Eccoci vicini ad un nuovo fine settimana pronti a presentarvi un altro partecipante all'Italian Indie Comics Award! Quale? La Calaca de Azùcar di Cristina Guidetti ed Eleonora Gatta!
 
Cristina 'Kokoro' Guidetti è la disegnatrice dell’opera ed è nata a Torino. Ha sempre avuto una buona predisposizione per il disegno già da bambina, ma il periodo durante il quale ha impugnato realmente la matita per disegnare qualcosa che potesse sentire suo è stato durante gli anni delle medie: il periodo più solitario e triste della sua adolescenza. Disegnare a quei tempi per lei era come scappare dalla realtà, ritrovando nei suoi personaggi qualcosa che nel mondo reale non riusciva ad ottenere. Quando ha iniziato a frequentare il liceo ha incontrato diverse persone che nutrivano la sua stessa passione per il disegno, ma raramente mostrava le sue opere non trovando spesso il riscontro che desiderava viste le tematiche cupe e negative che presentava. Questo però non ha fermato le sue aspirazione artistiche che negli anni successivi ha cercato di coltivare frequentando la scuola Internazionale di Comics, studiando fashion design, seguendo un corso di illustrazione digitale, studiando illustrazione editoriale e partecipando, infine, ad un paio di mostre collettive. Dal 2007 al 2009 ha pubblicato su Mondo Japan una storia shojo a piccoli capitoli, Il Teppista + Giulietta, e proprio nel 2007 ha iniziato a partecipare a concorsi vincendo la categoria "Miglior Tavola Manga" del Premio Pietro Miccia di Torino Comics (negli anni successivi è spesso arrivata tra i finalisti, vedendo anche la sua opera Cherry pubblicata dalla Teke Editori). Nel frattempo conobbe su internet un gruppo di fumettisti con i quali continua a collaborare tutt'oggi, ovvero il gruppo di Taboo! (all’epoca Fattore Manga), una presenza fissa alla Self Area di Lucca Comics da molti anni. Infine durante questi ultimi anni si è appassionata di webcomic, ha conosciuto Eleonora (con la quale condivide la maggior parte delle idee, provando insieme questa vita, che entrambe definiscono tortuosa ma ricca di aspettative) e collabora con il LevelUp! Project.
Fino a qualche tempo fa era Masakazu Katsura l’autore al quale faceva più riferimento, ma ormai ha cambiato totalmente tale mentalità. Nel suo tratto possiamo infatti trovare maggiori richiami alla scuola Disney e alle opere di Ashley Marie Witter, ma non smette mai di cercare nuovi riferimenti, sia su internet che per le fiere del fumetto, come se stesse costruendo un enorme puzzle che si riempie sempre di nuovi riferimenti che cerca di far suoi, senza però arrivare mai a copiare o emulare qualcuno. Le sue opere a fumetti preferite sono svariate e spaziano tra tutti i generi (quello che importa è che abbiano saputo trasmetterle qualcosa) e sono: La Maschera di Vetro, Fruits Basket, Lamù, Berserk, Card Captor Sakura, Sakuragari, Watersnakes di Tony Sandoval, Blacksad di Juan Guarnido, Paperdinastia di Don Rosa (che possiede autografato e conserva come il suo piccolo tesoro) ed ovviamente Intervista col vampiro di Ashley Marie Witter.

