Hayao Miyazaki non ha mai avuto molti peli sulla lingua, e anche questa volta in un'intervista televisiva ha voluto far sapere agli spettatori le sue impressioni non proprio positive sull'industria degli anime. In particolare, il celebre regista giapponese ha sostenuto che la crisi degli anime è una diretta conseguenza di staff composti interamente da otaku “che non spendono tempo a guardare le persone reali” e che per tale ragione “sono esseri umani che non rivolgono la loro attenzione verso altri esseri umani”.

Miyazaki ha poi spiegato il suo pensiero, affermando che secondo lui l'animazione è un qualcosa che può essere fatto solo da coloro che sono in grado di osservare gli altri e la realtà che li circonda, cosa che però mancherebbe nell'industria degli anime moderna, sempre più dominata dalla componente otaku.
Come detto, il buon Hayao non ha mai avuto peli sulla lingua – in tal senso basti ricordare il suo giudizio senza appello nei confronti dell'iPad (di cui paragonò le gestures all'atto della masturbazione) – ma in questo caso ha davvero ragione? A voi il giudizio.

Miyazaki ha poi spiegato il suo pensiero, affermando che secondo lui l'animazione è un qualcosa che può essere fatto solo da coloro che sono in grado di osservare gli altri e la realtà che li circonda, cosa che però mancherebbe nell'industria degli anime moderna, sempre più dominata dalla componente otaku.
Come detto, il buon Hayao non ha mai avuto peli sulla lingua – in tal senso basti ricordare il suo giudizio senza appello nei confronti dell'iPad (di cui paragonò le gestures all'atto della masturbazione) – ma in questo caso ha davvero ragione? A voi il giudizio.
Fonti Consultate:
Anime News Network
Rocket News 24
Non mi pare che gli anime vengano guardati solo dagli otaku... e come dire che la tv la guarda chi non fa niente tutto il giorno...
tutto va fatto con moderazione anche gli anime. Vero è che non avrebbero guadagnato cosi tanto su merchandising, ma non possiamo proprio dire che non esisterebbe....
Comunque sia in gran parte ha ragione, tanti anime e film sono fatti da otaku per otaku, il pubblico fuori da questa categoria giustamente non è attratto (mi ci metto anch'io).
Oshii quando diceva "Faccio i film per me stesso", s'è beccato 200 insulti quando dovrebbe essere la realtà. Il regista fa cose perchè in primis devono piacere a lui e non fare per incontrare i gusti del pubblico. Meglio fallire sperimentando qualcosa che fare film o serie TV con lo stampino.
Il messaggio di Miyazaki è un inno alla libertà creativa degli autori prigionieri di un pubblico e di scelte imposte dall'alto dagli studios di produzione.
Il discorso di Miyazaki si può universalizzare al mondo del cinema in generale.
Certo, le lamentele verso l'animazione moderna nel nostro sito sono all'ordine del giorno, ma se a farle è addirittura un "addetto ai lavori" la cosa fa riflettere.
Che intendi dire con queste parole? Sono poco pratico di questi termini, ti dispiacerebbe spiegarmene il significato se hai tempo?
E' la classica mentalità da nonno che dice ai nipoti "ai miei tempi..." ecc.
Non vedo poi come le sue parole possano influenzare l'industria moderna. Non è che adesso smetteranno di colpo di fare roba per otaku.
Affermazione totalmente condivisibile e allargabile all'arte in generale: quando un artista si isola non ha più niente di utile da dire all'umanità per elevarla. E' questo infatti lo scopo dell'arte.
Guardiamo ai grandi maestri del passato. Perchè le loro opere oggi sono ancora importanti ed oggi si fa davvero tanta fatica a trovare un titolo degno di lode? Perchè l'offerta è tanta e le proposte derivano non più da autori con un percorso significativo alle spalle. Per fare questo mestiere bisogna prima di tutto essere in grado di comprendere la realtà che ci circonda. Capisco che questo storicamente parlando è un enorme periodo di crisi e che si faccia davvero tanta fatica a comprendere la realtà che ci circonda. Ma l'animazione, che per me è una forma d'arte non può essere fatta dagli otaku. E' come dire ''mi piacciono i manga e da grande diventerò un mangaka''. Non si può decidere di fare un lavoro solo perchè si ha la passione per i manga o gli anime. Si deve avere la predisposizione, che è una cosa ben diversa. E questo vale per tutti i mestieri. E' ovvio che ognuno deve fare nella vita ciò che gli piace, ma bisogna anche rendersi conto se la cosa che piace è una cosa che si può fare o meno.
