Durante il Lucca Comics & Games 2022 abbiamo avuto modo di incontrare Norihiro Yagi, autore di Angel DensetsuClaymore e di Ariadne in the Blue Sky, ospitato nella kermesse lucchese da Star Comics con la collaborazione dell'editore giapponese Shogakukan.
 
Norihiro Yagi è nato a Okinawa nel 1968. Ha iniziato a disegnare professionalmente nel 1990 con UNdeadman col quale vinse il 32° premio Akatsuka. Il suo secondo lavoro, ma prima serializzazione, fu Angel Densetsu, opera in 15 volumi pubblicata su Gekkan Shōnen Jump dal 1992 al 2000 e che ricevette un OAV nel 1996. La fama modiale arrivò nel 2001 con la sua terza opera: Claymore, pubblicato in diverse riviste sempre della casa editrice Shueisha e concludendosi su Jump Square. Manga dark fantasy che vede come protagoniste delle ragazze semiumane che al soldo di un'organizzazione senza nome girano il mondo uccidendo, sotto compenso, gli Yoma, esseri mostruosi; il manga è pubblicato da noi in Italia da Star Comics ed è arrivato alla conclusione nel 2014 con il 27° volume; possiamo ricordare, inoltre, l'anime in 26 episodi andato in onda nel 2007, disponibile su Amazon Prime Video grazie a Yamato Animation. Nel 2017 ritroviamo Yagi in una nuova casa editrice, la Shogakukan, con la quale pubblica Ariadne in the Blue Sky, manga attualmente in corso (pubblicato in Italia ancora una volta da Star Comics) dai toni più leggeri, un fantasy di avventura distopico ad ampio respiro, che nel 2022 è entrato nella sua fase conclusiva passando da Weekly Shonen Sunday Sunday Webry spostandosi a una pubblicazione quindicinnale in vista degli ultimi capitoli.
 
yagi dedica animeclick ariadne claymore


Prima di tutto vi mostriamo la round table alla quale siamo stati invitati noi come altri colleghi della stampa:
 

Di seguito l'intervista privata:


Ciao a tutti, è un grandissimo piacere e onore per noi di AnimeClick. Grazie a Star Comics e Shogakukan per questa intervista a Norihiro Yagi, autore di Angel Densetsu, Claymore e di Ariadne in the Blue Sky. Grazie mille per questa opportunità meravigliosa.

Grazie anche da parte nostra.

Sensei, lei anni fa ha dichiarato che Ikuno Shirataki di Angel Densetsu fosse un personaggio che lei non fosse riuscito a togliere dalla sua opera perché le sembrava le chiedesse sempre di rimanere. Come ben sappiamo, Ikuno è stata utilizzata anche come ispirazione per Claire e Leana, per caso lei sente ancora Ikuno che le chiede di rimanere nelle sue opere?

Innanzitutto, sono molto sorpreso da questa domanda, hai letto praticamente tutto. Ikuno l’ho pensata inizialmente come una semplice compagna di scuola che poi sarebbe scomparsa dalla storia, però mentre facevo lo storyboard del capitolo nel quale se ne sarebbe dovuta andare ho incontrato molte difficoltà, non sapevo proprio come gestire la scena e quindi ho pensato che forse sia lei che non vuole andare via, che vuole rimanere… quindi mi sono chiesto… e se lei rimanesse a scuola? Ho pensato a diverse ipotesi, ho lavorato nuovamente allo storyboard e mi è venuto con così tanta naturalezza che ho capito che questo personaggio volesse fortemente rimanere. Quando ho creato Ikuno era un personaggio completamente nuovo e in Angel Densetsu aveva questo suo ruolo di dire frasi comiche… ma per quanto riguarda questi altri personaggi… magari è stato un po’ il destino ma dall’altra parte credo che all’inizio non me ne fossi nemmeno reso conto.

In Ariadne in the Blue Sky possiamo felicemente notare quanto il suo approccio nella narrazione sia stato più rilassato, concentrato inizialmente più a presentare diversi nuovi mondi e diverse razze. Quanto è importante per lei disegnare qualcosa che la diverta?

È vero quando ho iniziato per me è stato molto divertente, all’inizio mi sono concentrato sulla storia, sull’ambientazione del mondo di Ariadne, volevo presentare a tutti quanti quello che stessi creando ed è vero che mi sono divertito molto nel farlo. Per me divertirmi è tanto importante ma è altrettanto vero che ci sono varie fasi, la difficoltà nel dare poi una forma a tutto ciò che ho seminato precedentemente, dargli una direzione giusta, tutto ciò è un qualcosa di molto faticoso e molto difficile. Però risolvere tutti i vari problemi è interessante e anche questo mi diverte.

Possiamo dire che la vera storia di Ariadne inizia dal volume 12. Ormai i manga, soprattutto quelli di azione, tendono a essere sempre più veloci. La sua è stata una scommessa? Cosa l’ha spinta ad aspettare così tanti volumi prima di dirci così tanto del mondo di Ariadne?

All’inizio mi sono concentrato sul rapporto tra Lacyl e Leana, non avevo intenzione di svelare i segreti della storia e questo mi ha portato anche ad allungare questa prima parte iniziale. D’altro canto, però, mi rendevo conto che prolungare la storia avrebbe potuto essere piacevole e che se più in là avessi rivelato i vari segreti, più forte sarebbe stata la sorpresa. Avevo pensato a questo contrasto, a questo impatto che ci sarebbe stato.

