Tekken prefazione

Per un re, è meglio essere temuto o amato?
Non c'è dubbio che il timore possa garantire l'obbedienza del popolo, mentre l'amore l'appoggio del popolo, ma entrambi hanno i loro risvolti negativi.
Ciò che è indubbio è che Heihachi Mishima, che sovrano è ma solo del torneo del Pugno di Ferro da lui organizzato, sia temuto dai suoi sottoposti (è il proprietario di una multinazionale, la Mishima Zaibatsu), ed è altrettanto indubbio che le vicende nate dall'intreccio delle vite degli uomini che partecipano a questo torneo siano amate da milioni e milioni di fan.
Tekken Recensione 1Otto partecipanti, ognuno con le sue motivazioni per raggiungere l'apice della gloria.
Il più determinato è indubbiamente Kazuya Mishima, figlio del magnate di cui sopra.
Quando aveva solo cinque anni, Kazuya è stato gettato giù da una rupe da Heihachi, intenzionato a verificare che il piccolo fosse veramente suo figlio: se così fosse stato, sarebbe riuscito a sopravvivere alla caduta e risalire.
Il fanciullo si salvò, ma riportò una gravissima ferita sul petto, che a poco a poco lo stava uccidendo: a quel punto apparve dinanzi a lui una creatura misteriosa chiamata The Devil, che si offrì di salvarlo e donargli un potere in grado di renderlo forte oltre ogni immaginazione, chiedendogli in cambio di consegnargli la sua anima.
Kazuya, ribollente d'ira e d'odio nei confronti del padre, accettò lo scambio ed ebbe salva la vita.
Una volta iscrittosi al torneo è abbastanza evidente che Kazuya non è per nulla interessato al premio in denaro, ma solo alla rivalsa nei confronti del genitore, che è proprio l'ultimo avversario che i partecipanti alla competizione dovranno affrontare.
Più pragmatico Paul Phoenix, che prende parte al torneo per dimostrare il suo essere il combattente più forte della galassia, o Nina Williams, killer professionista incaricata d'assassinare Heihachi.
I sentimenti di vendetta verso il patriarca Mishima sono condivisi anche da Michelle Chang, ragazza per metà nativa Americana e per metà Cinese che, dopo aver visto la sua famiglia sterminata dalle forze della Zaibatsu durante una loro ricerca di un mistico medaglione, decide di farla pagare al magnate, mentre il robot Jack si getta nella competizione proprio per proteggere Heihachi dai suoi nemici (è ciò per cui è stato costruito, d'altronde).
Più interessati al premio in denaro in sé sono invece Yoshimitsu, King e Marshall Law: il primo fa da esca mentre altri membri del suo clan cercheranno di rubare il premio in denaro indisturbati, il secondo vuole sfruttare quei soldi per fondare un orfanotrofio, in modo da evitare che altri bambini vivano una vita di risse da strada come fu per lui, e il terzo vuole semplicemente fondare un suo dojo.
Tekken Gameplay

Premessa!
La versione di Tekken da me presa in analisi in questa recensione è la versione Arcade presente in Tekken 5, non verranno perciò prese in considerazioni eventuali differenze o modalità aggiuntive dei porting casalinghi del gioco.

Tekken Recensione 2Come si potrà sicuramente intuire (o già sapere), Tekken è un picchiaduro a incontri, strutturato principalmente (unicamente, nella versione arcade da me giocata) sulla classica serie d'incontri da affrontare per raggiungere e sconfiggere il boss finale, che altri non è se non Heihachi.
Gli incontri sono in tutto nove, con l'ottavo combattimento intrapreso contro un sub-boss, personaggio speciale non giocable (da subito) solitamente con un moveset simile a quello di uno degli otto protagonisti ma con alcune varianti.
Ogni incontro è composto da due round, ognuno con un tempo limite di 40 secondi.
Il sistema di controllo si basa su quattro tasti: Pugno Destro, Pugno Sinistro, Calcio Destro e Calcio Sinistro, e utilizzati insieme possono dar vita a prese, combo e colpi particolari, ovviamente combinati con freccia direzionale o arcade stick.
Gli otto personaggi sono ottimamente diversificati e regalano grande varietà di stili di combattimento, passando da arti marziali come il wrestling o il karate a tecniche più particolari, come l'utilizzo di una katana o delle devastanti mosse "cyborg", per il buon Jack e la sua forza sovrumana.
I comandi principali non sono particolarmente difficili da impartire se si ha una buona manualità con il genere, ma è necessario tenere da conto le 10-hit combo, combinazioni di dieci colpi consecutivi assegnate a ogni lottatore, che vanno eseguite con 10 comandi differenti di seguito per poter andare a segno con danni molto elevati per l'avversario.
Ogni personaggio ha la sua combo, che differisce per comandi e aspetto da quella dei rivali, ed impararle tutte richiede ovviamente tempo e impegno.
Certo è che a questi tempi alcune mosse provocavano danni decisamente elevati rispetto alla media, superando anche la metà intera della barra d'energia dell'avversario, cosa che comunque viene controbilanciata da una certa difficoltà d'esecuzione di queste mosse, vuoi perché sono "lente", vuoi perché i loro comandi sono più complessi.
Quel che è certo è che con un po' di pratica Tekken diventa divertente e accogliente da giocare, specialmente se ci si focalizza su un personaggio preferito.
I combattimenti in sé sono meno realistici del "cugino" Virtua Fighter, uscito giusto l'anno prima, risultando più diretti e arcade, e la giocabilità è inevitabilmente più lenta rispetto a Street Fighter II e seguiti, ma nonostante ciò gli scontri risultano frenetici ed entusiasmanti, anche perché, ma di questo ne parlerò più approfonditamente in seguito, il livello di difficoltà è abbastanza elevato, sicuramente molto più dei capitoli successivi a partire dal terzo.
Tekken Grafica