I grandi artisti non si isolavano, non erano degli otaku incalliti. Come avrebbe potuto Dante scrivere la divina commedia se non avesse cognizione della crisi del suo periodo, come avrebbero potuto i grandi filosofi filosofare se non fossero scesi per le strade e avessero avuto modo di comprendere la realtà? Ma gli esempi che si possono fare sarebbero tantissimi... Bisnogna conoscere la realtà ma per farlo bisogna astrarsi da essa. Ma astrarsi non significa isolarsi. L'astrazione è il guardare le cose da fuori, uscire da una realtà immanente per poterla studiare. E' così che sono nate le grandi opere ed è così che da sempre va avanti il mondo.
Non credo che lui voglia cambiare l'animazione, sta solo dando un parere sulle tendenze generali degli ultimi tempi da persona che lavora nel settore. E' legittimo. Lo fanno gli spettatori, a maggior ragione può esprimere un parere (chiaro, puramente personale) uno che lavora nell'animazione da decenni.
Io credo che ci sia un fondo di verità in quel che dice, poi ognuno la pensa come vuole e chiaramente non saran certo le sue parole a cambiare il corso dell'animazione.
Questo ovviamente non vuol dire che le serie attuali siano tutte per otaku o siano tutte brutte: a me una serie come Kill La Kill, che è a uso e consumo degli otaku vista la mole di fanservice e citazionismo al suo interno, sta piacendo parecchio.
del resto il fanatismo non va mai bene, rovina sempre quel che dovrebbe essere una semplice passione.
"che non spendono tempo a guardare le persone reali"
"solo da coloro che sono in grado di osservare gli altri e la realtà che li circonda"
Innanzitutto generalizzarlo agli "otaku" è sbagliato. Sono concetti che mancano a tantissime altre categorie così come sono convinto che siano presenti in diversi otaku. Perchè continuare a generalizzare e stereotipare le cose?
Ormai il Mondo è tutto un business per cui diciamocelo sulle emozioni, relazioni e concetti vari ci si può passare con una asfaltatrice sopra. Se non lo fai tu ci sarà sempre chi lo farà al posto tuo. Ma questo è un problema che c'è stato GENEROSAMENTE lasciato dalle generazioni precedenti alla nostra. Quando leggo frasi tipo "i giovani d'oggi non hanno più valori" "ai miei tempi"..... Grazie a chi ora io domando?
Miti storici come Miyazaki (di cui ho profondo rispetto) sono leggende ma hanno avuto anche la possibilità di diventarlo. Provate ad andare a chiedere ad una banca un finanziamento per la produzione di un film di animazione, augurissimi.... Avrete anche belle idee, bei concetti, belle speranze ma alla fine potete sfruttarle? Un Miyazaki nato nel 1980/85/90 chi sarebbe diventato? "osserverebbe le persone e la realtà che lo circondano"?
Voi persone "adulte" (ormai anziane) potete benissimo giudicarci ma prima di tutto giudicate voi stessi e pensate se quello che ci avete dato in mano corrisponde a quanto avevate voi.
Tanto per dirne una: cosa intende per "otaku"? Ho visto diverse rappresentazioni dell'otaku giapponese, forse sarebbe meglio specificare.
Leggendo il titolo dell'articolo credevo si riferisse all'eccesso di attenzione al pubblico otaku del moe, a cui sempre più spesso vengono forniti prodotti con personaggi fin troppo stereotipati, storie sempre simili e fanservice ecchi e moe a non finire (spesso l'elemento a cui si da maggior attenzione).
Non dico che tutti i titoli di oggi siano da buttare, io non sono il tipo che rimpiange gli anime del passato e qualcosa di buono riesco sempre a vederlo, ma in effetti condivido l'impressione che ultimamente i titoli che ho descritto sopra siano aumentati.
