Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi ci dedichiamo a titoli recentissimi, del 2012, con Hyouka, Joshiraku e Natsuyuki Rendez-vous.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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8.0/10
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Diamine, KyoAni me l'ha fatta ancora. Anzi, ce l'ha fatta. Ce l'ha fatta a tutti. Alla faccia degli haters e degli appassionati, anche quest'anno lo studio ha tirato fuori l'ennesimo lavoro hypermoe. Ma, alla fine, qual è il problema? Ormai queste produzioni sono così simili che l'utente medio saprà, anzi, deciderà il proprio giudizio ancor prima ancora di incominciare l'opera, quindi non si rischia di rimanerne troppo delusi.
Tratto da una light novel, mercato questo che sembra offrire quintali di materiale adatto al genere di anime tanto caro allo studio nipponico, "Hyouka" è la solita commedia di setting scolastico con la sola aggiunta di un pizzico di "mistery", tanto per parafrasare la simpatica seconda ending. Ma badate bene, consumatori: in uno sforzo di coerenza come mai vidi in un autore giapponese, i misteri che ci troviamo ad affrontare nel corso dell'opera non trattano omicidi o crimini come quelli che coinvolgono sempre un certo ragazzino occhialuto porta-iella. Nossignore. Ci si troverà piuttosto di fronte a semplici "curiosità". Ed è questo uno dei primi punti di forza (o di debolezza) dell'opera: anziché impelagarsi in inseguimenti mozzafiato, climax narrativi o crimini efferati vari, che in un contesto scolastico paleserebbero la loro eccessiva forzatura in modo oltremodo ridicolo, l'opera si condisce di misteri "light", tranquilli dubbi che semplicemente accompagnano lo scorrere lento e tranquillo dell'intera serie, permettendo allo spettatore di scegliere se scervellarsi sulla soluzione indizio dopo indizio o più semplicemente guardare come va a finire.

Come forse risulterà chiaro leggendo questa recensione, l'opera non è per gli amanti dell'azione o dei contenuti. Per quei 22-23 minuti, senza alcuna pretesa, ti fa passare del tempo. Verrebbe da paragonarla, da questo punto di vista, alle più grandi (e senza dubbio più talentuose) Undine di domicilio marziano. La consapevolezza di come la serie sia solo una pretesa per rilassarsi un po' risulta ovvia anche alla vista del primo episodio.
Il lavoro fatto dalla KyoAni è pregevole, tra musiche del tutto sceniche e animazioni e disegni di livello elevato. Gli attori principali di questo antistress sono quattro: Oreki Hotaro, Chitanda Eru, Fukube Satoshi e Ibara Mayaka.
I quattro ragazzi risentono un po' di una caratterizzazione leggermente stereotipata, con l'apatico genio di turno, la ragazzina moe rompiscatole, l'amico con i complessi di inferiorità e la normalissima ragazza media innamorata persa dell'amico che non sa apprezzare tutte le sue qualità. Ma tutto ciò è giusto. Se in una serie come questa fossero stati inseriti personaggi profondamente caratterizzati, ne sarebbe uscita una porcheria né carne né pesce, che non sarebbe riuscita né ad appassionare né a rilassare. Le relazioni tra i quattro si evolvono lentamente ma in modo interessante, soprattutto i complessi di Fukube nei confronti di Hotaro, che arrivano a esplodere (in sordina) per la fine della saga del festival scolastico. La componente più prettamente sentimentale è poi solo accennata nei seguenti episodi di chiusura serie, e risulta sicuramente troncata dalla limitata diponibilità di capitoli della light o da una scelta dello studio di non portare eccessivamente avanti le cose, per questioni di spazio, al fine di non interrompere il tutto in una parte ancora più delicata.

In questi episodi, alla fine, non succede niente di che, ma succede egregiamente, rendendo il prodotto fruibile e apprezzabile per tutti quelli che non pretendono, in un anime, sempre e comunque degli enormi - moderatori se potete passatemi il termine - "pipponi mentali". Niente personaggi complessi complessati, niente segreti, colpi di scena. Niente di tutto ciò. Ma in fondo, che problema c'è?
Watashi wa kininarimasu!