Eleonora 'Lelecat' Gatta è nata a Torino ed è la sceneggiatrice dell’opera. Anche lei ama il disegno come la sua collega, iniziando a farlo un po’ più seriamente ai tempi della seconda media. Per quanto riguarda la sua passione per la scrittura essa è invece venuta a palesarsi non molto dopo, in terza media. Ha iniziato scrivendo una storia fantasy di tipo classico, sebbene fosse profondamente influenzata anche dalle classiche tematiche shojo, riuscendo a portarla a termine entro il primo anno di liceo. Successivamente si è dedicata ad una storia shonen, che però al momento è rimasta incompiuta, come molti suoi scritti successivi, le sue opere ai quei tempi avevano sempre tematiche tragiche e sanguinolente che non inducevano a proseguirle dopo un certo punto. Nel 2012 le cose però son cambiate quando ha vinto il terzo premio, con la critica dei bambini, in una mostra nella quale aveva partecipato presentando una coppia di orsi bianchi accoccolati (una piccola soddisfazione della quale va molto fiera). Tra questo e la presenza di Kokoro al suo fianco è riuscita ad ammorbidire ed arricchire le proprie storie invertendone le tematiche, che ora tratta solo in disegno. L’unico riferimento artistico che ha sempre seguito è stato Masashi Kishimoto, essendo lei una grande fan di Naruto, tanto che spesso e volentieri tentava di sfruttare il suo stile ricreando qualcosa per sé. Per quanto riguarda la scrittura invece adora Oscar Wilde ma tenta di prendere esempio da Rick Riordan ed Edgar Allan Poe per quanto riguarda le tematiche.

Ecco di seguito la trama di La Calaca de Azùcar:
 
La storia è ambientata in New Mexico, USA, e ha inizio il 1 Novembre del 2011, circa un anno prima della fine del mondo del calendario Azteco. Mordecai, il protagonista di quest'avventura, deve dare un esame all'università che si trova a Dallas, ma durante il tragitto in jeep un temporale lo porta ad una deviazione di percorso, finendo così dentro la città di Esqueleto, dalla quale non riuscirà più a ritrovare l'uscita per continuare il suo viaggio. La volontà di ottenere la libertà lo porterà a fare qualsiasi cosa, anche mettersi contro ad una divinità azteca, Emanuel, un ragazzo particolarmente eccentrico che giusto prima dell'arrivo di Mordecai è stato privato di un medaglione dai poteri misteriosi, al quale pare essere attaccato in maniera morbosa. La divinità pare controllare tutti gli abitanti con una potente maledizione, che li costringe a perdere metà della loro anima per venir sostituita con una metà animale, di cui sarà vittima anche Mordecai stesso. Il ragazzo si ritroverà così a muoversi fra i fili di un gioco ordito da più di una divinità rinchiusa in quella cittadina dalle tinte messicane, e grazie a nuovi inaspettati incontri prenderà coscienza dei suoi abitanti, della magia che vive in loro, del loro passato, e della maledizione della quale sono schiavi...

La Calaca de Azùcar è un fumetto che ha il suo maggior punto di forza nel suo voler abbracciare la tradizione messicana ed azteca per creare un’opera sorprendente. Parliamo proprio di un’opera che cerca di mischiare un disegno pulito e ben rifinito ad una trama che promette numerosi colpi di scena e tanta avventura. Il fumetto è solo agli inizi (è partito in pratica all'inizio del nostro concorso), ma nella pagina Facebook dell’opera si trovano già le prime 25 pagine e di certo possiamo dire che le premesse sono molto incoraggianti: la maledizione che ricopre la città offrirà numerosi spunti alla narrazione ed il cuore pulsante dell’opera, ovvero i continui richiami ad una cultura così misteriosa e mistica come quella del centro America, è un argomento inusuale e ricco di spunti da cui le due autrici sanno sapientemente attingere a piene mani interessando il lettore e dimostrando con un'accurata cura dei dettagli che la loro non è solo una semplice e mera curiosità, ma una vera e propria passione.
 

Per quanto riguarda il comparto grafico, invece, la colorazione de’ La Calaca de Azùcar è davvero una piccola perla, chiara e limpida conseguenza di come le autrici abbiano preso seriamente il loro compito di riproporre un’opera a tema azteco riuscendo perfettamente a scegliere i toni di colore più adatti da utilizzare e rimanendo coerenti anche nei più piccoli dettagli, come un pancake o una semplice divisa. Ogni tavola, ogni vignetta, ogni gradazione di colore, diventa così un chiaro richiamo ai colori e luci di quella terra trasmettendo vividamente al lettore quell'atmosfera mistica e fortemente caratteristica tipica di questo tipo di ambientazioni lasciandolo stregato in attesa delle prossime tavole. Grazie a tutto questo l'opera ha avuto fin da subito un buon seguito di fan e le due autrici hanno recentemente annunciato che entro il primo trimestre del 2017 potremo trovare la versione cartacea dalla loro opera grazie ai ragazzi di Kasaobake che ne hanno capito le potenzialità in anticipo rispetto a tutti gli altri.