Alla fine mi pare che Miyazaki si lamenti di altro, ma boh, non riesco mica a capire cosa intende davvero.
il moe moderno (personalmente non reputo antenato del moe il kawaii di Tezuka) è nato con gli OAV post-Macross da otaku di seconda generazione (Iczer, Orguss ecc...), nella seconda metà degli anni '80. Adesso quella tendenza è stata ripresa: ad esempio Elfen Lied sembra un incrocio tra Iczer, per il miscuglio di generi e l'ecchi splatter, Chobots e Nagai. Anche Angel Beats, in cui i personaggi parlano di tutte le loro sfighe alla fine di ciascuna puntata, sembra un po' una cosa già vista negli OAV degli anni '80 e in molti anime precedenti (d'altronde le pop idol in animazione le ha introdotte Macross). Solamente che adesso la qualità registica, di sceneggiatura, di animazioni, di design (oltre che di contenuti) si è abbassata notevolmente, insieme al numero di puntate, per motivi economici (o di crisi economica). E questo è innegabile.
Detto questo, secondo me non tutta l'animazione di adesso è merda, i titoli di nicchia per appassionati, come Gundam Unicorn, o degli anime interessanti (a me piace Steins;Gate, è ottimo), ci sono.
Poi diciamocelo, a parte i titoli meritevoli di oggi, la maggiorparte delle serie di adesso sono fatte da otaku per otaku, una a caso Kill la Kill con il suo citazionismo fine a sé stesso messo lì per fare contenti tutti. Negli anni '80 Tomino gli otaku se li mangiava a colazione, o li faceva riempire di schiaffoni o li uccideva tutti, insieme alle loli. Adesso invece gli anime sembrano dire: essere otaku è figo, continua così! E qui Miyazaki ha ragione, l'animazione dovrebbe uscire dal guscio otaku e tornare ad essere universale, senza cerchie ristrette di appassionati isolate tra loro.
Comunque, non ha tutti i torti, ma non è che una volta non esistessero gli otaku o il fanservice... l'industria dell'intrattenimento ha sempre seguito la strategia di puntare a fette di appassionati di un certo tipo.
Io rimango comunque dell'idea che normalmente a periodi di stagnazione seguano periodi di rivoluzione, un po' come succede nel campo musicale. Certo che se il tuo pubblico si limita ad un cerchia relativamente ristretta a cui piacciono determinate cose, è difficile trovare il coraggio di rischiare, se poi il tuo obbiettivo è solo fare soldi proprio non ci pensi nemmeno.
Interessante sarà vedere in futuro cosa succederà allo Studio Ghibli con la scomparsa dei grandi nomi. Si limiteranno a produrre animazione nello stile di ... o produrranno qualcosa di originale? Anche loro corrono lo stesso rischio...
Comunque, io credo che se dovessimo dare la colpa a qualcuno per questa "crisi" (così dice il signor Miyazaki), dovremmo darla al consumatore anziché al produttore... perché non credo che un certo tipo di animazione venderebbe bene se mancassero gli appassionati di quest'ultima (altresì detti "otaku"). Questa è logica signor Miyazaki... e, che dir si voglia, anche gli anime sono prodotti.
Misa&Ulalà ha fatto, a mio parere, una perfetta disanima del pensiero di Miyazaki: io mi permetto solo di aggiungere che se una persona riesce a fare un lavoro che rispecchia la sua passione e che mentre lo fa si diverte... è estremamente fortunata!
Ciò che davvero ha fatto cambiare il mondo dell'animazione giapponese è l'otaku protagonista -> l'attenzione non è più rivolta al mondo "realistico" bensì a quello che l'otaku percepisce come proprio.
Citazioni ovunque e valori fondamentali modificati portano gli anime a barricarsi sempre di più in ciò che li rende tali e perdono quel tocco di realisticità che riesce a catturare anche i non-fan...il che però viene avvertito poco (o per niente) da chi "ci è nato dentro" perchè lui stesso è già otaku.
I cartoni cercano di adattarsi alla vita reale (il che non significa avere un setting urbano) per colpire lo spettatore, l'otaku adatta la sua vita a quella dei cartoni, i cartoni si adattano alla vita del otaku ed il risultato è il rafforzamento degli stereotipi poichè quelli sono la base delle fiction...infatti se ci fate caso le opere giapponesi sono quelle che più risentono del peso dei clichè, ci vivono...o almeno questa è la sensazione che ho provato io.
In poche parole sono d'accordo con Myazaki, però non considero questo fenomeno una rovina, ma un semplice cambiamento.
Non so quando l'industria è diventata un cumulo di neet sociopatici che si rifugiano nell'animazione cercando character model tutti uguali, romcom incestuose e ragazzine terribilmente carine l'una con le altre, ma tutto ciò è il male. IL MALE.
