Riportiamo dal blog Anime-Asteroid la terza e ultima parte del dossier sulla nascita e l'evoluzione dell'animazione robotica giapponese.
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DOSSIER SULL'ANIMAZIONE ROBOTICA: GLI ANNI '90 DI IMAGAWA E ANNO (1991 - 2000)
Sicuramente da ricordare, per i nomi coinvolti, la seconda serie OVA di Gundam: nel 1991 esce Mobile Suit Gundam 0083: Stardust Memory, prequel di Z Gundam (narra l'avvento dei Titans al potere) e realizzato con l'apporto alla sceneggiatura, per la prima volta in un'opera gundamica, anche del re delle storie militari e del Real Robot Ryousuke Takahashi. Gundam 0083 denota così una cura maniacale nel suo background politico, e tra intrighi militari e stupefacenti scontri tra mecha rappresenta un grande concentrato di inventiva e spettacolarità. Sarà il suo aspetto tecnico e visivo a catapultarlo nel mito, in riferimento al suo mecha design tecnicissimo, iperdettagliato e maestoso di Hajime Katoki e del mechanical styling di Shoji "Macross" Kawamori.
Discorso simile da fare, in ambito filmico, per Mobile Suit Gundam F91, diretto come sempre da Tomino e uscito lo stesso anno: a livello narrativo inconcludente e sbrigativo (doveva essere una serie tv di 50 episodi, poi una trilogia filmica, alla fine uscirà solo il primo film), come disegni (ancora Yoshikazu Yasuhiko!) e animazioni capolavoro supremo dell'arte del fare animazione tradizionale. La sua storia vede Seabrook Arno, abitante dell'ex colonia Side 4, affrontare, a bordo del solito potente Gundam, l'invasione dei Crossbone Vanguard, milizia militare alle dipendenze della famiglia aristocratica dei Ronah, interessata a creare un nuovo mondo guidato dalla nobiltà.

Narrativamente non riuscito, ma a tutt'oggi, tecnicamente, Gundam F91 (1991) supera chiunque
Ancora il 1991 è da ricordare, in ambito non animato, per il videogioco Super Robot Wars per GameBoy, uscito solo in Giappone. Uno strategy-rpg in cui il giocatore può comandare robottoni provenienti da ogni serie animata, un Paese dei Balocchi per gli appassionati che potranno ritrovarsi nel proprio esercito unità robotiche Toei e anche Sunrise. Il successo sarà strepitoso e porterà Banpresto, lo sviluppatore originale, a creare una vera e propria saga che in vent'anni toccherà ogni genere di console, facendo scontrare, nelle sue trame, ogni singolo mecha creato da ogni disparato studio animato. La sua importanza nell'immaginario nipponico sarà tale che, tramite curioso procedimento inverso, la notorietà di alcuni mecha creati unicamente nel videogioco sfocerà successivamente in serie animate (Cybuster; Mazinkaiser; Super Robot Wars Original Generation: The Animation; Super Robot Wars Original Generation: Divine Wars e infine il recentissimo Super Robot Wars Original Generation: The Inspector).
Il 1992 è l'anno del mito del regista Yasuhiro Imagawa. Incaricato di dirigere, per il mercato OVA, una trasposizione del manga Giant Robot (ricordate? Il secondo manga robotico della Storia dopo Tetsujin 28), per problemi che non ci è dato sapere non potrà usarne i personaggi, se non il protagonista Daisaku Kurama e il mecha principale, Giant Robot. Messosi allora in contatto direttamente con l'autore originale Mitsuteru Yokoyama e ottenuta la sua benedizione, Imagawa si guadagna l'insolta possibilità di poter usare i personaggi provenienti dalle sue altre opere più disparate: nasce così Giant Robot, incredibile rielaborazione di situazioni e protagonisti di un po' tutti i manga di Mitsuteru Yokoyama. Una produzione talentuosa (grazie anche all'immenso budget a disposizione) che rivelerà il talento di Imagawa nel riscrivere soggetti altrui, mantenendone la fedeltà ai punti chiave ma adattandoli in storie misteriose e narrativamente intricatissime a livelli inumani, abbellite da chara design che richiamano spesso il tratto essenziale e caricaturale degli anni 70. Serializzato nell'arco di ben sette anni (1992-1998), Giant Robot è semplicemente uno dei più famosi OVA della Storia. Inutile dire che, dopo questo cult, Imagawa legherà il suo nome proprio alle rielaborazioni personali di opere famose (come Violinist of Hamelin, Getter Robot: The Last Day, Tetsujin 28 versione 2004 e Mazinger Edition Z! The Impact).
Arriva il 1993, anno in cui Tomino dirigerà Mobile Suit Victory Gundam. Nata e imposta da Sunrise come serie per un pubblico giovanissimo (da qui il protagonista Üso Ewin che, coi suoi 13 anni, è il più giovane pilota di Gundam mai visto), Victory si evolverà, man mano che procede, sempre più verso il sadismo puro e tra ghigliottine, teste volanti e un finale trucido, diventerà la più genuinamente "truce" serie Gundam in assoluto. Uno scherzone, quello di Tomino, rappresentante un grandioso colpo di genio, leggendario nella Storia dei dissapori tra registi e produttori nel campo dell'animazione, che fa ricordare una serie più o meno dimenticabile. Da ricordare come Victory rappresenterà anche l'apice della crisi depressiva del regista: non è solo violenza e infiniti morti, ma anche una disamina sulla donna improntata su un unico punto di vista, quello negativo. Tutte le protagoniste, che siano eroine o villain, sono infatti portavoce dei vizi più deprecabili, facendo quasi tutte una brutta fine che suona quasi come una giusta condanna.
Macross Plus (1994), realizzato ben nove anni dopo il precedente Flash Back 2012, è il ritorno di Shoji Kawamori alla sua creatura più famosa. Nulla di trascendentale (ordinario triangolo amoroso con contorno robotico, come in passato e in futuro), se si esclude che è una delle prime commistioni storiche tra disegni a mano e CG, pratica che nel futuro (e sopratutto, oggi) sarà via via perfezionata ed elaborata da tutti gli studi animati, per risparmiare tempo e soldi grazie a tecnologie sempre più avanzate. Titolo citato non tanto per un primato, ma sopratutto per far notare come sarà lo stesso Kawamori uno dei pionieri per eccellenza di questo nuovo modo di fare animazione, divenendo in tempi più recenti, non per nulla, una delle massime celebrità dello studio SATELIGHT, specializzato nelle sperimentazioni di computer grafica.

La più famosa serie robotica home video della Storia: Giant Robot (1991)
Da dimenticare assolutamente, nel 1995, è invece Mobile Suit Gundam Wing, ossia quando i Backstreet Boys incontrano Gundam, ridicola e pseudo-seria serietta (fortunatamente un alternate universe) colma di frecciatine yaoi, dove improbabili piloti di Gundam combattono la tirannia dell'organizzazione OZ muovendo guerra all'intero pianeta Terra; presupposto ridicolo che sconfinerà nel delirio puro quando, in mezzo a retorica pacifista spicciola e trash vario, si arriverà a livelli di gente che vuole distruggere mezzo pianeta per far capire quant'è brutta la guerra. L'interesse storico riguarda le opening cantate dal gruppo j-pop TWO-MIX, rappresentanti la prima collaborazione commerciale tra mercato anime e industria musicale, futura furbizia che sopratutto oggi è diventata la norma per fungere da traino a grandi bottage pubblicitari e vendite di singoli.
Per il mondo e sopratutto l'Italia il 1995 è da ricordare per Neon Genesis Evangelion della GAINAX, storia di un ragazzo che, inserito nei ranghi militari insieme ad altre coetanee, deve combattere, a bordo di gigantesche creature senzienti chiamate Evangelion, misteriosi mostri provenienti dal Polo Nord, gli Angeli, che continuano ad attaccare la Terra senza un apparente motivo. Divenuto un cult in ogni angolo del globo per la regia autoriale e i temi religiosi di cui è infarcito, il lavoro di Anno è in verità, come ammetterà lo stesso regista, una riflessione sul mondo dei disadattati, rappresentati simbolicamente dall'alienato protagonista Shinji Ikari. Creando un minestrone in cui convivono cabala, esoterismo, fantascienza, robot e psicanalisi in ogni dove e quando, Anno vuole volutamente prendere in giro gli otaku, quelli che vogliono dare per forza un senso a tutto quello che vedono, per dire loro di non stare a perdere tempo a formulare migliaia di teorie senza senso sul finale volutamente incomprensibile della serie, ma di uscire all'aria aperta e assaporare la semplicità della vita. Il messaggio non verrà ovviamente recepito e anzi, le pressioni di fan spazientiti porteranno GAINAX e Anno a dare una conclusione più lineare alla vicenda: nasceranno due film successivi, di cui l'ultimo, The End of Evangelion (1997), altri non è che, come detto in precedenza, una riproposizione del finale di Ideon sviluppato in modo differente. In un'ignorante Italia in cui l'animazione robotica si è fermata al tokusatsu anni Settanta (anche per effetto del già citato embargo Sunrise) sarà indegnamente salutato come capolavoro rivoluzionario, il cult che ha scombinato le regole non solo della regia e della serialità, ma anche gli stessi stilemi dell'animazione robotica... Insomma, come in molti altri paesi il suo vero messaggio non verrà compreso. Ha comunque dei meriti indubbi: in primis di aver creato un nuovo incipit narrativo (ragazzi usati come cavie dall'esercito per combattere misteriosi robot) che diverrà lo spunto di partenza di successive rielaborazioni animate, ma sopratutto di rappresentare, insieme a La rivoluzione di Utena, l'opera che ha aperto le porte a un nuovo modo "intellettualoide" di intendere l'animazione, quella delle storie complicatissime basate su psicanalici, personaggi rivoltati come calzini, simbolismi da interpretare, apparente nonsense e ogni genere di amenità possano far felici Freud e i suoi adepti.