Ecco infine l’intervista a Cristina ed Eleonora:

Benvenute al nostro Italian Indie Comics Award Cristina ed Eleonora! Adesso è il tempo delle domande: siete pronte?

Prontissime!

Con che stile preferisci disegnare? Quali tecniche usi?

Kokoro: Lo stile con il quale preferisco disegnare è il mio, semplicemente. Anche se inizialmente potevo avere delle caratteristiche manga (ma qui si parla proprio dei primi anni dove avevo impugnato la matita), successivamente ho iniziato ad acquisire uno stile che, immagino, sia difficile associarlo ad una categoria precisa. Probabilmente è uno stile manga/francese, ma non ne sono sicura manco io! Ho due stili in particolare, che adatto a seconda delle esigenze: il primo è più "sporco", decisamente più abbozzato, pieno di pieghe nei vestiti, ombre fatte direttamente con la matita, mentre l'altro è più pulito, meno abbozzato. Quest'ultimo lo sto usando ne "La Calaca de Azucar"! La tecnica che preferisco in assoluto è la matita tradizionale per la lineart e poi, dopo la scansione, la colorazione al computer con Photoshop o SAI, ma non disdegno la colorazione tradizionale in acquerello o un disegno completamente in digitale, dipende da quello che devo fare!

Cosa significa per voi fare fumetti? Che cosa differenzia per voi i fumetti da tutto il resto?

Kokoro: Per me fare fumetti è come una battaglia! E' strano ma lo vedo con questo punto di vista, dove io sono il guerriero che si fa strada tra le avversità, e grazie al supporto di chi non mi abbandona e mi sostiene non crollo, è come avere di fianco un mago che guarisce tutte le mie ferite anche nelle situazioni più critiche. E' vero che è un lavoro che amo, una soddisfazione, ma rimane pur sempre un lavoro, e devi essere pronto a tutto! I fumetti sono una passione, un attimo di riposo, un ricordo, un rimpianto, una delusione. I fumetti sono anche una potente arma, la spada del guerriero! Sbam!
 

Cos’è che vi piace del vostro lavoro come fumettisti? E cosa no? Raccontateci una cosa che amate e una cosa che odiate del mondo dei fumetti e del vostro lavoro.

Kokoro: Quel che mi piace del mio lavoro è quando finisco un lavoro, e dato che sono una perfezionista, è davvero quando il tutto ha una sua fine e posso tirare un sospiro di sollievo. E' come vedere il proprio bambino pronto a camminare da solo. Aggiungo che ho incontrato persone meravigliose che, senza il mondo del fumetto, non avrei conosciuto mai! E grazie a loro non vi è competizione, quanto un confronto che ti spinge a migliorarti nel senso buono del termine.
Quel che non mi piace è quando trovi le persone che trasformano il confronto in una competizione malevola, e arriva a volerti screditare anche con i metodi più sporchi, screditando il tuo lavoro e tutta la fatica che vi sta dietro, anche da un punto di vista meramente monetario. Non mi dimenticherò mai la frase "La fumettista? E' meglio se fai l'idraulico!"