C'è una carenza d'idee impressionante, basti guardare al numero di anime del 2013 con un minimo di valore artistico e/o qualche idea dietro. Si contano sulle dita: Aku No Hana, Uchouten Kazoku, Kyosugiga, Kill La Kill e pochi altri.
Il MOE è un cancro che sta distruggendo l'animazione giapponese, lo diceva il maestro Nihei, lo diceva il maestro Oshii e ora lo dice il maestro Myazaki. Quanta altra spazzatura slice of life scolastica dovremmo ingoiare prima che l'intera macchina s'ingolfi e inizi a collassare?
Scherzi a parte: la cosa importante è che tutti quelli che lo hanno sempre osannato ora non gli gettino gratuitamente del fango addosso solo perché ha espresso un parere strettamente personale.
A questo proposito, vi riporto un estratto di un piccolo articolo che trovai in una rivista, Digital Japan magazine n° 4, del febbraio 2005:
"Il termine "otaku" deriva dal giapponese "taku", cioè "casa", ed è stato costituito da Nakamori Akio, un famoso mangaka, nel 1983.
Mentre in America ed in Europa ha assunto la definizione di "amante dell'animazione e del fumetto giapponese", in patria si usa in senso dispregiativo, per indicare una categoria di giovani e di adulti inetti, senza vita sociale ed affettiva, perennemente chiusi fra le mura domestiche, davanti alla TV o al computer (in Giappone "otaku" è anche sinonimo di "hacker informatico").
Gli otaku giapponesi non sono in grado di stringere amicizie se non attraverso internet e le chat; trovano momenti di aggregazione soltanto durante le grandi manifestazioni dedicate agli anime, ai manga ed ai videogames. Dopo che Miyazaki Tsutomu, negli anni '80, uccise decine di giovani ragazze perché ossessionato dalla lettura di Lolicon - un manga pedo-pornografico dell'epoca - la parola otaku è divenuta anche sinonimo di "ossessione", entrando nei termini utilizzati nelle diagnosi psicologiche e psichiatriche."
Considerando ciò non me la sento proprio di puntare il dito contro il maestro Miyazaki, che invece ha perfettamente ragione!
Lui sta parlando delle persone che producono gli anime di adesso asserendo che queste persone non hanno abbastanza contatto con la realtà e il mondo che li circonda e mancando questo , secondo lui , stanno portando allo sfacelo l'industria dell'animazione.
Fate attenzione non si rivolge agli otaku-pubblico ma agli otaku-registi/disegnatori/sceneggiatori/quellochestàdietroaglianime
Forse anche il maestro generalizza troppo, ma sinceramente basta guardare la anime chart di ogni stagione per vedere che per molti anime in uscita ha ragione.
Primo. Il problema principale non sono le "serie per otaku" ma l'elevata quantità di queste.
Ringrazio veramente coloro che non osservano la realtà, anche perché se voglio la realtà esco di casa e vado in giro
Seguendo il consiglio di Miyazaki, in futuro, ci saranno soltanto opere "ipocrite" come i telefilm americani e simili... e spero proprio di no
L'arte è prima di tutto intrattenimento e passione, il lato educativo viene dopo
Miyazaki dimentica che se una cosa vende viene sfruttata fino all'osso
p.s. Sono d'accordo con GIGIO
Inoltre penso che se gli otaku sono attualmente tenuti in gran conto non è tanto per la vendita di manga/dvd/bd ma soprattutto e innanzitutto per i gadget e affini (quindi magliette, ciondolini per cellulari, tazze, pure lenzuola e per finire le costosissime action figures che la fanno da padrona). Guarda caso, se inizialmente si puntava agli otaku maschi, adesso si punta a sfruttare un nuovo mercato, quello delle otaku femmine, o meglio le fujoshi o fangirls. L'età di questi "clienti" attuali si è abbassata e di conseguenza si punta su prodotti ad essi più appetibili. Dunque per arrivare a questi potenziali clienti è più efficace che siano altri otaku a svolgere questo compito.
Insomma, la situazione attuale è questa e, volenti o dolenti, c'è poco da fare... Forse quando la situazione economica giapponese e mondiale si risolleverà, potrebbe avvenire un cambiamento, ma ne passerà ancora di tempo.
io pensavo che in questo community ci fossero SOLO Otaku^^...
In Giappone mi chiamavano così a me che rispetto alla maggior parte di voi ho visto e letto praticamente niente =)...
Quindi secondo me è un offesa un po' a tutti noi-.-...io ovviamente nn sono d'accordo...