Evangelion (1995) e i falsi miti
Ci avviciniamo alla conclusione. Nel 1998 di rilievo sono Brain Powerd, Gasaraki e Getter Robot: The Last Day.
Brain Powerd è un Tomino elitario al massimo: serie lenta, minimalista ed enigmatica condita da atmosfere e sonorità new age di Yoko Kanno, con il mecha design "organico" di Nagano (al suo secondo lavoro con Tomino: il primo, ricorderete, era l'indegno L-Gaim). Dietro la trama fantascientifica (due organizzazioni si scontrano per il destino di Orphan, gigantesco vascello alieno inabissatosi e il cui risveglio porterebbe alla distruzione della Terra), Tomino sviluppa più riflessioni. Innanzitutto sulla femmina, vista stavolta da una prospettiva positiva (un aggiornamento del percorso iniziato nel precedente Victory Gundam); dall'altro opera la più surreale trattazione mai vista sul tema della comunicazione. Brain Powerd avrà un successo ridottissimo, sia per la lentezza che per lo scomodo paragone fatto, spesso a sproposito, con Evangelion, ma rimane molto originale e pienamente degno della fama del suo creatore. Il suo soggetto, poi, influenzerà notevolmente quello del ben più noto Eureka Seven.
Gasaraki è il punto di chiusura del Real Robot, perché dopo questa serie non è stato più possibile andare oltre. Il lavoro di Ryousuke Takahashi, ambientato in un conflitto militare medio-orientale (ispirato alla guerra Iraq-Iran, e in questo senso quasi profetico del futuro USA-Iraq), vede l'entrata in scena dei TA, i più realistici robot mai visti. Ovvie evoluzioni degli AT di Votoms, i TA sono molto più credibili nell'armentario e nelle movenze, e non è escluso che, un giorno, possano diventare vere macchine da guerra nella realtà. La trama, talmente complessa che si può solo accennarla con sintesi estrema, vede due giovani cavie umane che guidano i TA, Yushiro e Miharu, al soldo di due organizzazioni militari rivali, scoprire di avere un tragico passato comune, legato all'era feudale e al culto del dio Gasaraki. Degna di nota nella serie è, come sempre, la cura estrema per i dialoghi, per il background politico, e l'alchimia tra atmosfere militari e misticheggianti. A livello talmente maniacale, però, che più di qualsiasi altra opera di Takahashi Gasaraki è potenzialmente una mattonata memorabile, un lavoro difficilmente digeribile anche per chi aspetta una serie "affine" a Votoms.

Gasaraki (1998), il punto di arrivo del Real Robot
Getter Robot: The Last Day è invece quasi classificabile, in perfetta contrapposizione con Gasaraki, come il Super Robot definitivo. Rielaborazione high budget della mitologica e cartacea Getter Saga di Ken Ishikawa, rappresenta il compendio definitivo del "robotico apocalittico", sintesi di viaggi nel tempo, splatter/gore a iosa, personaggi tamarri al limite della pazzia e scontri devastanti tra colossi di metallo grandi quanto pianeti. Chiamato Yasuhiro Imagawa a regia e sceneggiatura per replicare il successo stratosferico di Giant Robot, nello spazio di tre meravigliosi, frenetici e intricatissimi episodi verrà assurdamente licenziato. Il motivo? Un inizio troppo complesso e, agli esigenti produttori, inestricabile negli altri episodi previsti. La storia, pur non riuscendo a tirare i fili di tutte le trame iniziate da Imagawa (tra le altre cose, morti che ritornano in vita, epidemie, dinosauri ed esplosioni di pianeti), verrà comunque portata a termine più che dignitosamente.
Il 1999 è l'anno conclusivo da prendere in esame. L'anno di The Big 0 e ∀ Gundam.
The Big O è sintetizzabile come "Giant robot meets Batman". Con un design volutamente retrò e americanizzato (dietro la produzione troviamo addirittura Cartoon Network), Sunrise crea un thriller urbano dove il protagonista Roger Smith, di professione negoziatore, cerca di scoprire i misteri dietro a Paradigm City, fastiscente città dove la memoria di tutti gli abitanti, entro una certa data, è stata completamente rimossa. Atmosfere noir anni 50 rarefatte si mischiano con scene d'azione robotiche maestose, ispirate ai vecchi monster movie come Godzilla e affini.
∀ Gundam Called Turn "A" Gundam rappresenta l'ultima serie tv gundamica diretta dal suo creatore Tomino. Opera delicata e personale, con mecha coerentemente improbabili (tanto buffi quanto leggendari i baffi del Turn-A stesso) e per niente appariscenti (a livello di vendita di modellini sarà un pesante flop), Turn A è il Gundam che non t'aspetti, privo della drammaticità ed epicità del passato, molto più solare e positivo. La sua grandezza sta nel riunire in uno stesso filo narrativo, con intelligenza e poesia, tutte le serie gundamiche viste prima, comprese quelle ambientate in timeline alternative. Un grande lascito, quello di Tomino, che seppur distante a livello di atmosfere dalle serie Gundam tipo, rimane di eguale, alto livello. Anche la trama è utile nella creazione di uno scenario delicato e insolito: la Terra è piombata infatti in un ipotetico inizio 1900 (le prime automobili messe in commercio, differenza sociale marcata tra signori e operai, macchinari a vapore), e si narrano con timore gli incubi di un'era precedente, oscura e misteriosa. Sottoterra, però, sono ancora custodite le macchine di quell'epoca (i mecha, appunto), strumenti che diventano necessari ora che il popolo della Luna, tecnologicamente più avanzato, sembra voglia scontrarsi con i pacifici terrestri.

Le nuove tendenze: il robotico incontra il noir in The Big O (1999)
Siamo così giunti alla fine. Come riportato in apertura, diamo uno sguardo velocissimo alle produzioni originali o meritevoli degli ultimi dieci anni, in attesa di scoprire quanta effettiva influenza eserciteranno e se meriteranno un posto nella Storia.
A occhio nella categoria dell'originalità inserirei Godannar (2003), quando le tette prevalgono così tanto sugli aspetti robotici da diventare protagoniste e creare un sotto-genere; Flag (2006), classica storia militare di Ryousuke Takahashi dagli echi di storia contemporanea, narrata in soggettiva attraverso riprese e fotografie dell'eroina fotoreporter, e Sfondamento dei cieli Gurren Lagann (2007), recente e curiosa serie GAINAX che, in mezzo alle solite strizzatine d'occhio a otaku e combattimenti mecha apocalittici, dipinge un'avventurosa storia di formazione corroborata da regia, animazioni e soluzioni grafiche avveniristiche che rendono noto il talento dell'animatore Hiroyuki Imaishi. Tra le serie di alto livello sono da citare almeno Mobile Suit Gundam SEED (2002), spettacolare remake di Mobile Suit Gundam; RahXephon (2002), la più riuscita rielaborazione di Evangelion a opera del mecha designer Yutaka Izubuchi; gli epici e folli GUNxSWORD (2005) e Code Geass (2006) del talentuoso regista Goro Taniguchi, il vergognosamente misconosciuto ZegaPain (2006), notevole variazione mecha di The Matrix scritta benissimo e con un gran lavoro di approfondimento dei personaggi, e infine Mazinger Edition Z! The Impact (2009), dove un ritrovato Imagawa torna a fare ciò che gli riesce meglio: scrivere una storia piacevolmente intricatissima e densa di colpi di scena rielaborando, in questo caso, il celebre manga nagaiano di Mazinger Z (da non confondere con la versione animata degli anni 70), e mescolandoci dentro eroi, situazioni e addirittura inquadrature provenienti dalle più famose e disparate opere del mangaka.
