Riportiamo, dietro segnalazione dell'editore J-POP Manga, la seconda parte dell'intervista al traduttore Marco Franca, realizzata con le domande poste dai lettori tramite la pagina Facebook.com/jpopmanga nell'ambito della rubrica #backstagediunmanga.
 

Le interviste di #backstagediunmanga: Marco Franca, traduttore (seconda parte)

Marco Franca traduttore

Pochi giorni fa abbiamo pubblicato la prima parte dell'intervista a Marco Franca per la nostra rubrica #backstagediunmanga. Oggi riprendiamo la nostra chiacchierata, sempre partendo dalle domande dei fan della pagina Facebook.com/jpopmanga.

Questa volta entriamo nello specifico dei titoli J-Pop sui quali Marco ha lavorato o lavora tuttora...

Iniziamo con Mimmo, che chiede: quando hai realizzato che ti avrebbero lasciato lavorare a Devilman, qual è stata la prima cosa che hai pensato?

Ciao Mimmo! Be’, sarò onesto nel dire che ho provato un misto di stordimento e orgoglio: quando ti offrono di lavorare a una serie importante è sempre un grande piacere, perché significa che vieni apprezzato per quello che stai facendo, e poi… si trattava di Devilman, un pezzo di storia del manga, non una serie importante qualsiasi! Il mio secondo pensiero poi è stato rivolto al fatto che sarebbe stata -se non sbaglio- addirittura la quarta traduzione italiana: se da un lato avere dei termini di paragoni può mettere un po’ di pressione, dall’altro ti porta a considerare che quando un titolo di qualunque ambito (letterario, cinematografico, fumettistico, ecc…) viene riproposto più volte, ogni nuova edizione dovrebbe almeno nei propositi cercare di superare quelle precedenti. Ho lavorato quindi su Devilman con molto entusiasmo e passione proprio per provare a realizzare questo intento, puntando a mantenere il massimo della fedeltà dei dialoghi di Nagai… e sperando di esserci almeno in parte riuscito!

Gabriele Bertolotti vorrebbe invece sapere qual è o quale è stata per te l'opera più difficile da tradurre e per quale motivo.

Ciao Gabriele, il manga più difficile da tradurre che abbia affrontato è sicuramente Axis Powers Hetalia per tanti motivi: oltre ad avere una mole notevole di testo su ogni singola pagina, non presenta una struttura lineare nella storia (dopotutto è uno yonkoma, le strisce a fumetti da quattro vignette); l’avere piccoli episodi autoconclusivi senza una consecutio tempore è una grossa difficoltà per chi traduce, perché, in caso di dubbio su battute estemporanee o a bruciapelo, si hanno meno appigli a cui aggrapparsi. Ci sono poi autori che sono molto prolissi e precisi, quasi ridondanti nell’uso della lingua; l’autore Hidekaz Himaruya, invece, usa un giapponese estremamente sintetico, probabilmente per il ritmo incalzante nelle battute che questo genere di manga richiede, e questo può essere un ulteriore problema quando ci si trova davanti a espressioni incerte (pronomi di cui non è chiaro a cosa si riferiscono, termini che possono avere duplici significati…). All’autore poi piace giocare con la lingua, quindi presenta molto neologismi, termini nati dal web, onomatopee o espressioni (del tutto inventate) caratteristiche per ogni personaggio e occorre perciò fare sempre tanta ricerca e prestare molta attenzione. Fortunatamente però ci si può aiutare con internet: in rete esistono molti gruppi di fan della serie e su alcuni aspetti ho chiesto pareri proprio ad appassionati giapponesi per avere dei riscontri sulla percezione che un parlante nativo ha delle “parlate” dei vari personaggi o semplicemente per conoscere i riferimenti ad alcune gag. Tradurre serie del genere, per quanto faticoso sia, resta però un’esperienza molto stimolante.

Per finire invece lasciamo spazio alle numerose domande di Francesco: dalle serie che traduci o hai tradotto, si può dire che preferisci lavorare coi seinen? Tradurrai mai un manwha coreano? Liar Game è cervelloticissimo... com'è lavorare a serie del genere? Ti è mai capitato di dover lavorare fino a notte fonda per rispettare una scadenza? Come definiresti lo stipendio di un traduttore come te? Cosa fai nel tempo libero? C'è un manga/manwha ancora inedito che vorresti vedere pubblicato in Italia da J-POP?