Be ma sei vai nella news Dynit e Nexo Digital leggerai che c'è gente che ha dato Ghost in the Shell della girella inutile quindi già roba vecchia ehehh Comunque Oshi è sempre vecchia scuola mica ha iniziato ieri la sua carriera è decennale!
Kabutomaru Oshi mi ricordo che si era espresso favorevolmente nei confronti di Madoka Magica, di Nihei non rammento!
dade88 Te lo spiega bene il post di Sonoko, io ho sempre saputo il vero significato di Otaku e mai me lo sono appiopato come quelli di girellaro anche questo usato in modo sbagliato visto che anchesso è dispregiativo e riferito a quelle persone amanti esclusivamente delle serie viste da bambino con doppiaggi e adattamenti annessi storpiati, quindi non segue assolutamente l'animazione contemporanea ed è contrario alla fedeltò ai dialoghi originali, per lui Goldrake è sempre e solo Goldrake e non Grendizer! Quindi il termine è nato per quelli che hanno visto gli anime degli anni 70 ed 80!
C'era una lunga intervista/editoriale di Nihei sul Moe nel volume "noise"
un volume unico edito da panini. Sull'internetto non saprei proprio dove trovartelo
Ora questi otaku (stiamo parlando ovviamente del fenomeno giapponese) fanno parte delle produzioni di serie anime e fanno dei prodotti un po' ad uso e consumo loro senza neanche guardare bene cosa voglia veramente il pubblico...questo però lo fanno anche alcuni registi osannati ad essere sinceri...è un momento dell'animazione nipponica che spero passi velocemente
Mah, io invece sono perplessa.
Personalmente avevo ben capito che parla dello staff e non del pubblico, ma cosa significa?
Se intendiamo "otaku" come quelli della descrizione di Sonoko non mi immagino neanche che vadano a lavorare seriamente, figuriamoci sgobbare dietro alla sceneggiatura di un anime.
Se intendiamo otaku come fanatici del moe e dell'ecchi che vedono le ragazze solo tramite modelli stereotipati allora potrei concordare, ma secondo me è più probabile che la scarsa qualità di certi prodotti non derivi dalla ristrettezza mentale di un otaku, ma dall'avidità di chi è interessato solo al guadagno e non a realizzare un titolo che lasci qualcosa al suo pubblico.
Poi c'è da dire che il termine "otaku" oggigiorno viene usato in tanti modi. Per esempio se non ricordo male in Abenobashi si dice che Sasshi è un otaku dei dinosauri perchè li adora ed è informatissimo a riguardo, pur essendo un ignorante per tanto altro.
Quel che vorrei capire è: di cosa si lamenta Miyazaki nello specifico?
Troppo moe e fanservice ecchi in generale?
Sono d'accordo.
Trame troppo simili e scontate?
Vero per alcuni prodotti, falso per altri.
Personaggi che non dicono nulla e non trasmettono sentimenti con le loro storie?
Idem come sopra, ma se lo estende a tutta l'animazione giapponese non potrei essere più in disaccordo. Se fosse così avrei smesso di seguire anime da un pezzo.
Insomma il punto è che l'affermazione di Miyazaki è troppo vaga, sembra messa lì tanto per lamentarsi. Potrei anche dargli ragione, ma c'è bisogno di un discorso più specifico.
Oshii fa una produzione filmica all'antitesi di quella dell'otaku medio, sia come temi, sia come ritmi che come film in sè. In mano a molti altri registi pro-otaku, Makoto sarebbe stata una super sexy agente spaccantutto con seni in bella msotra.
"C'era una lunga intervista/editoriale di Nihei sul Moe nel volume "noise"
un volume unico edito da panini. Sull'internetto non saprei proprio dove trovartelo
"
In pratica dovrò aspettare una ristampa della Panini.
Mi fido ciecamente della tua fonte, ma per quanto ne so io un otaku ha comunque una vita sociale e lavorativa, cosa che l'hikikomori non ha assolutamente (chi ha visto/letto Welcome to the NHK può capire a cosa mi riferisco).
Che io sappia, il termine "otaku" viene applicato a chi è molto appassionato di un ambito particolare, non solo anime e manga ma anche musica o cucina. E comunque al di fuori del Giappone, negli Stati Uniti e in Europa, il termine ha perso molto del suo significato negativo, quindi è per questo che molti vanno "fieri" di auto-definirsi otaku.