DOSSIER SULL'ANIMAZIONE ROBOTICA: GLI ANNI '90 DI IMAGAWA E ANNO (1991 - 2000)
Sicuramente da ricordare, per i nomi coinvolti, la seconda serie OVA di Gundam: nel 1991 esce Mobile Suit Gundam 0083: Stardust Memory, prequel di Z Gundam (narra l'avvento dei Titans al potere) e realizzato con l'apporto alla sceneggiatura, per la prima volta in un'opera gundamica, anche del re delle storie militari e del Real Robot Ryousuke Takahashi. Gundam 0083 denota così una cura maniacale nel suo background politico, e tra intrighi militari e stupefacenti scontri tra mecha rappresenta un grande concentrato di inventiva e spettacolarità. Sarà il suo aspetto tecnico e visivo a catapultarlo nel mito, in riferimento al suo mecha design tecnicissimo, iperdettagliato e maestoso di Hajime Katoki e del mechanical styling di Shoji "Macross" Kawamori.
Discorso simile da fare, in ambito filmico, per Mobile Suit Gundam F91, diretto come sempre da Tomino e uscito lo stesso anno: a livello narrativo inconcludente e sbrigativo (doveva essere una serie tv di 50 episodi, poi una trilogia filmica, alla fine uscirà solo il primo film), come disegni (ancora Yoshikazu Yasuhiko!) e animazioni capolavoro supremo dell'arte del fare animazione tradizionale. La sua storia vede Seabrook Arno, abitante dell'ex colonia Side 4, affrontare, a bordo del solito potente Gundam, l'invasione dei Crossbone Vanguard, milizia militare alle dipendenze della famiglia aristocratica dei Ronah, interessata a creare un nuovo mondo guidato dalla nobiltà.

Narrativamente non riuscito, ma a tutt'oggi, tecnicamente, Gundam F91 (1991) supera chiunque
Ancora il 1991 è da ricordare, in ambito non animato, per il videogioco Super Robot Wars per GameBoy, uscito solo in Giappone. Uno strategy-rpg in cui il giocatore può comandare robottoni provenienti da ogni serie animata, un Paese dei Balocchi per gli appassionati che potranno ritrovarsi nel proprio esercito unità robotiche Toei e anche Sunrise. Il successo sarà strepitoso e porterà Banpresto, lo sviluppatore originale, a creare una vera e propria saga che in vent'anni toccherà ogni genere di console, facendo scontrare, nelle sue trame, ogni singolo mecha creato da ogni disparato studio animato. La sua importanza nell'immaginario nipponico sarà tale che, tramite curioso procedimento inverso, la notorietà di alcuni mecha creati unicamente nel videogioco sfocerà successivamente in serie animate (Cybuster; Mazinkaiser; Super Robot Wars Original Generation: The Animation; Super Robot Wars Original Generation: Divine Wars e infine il recentissimo Super Robot Wars Original Generation: The Inspector).
Il 1992 è l'anno del mito del regista Yasuhiro Imagawa. Incaricato di dirigere, per il mercato OVA, una trasposizione del manga Giant Robot (ricordate? Il secondo manga robotico della Storia dopo Tetsujin 28), per problemi che non ci è dato sapere non potrà usarne i personaggi, se non il protagonista Daisaku Kurama e il mecha principale, Giant Robot. Messosi allora in contatto direttamente con l'autore originale Mitsuteru Yokoyama e ottenuta la sua benedizione, Imagawa si guadagna l'insolta possibilità di poter usare i personaggi provenienti dalle sue altre opere più disparate: nasce così Giant Robot, incredibile rielaborazione di situazioni e protagonisti di un po' tutti i manga di Mitsuteru Yokoyama. Una produzione talentuosa (grazie anche all'immenso budget a disposizione) che rivelerà il talento di Imagawa nel riscrivere soggetti altrui, mantenendone la fedeltà ai punti chiave ma adattandoli in storie misteriose e narrativamente intricatissime a livelli inumani, abbellite da chara design che richiamano spesso il tratto essenziale e caricaturale degli anni 70. Serializzato nell'arco di ben sette anni (1992-1998), Giant Robot è semplicemente uno dei più famosi OVA della Storia. Inutile dire che, dopo questo cult, Imagawa legherà il suo nome proprio alle rielaborazioni personali di opere famose (come Violinist of Hamelin, Getter Robot: The Last Day, Tetsujin 28 versione 2004 e Mazinger Edition Z! The Impact).
Arriva il 1993, anno in cui Tomino dirigerà Mobile Suit Victory Gundam. Nata e imposta da Sunrise come serie per un pubblico giovanissimo (da qui il protagonista Üso Ewin che, coi suoi 13 anni, è il più giovane pilota di Gundam mai visto), Victory si evolverà, man mano che procede, sempre più verso il sadismo puro e tra ghigliottine, teste volanti e un finale trucido, diventerà la più genuinamente "truce" serie Gundam in assoluto. Uno scherzone, quello di Tomino, rappresentante un grandioso colpo di genio, leggendario nella Storia dei dissapori tra registi e produttori nel campo dell'animazione, che fa ricordare una serie più o meno dimenticabile. Da ricordare come Victory rappresenterà anche l'apice della crisi depressiva del regista: non è solo violenza e infiniti morti, ma anche una disamina sulla donna improntata su un unico punto di vista, quello negativo. Tutte le protagoniste, che siano eroine o villain, sono infatti portavoce dei vizi più deprecabili, facendo quasi tutte una brutta fine che suona quasi come una giusta condanna.
Macross Plus (1994), realizzato ben nove anni dopo il precedente Flash Back 2012, è il ritorno di Shoji Kawamori alla sua creatura più famosa. Nulla di trascendentale (ordinario triangolo amoroso con contorno robotico, come in passato e in futuro), se si esclude che è una delle prime commistioni storiche tra disegni a mano e CG, pratica che nel futuro (e sopratutto, oggi) sarà via via perfezionata ed elaborata da tutti gli studi animati, per risparmiare tempo e soldi grazie a tecnologie sempre più avanzate. Titolo citato non tanto per un primato, ma sopratutto per far notare come sarà lo stesso Kawamori uno dei pionieri per eccellenza di questo nuovo modo di fare animazione, divenendo in tempi più recenti, non per nulla, una delle massime celebrità dello studio SATELIGHT, specializzato nelle sperimentazioni di computer grafica.

La più famosa serie robotica home video della Storia: Giant Robot (1991)
Da dimenticare assolutamente, nel 1995, è invece Mobile Suit Gundam Wing, ossia quando i Backstreet Boys incontrano Gundam, ridicola e pseudo-seria serietta (fortunatamente un alternate universe) colma di frecciatine yaoi, dove improbabili piloti di Gundam combattono la tirannia dell'organizzazione OZ muovendo guerra all'intero pianeta Terra; presupposto ridicolo che sconfinerà nel delirio puro quando, in mezzo a retorica pacifista spicciola e trash vario, si arriverà a livelli di gente che vuole distruggere mezzo pianeta per far capire quant'è brutta la guerra. L'interesse storico riguarda le opening cantate dal gruppo j-pop TWO-MIX, rappresentanti la prima collaborazione commerciale tra mercato anime e industria musicale, futura furbizia che sopratutto oggi è diventata la norma per fungere da traino a grandi bottage pubblicitari e vendite di singoli.
Per il mondo e sopratutto l'Italia il 1995 è da ricordare per Neon Genesis Evangelion della GAINAX, storia di un ragazzo che, inserito nei ranghi militari insieme ad altre coetanee, deve combattere, a bordo di gigantesche creature senzienti chiamate Evangelion, misteriosi mostri provenienti dal Polo Nord, gli Angeli, che continuano ad attaccare la Terra senza un apparente motivo. Divenuto un cult in ogni angolo del globo per la regia autoriale e i temi religiosi di cui è infarcito, il lavoro di Anno è in verità, come ammetterà lo stesso regista, una riflessione sul mondo dei disadattati, rappresentati simbolicamente dall'alienato protagonista Shinji Ikari. Creando un minestrone in cui convivono cabala, esoterismo, fantascienza, robot e psicanalisi in ogni dove e quando, Anno vuole volutamente prendere in giro gli otaku, quelli che vogliono dare per forza un senso a tutto quello che vedono, per dire loro di non stare a perdere tempo a formulare migliaia di teorie senza senso sul finale volutamente incomprensibile della serie, ma di uscire all'aria aperta e assaporare la semplicità della vita. Il messaggio non verrà ovviamente recepito e anzi, le pressioni di fan spazientiti porteranno GAINAX e Anno a dare una conclusione più lineare alla vicenda: nasceranno due film successivi, di cui l'ultimo, The End of Evangelion (1997), altri non è che, come detto in precedenza, una riproposizione del finale di Ideon sviluppato in modo differente. In un'ignorante Italia in cui l'animazione robotica si è fermata al tokusatsu anni Settanta (anche per effetto del già citato embargo Sunrise) sarà indegnamente salutato come capolavoro rivoluzionario, il cult che ha scombinato le regole non solo della regia e della serialità, ma anche gli stessi stilemi dell'animazione robotica... Insomma, come in molti altri paesi il suo vero messaggio non verrà compreso. Ha comunque dei meriti indubbi: in primis di aver creato un nuovo incipit narrativo (ragazzi usati come cavie dall'esercito per combattere misteriosi robot) che diverrà lo spunto di partenza di successive rielaborazioni animate, ma sopratutto di rappresentare, insieme a La rivoluzione di Utena, l'opera che ha aperto le porte a un nuovo modo "intellettualoide" di intendere l'animazione, quella delle storie complicatissime basate su psicanalici, personaggi rivoltati come calzini, simbolismi da interpretare, apparente nonsense e ogni genere di amenità possano far felici Freud e i suoi adepti.

