Secondo la definizione del Ministero giapponese della Salute, del Lavoro e degli Affari Sociali, con il termine "hikikomori" si identificano le persone di ambo i sessi che rifiutano ogni contatto sociale e si rinchiudono deliberatamente in casa per un periodo continuativo di minimo sei mesi. Nella maggior parte dei casi, queste persone vivono con i propri genitori, ma senza mai uscire dalla loro stanza e senza essere capaci di provvedere da soli ai loro bisogni come lavarsi o mangiare. Inoltre sta aumentando l'età dei soggetti coinvolti, mettendo così in evidenza che questa non è più solo una fase che attraversano gli adolescenti impauriti dal loro futuro.
 

Ma di che numeri stiamo parlando? Che fetta della popolazione è coinvolta in questo fenomeno? Secondo uno studio condotto alla fine del 2015 e pubblicato a settembre del 2016, si stimavano circa 540.000 hikikomori sparsi per tutto il paese; di questi, circa il 35% viveva in questa condizione da più di 7 anni.
Se confrontato con un'analoga ricerca condotta 5 anni prima, sembrerebbe che il loro numero sia calato di circa 150.000 unità, ma c'è da considerare che nei dati raccolti non sono stati contati i soggetti con meno di 15 anni o con più di 40. Aggiungendo che spesso queste persone non hanno contatti con ospedali o strutture analoghe, se ne può dedurre che la stima è sicuramente per difetto, essendo gli hikikomori, per loro natura, invisibili alla maggior parte della società e anche alle strutture che effettuano questi studi.
 

Isao Sakamoto, presidente della KHJ Zenkoku Hikikomori Kazokukai Rengokai (KHJ National Hikikomori Association of Families Federation), ha dichiarato: "Gli hikikomori sono isolati all'interno delle loro famiglie e le loro famiglie sono isolate all'interno della società; non devono incolpare se stessi per avere un familiare hikikomori, ma devono trovare invece la forza di farsi aiutare e di non restare da soli".
Sembra che un terzo di essi soffra di disturbi mentali come schizofrenia e depressione, un terzo di problemi di sviluppo e i restanti di turbe varie della personalità. Le cause scatenanti possono essere molte, ma le più frequenti sembrano essere i maltrattamenti subiti da bambini e adolescenti come il bullismo scolastico o nelle persone più grandi il mobbing nell'ambito lavorativo. Da non dimenticare anche l'anaffettività in famiglia con totale mancanza di comunicazione, che induce questi soggetti a chiudersi ancora di più in loro stessi.
 

Andando a prendere ricerche effettuate in loco, in varie prefetture, si evince che moltissimi hikikomori hanno superato i 40 anni e la stima totale del fenomeno in tutto l'arcipelago supera il milione di individui. Un nuovo sondaggio condotto dalla KHJ Zenkoku Hikikomori Kazokukai Rengokai ha rivelato che l'età media di un hikikomori è 34,4 anni, quattro anni più alta della media rispetto a 10 anni fa.
Questo significa anche un aumento dell'età dei genitori o comunque dei familiari che si prendono cura di queste persone. Il fenomeno è stato ribattezzato "problema 80-50" per indicare genitori di 80 anni che mantengono con la loro pensione i figli di 50, reclusi in casa e perciò senza un lavoro.
 

Molti di questi anziani sono preoccupati perché non sanno cosa succederà alla loro morte, chi si occuperà dei loro figli. Più il tempo passa, più gli anni di autoreclusione aumentano e più è difficile per queste persone uscire dalla loro condizione.
Se è relativamente facile curare i casi recenti, attraverso percorsi psicologici e medicinali, è altrettanto complicato e quasi sempre fallimentare farlo con soggetti che ormai hanno superato la mezza età. Spesso si instaura un clima anche di violenza all'interno delle case in cui vivono, con le famiglie che diventano anch'esse ostaggio del malato, cadendo in uno stato di paralisi mentale ed emotiva.
 

Quando i genitori anziani muoiono, per gli hikikomori inizia il dramma. Molti, senza più l'aiuto economico dei genitori, precipitano nell'indigenza. Ma non va tanto meglio nemmeno a quelli che hanno una rendita: spesso infatti i genitori risparmiano tutta la vita per lasciare somme considerevoli sul conto in banca (si possono superare i 10 milioni di yen, circa 78.000 euro).
In altri casi invece possono esserci immobili da cui ricavare affitti che vanno a costituire una rendita mensile. Ma una persona isolata da molti anni dalla società, che non riesce ad uscire di casa nemmeno per fare la spesa, non ha idea di come gestire tutto questo, non ha più il senso del denaro, non è in grado di effettuare nemmeno le operazioni più semplici.
 

Così si rivolgono ad Internet per chiedere aiuto: gli hikikomori vivono praticamente attaccati al computer e la Rete è la loro fonte principale di informazioni. Raccontano senza filtri la loro vita e i loro problemi a gestire un patrimonio spesso consistente: facile immaginare le conseguenze.
Si stanno moltiplicando infatti gruppi di truffatori che si aggirano nei forum alla ricerca di polli da spennare: individuata la loro preda, le propongono affari mirabolanti, la convincono che lo fanno per aiutarla e una volta ricevuto il denaro spariscono. Nei casi più gravi, i truffati sono contattati da altri delinquenti che, a conoscenza del raggiro, si offrono di far recuperare loro il denaro e intanto intestano alla vittima conti correnti e contratti telefonici con cui compiere altre truffe. In questo modo la vittima si ritrova ad essere accusata del reato che ha subìto: oltre al danno, anche la beffa.
 

Sembra inoltre che l'avvento degli smartphone stia acutizzando il problema: dal 2010 ad oggi rappresentano più della metà dei cellulari in circolazione. Con essi si può restare connessi 24 ore su 24: non occorre sedersi ad una scrivania ed accendere un computer, si può fare tutto comodamente sdraiati nel proprio letto. Diventare dipendenti dai social network o dai videogiochi è molto più semplice.
E quando i videogiochi gratuiti diventano a pagamento, il problema sale di livello. Possano arrivare bollette con somme che vanno da 60.000 a 200.000 yen (da 450 a 1500 euro circa) e gli hikikomori sono costretti a chiedere i soldi ai loro genitori. Se questi ultimi si rifiutano di pagare, si può arrivare anche alla violenza.
Nella maggior parte dei casi però il quadro non è così grave: i soggetti sono spesso calmissimi, al limite della letargia e in alcuni casi sono loro a subire abusi da parte dei familiari.
 

Il Giappone combatte ormai da circa vent'anni contro questo fenomeno, ma senza grande successo. L'invecchiamento della popolazione però sta portando alla luce molte criticità e il fenomeno degli hikikomori è una di queste: fra una decina di anni ci saranno centinaia di migliaia di persone che rimarranno completamente sole, incapaci di provvedere a se stesse, che abbiano i mezzi per vivere oppure no, poco importa.

Fonti consultate:
AnimeNewsNetwork
Nippon