In occasione dell'Anime Central, il team Twin Engine dietro la seconda stagione di Vinland Saga, l'adattamento animato dell'omonimo manga storico di Makoto Yukimura, ha rilasciato un'intervista per spiegare i meccanismi che hanno portato alla luce una seconda stagione che ha fatto appassionare i fan.

Naokado Fujiyama, il produttore della serie, ha innanzitutto dichiarato che il suo ruolo non è specificamente produttivo, ma ha il compito di creare un ambiente di lavoro il più funzionale possibile: le aspettative dei fan, dopo una prima stagione tanto amata, erano molto alte, e soprattutto il fatto che andasse non solo su una piattaforma ma ben su due, ha reso la sua figura fondamentale.

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"L'approccio tecnico, sostanzialmente, non è cambiato rispetto alla prima stagione", ha dichiarato Takahiko Abiru, character designer, direttore generale delle animazioni e direttore delle animazioni per la seconda opening e la prima ending. Una caratteristica di questa seconda stagione, però, è l'importanza del volto: per rendere al meglio il cambiamento emotivo del protagonista il regista ha voluto che fosse il più espressivo possibile: "Nella prima stagione - ha spiegato - la gamma di emozioni che Thorfinn poteva manifestare era in qualche modo limitata dal suo carattere, nella seconda stagione invece il team ha potuto esplorare un range espressivo decisamente maggiore".

La prima stagione ha comunque fatto da parco giochi, permettendo al team di proseguire e imparare dai propri errori: questo è quello che ha dichiarato Yūsuke Takeda, il direttore artistico. "Ovviamente portare a termine la visione del regista ha la priorità, ma con un cambio di setting così repentino era importante comunicare tutto quanto allo spettatore". Questo concetto viene rinforzato anche da Fujiyama, comprendendo nel discorso tutti i testi promozionali della serie in quanto fondamentali per far passare un messaggio allo spettatore, come immagini promozionali, poster e trailer. Fondamentale, a questo punto, è saper comunicare non solo con un pubblico giapponese ma mondiale.
 
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Importante era, dunque, mettere in scena anche la battaglia interiore dei personaggi e non solo quelle combattute con le armi. La seconda stagione è stata decisamente meno pregna di spargimenti di sangue rispetto alla prima. "Registicamente questo si è tradotto, ha commentato Takeda, in immagini più statiche in setting meno ampi, con un focus sui volti e le espressioni". Secondo Fujiyama nella seconda stagione ci sono delle domande profonde cui i personaggi devono trovare risposta e "sono quesiti che ancora oggi ci si pone, anche se nello specifico del Giappone non si stia combattendo alcuna guerra al momento". Sono domande universali e risuonano nelle menti di tutta la popolazione mondiale. Pertanto, la fattoria di Ketil nella seconda stagione, ha fatto le veci di un microcosmo e i personaggi che la popolano, a partire dai protagonisti, cambiano radicalmente quando vengono in contatto con la guerra.

"Le persone sono complesse", ha dichiarato il produttore.

Ricordiamo che il manga in Italia è edito da Star Comics mentre la serie è recuperabile su Crunchyroll e Netflix.


Fonte Consultata:
Anime News Network