitissime rivisitazioni delle più note fiabe popolari. Al suo fianco, il fedelissimo servo Wilhelm, costretto a prendersi cura del principe e dei suoi capricci, e alle sue costole Cappuccetto Rosso, sexy e spietata serial killer nonché amica d'infanzia di Wilhelm.

Inutile spendere parole per le tavole, i disegni sono in un perfetto, bellissimo, affascinante stile Kaori Yuki, curatissime nei dettagli, oscure nelle atmosfere rese da un chiaroscuro d'effetto, di sicuro impatto per la bellezza dei volti, delle figure, degli sfondi, dei particolari. E parlando di particolari, gli abiti dei personaggi la fanno da padrone, a partire da quelli del protagonista, che l'autrice si diverte a conciare nei modi più improponibili e per questo azzeccatissimi (imperdibile la mise con pantaloncini di pelle e camicina leopardata), con tanto di lunghissime e curatissime unghie da far invidia alla più accorta delle fanciulle. Umorismo e toni da commedia, però, sono sempre pronti a lasciare il posto a quei picchi di macabro-gotico-grottesco cui la Yuki ha abituato i suoi lettori e a momenti di inattesa, toccante serietà.
Unica nota negativa, che mi impedisce di assegnare il massimo dei voti, è l'edizione Planet Manga. Non la peggiore in assoluto, ma la lettura all'occidentale, i balloons talvolta così vicini al margine interno da rendere difficoltosa la lettura e le pagine che finiranno per colorare di inchiostro le vostre mani (e in un'opera con toni così cupi anche da un punto di vista grafico, il danno sarà evidente) rappresentano di certo una piccola nota dolente. A parte questo, consiglio comunque a tutti la lettura di questo irriverente, riuscitissimo manga, ricordandovi ancora una volta di non aspettarvi il principe azzurro sul cavallo bianco, questo Ludwig non lo sarà mai. A meno che non abbiate un'abbondante taglia di reggiseno.

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Léon
Per l'anime Ergo Proxy
serie TV di genere fantascienza/psicologico
Episodi Visti: 23 su 23 --- Voto: 9


Un viaggio nell’abisso e nel lato oscuro, dove il confine tra il bene e il male è davvero sottile e in cui la luce è il reale ultimissimo approdo di un mondo fatto di buio desolazione e dolorose metamorfosi psicofisiche. Tra Blade Runner, Lynch e Cronenberg si snoda questo affascinante anime, che pesca a piene mani dai principi della filosofia cartesiana – e non soltanto, troviamo evidenti cenni e omaggi anche alla dottrina induista: le cellule Amrita, denominazione derivata dalla sacra acqua della vita eterna - per porre domande esistenziali sul senso del nostro essere nel mondo. Emblematico già dal titolo, Ergo Proxy gioca con influenze colte e denomina Cogito il virus che infetta gli autorave, andando quasi a completare il puzzle di tasselli che compongono l’arcinoto assioma cartesiano: cogito ergo sum, “penso dunque sono”, che posto in chiave interrogativa è il dilemma che affligge i protagonisti sulla ribalta, insinuando i dubbi e le conseguenti domande che tracciano la strada per decodificare i segni che li porteranno a confrontarsi con un destino inatteso e nebuloso. Nebuloso almeno quanto le atmosfere proposte, restituite nel loro fascinoso impasto di colori sfumati e tenebrosi chiaroscuri dalla rimarchevole opera compiuta – un misto di disegno a mano e animazione computerizzata - dall’ottimo character design Naoyuki Onda.

Se in Ergo Proxy è evidente già dal principio l’indubbio punto di forza, i disegni, quello che è nelle prime puntate meno facilmente interiorizzabile è certamente lo script. Storia controversa, per una sceneggiatura criptica e labirintica che solo alla fine – e nemmeno troppo palesemente – va a chiarire un’evidenza che comunque regala un epilogo aperto a dubbi e congetture di vario tipo, gettando un ponte per una serie successiva. 23 puntate in cui l’azione è ridotta ai minimi termini e i tempi sono assai dilatati, nelle quali dialoghi e silenzi si alternano geometricamente, in cui la realtà è spesso intervallata da divagazioni oniriche e stadi intermedi, a cavallo tra la veglia e il sogno. Da ciò sarà chiaro il riferimento ai maestri di genere, a Cronenberg e il suo cinema imperniato sulle mutazioni fisiche e psichiche, a Lynch e ai suoi agghiaccianti universi onirici, fatti di maschere dal volto di coniglio (qui evocate in omaggio dichiarato al regista di Missoula), volti deformati e atmosfere alterate, ma anche al rapporto tra uomo e macchina così brillantemente indagato da Ridley Scott in Blade Runner. Un cenno doveroso va alla bellissima colonna sonora, nella quale vibrano le note della trascinante opening, Kiri, dei Monoral (nella quale noterete la suggestiva concatenazione delle immagini), e dell’ipnotica, malinconica e quanto mai azzeccata ending, Paranoid Android, dei Radiohead.

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laury84
Per l'anime Usavich
serie TV di genere demenziale
Episodi Visti: 39 su 39 --- Voto: 8


Usavich è una strana serie animata di cortometraggi (ogni puntata dura circa 10 minuti) arrivata alla terza stagione. Il titolo stesso è composto da "Usa", che in giapponese significa "coniglio", e -vich, suffisso russo: infatti la serie segue le disavventure di due strani conigli incarcerati in una prigione sovietica.
Conosciamo Kirenenko (il coniglio col vestito rosso e bianco), boss mafioso dal carattere apparentemente placido ed interessato solo alla sua collezione di scarpe. Ma attenzione a non disturbarlo: ogni infrazione della sua routine dà luogo ad una reazione tremenda, che farebbe sembrare il demonio una mammoletta! Suo compagno di cella è Putin (vestito verde e bianco), simpatico buontempone e bravo lavoratore dal carattere sereno ma un po' nervoso (quando Kirenenko si arrabbia gli vengono gli attacchi di panico), il cui passatempo è ballare la Kozachok sulla branda. Putin ama molto la musica e il ritmo che sono la particolarità di questa serie: infatti non ci sono dialoghi! Tutto è comunicato attraverso suoni e ritmi che accompagnano le azioni e le espressioni dei personaggi.

La prima stagione ci presenta la vita carceraria dei due conigli con le guardie (che non vediamo mai, sono rappresentate dalla porta della cella che si antrpomorfizza) che assegnano loro dei lavori e le spassose reazioni dei due carcerati. Nella seconda assistiamo alla grande fuga, mentre la terza presenta la ricerca di un paio di scarpe tanto desiderato da Kirenenko e custodite in un Hotel/casinò della mafia.
È un prodotto divertente e leggero che garantisce le risate, ed è assai interessante a livello musicale, a volte sembra di ascoltare una performance degli Stomp!
La animazioni sono volutamente essenziali, sottolineando la comicità degli eventi; i fondali sono a volte particolareggiati, altre più essenziali; i colori sono vivaci ma non sgargianti.
La trama è semplice e a volte episodica, ma grazie alla brevità degli episodi ed alla grande comicità la serie non ne risente.

Usavich 1Usavich 2Usavich 3Usavich 4