Nel corso di una live sul nostro canale Twitch, Georgia Cocchi Pontalti e Marco Schiavone, di Edizioni BD J-POP, sono intervenuti per commentare e approfondire la recente notizia relativa all'acquisizione del 70% della casa editrice italiana da parte del colosso giapponese KADOKAWA CORPORATION.
Potete raccontarci, nei limiti di quello che si può dire, come è nato tutto questo? Quando Kadokawa ha manifestato interesse per la vostra azienda e quanto sono durate le trattative?
Marco: Non è un mistero che il manga, in Italia e nel mondo, sia diventato un prodotto interessante anche dal punto di vista economico e culturale, attirando l'attenzione di realtà che vanno oltre la pura editoria o la semplice passione. In questo senso, è da almeno quattro anni che abbiamo ricevuto delle avances, più o meno serie, per "allargarci". In passato abbiamo anche avviato un paio di riflessioni molto concrete, che però abbiamo interrotto perché non trovavamo una progettualità e una strategia di medio-lungo termine che ci convincesse fino in fondo.
Kadokawa ci ha contattati per la prima volta a Natale 2023 e come in tutte le dinamiche di una collaborazione, c’è stato un momento iniziale di conoscenza e di condivisione dei progetti. Prima ancora di affrontare gli aspetti numerici, abbiamo messo sul tavolo le idee, quasi come se stessimo sfogliando un "libro dei sogni".
Con Kadokawa, la volontà di arricchire questa progettualità ci ha convinti. Tra l'altro una delle ultime cose che ci siamo detti con il signor Takeshi Natsuno, CEO di Kadokawa, è stata: "Cosa ti piacerebbe che noi facessimo qui come tuoi soci?", e la sua risposta è stata: "Siete già stati un ponte tra Giappone e Italia. Avete cercato di portare il meglio, e mi piacerebbe che questo canale si ampliasse. Che, accanto ai manga, arrivassero anche merchandise, light novel, ecc. A prescindere che arrivino da Kadokawa o meno, l'idea è che siate una "testa di ponte" più ampia.

Perché secondo voi Kadokawa si è indirizzato verso un editore italiano?
Marco: Kadokawa ha un piano di espansione ambizioso, che poggia su basi solide. Hanno già una presenza internazionale molto significativa, dagli Stati Uniti a gran parte dell'Asia, e hanno sempre cercato partnership con realtà locali. Inoltre, nel mondo del manga e dell'animazione, sono sempre stati molto laici: basti pensare che uno dei loro maggiori successi recenti, Oshi no Ko, nasce da un manga pubblicato da Shueisha. Per loro è fondamentale avere una buona storia da raccontare e raggiungere il pubblico giusto. Che si tratti di un prodotto Kadokawa è un "nice to have", ma non un "must".
Ci sono state richieste particolari da parte di Kadokawa che vi hanno stupito o sorpreso positivamente?
Marco: Una delle cose che ci ha colpito è l'apprezzamento per il nostro team. Siamo una squadra molto operativa, con una struttura gerarchica semplice, dove tutti lavorano in sintonia. Non si aspettavano di trovare un gruppo che copre tutte le fasi della filiera e tra l'altro, ci avevano fatto visita alla scorsa Lucca Comics con grande sorpresa. E questa cosa di avere rispetto e di mettere la squadra tra i valori assoluti da preservare ci è piaciuta molto. Hanno insistito fin da subito sull'importanza di premiare il team e non solo gli investitori o i soci, e questa visione è stata accolta con entusiasmo da parte nostra.
Dai commenti a questa notizia sono emersi alcune preoccupazioni sul futuro della casa editrice. Come rispondete?
Georgia: Kadokawa ha voluto vedere da vicino cosa facciamo: sono venuti a Lucca Comics, hanno visitato negozi e hanno toccato con mano la realtà italiana. Ci hanno detto chiaramente: "Voi conoscete il mercato, i lettori, la community", e questa fiducia nei nostri confronti ci rende particolarmente felici. Sono stati sempre molto disponibili all'ascolto, consapevoli che ogni mercato ha le sue specificità.