9.0/10
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Orbene, "Joshiraku", anime composto da 13 episodi e prodotto nel 2012, si rifà direttamente all'omonimo manga ideato da Kouji Kumeta, il creatore di "Sayonara Zetsubou Sensei".
Come sempre abbiamo un'opera straordinaria, di certo complessa e non solo per un forestiero, quanto anche per un nipponico stesso, dacché i riferimenti sono costanti e totali. Difatti, così come in SZS, sebbene ci sia un sostrato di trama, tutto ruota in modo tale da satireggiare qualunque tema capiti sott'occhio.
Lo sfondo narrativo contempla cinque ragazze, di cui credo quattro sopra i 21 anni e solo una sotto (questo è dovuto al fatto che solamente Kigu non può bere alcolici e ciò è mostrato più volte), tutte rakugoka. Il rakugo è abbastanza importante, funge un po' da pilastro centrale, poiché i giochi di parole, su cui esso si può basare, sono una costante in ogni episodio. Non tutti sono impressionanti, ma in generale divertono, soprattutto quando gli stessi personaggi si rendono conto di quanto siano pietosi.
Ora, pur avendo delle protagoniste noi non abbiamo una trama, difatti generalmente ciò che può osservarsi è ad esempio una semplice diatriba, nella stanza dei vestiti, su di un argomento a caso, uno di quelli che normalmente può saltar fuori in un discorso fra vecchi amici, che però si estende grazie alla spaziosa cultura delle ragazze, le quali iniziano a citare, ad esemplificare e quindi a motteggiare tuttò ciò che vien loro in mente per associazione d'idee.

Si parte dalle frecciate alla Corea del Nord, alla Cina e agli USA, fino ad arrivare alle critiche per il panico di massa relativo alle radiazioni, al vecchio primo ministro e così via. Citazioni di film, di anime, di opere letterarie, ovviamente, abbondano.
A volte può capitare che le giovani facciano una passeggiata in un qualche quartiere di Tokyo, con conseguente descrizione minuta sia dell'anima che il suddetto ha, sia dei negozi, delle vetrine, delle strade, dei templi, rendendo il tutto verosimilissimo.
Un po' più rare, anche se non inesistenti, sono le scene più filosofiche o perlomeno sensibili. Ne ricordo, al momento, solamente una, quella relativa alla farfalla, nel finale del 9° episodio. Molto presente è il fan-service, anche se semplicemente presente per criticare il fan-service stesso.

Le cinque protagoniste, ovviamente, sono molto stereotipate e hanno un carattere ben preciso, il quale è utilissimo in un'opera in cui le prese in giro sono costanti. La quarta parete, d'altronde, non esiste ed esse non perdono occasione per intervenire parlando dell'anime stesso di cui fanno parte, dello studio J.C. che le ha prodotte, dei produttori medesimi, degli spettatori! Si crea, perciò, un forte legame fra l'anime e lo spettatore, il quale non solo è, diciamo, tenuto all'erta da tutti i riferimenti che in parte conosce (qualora sia giapponese), ma viene anche trascinato all'interno della storia a causa della mancanza della quarta parete scenica.
A mio parere, qualora qualcheduno abbia apprezzato le tre serie di SZS dovrebbe guardare anche "Joshiraku", che porta con sé tutta quella forza creativa che Nozomu esprimeva. Un'opera strabiliante, certo complessa per un italiano, ma che intrattiene e accultura.