Evangelion (1995) e i falsi miti
Ci avviciniamo alla conclusione. Nel 1998 di rilievo sono Brain Powerd, Gasaraki e Getter Robot: The Last Day.
Brain Powerd è un Tomino elitario al massimo: serie lenta, minimalista ed enigmatica condita da atmosfere e sonorità new age di Yoko Kanno, con il mecha design "organico" di Nagano (al suo secondo lavoro con Tomino: il primo, ricorderete, era l'indegno L-Gaim). Dietro la trama fantascientifica (due organizzazioni si scontrano per il destino di Orphan, gigantesco vascello alieno inabissatosi e il cui risveglio porterebbe alla distruzione della Terra), Tomino sviluppa più riflessioni. Innanzitutto sulla femmina, vista stavolta da una prospettiva positiva (un aggiornamento del percorso iniziato nel precedente Victory Gundam); dall'altro opera la più surreale trattazione mai vista sul tema della comunicazione. Brain Powerd avrà un successo ridottissimo, sia per la lentezza che per lo scomodo paragone fatto, spesso a sproposito, con Evangelion, ma rimane molto originale e pienamente degno della fama del suo creatore. Il suo soggetto, poi, influenzerà notevolmente quello del ben più noto Eureka Seven.
Gasaraki è il punto di chiusura del Real Robot, perché dopo questa serie non è stato più possibile andare oltre. Il lavoro di Ryousuke Takahashi, ambientato in un conflitto militare medio-orientale (ispirato alla guerra Iraq-Iran, e in questo senso quasi profetico del futuro USA-Iraq), vede l'entrata in scena dei TA, i più realistici robot mai visti. Ovvie evoluzioni degli AT di Votoms, i TA sono molto più credibili nell'armentario e nelle movenze, e non è escluso che, un giorno, possano diventare vere macchine da guerra nella realtà. La trama, talmente complessa che si può solo accennarla con sintesi estrema, vede due giovani cavie umane che guidano i TA, Yushiro e Miharu, al soldo di due organizzazioni militari rivali, scoprire di avere un tragico passato comune, legato all'era feudale e al culto del dio Gasaraki. Degna di nota nella serie è, come sempre, la cura estrema per i dialoghi, per il background politico, e l'alchimia tra atmosfere militari e misticheggianti. A livello talmente maniacale, però, che più di qualsiasi altra opera di Takahashi Gasaraki è potenzialmente una mattonata memorabile, un lavoro difficilmente digeribile anche per chi aspetta una serie "affine" a Votoms.

Gasaraki (1998), il punto di arrivo del Real Robot
Getter Robot: The Last Day è invece quasi classificabile, in perfetta contrapposizione con Gasaraki, come il Super Robot definitivo. Rielaborazione high budget della mitologica e cartacea Getter Saga di Ken Ishikawa, rappresenta il compendio definitivo del "robotico apocalittico", sintesi di viaggi nel tempo, splatter/gore a iosa, personaggi tamarri al limite della pazzia e scontri devastanti tra colossi di metallo grandi quanto pianeti. Chiamato Yasuhiro Imagawa a regia e sceneggiatura per replicare il successo stratosferico di Giant Robot, nello spazio di tre meravigliosi, frenetici e intricatissimi episodi verrà assurdamente licenziato. Il motivo? Un inizio troppo complesso e, agli esigenti produttori, inestricabile negli altri episodi previsti. La storia, pur non riuscendo a tirare i fili di tutte le trame iniziate da Imagawa (tra le altre cose, morti che ritornano in vita, epidemie, dinosauri ed esplosioni di pianeti), verrà comunque portata a termine più che dignitosamente.
Il 1999 è l'anno conclusivo da prendere in esame. L'anno di The Big 0 e ∀ Gundam.
The Big O è sintetizzabile come "Giant robot meets Batman". Con un design volutamente retrò e americanizzato (dietro la produzione troviamo addirittura Cartoon Network), Sunrise crea un thriller urbano dove il protagonista Roger Smith, di professione negoziatore, cerca di scoprire i misteri dietro a Paradigm City, fastiscente città dove la memoria di tutti gli abitanti, entro una certa data, è stata completamente rimossa. Atmosfere noir anni 50 rarefatte si mischiano con scene d'azione robotiche maestose, ispirate ai vecchi monster movie come Godzilla e affini.
∀ Gundam Called Turn "A" Gundam rappresenta l'ultima serie tv gundamica diretta dal suo creatore Tomino. Opera delicata e personale, con mecha coerentemente improbabili (tanto buffi quanto leggendari i baffi del Turn-A stesso) e per niente appariscenti (a livello di vendita di modellini sarà un pesante flop), Turn A è il Gundam che non t'aspetti, privo della drammaticità ed epicità del passato, molto più solare e positivo. La sua grandezza sta nel riunire in uno stesso filo narrativo, con intelligenza e poesia, tutte le serie gundamiche viste prima, comprese quelle ambientate in timeline alternative. Un grande lascito, quello di Tomino, che seppur distante a livello di atmosfere dalle serie Gundam tipo, rimane di eguale, alto livello. Anche la trama è utile nella creazione di uno scenario delicato e insolito: la Terra è piombata infatti in un ipotetico inizio 1900 (le prime automobili messe in commercio, differenza sociale marcata tra signori e operai, macchinari a vapore), e si narrano con timore gli incubi di un'era precedente, oscura e misteriosa. Sottoterra, però, sono ancora custodite le macchine di quell'epoca (i mecha, appunto), strumenti che diventano necessari ora che il popolo della Luna, tecnologicamente più avanzato, sembra voglia scontrarsi con i pacifici terrestri.

Le nuove tendenze: il robotico incontra il noir in The Big O (1999)
Siamo così giunti alla fine. Come riportato in apertura, diamo uno sguardo velocissimo alle produzioni originali o meritevoli degli ultimi dieci anni, in attesa di scoprire quanta effettiva influenza eserciteranno e se meriteranno un posto nella Storia.
A occhio nella categoria dell'originalità inserirei Godannar (2003), quando le tette prevalgono così tanto sugli aspetti robotici da diventare protagoniste e creare un sotto-genere; Flag (2006), classica storia militare di Ryousuke Takahashi dagli echi di storia contemporanea, narrata in soggettiva attraverso riprese e fotografie dell'eroina fotoreporter, e Sfondamento dei cieli Gurren Lagann (2007), recente e curiosa serie GAINAX che, in mezzo alle solite strizzatine d'occhio a otaku e combattimenti mecha apocalittici, dipinge un'avventurosa storia di formazione corroborata da regia, animazioni e soluzioni grafiche avveniristiche che rendono noto il talento dell'animatore Hiroyuki Imaishi. Tra le serie di alto livello sono da citare almeno Mobile Suit Gundam SEED (2002), spettacolare remake di Mobile Suit Gundam; RahXephon (2002), la più riuscita rielaborazione di Evangelion a opera del mecha designer Yutaka Izubuchi; gli epici e folli GUNxSWORD (2005) e Code Geass (2006) del talentuoso regista Goro Taniguchi, il vergognosamente misconosciuto ZegaPain (2006), notevole variazione mecha di The Matrix scritta benissimo e con un gran lavoro di approfondimento dei personaggi, e infine Mazinger Edition Z! The Impact (2009), dove un ritrovato Imagawa torna a fare ciò che gli riesce meglio: scrivere una storia piacevolmente intricatissima e densa di colpi di scena rielaborando, in questo caso, il celebre manga nagaiano di Mazinger Z (da non confondere con la versione animata degli anni 70), e mescolandoci dentro eroi, situazioni e addirittura inquadrature provenienti dalle più famose e disparate opere del mangaka.