Dopo tanti anni di donne estremamente forti ma anche estremamente serie, in Ariadne in the Blue Sky abbiamo avuto il piacere di incontrare e amare Lululola. Un personaggio totalmente fuori dagli schemi e molto diverso da ciò che eravamo abituati a vedere; ci può raccontare com’è nata e qual è il suo rapporto con questo personaggio?

Ci sono autori che definiscono prima i personaggi e poi fanno lo storyboard, invece per quanto mi riguarda, i personaggi nascono sempre quando faccio lo storyboard e anche per Lululola è stato così. Avevo finito la prima parte ed è venuta fuori Lululola, un po’ stupida e un po’ egocentrica, è nata proprio perché in quella parte sentivo che avevo bisogno di un personaggio come lei. Quando lei appare nelle varie scene tutto diventa molto più movimentato, quindi, lo trovo un personaggio che mi aiuta molto nell’opera.

La forza di Claymore è che tutte loro, nelle loro diversità e nonostante gli obiettivi differenti, sono tutte vittime di un mondo crudele. Quindi, ci chiediamo se magari questa è anche una sua visione personale dell’esistenza.

Questa è una domanda molto difficile… le Claymore sono nate per combattere gli Yoma, ognuna di loro ha un proprio destino da seguire ma alla fine tutte loro si uniscono tirando fuori un loro lato molto umano, credo che sia questa la mia visione: umani che si uniscono nonostante le loro differenze.

Il suo stile è cambiato molto nel corso degli anni, e ha dovuto anche imparare ad approcciarsi alla lavorazione in digitale. Com’è stato dover imparare qualcosa da zero dopo tutti questi anni? Ha qualche nostalgia di quando era tutto in analogico?

Ho dovuto imparare perché era diventata una necessità, già dalla fase finale di Claymore anche se aiutato dai miei assistenti riuscivo a consegnare solo 31 pagine al mese e con questo ritmo potevo fare solo due volumi all’anno ma io avevo voglia di fare uscire ancora più volumi, quindi, ho pensato di far usare il digitale per velocizzare il processo di lavoro. Non ho nostalgia dell’analogico perché anche adesso, ogni giorno, faccio diversi schizzi su quaderni.

Nelle sue opere possiamo notare forti elementi di critica sociale, in Ariadne c’è una grande varietà tra le razze che ci permette di rivivere diverse situazioni e problematiche che possiamo assistere tutti quanti ogni giorno. Quanti sono importanti per lei i messaggi tra le righe e la denuncia sociale nelle sue opere?

In realtà non ho davvero intenzione di sottolineare i problemi tra le razze di per sé, per quanto io mi renda conto che nel mondo ci sono diversità ma l’importante è sempre avere rispetto. Non penso che tutti dobbiamo essere uguali e penso che tutti dobbiamo essere rispettati ma non ho messo questi messaggi nell’opera con secondi fini.

Considerando che il mondo occidentale ha sempre attratto il suo interesse, c’è qualche artista occidentale che l’ha inspirato?

Alfons Mucha, artista della Repubblica Ceca, da qui mi sono interessato a Degas, Renoir, Klimt e tutta la corrente dell’impressionismo. Artisti che hanno ispirato molti mangaka.

Anni fa ha dichiarato che lei, a differenza di altri mangaka, riesce a dormire sette ore al giorno. Le chiedo se è ancora così e se è il segreto per la sua carriera così longeva o in caso quale sia il segreto.

Non mi ricordavo nemmeno di avere mai detto una cosa simile! Non volevo sicuramente vantarmi… ma avevo bisogno di dormire almeno sette ore sennò non ce la facevo ad andare avanti, mi veniva il mal di testa. Ma adesso che consegno un capitolo a settimana, dormo solo tre o quattro ore al giorno. Una volta è capitato che mi hanno assegnato troppi lavori in poco tempo e il risultato che ne è venuto fuori è stato mediocre, ho mostrato solo il 20% delle mie possibilità, da lì ho capito che io non posso sforzarmi troppo, che fisicamente ho dei limiti, l’importante per me è non sovraccaricarmi troppo. Il mio sonno ora è più concentrato e riesco a sfruttare meglio la giornata.

Mi è venuto in mente adesso… ora che la pubblicazione è spostata in una rivista digitale, c’è la possibilità di essere più riposato?

(L’editor accanto a lui fa subito cenno di sì con la testa, in maniera molto convinta) Inizialmente, mentre consegnavo le tavole nella pubblicazione settimanale, comunque, mi sono adattato a questa cadenza, sapevo di non poter dedicare al disegno lo stesso tempo che dedicavo a Claymore, che risulta infatti disegnato più dettagliatamente, però man mano mi è venuto naturale gestirmi anche se a volte ho saltato qualche settimana ma adesso che dovrò curare un capitolo ogni due settimane sarà tutto più stabile.

Qual è un personaggio che lei ama disegnare e un personaggio che per qualche motivo non le piace disegnare?

Come dicevo prima i personaggi nascono quando faccio lo storyboard; perciò, nascendo così tutti i personaggi che faccio mi viene facile disegnarli.

Teresa è forse il personaggio più iconico di Claymore, lei si aspettava che si creasse un legame così forte tra i suoi fan e che dopo tutti questi anni rimanesse così forte?

La protagonista di Claymore è Clare ma ricordo che quando Teresa mi è apparsa nello storyboard era un personaggio che sapeva muoversi benissimo da sé. Con lei la mia intenzione era di creare un personaggio “cool”, desideravo che anche il pubblico l’accogliesse così ma non immaginavo che sarebbe andata così.