Marco: Noi siamo un'azienda che ha dei soci e loro sono degli investitori in questa azienda. Continuiamo a chiamarci Edizioni BD, io continuo a essere l'amministratore delegato, mentre Georgia ha deleghe e procura per lavorare con tutti i licenzianti. Quando le trattative con Kadokawa sono diventate serie, abbiamo contattato tutti i nostri partner giapponesi. E devo dire che abbiamo ricevuto grande supporto: due o tre ci hanno addirittura detto, con un sorriso: "Se diventate un po' più giapponesi, noi avremo ancora più fiducia".
Continuerete a portare i titoli non Kadokawa?
Georgia: Certo, continueranno a esserci e a breve ci saranno tante novità. Su questo continueremo a essere la solita J-POP.
Marco: E al netto di questo, l'approccio alle licenze resta talmente laico e indipendente che, per dire, abbiamo incontrato la divisione licensing di Kadokawa proprio la settimana scorsa, ci siamo ripresentati e abbiamo definito alcune regole di ingaggio molto chiare: "Non aspettatevi nessun trattamento di favore, perché noi abbiamo i nostri obiettivi da raggiungere. Se voi ci comprate delle cose, bene, ma se qualcun altro offre di più, noi le daremo ad altri".
Loro stessi hanno voluto mantenere questo discorso con il licensing completamente separato da tutto il resto, perché per loro quel lavoro lì è indipendente da quelle che sono le interazioni societarie.
Georgia: Non ci verrà spinta la qualunque di Kadokawa da pubblicare in Italia.
E avrete la prima scelta in Italia sui loro titoli nuovi di punta?
Marco: Non avverrà. E per fortuna. Perché se il mercato fosse condizionato da questi "inquinamenti", sarebbe meno sano per tutti. Noi non vogliamo orientarci troppo su un solo editore, cosìcché gli altri abbiano le stesse chance che abbiamo noi, continuando così a "giocare" come abbiamo fatto finora.
In questo senso, credo che la competizione abbia aiutato un po' tutti a migliorare, e alla fine abbia favorito anche il lettore.
Ci sarà possibilità di vedere più light novel e gadget, vista anche la forza di Kadokawa in questi ambiti?
Marco: Sì, ma quali in questo momento è troppo presto per dirlo. Ci sono tante cose interessanti, anche se non potremo farle tutte e tutte insieme. Però, un po' alla volta, ci piacerebbe aggiungere qualcosa in più. Speriamo di trovare sempre un pubblico attento, capace sia di accogliere prodotti di qualità che di aiutarci a filtrare quando magari non azzecchiamo perfettamente le scelte.
Sulle novel sicuramente faremo dei tentativi per sbloccare la situazione. In questo senso saremo armati di un po' più di coraggio. Non possiamo essere più precisi per ora, perché non è stata ancora definita una strada univoca, ma ci sono discussioni in corso. Ci piacerebbe trovare una modalità per rendere il nostro catalogo di light novel più interessante per il pubblico.

Quando Kadokawa è venuta in Italia che idea si è fatta del pubblico e del lettore di manga italiano?
Marco: Credo che uno degli elementi decisivi, che ha spinto Kadokawa a investire qui, sia stato il calore del pubblico. Anche la qualità delle fumetterie che abbiamo suggerito loro di visitare ha avuto un peso.
A differenza degli Stati Uniti, qui da noi vedere canali di vendita accogliere il manga con entusiasmo e il pubblico affollare gli spazi degli operatori del settore li ha convinti ancora di più che in Italia c'è una profonda passione per anime e manga.
Si è parlato anche di uscire dagli ambiti prettamente italiani e giocare una partita sullo scacchiere europeo. Che vuol dire?
Marco: L'idea, pur mantenendo il focus sull'italia, è quella di affiancarci nel tempo a realtà con cui creare sinergie. Parliamo di collaborazioni produttive, coedizioni di materiale a colori o coproduzioni di gadget. Ci sono molte possibilità per ottimizzare il lavoro e continuare a crescere con equilibrio. Per noi, avere più persone che lavorano con noi e ampliare la squadra sarebbe sicuramente motivo di orgoglio.
Cosa cambierà nell'editoria o cosa sperate possa cambiare con l'ingresso di una tale potenza?