Ha comunque dei meriti indubbi: in primis di aver creato un nuovo incipit narrativo (ragazzi usati come cavie dall'esercito per combattere misteriosi robot) che diverrà lo spunto di partenza di successive rielaborazioni animate, ma sopratutto di rappresentare, insieme a La rivoluzione di Utena, l'opera che ha aperto le porte a un nuovo modo "intellettualoide" di intendere l'animazione
A questo punto mi segno Brain Powered e recepisco con sconforto di aver visto solo la peggior serie Gundam della storia D:
God, almeno su questo sono "d'accordo" con te^^ Solo che lo intendo all'inverso, in modo del tutto positivo
Per il resto, ho da poco terminato una lunga discussione sulla scheda di God a proposito di eva quindi non ribatterò, ci siamo già chiariti.
In ogni caso, complimenti per il dossier.
Difficilmente in così poche frasi è possibile esplicare tanta grettezza, complimenti a cotanta insensibilità verso lo sperimentalismo, l'arte e la psicoanalisi.
Credo che la verità non la sapremo mai, cioè la sapranno solo le persone vicine allo staff creativo di Evangelion e non credo che qui ve ne siano. A noi non resta che credere alla verità che ci piace di più, quella più in linea con il nostro modo di vedere la realtà.
In fondo tutte quelle cose che vengono considerate arte non fanno altro che portare nel piano della realtà tutte quelle cose che con la realtà nulla anno a che fare.
Vale anche per Evangelion
Tutti i cretesi sono bugiardi! E io sono cretese
Per il resto, dossier molto interessante nonchè gustosa fonte di suggerimenti per future visioni
Ti riferisci a Wing? Tranquilla, in quel caso, contando l'andazzo della serie trasmessa attualmente in Giappone, potrai dire di aver visto la seconda peggiore serie gundamica!
La verità fu quella detta appunto dallo staff, perchè negarla?
Scusate, ho un solo neurone che continua a ripetere in loop
So benissimo che la gente dice sempre quello che pensa.
Sono cretese l'ho detto
il paradosso di Epimenide é riferito a tutto. Non è difficile da capire
Bravo God, non voglio riprendere il discorso che da tre giorni si tiene sulla tua scheda, cmq mi trovo in sintonia con quasi tutto quello che dici ed in ultimo su Zegapain...un titolo di cui non si sente mai parlarlare neanche qui tra noi appassionati ma che merita molta ma molta più considerazione ....amanti del Mecha e della fantascienza recuperatelo !!!!
Le interviste dell'epoca ci sono, basta leggerle, ora ci manca che torniamo ai livelli del "solo Kurumada in persona può dire se i Saint veri sono quelli giappi o italiani" e siamo davvero alla frutta.
Anzi, al dessert rollcake a forma di Sachiel.
cmq spero che non decada tutto questo interessante materiale su cui discutere nella solita pappardella trollesca Eva si, Eva no...
Però io non classificherei bokurano come un vero robotico, è un mecha solo per modo di dire XD
Ma io sono cretese quindi che sia davvero quello che penso o meno è assolutamente irrilevante.
Potrei essere molto stupido o aver semplicente buttato un amo.
Che differenza fa?
Vado a nanna, quello che avevo da dire l'ho detto
Gurren Lagann lo conoscono tutti, ZegaPain ormai è risaputo che è l'anime robotico che solo pochi osano guardare (purtroppo), Gundam Wing è una porcheria assurda per chiunque abbia visto qualsiasi altra cosa basata su Gundam, soprattutto SEED... che rimane? Mazinger Z Impact? Mazinkaiser non citato, Mazinkaiser SKL che è un Getter travestito da Mazinga con dei Ryoma Nagare e Hayato Jin sostituiti da due perfetti sconosciuti (e lo dico nonostante adoro il bluray)?
Tanto vale tornare a parlare della rivoluzione di Eva (vera o presunta)...
@Argento
La verità è ciò che si avvicina di più all'oggettività.
Ed essere cretese non so che c'entri, a meno che non vuoi considerarti un cretino
Frase trollosissima XDXD (sembra quasi creata ad hoc per scatenare pagine e pagine di flame).
Da non fan di EVA (ma comunque apprezzato all'epoca), nè delle serie di robottoni, nè di serie che hanno copiato il filone intellettualoide di EVA (insomma non me ne sbatte una cippa di tutto ciò), quello che posso dire dalla mia, è che leggendo commenti e recensioni in diversi siti di cinema, NGE è considerato da appassionati di film in generale e non, (quindi non da fan di anime e manga), un capolavoro dell'animazione al pari dei film di Kubrick (non mi pare mica poco!).
Ho visto qualche anime di quelli citati, e The Big O in particolare mi è piaciuto molto, per quanto non possa dire di aver compreso appieno il finale, la considero una delle migliori serie che ho visto.
Bah...
God87 ha un grande talento incendiario, anche quando pensa di essere diplomatico (infatti qui ha fatto uno sforzo enorme per parlare bene di Evangelion ma lo avete sgamato lo stesso
Personalmente mi infastidisce la frase
In un'ignorante Italia in cui l'animazione robotica si è fermata al tokusatsu anni Settanta sarà indegnamente salutato come capolavoro rivoluzionario
falsa in almeno due punti: 1) non eravamo ignoranti e il robotico anni settanta ha dato serie di alto livello 2) Eva E' rivoluzionario, non c'e' niente di indegno nell'affermare questo. Anche avendo visto quasi tutto il robotico pre-Evangelion io non trovo nulla che lo anticipi, ne' Ideon, ne' Z Gundam. E sia chiaro che io vedo la carica rivoluzionaria di Eva tutta in negativo, come la serie che ha ucciso (quasi) definitivamente il genere robotico. Fortuna che poi la Gainax si e' riabilitata parzialmente con Gurren Lagann.
Mi da' poi fastidio l'eccessiva attenzione alle serie di Imagawa e a Tomino, solo perche' sono le serie che a lui sono piaciute di piu' non e' affatto detto che siano quelle che hanno avuto maggiore impatto in quegli anni.
Il mecha può avere un futuro sì, è solo un modo come un altro per narrare trame di fantascienza.
@hallymay
Sono d'accordo sul fatto che si parli forse troppo di Gundam, la serie Wing l'avrei evitata... ma l'importanza di 0083 e delle altre serie citate c'è, come mi spiace che non si parli di Gundam 0080 (forse l'unico esempio mai esistito di meisaku robotico).
@micheles
L'italiano medio è sì ignorante sui mecha, ha avuto quasi tutti i super robot (e meno male, aggiungo), ma di real robot ne sono arrivati pochissimi, solo Gundam, Robotech (e nemmeno Macross) e Patlabor con un certo ritardo, il resto se c'era era evitato dalle masse di animefans.
L'italiano è espertissimo di super robot (con doppiaggi spesso inventati), non di mecha.
@GianniGreed
Se non sbaglio c'è una seconda serie su Big O... (ah, il manga è stato pubblicato in Italia da Star Comics, a chi interessa)
Se non sono anni '90 quelli (soprattutto G che nasce grazie ai videogames)...
aperto le porte a un nuovo modo "intellettualoide" di intendere l'animazione,
non mi sembra un grande merito...
L'italiano è espertissimo di super robot (con doppiaggi spesso inventati), non di mecha
Sicuramente l'italiano medio e' meno esperto di real robot che di super robot, ma non e' che la conoscenza del real robot sia utile per capire Evangelion, quindi quel tipo di ignoranza e' irrilevante ai fini del discorso in esame. Che poi qui su AnimeClick non c'e' l'italiano medio, ma gente che ne sa anche di real robot anche oltre Gundam.
Ho paragonato Evangelion al paradosso di Epimenide di Creta.
Se non lo conosci wiki lo spiega abbastanza bene.
Secondo me tra le le serie animate è l'equivalente del famoso paradosso.
Ti facevo notare la cosa riepetendoti "sono cretese" appunto.
Credo che il discorso si sia incentrato un pò troppo sull'opinione personale dell'autore di questo Dossier: è fatto molto bene ma resta comunque fatto dalla sua visione dell'animazione robotica. Si può parlare in maniera asettica ed oggettiva di un fatto solo (e non è neanche certo) dopo che il fatto stesso si sia concluso.
Ad oggi 'animazione robotica non è un argomento finito. E grazie a Dio è così.
Non riusciamo neanche più a farci intrattenere da una serie senza farci le pippe mentali sui perchè e sui per come. Ci si lascia condizionare dalle proprie opinioni al punto da non renderci conto che ci si comporta esattamente al contrario di quello che dicono le nostre parole. Certo è facile mantenere un'opinione immobile.
