Pochi giorni fa è arrivata la sentenza: la Corte distrettuale di Tokyo ha stabilito che l'ex presidente della Tepco Tsunehisa Katsumata, 72 anni, e gli ex vicepresidenti Sakae Muto, 68 anni, e Ichiro Takekuro, 72 anni, in carica l'11 marzo del 2011 e sotto accusa per disastro colposo, sono non colpevoli.
La spiegazione dell'assoluzione è stata che non era realistico per gli ex dirigenti prevedere tutti i possibili scenari di tsunami. Quindi anche il terremoto di magnitudo 9.0 con conseguente tsunami che ha messo fuori uso i sistemi di raffreddamento dei tre reattori, danneggiando gravemente lo stabilimento di Fukushima sulla costa nord-orientale del paese e provocando il disastro nucleare che ha costretto centinaia di migliaia di residenti a evacuare e ha contaminato vaste aree della prefettura per diverse decine di anni, non era prevedibile.
Il giudice Kenichi Nagafuchi ha dichiarato che ""Sarebbe impossibile gestire una centrale nucleare se gli operatori fossero obbligati a prevedere tutte le possibilità di uno tsunami e ad adottare le misure necessarie".
 


Gli avvocati che facevano funzione di pubblici ministeri avevano chiesto una pena detentiva di cinque anni per tutti gli indagati. Gli ex dirigenti erano stati incriminati per negligenza che avrebbe provocato la morte di 44 persone, inclusi i pazienti che erano stati costretti a evacuare da un vicino ospedale, nonché le lesioni subite da 13 persone - tra cui alcuni membri delle forze di autodifesa - a causa delle esplosioni di idrogeno. I tre dirigenti si sono sempre dichiarati non colpevoli, sostenendo che lo tsunami era imprevedibile e che i crolli si sarebbero verificati ugualmente, anche se avessero messo in atto misure preventive.

 

L'accusa invece sosteneva la colpevolezza dei vertici dell'azienda perché avrebbero potuto prevedere l'altezza delle onde che hanno colpito l'impianto di Fukushima. Esisteva infatti uno studio interno della Tepco in cui si dichiarava che a seguito di un terremoto di magnitudo 8,3 si sarebbe potuta formare un'onda alta fino a 15,7 metri quindi molto superiore ai 10 metri per cui le strutture erano state costruite e testate. Secondo i pubblici ministeri, i dirigenti erano presenti alle riunioni in cui gli esperti hanno presentato questi risultati.

Nonostante nel marzo del 2008 il presidente e i vice presidenti avessero approvato i piani per attuare tali misure di sicurezza, a luglio dello stesso anno fu tutto accantonato per paura di affrontare grosse spese e soprattutto per timore che la centrale fosse percepita come poco sicura, con il rischio di essere chiusa dietro proteste e insistenze delle autorità locali e della cittadinanza.
 

Katsumata, Muto e Takekuro erano le uniche persone indagate in un procedimento penale in relazione al disastro nucleare.
Una donna che assisteva alla udienza in aula assieme ad altre 100 persone circa, ha gridato "incredibile", alla lettura del verdetto. Fuori dal tribunale c'erano centinaia di manifestanti che hanno protestato per la decisione.
In seguito alla sentenza, la Tepco ha dichiarato che è "consapevole della sentenza" ma che "si asterrà dal commentare la causa penale". Ha inoltre presentato "sincere scuse a tutte le parti correlate, in particolare ai residenti della Prefettura di Fukushima, per aver causato grossi problemi e ansia."

Fonte consultata:
TheJapanTimes