Siamo all'inizio delle vacanze estive nella cittadina marittima di Moshimo.
All'approssimarsi del locale spettacolo di fuochi pirotecnici, il giovane Norimichi e i suoi compagni di scuola discutono tra loro, chiedendosi se i fuochi d'artificio visti di lato siano sferici o piatti. Sono talmente presi dai loro discorsi che non si rendono conto della situazione che sta vivendo Nazuna, la ragazza più carina della classe, di cui Norimichi stesso è innamorato. La madre della giovane ha deciso di risposarsi e, di conseguenza, al termine delle vacanze la ragazza sarà costretta a trasferirsi e a cambiare scuola contro la sua volontà.
Per evitare l’apparente inevitabile, Nazuna pianifica di fuggire con un ragazzo del posto. Deciderà il fortunato inconsapevole basandosi su un fatidico incontro-scontro in piscina. Norimichi sembrerebbe il prescelto, ma quale svolgimento avrà la sua inattesa avventura estiva con Nazuna?
Quale destino li attende?

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Questo è quello che aspetta lo spettatore che si appresta a vedere Fireworks (Uchiage Hanabi, Shita Kara Miru ka? Yoko Kara Miru ka? - I fuochi d’artificio vanno guardati da sotto o di lato?) adattamento animato dell’omonimo drama live-action del 1993 di Shunji Iwai. Il lungometraggio, uscito nelle sale nipponiche il 18 agosto 2017, nasce dall'idea del produttore Genki Kawamura, da sempre fan del mediometraggio originale trasmesso sulle TV nipponiche nell’agosto del 1993 all’interno della serie If: Moshimo, riscuotendo un discreto successo negli anni a venire.
Kawamura pensa subito all'ipotesi di trasporlo in anime poiché solo l'animazione avrebbe consentito di mantenere lo splendore dei protagonisti originali, in particolare della protagonista principale. Il produttore si rivolge quindi al regista originale che, oltre a dargli il pieno consenso per la realizzazione del progetto, gli suggerisce anche il nome dello sceneggiatore Hitoshi Ohne.
A completare la squadra entrano in gioco lo Studio Shaft e il regista Akiyuki Shinbo, scelto per il suo lavoro eccezionale svolto con Puella Magi Madoka Magica e con le serie di Monogatari.
Abbiamo visto che la protagonista Nazuna vuole realizzare una fuga, ma non una fuga qualunque: una fuga d'amore! Ma chi scegliere come complice?
La ragazza si affida al destino e nella piscina della scuola sfida i due amici (entrambi innamorati di lei) a confrontarsi in una gara di nuoto. Il vincitore sarà colui che fungerà da complice nella sua fuga.

Rispetto al soggetto originale, Shinbo decide di aumentare l'età dei protagonisti e di introdurre un elemento soprannaturale, espediente narrativo caro all'animazione odierna giapponese, tanto da portare alcuni critici a definire questo lungometraggio “il nuovo Your Name.” Durante la sfida in piscina Norimichi entra in possesso di una misteriosa biglia, giunta non si sa da dove, che gli permetterà di tornare indietro nel tempo e compiere scelte differenti. Non ci troveremo più di fronte a una semplice visione diversa di come sarebbero potute andare le cose, ma a vere e proprie realtà parallele in cui il protagonista salterà di volta in volta, cercando di impedire il trasferimento dell'amata.
 
Il trailer dell'originale drama live-action del 1993 di Shunji Iwai
 


Nasce in noi subito il paragone con La ragazza che saltava nel tempo, cosa poi confessata senza remore dallo stesso Shinbo che anzi si augurava di riuscire a creare qualcosa di simile al romanzo di Yasutaka Tsutsui, che aveva generato tanti remake tra cui quello più famoso di Mamoru Hosoda del 2006.
In questo caso, il protagonista maschile non salta nel tempo bensì… da una possibilità all’altra!
Questo particolare espediente narrativo, insieme a un’ispirata regia tendente all'onirico, descrive la fuga dei due protagonisti come metafora del passaggio all'età adulta, con il suo carico di paure, sogni ed emozioni. Un scintillante “E se...” che realizza il sogno di molti di noi. “E se non avessi fatto quella scelta?”. La possibilità di cambiare la propria vita, di sfidare il destino con delle continue sliding doors è un desiderio che, ammettiamolo, almeno una volta ognuno di noi ha fatto. Su questo vuole far perno la storia ed è divertente pensare che la stessa Moshimo non sia un luogo reale. Il suo aspetto deriva dalle moderne città di mare di Asahi e Choshi, ma il suo nome è un gioco di parole in giapponese che significa appunto “E se...”.

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Il film ci racconta queste vicende offrendoci la bellezza visiva di uno Studio Shaft al suo meglio (la pellicola si rivelerà per loro il film con il maggior incasso di sempre). Lo stile Shaft spicca già dal character design di Akio Watanabe, già noto agli appassionati per la serie Monogatari. Volendo far leva sulla protagonista femminile, la scelta non poteva che ricadere su di lui, noto per le sue ragazzine dolci e le sue donne ammalianti. La sua Nazuna unisce così una dolce innocenza al fascino di una seduttrice, anche piuttosto manipolatrice. Un mix letale per ogni maschio adolescente…
La regia delle animazioni è stata affidata a Nabuyuki Tacheuchi, reduce da numerose esperienze in seno allo Studio Ghibli. Anche in quest’occasione ricrea un mondo capace di trascinarci in una dimensione da sogno, con un omaggio a La Città Incantata nella parte finale del film non certo casuale.

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Degna di menzione anche la componente musicale del film affidata a Satoru Kosaki, autore delle OST di Haruhi Suzumiya e Monogatari. La colonna sonora si sposa perfettamente con lo scorrere delle animazioni grazie al suo connubio tra musica contemporanea e quella più prettamente animata, con diversi rimandi all'opera in live action. Punta di diamante della colonna sonora è il brano di chiusura “Uchiage Hanabi” interpretato dalla rapper Daoko in duetto con Kenshi Yonezu, il cui video ufficiale con scene di montaggio del film ha superato i 336 milioni di visualizzazioni sull'account ufficiale dell'interprete:
 




Fireworks è, come dice il suo produttore, il risultato dell'unione di tre artisti: il regista originale, uno sceneggiatore e un regista di animazione, uniti dall'amore per lo stesso titolo. Un'unione benedetta dalla maestria tecnica dei grandi professionisti di uno studio d'animazione apprezzato come Shaft, che è riuscito a dare nuova vita al soggetto di Iwai trasformandolo in uno dei film d’animazione giapponese di maggior incasso degli ultimi anni, con 1.6 milardi di yen incassati in patria e un risultato internazionale pari a 26 milioni di dollari, nel solco di quella new wave animata del Sol Levante che si sta facendo apprezzare anche in occidente.