Praticamente ciò che accade in Stand Alone Complex
Ha anche ragione quando dice che "sono esseri umani che non rivolgono la loro attenzione verso altri esseri umani!"
Che piaccia o no, fumetti e animazione sono ARTE FIGURATIVA che attingono dalla realtà per raccontare storie e trasmettere emozioni! Se non cogli la realtà non cogli il senso del messaggio di un manga/anime.
Creare gadgets è ormai la priorità e a volte è dannosa per il prodotto. Un esempio? La politica di fare l'azione contraria dei trasformare un anime in manga!! COWBOY BEBOP insegna!!! Un totale fallimento!!!
Ciò non toglie che in una cosa non concordo con Miyazaki: non capire che senza la passione degli amanti del genere, quest'ARTE sarebbe stata ancora più marginalizzata!
E' vero...ci sono titoli di una banalità assurda, ma che nonostante tutto diventano popolari...Miyazaki dovrebbe chiedersi perchè!!!
Poi se il sensei si rivolge solo alla realtà nipponica, allora bisogna leggere ancora di più "fra le righe"....secondo me....
Visto il suo grande talento, se ci creasse una storia sopra, non sarebbe male!! Sicuramente parlare con l'animazione e i manga lo sa fare molto bene e arriva diretto al cuore della gente!
... poi però ho letto l'articolo e scopro che invece il suo discorso è riferito agli addetti ai lavori e a quel punto non mi resterebbe che prendere la sua affermazione per quella che è, ossia il pensiero di uno che in quel mondo ci lavora da anni, e di conseguenza non è che abbiamo chissà queli elementi per dire che ha ragione o torto.
@ KazuyaRyuzaki: Non sapevo di Oshii, ho appena cercato e ho letto che è un fan di Madoka. Una notizia che mi rende felice, non solo perché sono fan, ma è bello sapere che anche tra i grandi nomi della vecchia scuola c'è chi apprezza il "nuovo".
Mah...sto a 13 episodi visti, ma nonostante l'abitino di Makoto fanservice...poco e niente, complimenti a Kenji Kamiya per non essersi lasciato abbindolare dal pubblico, o forse nel 2002-2003, il pubblico non era ancora così...
" Oshi mi ricordo che si era espresso favorevolmente nei confronti di Madoka Magica"
Esprimersi favorevolmente verso Madoka Magica, non vuol dire generalizzare verso il tutto. Comunque sia, se le serie come Madoka fossero il problema, saremo apposto vista la qualità di questa serie.
Non a caso Oshii l'ha apprezzata come serie, perchè riguardo il tempo, c'è proprio la concezione che Oshii persegue nella sua poetica in tutte le sue opere sin da Beautiful Dreamer (ovvero che esso è circolare).
"Che io sappia, il termine "otaku" viene applicato a chi è molto appassionato di un ambito particolare, non solo anime e manga ma anche musica o cucina."
Appunto! Ho fatto l'esempio di Abenobashi perchè mi è venuto in mente quello, ma sono sicura di aver letto/sentito di tanti altri tipi di otaku in altri manga/anime.
Ragioniamoci su: un appassionato di robottoni che trascura lo studio per vedere i loro anime, si compra ogni modellino a costo di saltare i pasti per avere i soldi e passa le giornate in casa a costruirli anzichè uscire con gli amici, è sempre definibile otaku.
Quindi anche nel caso in cui per un lungo periodo uscisse una grande quantità di anime sui robottoni si potrebbe fare lo stesso discorso sullo staff composto da otaku.
Si pensa agli otaku del moe perchè ora c'è quello, ma teoricamente il discorso di Miyazaki è applicabile a qualsiasi genere.
Certo, lo so che Miyazaki non si lamenta di una presenza esagerata di robottoni visto che la realtà attuale non è questa, ma considerato che l'affermazione che ha fatto, messa lì così senza specificare, sarebbe valida anche in altre situazioni, quanti di quelli che si sono detti d'accordo con lui lo appoggerebbero anche se si parlasse del loro genere preferito?
Non vorrei divagare troppo, ma più rifletto su quel che leggo in questa pagina, più penso che approvare quanto detto da Miyazaki significhi non aver tenuto conto di innumerevoli aspetti.
Da Myazaki mi sarei aspettato maggiormente una critica alla attuale mancanza di fantasia e soprattutto di originalità, avrebbe avuto più senso una critica di questo tipo, a mio avviso.
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