Se fossimo nati qualche anno prima avremmo chiesto il rogo per Galileo.
Insomma saranno poi i nostri nipoti e oltre (forse) a decidere cosa rimarrà veramente nel tempo della nostra epoca, anche nell'animazione. Questa è la realtà
Il valore di Evangelion è indubbio, finale sicuramente brutto, risolto con il "the end of evangelion". Poi si è dimenticato di parlare di Escaflowne, giusto per dire un titolo. Su Gurren Lagann, non so se non lo ha mai visto, o ha cercato di minimizzare il valore della serie, ma è da considerarsi il capolavoro robotico degli ultimi anni, strizza l'occhio alle serie anni 70/80, ci mette ironia, porta al limite dell'assurdo le sue vicende, cosa voluta, una sorta di presa in giro, se vogliamo di quelle serie. E non mi esprimo su quella che definisco la più brutta serie robotica mai concepita...Lo shin mazinga Z
@onizuka90 il bello dei mecha è che può parlare di qualsiasi argomento o contesto basta che ci sia un robot vedasi lista che ho consigliato a Ironic!
@micheles ha ragione Ryogo la maggior parte dei fan italiani ha un buco di 15anni di mecha, noi qualche lacuna grazie ai fansub l'abbiamo colmata ma molti altri no, anche per questo eva è stato così apprezzato!
Tra le serie citate nell'articolo non ho visto: Gundam: Victory & Turn A, Gasaraki, The Big O gli altri gli ho visionati tutti!
Tra quelli nel dossier consiglio vivamente: Stardust Memory, Getter Robot: The Last Day, Tetsujin 28 (2004), Flag, ZegaPain!, Gundam SEED, Code Geass, Gurren Lagann, Mazinger Edition Z! The Impact & RahXephon
Invece non citati: Blue Gender, Zone of the Enders, Soukyuu No Fafner, Sousei no Aquarion, Heroic Age, Macross Frontier, Bokurano, Basquash, Escaflowne & Nadesico
Ma no, siete impazziti! Non potete prendere Imagawa come rappresentante degli anni '90!
Bah. Rimango perplesso da questi dossier.
Credo che chi li ha scritti sia un filino troppo giovane. Si capisce da come sono affrontati.
RahXephon la più riuscita rielaborazione di Evangelion a opera
del mecha designer Yutaka Izubuchi
RahXephon NON e' una rielaborazione di Evangelion, e' un omaggio a
Raideen e prende moltissimo da Brain Powerd, a livello di atmosfere,
tematiche, importanza della musica e altro; il debito di Izubuchi
verso Tomino e' molto grande (Izubuchi ha iniziato come collaboratore
di Tomino) ma questo e' un caso in cui l'allievo supera il maestro
visto che Brian Powerd e' un mezzo fallimento mentre RahXephon e' un
pieno successo (questo e' un mio parere personale). Le somiglianze con
Evangelion sono puramente superficiali: io sono uno di quelli che
pensa che l'importanza di Eva stia nell'aspetto esistenziale, non
nella fuffa cabalistica. RahXephon invece e' una classica storia
d'amore, seppure ammantata in una trama complessa, va messo nel filone
del robotico sentimentale e il finale e' chiuso, senza bisogno di
strane interpretazioni. Anche la psicologia dei personaggi e' ben diversa
di quella dei personaggi di Eva, molto piu' tradizionale e comprensibile,
almeno per me.
"Ryogo per esempio si potrebbe discutere se al giorno d'oggi il mecha puro ha ancora un futuro..."
Penso sia l'unico genere che non è morto davvero mai, e anche il più antico. Per me, se mai si dovesse arrivare agli ultimi cinque anime mai prodotti dall'uomo, troveremo ancora tra loro almeno una serie mecha.
"si è totalmente dimenticato di Baldios per stare sempre a elencare tutti i gundam possibili (ma è possibile che siano TUTTI pezzi di storia?)"
Ehm... tutti quelli che ho citato sì, volenti no nolenti sono pezzi di Storia.
Gundam 0079 è uno dei 2/3 anime più rivoluzionari dell'animazione; Z Gundam uno dei tre grandi capolavori degli anni 80; 0083 e F91 esplorano quasi fino in fondo le potenzialità tecniche dell'animazione; Victory va citato per la trollata epocale di Tomino e infine Wing rappresenta la prima commistione tra anime e music business. Magari se leggessi quello che ho scritto vedresti che buona parte di loro li ho citati non per meriti narrativi ma per altro.
"Lo sanno tutti che l'animazione giapponese era agonizzante prima di Evangelion, quella robotica ancora di più."
Questo lo sai (o lo pensi) tu.
"ma non è possibile che quella esimia porcata di Giant Robot si spacciata come la più grande serie trasposta in home video"
Argomenta, su su...
@Micheles: l'importanza e influenza che hanno avuto le serie robotiche Sunrise precedenti a Eva (e mai arrivate in Italia) sei tu che non vuoi riconoscerlo. Adesso mi dirai mica che Eva è nato così, senza nulla dietro? 100& originalità e innovazione?
Di originale ha le seghe mentali, che poi ritroveremo in nuova produzione animata.
"Mi da' poi fastidio l'eccessiva attenzione alle serie di Imagawa e a Tomino, solo perche' sono le serie che a lui sono piaciute di piu' non e' affatto detto che siano quelle che hanno avuto maggiore impatto in quegli anni."
Ma torna a leggerti le finalità del dossier!
Sull'ultima cosa, invece, RahXephon pesca da Raideen per stessa ammissione di Izubuchi, ma l'incipit di partenza è chiaramente debitore a Eva, le somiglianze sono fin troppe e indubbie (cacchio, lui e Anno uscivano pure a ubriacarsi inseme, e Anno dava dritte a Izubuchi! È tutto vero). Questo comunque non significa niente, ritengo MOLTO più migliore RahXephon di Eva, su questo proprio non c'è alcun dubbio. Un clone che supera abbondantemente l'originale.
@Tano-kun: infatti potevo scrivere "intellettuale", non "intellettualoide"
@Gemini: Gurren Lagann l'ho citato, non ne ho discusso per volontà stessa di non parlare degli ultimi dieci anni di animazione...
Basta fermarsi a come è stato liquidato Macross plus.
Poi, mi permetto di sottolineare un passaggio scritto da Micheles in un commento più sopra e che sento di condividere in pieno:
"Sicuramente l'italiano medio e' meno esperto di real robot che di super robot, ma non e' che la conoscenza del real robot sia utile per capire Evangelion, quindi quel tipo di ignoranza e' irrilevante ai fini del discorso in esame."
Ecco come in poche righe è possibile sfatare molte leggende metropolitane...
Saluti
P.S. chiedo a chi è più informato di me: ma pure in Giant Robo Imagawa è stato licenziato a metà strada? Lo chiedo perché Giant condivide lo stesso sbandamento del Last Day... inizio poderoso, svolgimento così così e finale da censurare totalmente.
Non le riconosco in relazione a Eva, se non a livello di facciata, che per me non ha nessuna importanza.
Adesso mi dirai mica che Eva è nato così, senza nulla dietro? 100% originalità e innovazione?
Si', in campo anime e' 100% originale, non c'e' nessun anime mainstream precedente che abbia come tema fondante la depressione e che sia altrettanto malsano; anche come alienazione non si scherza, in confronto a Shinji Amuro e Kamille sono sanissimi.
Poi la facciata e' quella del robotico e quindi riprende moltissimi stilemi del genere, ma questo e' solo per la potenza del robotico nell'immaginario giapponese all'epoca, adesso probabilmente Anno sarebbe partito da un majokko. Insomma il messaggio e' del tutto diverso e indipendente dalla facciata scelta. Infatti la serie TV non e' affatto inconclusa, le due puntate finali rivelano chiaramente che ad Anno non importava un fico secco della facciata e che la storia degli Angeli e' un puro pretesto per parlare d'altro. Vedi che invece RahXephon e' totalmente diverso perche' prende la sua trama sul serio. Prima di Evangelion non conosco nessun anime che adotti un simile approccio disinibito verso la trama, magari avra' fatto qualcosa Oshii, ma Oshii lo conosco poco.
Quindi, prima di accostarlo a Eva, direi ch'è il caso di mettere un po' d'ordine dato che dalla serie di Anno, Rahxephon, trae soprattutto degli omaggi di superficie.
Saluti
"
No, è 100% Imagawa come Shin Mazinger. Dall'inizio alla fine.
"Si', in campo anime e' 100% originale, non c'e' nessun anime mainstream precedente che abbia come tema fondante la depressione e che sia altrettanto malsano"
Again... No vabbeh, chi è interessato venga nella mia scheda che sta cosa è stata completamente sviscerata in questi giorni, ribadire all'infinito gli stessi concetti mi sono stufato.