Ciao Francesco. Sì, prediligo lavorare sui seinen: anche da lettore ormai continuo a seguire solo serie per quel target, quindi opere più mature e complesse che mi stimolino più per l’intensità emotiva e narrativa che per l’azione della storia. Non a caso, tra i manga che ho tradotto, uno che ho veramente amato al punto da emozionarmi quasi solo a guardare una tavola è The Climber che sorprende il lettore molto più per quello che evoca che per quello che succede.

Sui manwha coreani direi che è impossibile: del breve corso di coreano fatto all’università ricordo giusto tre o quattro parole!

Liar Game è un bellissimo titolo che amo leggere con tutti i suoi geniali colpi di scena, ma proprio per questo richiede molta pazienza e attenzione: lo svolgimento dei vari giochi spesso è molto intricato e sbagliare la traduzione di una spiegazione potrebbe inficiare la comprensione di un intero volume. Fortunatamente Shinobu Kaitani è un autore molto preciso e meticoloso e non ricordo mi sia mai capitato un passaggio ambiguo che non mi facesse tornare i conti: spesso, infatti, torna a ricordare più e più volte le regole ai lettori senza essere mai avaro di parole, in modo che non ci siano fraintendimenti e tutto scorra liscio. L’attenzione maggiore quindi devo riporla nella fase di rilettura e correzione, dove devo accertarmi di non aver confuso -per distrazione- nomi o numeri.

Riguardo a stipendi e orari di lavoro devo dire che sono cose che variano molto da traduttore a traduttore, visto che normalmente si lavora come freelance: ovviamente più sei bravo e rapido nelle lavorazioni, maggiore sarà il numero di albi tradotti al mese e maggiori i guadagni. è un lavoro che comunque dà molta soddisfazione: vedere solamente un volumetto con sopra stampato il proprio nome rende abbastanza orgogliosi. In più fare il traduttore offre grandissima flessibilità, perciò richiede autodisciplina e capacità di organizzare i propri orari: mi capita quindi spesso di lavorare la sera o la notte per recuperare quelle tre o quattro ore “libere” che magari ci si è presi durante il giorno per impegni extralavorativi. Di nottate improbabili quindi ne ho fatte veramente tante. Un episodio su tutti: mi mancava poco per chiudere una lavorazione, così avevo prenotato il ritiro del balloon placement da parte del corriere per le 10 della mattina successiva; convinto di avere tanto tempo a disposizione per fare pochissimo lavoro, ho commesso il grave errore di prendermela molto, molto comoda… anche troppo, ritrovandomi nel cuore della notte che ancora dovevo fare quasi tutto. Alla fine sono riuscito a terminare giusto in tempo, alle 9.30 del mattino con il sole già alto, dopo aver tirato avanti tutti la notte.

Nel tempo libero mi piace andare al cinema e guardare serie tv americane (ne sono letteralmente drogato), ho la passione per il tennis (cerco di giocarci ogni volta che ho un po’ di tempo extra) e provo a mantenermi in forma in palestra. Non sono mai stato uno sportivo, ma la vita troppo sedentaria del traduttore mi sta portando sempre più a esserlo per limitare gli acciacchi dell’età!

Sui manga ancora inediti che vorrei vedere pubblicati in Italia invece non saprei che dire perché soprattutto negli ultimi due o tre anni anni gli editori italiani hanno già iniziato a serializzare quei 4-5 titoli (alcuni anche vecchiotti) che attendevo maggiormente. Resta però ancora in attesa di vedere pubblicata l’opera omnia di Tsutomu Takahashi, il mio autore preferito, ma, data l’accoglienza del pubblico italiano, credo sarà difficile che questo avvenga.

Chiudiamo quindi la nostra (e soprattutto vostra) intervista a Marco, che ringraziamo per la sua disponibilità e per averci raccontato così tante curiosità sul mondo del traduttore di manga!

Ma la nostra rubrica continua: non solo interviste, che pubblicheremo periodicamente qui sul sito, ma anche molte immagini e curiosità che potrete trovare nella nostra pagina Facebook, su Twitter e Instagram cercando l'hashtag #backstagediunmanga!

A presto!