TOKYO - Jason e Nicole Francis hanno deciso di fare la luna di miele in Giappone, assaporando gli splendidi templi dell'antica capitale di Kyoto e rilassandosi in un resort fra i vapori delle terme private. 
Più tardi, travestiti uno come un enorme dinosauro verde lime e l'altro come un idraulico con la tuta rossa, sono saliti in sella ai go-kart e hanno scorrazzato per le vie di Tokyo.

"Ho scelto Yoshi perché lo scelgo sempre anche nel videogioco" ha detto il 35enne Jason, che lavora al pronto soccorso nel New Jersey, mentre spiegava il perché della sua scelta.
 

Il videogioco di cui parla è naturalmente il celebre Mario Kart, molto popolare e disponibile nel tempo su varie console della Nintendo ed ormai famoso in tutto il mondo.

La novità ora sono dei tour organizzati che permettono di scorrazzare per le strade di Tokyo e di altre città a bordo di go-kart a tema, provvedendo anche tutti i costumi. La compagnia, MariCar, dice di essere sommersa di prenotazioni ogni mese e che la maggior parte sono turisti stranieri.

Seguendo questa tendenza molte compagnie si sono messe a proporre i turisti ciò che in genere viene considerato "puramente giapponese".  Ma mentre i turisti si godono i loro tour sui go-kart, sfrecciando fra le nuvole di fiori di ciliegio e scattandosi qualche selfie in kimono al 99% poliestere, alcuni locali storcono il naso.
 

I clienti del MariCar sfrecciano per il quartiere di Shibuya, per il centro di Tokyo e sul Rainbow Bridge nella Baia di Tokyo. Celebrità come Kim Kardashian e Hugh Jackman hanno postato i rispettivi video che ritraggono questi gruppi di go-kart.

La MariCar sta però combattendo contro la Nintendo che la accusa di aver infranto il copyright. La compagnia, che ha aperto i battenti l'anno scorso a Tokyo, dice di aver ottenuto i relativi permessi prima di muoversi. La Nintendo ha risposto facendogli causa, chiedendo il risarcimento per danni e impedendo il proseguire dell'attività incriminante. Il dibattimento in tribunale tra le due compagnie è cominciato ad aprile...

Fonti consultate:
Neogaf
The Wall Street Journal