Se c’è un titolo che non ha bisogno di presentazioni quello è Dragon Ball: il battle shonen di Akira Toriyama ha appena raggiunto il ragguardevole traguardo dei 30 anni, e in tutto questo tempo la sua popolarità non ha smesso di crescere, riuscendo addirittura a contagiare una nuova generazione di fan.

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Assodato che nel mondo c’era ancora molta voglia di seguire i combattimenti dei saiyan, una trasformazione dopo l’altra, nell’estate del 2015 inizia così Dragon Ball Super. La tanto discussa, e a volte criticata, serie anime ha anche generato una trasposizione manga, sceneggiata ancora dall’intramontabile Toriyama ma illustrata da Toyotaro, un artista emergente divenuto famoso su internet per il suo fumetto Dragon Ball AF, designato poi dal maestro stesso come suo successore ed erede.

La storia di Dragon Ball Super si colloca all’interno dell’ultimo volume di Dragon Ball, più precisamente diverso tempo dopo il combattimento contro Majin Bu e molto prima dell’incontro tra Goku e Ub al torneo Tenkaichi. Sulla terra si è instaurata una pace fragile che viene spezzata da Beerus, il Dio della distruzione, una divinità risvegliatasi dopo un sogno premonitore riguardo un potente guerriero chiamato Super Sayan God. Da qui in avanti un interminabile numero di scontri, trasformazioni e bizzarri nemici si susseguiranno pagina dopo pagina.

Se avete letto il manga originale, noterete subito come lo stile di Toyotaro somigli molto a quello del Toriyama moderno, il tratto è distinguibile da disegni molto puliti e sfondi ben dettagliati. Al tempo stesso vi è però dell’innovazione, a partire dai fisici più slanciati e snelli allo stile delle inquadrature negli scontri con dinamiche ben coreografate. Il plot è piuttosto semplice e lineare, cosa che permette di controbilanciare l’eccessiva velocità con cui si svolgono gli eventi nei primi capitoli.

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L’edizione Star Comics presenta tankobon di 192 pagine in bianco e nero, senza sovracoperta ma con cover ad alette ad un prezzo di 4,50 euro; i primi due albi, inoltre, contengono degli extra e la doppia intervista a Toriyama e Toyotaro. Vi sono però alcune piccole pecche: nel corso della fase di traduzione e adattamento alcuni dialoghi sono stati cambiati o perduti rendendo poco comprensibile qualche battuta tra i personaggi. Dobbiamo poi riportare la mancanza dell’illustrazione componibile sulla costina presente, invece, nell’edizione giapponese.

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Ora, la domanda che a molti verrà spontanea è: posso leggere il manga di Dragon Ball Super senza aver visto l’anime? La risposta è no, ma tranquilli perché questo "no" ammette un'unica eccezione: ovvero, aver visto i due film “La battaglia degli dei” e “La resurrezione di F”, editi in Italia da Lucky Red. Questo perché il manga non solo sacrifica in pochi capitoli il lungo combattimento con Beerus presente nel film ma, soprattutto, non tratta minimamente la resurrezione di Freezer, confinata a un solo paio di riquadri riassuntivi a posteriori. Questo perché le due prime saghe dell’anime, basate appunto sui film sopracitati, rappresentano un retelling utile ad introdurre la continuazione della saga originale a chi quei due film non li aveva visti. Il manga, per apparire più accattivante nei confronti di chi da lì a poco avrebbe visto le saghe in tv, preferisce introdurre subito una saga inedita, quella su Champa che, informiamo, è già disponibile nel primo volume.

Chi segue, invece, tanto il manga quanto l’anime avrà notato come, pur essendo la stessa storia, spesso dialoghi e colpi di scena siano differenti: questo perché Toei Animation ha lasciato piena libertà a Toriyama nella sceneggiatura del manga dandogli la possibilità di cambiarla a proprio gusto. E, prima che parliate di filler. conviene ricordare che il manga di Dragon Ball Super è canonico nei confronti del manga mentre l’anime è canonico nei confronti della serie Kai, la versione taglia e cuci di Dragon Ball Z rimasterizzata in HD.

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Se quindi l’anime si prende tutto il tempo per esplorare le varie divagazioni della storia, il manga è stato più curato e coerente nella caratterizzazione dei personaggi e nella spiegazione degli eventi, mettendo anche una toppa a tutto ciò che nell’anime non viene spiegato, il tutto senza sacrificare il ritmo e la tensione. A questo proposito, vi ricordate quando abbiamo accennato alla velocità con cui si sviluppa la storia nei primi capitoli? Dalla seconda metà del primo volume, questa velocità va pian piano a rallentare trovando un suo equilibrio, sì scorrevole, ma incapace di minare il ritmo, la tensione ma soprattutto il divertimento.

In conclusione, Dragon Ball Super è un manga leggero e godibile che viene penalizzato nella velocità degli eventi di inizio serie e da una serializzazione mensile anziché settimanale; È un Dragon Ball diverso rispetto a quello con la quale siamo cresciuti, pensato per un’epoca differente, con un pubblico differente, con esigenze differenti. Certo, un’edizione più curata da parte di Star Comics avrebbe impreziosito il valore di un’opera che per i motivi prima elencati parte già svantaggiata, ma per tutti i fan e, soprattutto, i nostalgici di Dragon Ball, resta un acquisto piacevolmente obbligato.
Si ringrazia per la realizzazione del video lo staffer Kouga, e i ragazzi della Brigata Nekketsu.