Lelecat: Del mondo dei fumetti non apprezzo particolarmente l'ipocrisia. Piccoli atteggiamenti da diva che purtroppo si notano. Poi, io parlo molto da esterna, conosco questo mondo solo tramite Kokoro. Ma da un lato apprezzo molto la sensazione di famigliarità e di gruppo quando riesci a farne parte.
Poi del mio lavoro come sceneggiatrice mi piace molto riuscire a scrivere qualcosa di piacevole e che viene apprezzato, soprattutto dalla disegnatrice considerando che sarà lei a disegnare la storia; non apprezzo, invece, quando il mio cervello decide di non sfornare niente di utile dandomi la sensazione di aver esaurito le cartucce, sigh. Blocchi dello scrittore.

 

Com’è nata la vostra opera? Quali sono i vostri piani per essa?

Kokoro: La nostra opera è nata inizialmente con il desiderio di raggruppare alcuni dei nostri personaggi più amati e ambientarli in un mondo tutto loro, adattandoli alla trama e all'ambientazione! Alcuni erano già stati creati ma non avevano avuto un riscontro soddisfacente, così gli abbiamo dato una nuova vita, in un universo completamente diverso. Sfruttando degli interessi comuni come la passione per il Messico, la mitologia Azteca e la magia, giocandoci sopra, la storia ha iniziato a venire da sè, plasmandosi man mano assieme agli stessi personaggi che sembravano aver trovato il loro posto adatto e perfetto. Abbiamo preso molti riferimenti messicani e abbiamo approfondito le nostre conoscenze sulle divinità attraverso ricerche e visione di documentari inglesi e spagnoli, poi abbiamo creato gli ambienti, la mappa della città stessa, e abbiamo incastonato tutto in maniera che non vi fossero incongruenze o buchi di trama. Poi ci siamo dette: perché non farne un webcomic, dato che abbiamo fatto praticamente tutto? Così ci siamo organizzate, ci siamo spartite i compiti, ed eccoci qua! Speriamo che possa diventare qualcosa di importante durante la sua crescita; che possa essere la storia giusta nata dalla collaborazione fra noi due. I capitoli in totale per il momento sono 5.
 

Com'è lavorare insieme? Come suddividete il lavoro?

Lelecat: Lavoriamo insieme in maniera complementare. Nessuna delle due cerca di prevaricare l'altra, in modo tale da andare su strade parallele che si avvicinano sempre di più! Le nostre idee non sono mai totalmente discordanti, si può sempre trovare uno sprazzo di utilizzo da ciò che si propone per arrivare alla terza soluzione che poi andrò a scrivere meglio nella sceneggiatura.
Per cui, una volta decisa tutta la scaletta della storia, io mi occupo di scrivere una sceneggiatura fluida e chiara per Kokoro in modo tale che lei possa disegnarla, facendo le sue suddivisioni in pagina (e le modifiche nei testi se riguardano il parlato di alcuni suoi personaggi). Ultimamente do i piatti alle tavole, così che poi lei possa rifinirle in un secondo momento, in modo da velocizzarci!


Kokoro: Io mi occupo dei disegni, della colorazione, dell'impaginazione e del lettering! I design dei personaggi li decidiamo insieme, per vedere come potrebbero funzionare meglio; così come decidiamo insieme lo storyboard, in maniera che sia fluido e non sia troppo confusionario in alcune parti! Per quanto riguarda la storia ne parliamo praticamente sempre, così da non fare niente a caso, poiché ogni personaggio ha la sua sfumatura, un suo pensiero, una motivazione per la quale debba comportarsi in un determinato modo!
 

Com'è nata questa passione per il mondo azteco e messicano?

Lelecat: Ho sempre adorato il Messico e la sua cultura. Già dalle medie, mi son portata avanti questa passione per tutto ciò che fosse latino, aggiungendoci pure l'Australia. L'avvicinamento più approfondito, però, alla civiltà precolombiana degli aztechi è avvenuta dopo: dopo una puntata di Teen Wolf, fra l'altro, dove si recavano in Messico! Si nominava una divinità in particolare e la curiosità ci ha portato ad approfondire più di quanto ci aspettassimo, andando a riesumare miti e leggende che non è facile trovare in giro! Rendendole in parte personali, ma lasciando quel tocco di antico che tanto le contraddistingue.

