Di cose particolari in Giappone me ne sono successe tante, ma questa meritava una menzione speciale in quanto esperienza veramente unica al mondo, che mi è capitata tra capo e collo assolutamente per caso.
Qualche giorno fa, un amico giapponese mi ha invitato a una cerimonia funebre organizzata per i fan del mangaka Hideo Azuma, autore tra le altre cose di Pollon e Nanako SOS, recentemente scomparso.
E’ la prima volta che partecipo ad un evento simile, quindi non sapevo assolutamente cosa aspettarmi, ma ho voluto in ogni caso andarci, per ringraziare il maestro Azuma di tutti i sorrisi che il suo Pollon mi ha regalato, sia in forma di anime che di manga, sin da quando ero bambino. “Ma com’è una cerimonia funebre giapponese? Io sono cattolico, non ne ho idea… ci si deve vestire in qualche maniera particolare?”

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La cerimonia si è tenuta il pomeriggio di sabato 30 ottobre 2019 al tempio Honganji di Tsukiji. E già qua sono rimasto stupito, dal momento che si tratta di un tempio buddista particolarmente sfarzoso, molto diverso dai tanti altri edifici buddisti simili che ho visto in Giappone in questi anni. Mi preoccupavo di come bisognasse vestirsi, di come bisognasse comportarsi, ma ho trovato una cerimonia ben diversa da quello che mi aspettavo. Moltissimi i partecipanti, tra familiari, amici, conoscenti e semplici fan del maestro, ma, come sempre in Giappone, perfettamente ordinati in schematiche e funzionanti file.
All’ingresso ci hanno fatto compilare un foglio con i nostri dati e la relazione tra noi e il defunto, in seguito ci siamo messi in fila per assistere alla cerimonia. In sottofondo, si spandeva nell’androne del tempio, una compilation di musica americana d’altri tempi che sembrava uscita dritta dritta dai Blues Brothers. “Ma non darà fastidio? Forse la gente vuole pregare in intimità…”. Evidentemente no, nessuno sembrava farci caso.

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Una volta superata la fila, arriviamo nella prima sala dove si tiene la cerimonia: un grosso altare con la foto del defunto, ricoperto di fiori, e ai piedi di esso bottiglie di alcolici e altre offerte fatte dai partecipanti. Lo staff del tempio ci consegna un fiore a testa, che possiamo porre sull’altare per poi, eventualmente, ritirarci un attimo in preghiera. Altra cosa inaspettata che va totalmente contro la mia immagine di “cerimonia funebre”: tutte le persone presenti non hanno fatto altro che fotografare l’altare tutto il tempo. A questo punto, mi sono adeguato anch’io, anche se la mia immagine di questo tipo di cerimonie è molto diversa e più intima.

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Ci siamo poi trasferiti nella seconda sala, contenente una piccola mostra dedicata ad artefatti realizzati dal maestro e diversi guestbook con gli omaggi dei visitatori: i fan, ma anche mangaka famosi, come l’Hisashi Eguchi di Stop! Hibari-kun, opera in cui l’influenza dello stile di Hideo Azuma è palpabile. Fortunatamente, il mio amico è stato ben più bravo di me nel disegno, e ha riabilitato la bellezza del guestbook che il mio Zeus schizzato in tre secondi aveva macchiato.

In chiusura, ci è stato consegnato un dono da parte di Ryuichi Azuma, il figlio del maestro, che ci ha ringraziato della nostra partecipazione recapitandoci una lettera e una tovaglietta con un disegno.

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E’ stata una cerimonia indubbiamente meno sacrale di quanto mi aspettassi, ma non è mancato il calore dei fan e la riconoscenza per quello che in Giappone è considerato un mito per la generazione degli attuali cinquantenni, in una maniera che noi, legati principalmente solo a un pugno di anime tratti dalle sue opere, difficilmente possiamo capire. Rimane, per quanto mi riguarda, la voglia di ringraziare un autore che mi ha dato tanto sin dall’infanzia, e che spero adesso sia felice e libero dai tanti travagli che lo hanno afflitto in vita.

Si ringrazia Shigeo Nagami per l'invito e la gentile concessione del materiale fotografico.