"Infatti la serie TV non e' affatto inconclusa, le due puntate finali rivelano chiaramente che ad Anno non importava un fico secco della facciata e che la storia degli Angeli e' un puro pretesto per parlare d'altro"
Ma figurati, quelle due puntate ci sono state solo perchè era finito il budget, quello che voleva raccontare Anno davvero si è visto in The End. Quei due ep sono stati puro esercizio di stile.
Come già detto prima di me, le preferenze dell'autore sono abbastanza chiare, e per quanto sia visibile il tentativo di essere quanto più oggettivo possibile la passione per Tomino è difficilmente invisibile, e mentre sono d'accordo con i colpi assestati a molte serie non condivido molte delle frecciate (probabilmente un po' ingigantite per amor di creare discussioni
Partendo dal presupposto che sono un grande fan della serie, e sono tra quelli che il finale della serie lo trovano bello così com'è, con End of Evangelion semplicemente una magnifica opera praticamente a sè, mi sembra che il valore dell'opera sia un po' sminuito. Oltre alla questione del "vero messaggio" (che a parer mio, per quanto sia chiaro come il sole oramai quello che il regista voleva dire, non deve essere necessariamente condiviso da tutti, perché la serie non è sicuramente semplice, i suoi personaggi non sono facilmente nè spiegabili nè inquadrabili, ed inoltre Shinji non è l'unico personaggio della serie ed ha abbastanza poco senso cercare di riunire tutta l'opera sotto lui soltanto, per cui chiunque può prendere ciò che vuole da Evangelion senza che il regista nè nessun altro gli dicano "no, è sbagliato"), l'importanza di Evangelion per me sta nel fatto che ha dettato un nuovo modo di vedere le persone ed anche i mecha, visto che gli Evangelion sono ben poco dissimili da normali esseri umani (e anche qui sta la grandezza del tutto, vedere i personaggi come legati al proprio Eva, una sola cosa praticamente, con le varie questioni delle anime ad essi legate). Chi lo vede come una serie di robottoni che pestano altri robottoni per me ha capito ben poco di quello che è il significato della serie (infatti le puntate più brutte sono quelle classicamente robottone, come ad esempio quella della sincronia e quella dell'angelo nel vulcano), visto che per quanto sia una "boiata cabalistica", ogni battaglia ha il preciso scopo di far avanzare i protagonisti, e Shinji sopra tutti, suo malgrado, tra le varie sfere dell'albero della vita per giungere così allo stato di Dio. Ora, se questo è un anime robottone che nulla aggiunge se non "delle storie complicatissime basate su psicanalici, personaggi rivoltati come calzini, simbolismi da interpretare, apparente nonsense e ogni genere di amenità possano far felici Freud e i suoi adepti" alle storie di guerra del passato......
E infatti anche nel film non si capisce affatto come finisca la storia degli Angeli, non credo che troverai due persone che l'hanno capito nello stesso modo. In questo e' consistente con la serie TV, solo che c'e' piu' simbolismo sessuale.
Sanbelushidachicago ce ne scampi
La trovi sulla wikipedia ita, e sinceramente, dal semplice punto dei vista dei FATTI che accadono la trovo abbastanza lapidaria. È indubbio invece che ci stanno diverse cose, secondarie e o non, non spiegate, ma quelle si riconducono al messaggio di Anno di prendere per il culo gli otaku rinfacciandogli di farsi seghe mentali su cose senza senso ed immaginarie.
Prima che tu o qualcun altro dica che Anno non ha capito la sua opera... Per ME l'autore di un'opera è DIO, quello che lui dice quello è.
per quanto mi riguarda non ho mai amato gli anime con i robottoni fino a che nn ho visto NGE....per un ignorante in questo settore anime ad avermi colpito nel profondo e stata la diversa gestione sia dei personaggi che della trama .non piu unicamente incentrata sulla salvezza del mondo e sui combattimenti ma principalmente indirizzata alla ricerca di entrare nella testa dei personaggi alla ricerca della loro personale salvezza dove la guerra robotica risultava essere il modo per espiare i propri sensi di colpa .....
"Sfondamento dei cieli Gurren Lagann (2007), recente e curiosa serie GAINAX che, in mezzo alle solite strizzatine d'occhio a otaku e combattimenti mecha apocalittici," nessuna strizzatina agli otaku, ma grandi omaggi e anche, perché no prese in giro, alla grande epopea robotica degli anni 70/80.
Poi citare Gunxsword....sicuramente una serie che promette bene inizialmente, ma che si dimostra mediocre, evidentemente la mancanza di idee degli autori, ha fatto danni.
Godu-kun stavolta si è superato, Anno sarebbe davvero orgoglione di lui. Persino io ci ho trovato cose verso le quali non sono affatto d'accordo. E se lo dico io...
Ma ora scusate, vado a pranzare, prima che mi passi del tutto l'appetito.
I maestri non sanno se l'Italia è strapiena di fan di Gundam (ma si fanno qualche piacevole risata al tuo paragone pensando che se questo fosse vero di Gundam sarebbe arrivato qui in tutte le sue incarnazioni come Eva), sanno però che in riferimento alle "opere che hanno influenzato Eva" loro fanno intendono mica solo a quelle di Tomino, ma sviariate realizzate da ogni genere di regista e studio d'animazione nell'arco di quindici anni prima del 1995.
"ma approcciandosi in modo superficiale e strettamente soggettivo a quella che è la realtà dei fatti,"
I maestri fanno sapere all'allievo che i fatti sono i seguenti:
- Prima di Eva tutti pensavano al genere robotico come quello à la Goldrake, à la Voltron, à la Trider G7, dove ogni puntata è uguale all'altra e la trama si può riassumere nella visione di primo e ultimo episodio. Pensano sia Eva ad aver "rivoluzionato" la struttura narrativa dando enfasi quasi totalmente alla trama a discapito dei robottoni. FALSO. Questa rivoluzione è nata con Gundam (che si sono visti in ben pochi all'epoca delle originali trasmissioni tv italiane) e che in Giappone è stata perfezionata da tutti i suoi successori, sopratutto Macross.
- Prima di Eva tutti pensavano alle serie robotiche come generalmente infantili e per bambini, e salutano Eva come la madre delle storie seriose e profonde. FALSO. Rivedere punto 1.
- Sotto qualsiasi punto di vista Eva è capolavoro perchè in entrambe le sue dimensioni, terrene e simboliche, è originale al 100&. FALSO. La parte terrena è rielaborazione di Ideon (a detta di Anno in persona), quella simbolica, che parla dell'uscita dal guscio di un otaku e la speranza che anche gli spettatori tali lo seguano, già s'era vista quindici anni prima sia in Gundam che Z Gundam (solo senza intermezzi psicologici, psicanalisi e seghe mentali), ma probabile mica solo in quei due.
Il fatto che traspaia un po il punto di vista dell'autore gli dà un'impronta personale che non disturba più di tanto e non mi sembra che i contenuti ne vengano poi così stravolti.
Ad ogni modo auspico che i detrattori esperti (micheles in primis) si adoperino per un loro personale dossier di approfondimento, in modo da deliziarci con la loro preparazione e renderci edotti circa il loro competente punto di vista (lo scrivo senza alcuna ironia).
Detto ciò, rinnovo i miei complimenti a God87 per il gran lavoro svolto.
Il discorso di Anno è in realtà di portata ben più ampia. Shinji è il caso umano attorno a cui ruotano altri casi umani. La critica all'otaku è soltanto una parte di un ragionamento che, in Evangelion, interessa l'uomo tutto. D'altronde Anno scrisse il soggetto della serie dopo - o durante - un periodo di depressione che non riguardava di certo solo il suo Io otaku.
A tale proposito, God chiama in causa gli ultimi due episodi a testimoniare il "vero messaggio" dell'opera. E proprio negli ultimi due episodi, oltre a quello di Shinji, altri due casi vengono presi in esame, altri due soggetti - non otaku - analizzati, decostruiti e messi a nudo.
Non è il male di Shinji il nocciolo di Evangelion, ma il male dell'animo dell'essere umano, sia esso un otaku, un'ufficiale donna, una tsundere, una scienziata o un arrivista megalomane.
Bisogna dare una lettura corretta, approfondita, delle cose, non quella che fa più comodo. E ciò vale anche per la portata delle innovazioni di Evangelion.