Kokoro: Ho studiato la civiltà azteca alle elementari, rimanendone affascinata, e probabilmente la mia passione per il macabro arriva direttamente da quegli anni...uno dei miei cartoni preferiti di quando ero bambina era " I tre Caballeros"! Già da lì il Messico mi piaceva, ma non l'avevo mai preso in considerazione per una eventuale storia, finchè Lelecat non mi ha fatto riscoprire la passione!


Che studi in particolare avete fatto per quanto riguarda la vostra passione?

Kokoro: Abbiamo acquistato libri in inglese, sia illustrati sia storici(per avere dei riferimenti sia attendibili che figurati); sfogliato numerose pagine internet in qualsiasi lingua ci capitasse (compreso il nahuatl...sigh); abbiamo visionato film e una moltitudine di documentari (ovviamente pochi in italiano sugli aztechi e nessuno in italiano sulle loro divinità, sono molto rari! Li si trovano o in inglese o in spagnolo). In più le divinità azteche hanno subito cambiamenti nel corso dei secoli, e alcune hanno cambiato nome, versione e parentele. Quando abbiamo fatto un approfondimento delle divinità siamo dovute ricorrere anche ad una specie di adattamento delle stesse, per far quadrare tutto quanto. Insomma, è stato uno studio intensivo che però ci ha appassionato sempre, senza mai stancarci. E ancora adesso se scopriamo qualcosa di nuovo è sempre un momento di esaltazione.
 

Adesso soffermiamoci un secondo su una delle più grandi qualità della vostra opera: la colorazione. Quanto è stato divertente ed interessante “giocarci” con questa maestria e coerenza?

Kokoro: Quando si parla di Messico a noi viene in mente il colore, per come viene utilizzato in qualsiasi ambito, dai mercati tipici, dalle stoffe, pure le case sono colorate in maniera molto vistosa! l'associazione dei loro colori è unica (io sinceramente non avrei mai abbinato un blu notte con l'arancione e del verde acceso ad esempio) e loro riescono a rendere tutto così armonico anche addosso a degli scheletri vestiti a festa, che non sono nemmeno un simbolo tanto rassicurante, per dire! Poi i Messicani hanno una cultura legata al sole, e questo rimanda ai colori caldi, per non parlare dei mosaici! Pure le farfalle Monarca, che arrivano in Messico durante i giorni dei morti, sono arancioni e nere! Con il colore non abbiamo ancora smesso di giocarci, infatti volevamo fare un crescendo grafico, dove all'inizio è tutto piatto, e poi man mano, grazie al cambiamento del protagonista, tutto diventa più colorato e con una certa profondità!
 


Cosa amate della vostra opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?

Amiamo tutto di questo progetto! Ogni personaggio all'interno della storia, con le sue caratteristiche fisiche e non; lo stile di disegno ed i dettagli; momenti no-sense durante la narrazione per alleggerire la tensione. In questa storia abbiamo messo tutta la nostra passione, la nostra voglia di regalare una storia piena di antico e moderno fuso insieme, con il giusto equilibrio di sentimento e introspezione, siamo riuscite anche a cambiare versioni di diverse leggende per rigirarle a favore della trama e dei personaggi. Chiunque ha i propri segreti, i propri "scheletri nell'armadio", diciamo, e questa storia è proprio l'esemplificazione di cosa uno scheletro, spirituale, può sostenerci durante le avversità o farci crollare al minimo soffio di vento. E' un progetto a quattro mani che si sta evolvendo grazie a chi ci legge, e se amate intrighi divini, i caldi colori del Messico, personaggi che nella loro semplicità nascondono molto più di quanto non vogliano far apparire, magia e maledizioni, allora dovreste votarci! Noi amiamo La Calaca de Azucar, e se anche voi la amate, è una soddisfazione immensa! Arriba!

Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il vostro pubblico!

Hasta la vista, calaveritas!! ARRIBA! Avete tutti degli splendidi occhi da daino!!
 
 
Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti. Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!