Sul fronte del character design ben poco c'è di nuovo: Nina Williams è Sarah Bryant, né più né meno, King è l'Uomo Tigre che diventa l'Uomo Giaguaro, Paul Phoenix è Ken Masters che ha preso la scossa, Law è il Fei Long di turno...
Permane anche il vecchio trend d'ispirarsi ad eroi di manga e anime per la creazione dei personaggi: Heihachi Mishima è una citazione fin troppo palese dell'impareggiabile Heihachi Edajima di Sakigake!! Otoko Juku, da cui riprenderà anche il doppiatore Daisuke Gouri a partire dal terzo capitolo della saga.
Tekken Recensione 3Insomma, gli stereotipi dei picchiaduro vengono ampiamente "coperti" e seguiti, seppur personaggi come Yoshimitsu e Jack (ma anche il sub-boss Kuma, o Michelle) riescano con la loro stramberia a dare quel tocco d'originalità in più che non può far altro che bene al roster.
In compenso la varietà di colori su schermo e la fantasia delle ambientazioni è più che ottima, con luoghi realmente esistenti come Venezia, Chicago, il Chiba Marine Stadium e l'Acropoli di Atene, rendendo lo scenario generale più realistico e riconoscibile.
Le animazioni, seppur ovviamente legnose per via dell'epoca storica in cui questo gioco è stato sviluppato, risultano molto belle da vedere e spettacolari, soprattutto nelle mosse più potenti e complesse, ed i modelli poligonali dei personaggi sono estremamente ben fatti per essere questo un gioco della prima metà degli anni '90.
Tekken Sonoro

Tekken Recensione 4Per quel che riguarda il comparto sonoro, il gioco offre un buon numero di campionamenti vocali, ben diversificati per i vari personaggi, uniti alla voce dello speaker che ci accompagnerà per i soliti "Round One", "K.O." eccetera.
Per quel che riguarda, invece, il sottofondo musicale, il genere che la fa da padrone in ogni arena è l'elettronica, chiaramente il tipo d'elettronica che girava nel 1994, con un occhio (anzi, orecchio) di riguardo per le sonorità più vicine alla street culture (quindi hip-hop e funky) che alla scuola europea di Ice MC e Corona, per intenderci.
Le musiche in realtà non sono particolarmente distinguibili tra loro, ma fanno indubbiamente atmosfera e giocano alla perfezione il loro ruolo d'esaltante sottofondo per le battaglie che si svolgono sullo schermo.
C'è, però, almeno nella mia versione, un bug un po' particolare legato all'audio: dopo aver usato un certo numero di "Continue" non ben precisato (ok, non è onorevole ammetterlo) la musica dello stage non si sente più, ma questo dura solo per il livello in questione, mentre, una volta battuto l'avversario, la musica di sottofondo ritorna per gli stage successivi.
Tekken longevità

Tekken Recensione 5Come accennato più su, il livello di difficoltà dei primi due capitoli di Tekken (questo compreso) era, a mio parere, più elevato, forse a causa dei moveset più ridotti, o dei combattimenti con meno profondità di movimento (ma non con meno profondità tecnica), sarà per la quasi totale assenza di possibilità di effettuare tecniche di "Juggling", ma in certi casi buttare giù l'avversario è veramente ma veramente dura, soprattutto se si tratta dei rivali.
I personaggi, come detto, sono solo otto, ma l'eccellente profondità dei loro moveset garantisce un raggio di sperimentazione per ognuno di essi se si vuole variare un po' e/o non si trova subito la propria "anima gemella combattente" su cui concentrarsi per diventare sempre più bravi.
Il gameplay d'oro, di par suo, spinge i giocatori a riprendere in mano lo stick (o il pad se si è meno "pro") anche solo per puro divertimento, spinti dalla voglia di giocare e basta o di sfidare un amico.
Anche sul lato della longevità, quindi, Tekken si difende alla grande nonostante la scarsità di risorse inevitabile per l'epoca.
Tekken considerazioni finali

Ancora oggi, dopo cinque successivi capitoli di vicende vendicative, familiari, demoniache e personali, il primo Tekken riesce benissimo a difendersi e mostrare le sue carte, rendendosi un'avventura affascinante, entusiasmante e carismatica per tutti gli amanti dei picchiaduro a incontri che vorranno avvicinarcisi, unendo al fascino (stereotiposo qui e là, ma d'altronde è qualcosa con cui bisogna venire a patti con la stragrande maggioranza dei picchiaduro) intrinseco dei protagonisti una giocabilità elevatissima e un livello di difficoltà bello tosto.
Dove giocarlo?
Tekken è disponibile per la prima Playstation, per Playstation 2 (in versione Arcade, all'interno di Tekken 5) e per Playstation Network, quindi è abbastanza evidente a quale lato della trinità di console attualmente in "guerra" bisogna rivolgersi, per mettervi le mani sopra.
Di certo, quando stringerete con pugno di ferro i comandi e vi lancerete nella mischia, non ve ne pentirete.