Abituati come si è a pensare solo in termini di contenuti, di temi, di fabula, si dimentica che c'è una tecnica dietro la narrazione, che c'è una regia a dirigere la messinscena. L'innovazione di Eva sta nell'uso di un montaggio di stampo cinematografico per una produzione seriale; nell'utilizzo dell'analessi e dell'elisione in maniera non convenzionale; nella musica adoperata come contrappunto secondo la lezione di Kubrick; nella cura maniacale verso la composizione dell'inquadratura; nella costruzione di un ritmo rapsodico; nelle soluzioni stilistiche che attingono ad Ėjzentejn e al cinema impressionista francese.
Che poi questi aspetti siano stati dettati da cause di forza maggiore - il taglio al budget - o siano voluti poco importa. Personalmente propenderei per una via di mezzo, nondimeno sono tangibili e, malgrado io sia alquanto ignorante su ciò che riguarda super robot, real robot e affini, leggendo i precedenti dossier non mi pare che quello che ho più sopra evidenziato sia riscontrabile nei mecha prodotti nei trentacinque anni precedenti a Evangelion.
Come ultima osservazione: la rivoluzione robotica di Evangelion non è millantata ma fattuale. Evangelion rappresenta, da una parte, l'estrema evoluzione (antropomorfica) dei mecha, dall'altra la rottura dell'essenza stessa del mecha: l'Eva è un mecha che non è più un mecha, ma materia organica: un essere vivente.
Ciò al di là di Freud, dell'esistenzialismo, del simbolismo, dell'esoterismo, della Kaballah, del supposto intellettualismo e dei personalissimi gusti che, è bene precisarlo, dovrebbero restare fuori da qualsiasi seria trattazione riguardante il merito di un'opera all'interno del contesto storico in cui si situa.
PS
Macross Plus è importante anche perché è la prima regia di Shin'chiro Watanabe.
P.S. aggiungo un altro data point. La commistione umano/robot gigante si puo' fare risalire prima di Nagai, ai telefilm tokusatsu, in particolare Ultraman e compagnia, in TV dalla fine degli anni sessanta.
Nel finale di evangelion è evidente come vengano analizzati diversi personaggi con caratteri completamente diversi fra loro, non solo Shinji, e come essi siano accomunati dai medesimi fattori, ovvero la ricerca del modo giusto di potersi relazionare con gli altri e vivere nella società e, più in profondità, il dramma dell'esistenza stessa. Per questo ritengo estremamente fondata la tesi per cui shinji sia un simbolo dell'uomo, perchè il suo dramma e la sua cerca non sono soltanto suoi ma comuni a tutte le persone. Shinji alla fine non ha più rilevanza come soggetto individuale ma come essere umano che, interrogandosi circa la propria esistenza e realtà (fenomenica ed interiore), tenta di capire la giusta misura con cui porsi a distanza dagli altri, cercando di dare una soluzione all'hedgehogs dilemma etc etc. Quale sia questa soluzione è interpretabile e ognuno, come diceva magafigo4ever, ci può vedere qualcosa di diverso. Ridurre tutto al problema dell'otaku è secondo me riduttivo e avvilente.
Non ci credo che mi tocchi persino spolliciare di verde un commento di micheles su evangelion
ps. Io chiudo qui perchè per il resto ho già discusso con God, l'unica cosa che mi permetto di aggiungere è per Ryogo: Leggendo i tuoi post mi sorge il dubbio che forse ti sia alieno il significato del termine ermeneutica^^
Ma allora ciò che gli altri dicono e cercano di argomentare è ininfluente per voi... tanto rimanete con le vostre opinioni.
Siete talmente convinti (per me ignoranti) che da quello che scrivete si nota la vostra giovane età, si può capire che non avete vissuto quell'epoca, che molta roba non sapete neanche cos'è e quelle visionate, lo avete fatto sorbendovi 5-9 episodi alla volta (con indigestione)....sparate sentenze come se quello che dite è vero, citate le serie quelle più serie (adulte/meritevoli di esistere) e criticate quelle più semplici come serie quasi idiote e da tralasciare (ragionamento razzista).
In queste tre puntate del dossier io ho capito solo che attualmente c'è ignoranza potente ovunque, ma non nel robotico, nell'animazione in generale. Magari io sarò il primo ignorante eh... ma almeno certe idiozie li risparmio.
P.S. Gli ultimi 2 episodi di Eva sono capolavori assoluti! Roba che in tv non si era mai vista....
E l'anno prima c'erano molte altre serie mecha...
E che non si dica che le serie immediatamente successive sono state create sul successo di Eva, perchè inizialmente fu un flop, quindi robe come Escaflowne, Gundam 08th MS Team e Ryu Knight non devono essere considerate come conseguenti a Evangelion.
Tornando sulle innovazioni registiche di Eva, sono quasi tutte citazioni ad opere robotiche del passato, la genialità di Anno è stata nel come le abbia fatte sue, e a ciò è giusto tributargli i migliori complimenti, un conto è avere un'idea, un conto è far sembrare nuovo qualcosa di vecchio, che secondo me è ancora più difficile.
Nelle genere super robot e' stato citato l'OVA Giant Robo, ma manca all'appello una serie TV altrettanto importante quale e' GaoGaiGar. Un anime degli anni novanta che riporta prepotentemente il genere super robot alla ribalta.
Gli anni 90 vedono infine la maturazione definitiva di Tomino come artista, in un primo momento con Brain Powerd che verra' erroneamente paragonata a Evangelion. Niente di piu' sbagliato, e' un opera grezza ma che prefigura da li a poco il suo capolavoro assoluto. Il Turn A Gundam. Con il Turn A Gundam Tomino riesce a chiudere il discorso che aveva iniziato 20 anni prima con il MSG, e a seguire con Ideon, Gundam Z, passando dal Gundam Victory etc.. Tutti anime non esenti da difetti, difetti di gioventu', difetti dovuti a una sua visione pessimista dell'essere umano etc... Con il Turn A fa' un vero tour de force e mette veramente la parola FINE a Gundam e a cio' che esso rappresenta. Tutto quello che e' venuto dopo e' solo robetta a confronto.
Fermarsi a vedere Evangelion e il film che l'ha concluso come la copia di Ideon significa non averci capito una mazza di Evangelion, visto che il nocciolo della questione in Eva è la descrizione psicologica e la costruzione dei personaggi, rivoluzionaria per l'epoca. Inoltre il fascino di quest'opera risiede anche nelle molteplici chiavi di lettura, tutte buone per vedere evangelion, cosa che le altre serie robotiche non hanno.
Infine si, caro God87, l'animazione giapponese anni novanta era in totale crisi, è storia e d'altronde: quali serie di enorme impatto e successo ci sono state prima del 1995? Evangelion ha creato la serie animata seinen, ovvero la serie per adulti, cosa che prima sostanzialmente non esisteva, visto che l'anime era un prodotto di estremo commercio pensata per ragazzini. O è un caso che praticamente tutte le serie di successo e QUALITA' anni novanta siano tutte post-1996?
Fatevene una ragione: Evangelion è una pietra miliare,che poi non piaccia perché estremo nei suoi contenuti e nella loro stesura è un altro paio di maniche. Ma dire che piaccia perché si è ignoranti di Mazinga & Gundam è qualunquismo allo stato puro.
Ma davvero ? Caspita vogliamo ricordare Fushigi no umi no Nadia ? Vogliamo ricordare Patlabor ? Vogliamo ricordare Gundam 0083 e GaoGaiGar ? L'animazione in giappone non era in crisi durante gli anni 90, e non dobbiamo farne una valutazione soltanto con le poche misere serie che sono arrivate qui da noi. Il genere super robot continuava eccome ad evolversi, con o senza Evangelion di mezzo. Evangelion e' figlio diretto di Nadia e Gunbuster, ed ha avuto il pregio di introdurre tutta una serie di innovazioni registiche che si erano del tutto sconosciute nel genere anime. In questo senso Limbes ha ragione. Sul versante narrativo si puo' discutere se le innovazioni siano state positive o negativa ma dal punto di vista tecnico Eva stava in una classa tutta sua. E anche dopo Eva molti anime hanno cercato di copiare malamente lo stile narrativo, ma in quanto ad influenza artistico-tecnica e' meglio lasciare perdere.
Evangelion ha creato la serie animata seinen, ovvero la serie per adulti
Questa e' una grossa panzana. Evangelion non e' per adulti, e' per adolescenti in crisi esistenziale. E' piu' per adulti Ideon di Evangelion. Invece hai ragione su di una cosa: Evangelion e' l'unico mecha degli anni novanta che sia riuscito a piacere ai non-fan del mecha. Il motivo e' che l'aspetto mecha e' un puro pretesto, infatti su quel lato non c'e' nessuna innovazione significativa (forse la piu' importante e' il cordone ombelicale degli Eva, che non credo di aver visto prima, ma potrei sbagliarmi) mentre le innovazioni sono enormi sul lato psicologico e di tecnica registica.
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