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"Natsuyuki Rendez-vous" aveva offerto, nei primi episodi, tutte le premesse per essere il miglior anime della stagione estiva 2012. Dove queste premesse siano andate a finire potremmo benissimo immaginarlo.
Il nostro protagonista è Hazuki, un ragazzo che passando ogni giorno davanti al negozio di fiori vicino casa sua si innamora della fioraia che vi lavora, Rokka. Dopo continue e speranzose visite senza successo, Hazuki decide di iniziare a lavorare part-time nel negozio. Il suo idilliaco sogno di corteggiamento sembra andare in frantumi quando, entrando in casa di Rokka, esso vede un fantasma. Poco ci metterà questi a dire ad Hazuki di essere Shimao, defunto marito di Rokka, che non ha intenzione alcuna di permettere al ragazzo di conquistarla.
Le premesse sopra citate erano belle che buone e in modo altrettanto bello che buono sono state giocate a carte.

Primo fra tutti, "Natsuyuki Rendez-vous" spiccava per essere la trasposizione animata di una storia josei, quindi una storia sentimentale trattata con un'introspezione e uno spessore maggiori rispetto al solito shoujo.
Secondo, l'ambientazione slice of life, che dava ampio spazio al paesaggio del negozio di fiori, premettendo di darne anche una vista più minuziosa e particolareggiata, in quanto è assai rara una locuzione come questa in un genere diverso dal josei.
Terzo, un protagonista maschile volenteroso, impetuoso e imbarazzato, narratore che avrebbe dato alla storia una visione diversa e interessante. Quarto e ultimo punto, il fattore sopranaturale: un fantasma imprigionato nell'abitazione soprastante il negozio, che impedisce in tutti i modi ad Hazuki di fare concentrare l'attenzione di Rokka su di sé. Il personaggio di Shimao, il fantasma, concedeva un'introspezione piuttosto minuziosa sia da vivo sia da morto, in quanto da vivo era un ragazzo debole e malato, costretto in ogni occasione a doversi limitare per via della propria malattia, e in conseguenza di ciò la narrazione dei suoi pensieri malinconici, ma al contempo rassegnati, e la visione che vi si dà quando si trova a essere un fantasma è ben più aggressiva e decisa, nonostante la sua essenza trasparente e informe non gli permette di agire in alcun modo.

Dopo i primi episodi, dove si vede la presentazione generale della storia di tutti, tranne quella di Hazuki della quale non si avrà mai conoscenza, si passa a un punto di svolta piuttosto rilevante. Tutte le premesse che ben si erano fatte strada fin da subito vengono irrimediabilmente trascinate, smagrite, estremizzate e allungate al fine di rendere una situazione al limite del pietoso e del noioso.
Non si può accusare la storia di essere diventata mielata e petulante, quanto più i tempi in cui la si racconta. Gli episodi si trovano a essere fermi, con pochissimi punti di svolta in cui si cerca di dare incoraggiamento al fine di riuscire a vedere il prossimo episodio. Tutto fa presupporre il finale più scontato, comodo e naturale che si potesse pensare e vi sarà dato su un vassoio d'argento.

Tutto, ma proprio tutto, viene buttato nel cesso dopo la metà degli episodi, finendo irrimediabilmente per rendere "Natsuyuki Rendez-vous" un flop narcotizzante.
Sotto un punto di vista grafico non c'è niente di male da dire, il che mi rende almeno soddisfatta di non aver perduto parte dell'estate a visionare questa serie. Ci troviamo di fronte a un'ambientazione per la maggiore composta da elementi floreali e paesaggi piuttosto tristi e malinconici. Visto graficamente, l'anime è piuttosto godibile e suggestivo, senza troppe musichette piangi budella e scene di clamoroso alienamento sentimentale. Vi è cura del particolare e attenzione per una caratterizzazione precisa in quelli che sono i curiosi luoghi delle vicende.

Nonostante nel suo complesso l'anime risulti mediocre, una sua visione continua e costante può rendere, magari, tutta la storia un po' più veloce e allentante, in quanto la trama a malapena si regge su pochi colpi di scena che, se visti in modo lento e discontinuo riescono a rendere pienamente la scadente qualità dell'anime.
Consigliato agli amanti del genere sentimentale e slice of life e sopratutto a quelli che aspettavano una storia d'amore più matura e ricercata in un panorama d'animazione che ve ne contava pochi altri titoli.