Marco: Negli anni abbiamo visto come gli Stati Uniti siano stati un terreno più appetibile per gli investimenti diretti degli editori giapponesi, e Kadokawa è stata un po' un'eccezione laica, continuando a collaborare con tutti gli editori. I nostri nuovi soci hanno una strategia ben definita, che anche noi vogliamo portare avanti qui in Italia. Da parte nostra, pensiamo che se altri editori vogliono investire nel nostro Paese, ben venga perché possiamo trarne benefici tutti: chi fa impresa ha punti di riferimento importanti da cui imparare, e per chi lavora si aprono magari più opportunità.
Quando i lettori potranno vedere dei primi cambiamenti?
Marco: Spero che il lettore non noti alcun cambiamento, se non che siamo diventati ancora più bravi. Vogliamo ampliare la nostra offerta, ma senza trascurare ciò che facciamo oggi. Non intendiamo raddoppiare il numero delle nostre uscite, perché non crediamo che farebbe bene né a noi né ai lettori. Il nostro piano, che abbiamo condiviso in un primo orizzonte triennale, è in ambito manga quello di continuare su questa linea. I cambiamenti, se ci saranno, saranno piccoli ritocchi in positivo: un'offerta un po’' più ricca e curata, senza però stravolgere o inquinare ciò che già facciamo bene.
Vi riportiamo di seguito, inoltre, alcune domande e risposte emerse durante la live:
Edizioni BD continuerà a pubblicare titoli non giapponesi?
Sì, e questo è uno dei plus che abbiamo portato a casa dalle lunghe discussioni con i nostri interlocutori. La capacità produttiva che abbiamo sviluppato negli anni – basti pensare a Tacotoon – li ha convinti che siamo in grado di produrre fumetti, cosa tutt'altro che scontata. In questo senso c’è anche l'ambizione di dare maggiore visibilità a qualche autore italiano, rispetto a quanto potevamo fare prima solo con le nostre semplici forze.
Dal punto di vista digitale?
Per quanto riguarda la nostra produzione digitale, stavamo osservando che – oltre a raddoppiare anno su anno – anche i risultati delle vendite stanno cominciando a muoversi in positivo. L'offerta digitale continuerà a migliorare nel tempo e abbiamo ancora ampi margini di crescita.
C'è quindi la possibilità per molti artisti italiani di essere conosciuti anche all'estero, e non solo in Italia?
Assolutamente sì ed è uno degli obiettivi dichiarati. Vogliamo esaltare una scuola del fumetto che, a volte, si dimentica di essere così forte. Siamo una delle quattro potenze mondiali del fumetto: è un settore d'eccellenza. Abbiamo scuole da cui escono ragazzi praticamente pronti al professionismo e una filiera molto, molto importante. E tutto questo spesso non viene sufficientemente valorizzato.
Cambierà il logo di J-POP?
No!
Ma a livello di governance, qualcosa si può dire?
In realtà abbiamo le stesse deleghe di prima. Siamo una società che, anche prima di questo avvenimento, contava già nove soci, quindi l'elemento della pluralità era presente e non ci sono cambiamenti in previsione. È chiaro, tuttavia, che avere tra i soci una multinazionale ci imporrà uno sforzo in termini di report e puntualità nei consuntivi, il che significa semplicemente essere ancora più precisi e attenti.
Il video integrale della live
Potete raccontarci, nei limiti di quello che si può dire, come è nato tutto questo? Quando Kadokawa ha manifestato interesse per la vostra azienda e quanto sono durate le trattative?
Marco: Non è un mistero che il manga, in Italia e nel mondo, sia diventato un prodotto interessante anche dal punto di vista economico e culturale, attirando l'attenzione di realtà che vanno oltre la pura editoria o la semplice passione. In questo senso, è da almeno quattro anni che abbiamo ricevuto delle avances, più o meno serie, per "allargarci". In passato abbiamo anche avviato un paio di riflessioni molto concrete, che però abbiamo interrotto perché non trovavamo una progettualità e una strategia di medio-lungo termine che ci convincesse fino in fondo.
Kadokawa ci ha contattati per la prima volta a Natale 2023 e come in tutte le dinamiche di una collaborazione, c’è stato un momento iniziale di conoscenza e di condivisione dei progetti. Prima ancora di affrontare gli aspetti numerici, abbiamo messo sul tavolo le idee, quasi come se stessimo sfogliando un "libro dei sogni".
Con Kadokawa, la volontà di arricchire questa progettualità ci ha convinti. Tra l'altro una delle ultime cose che ci siamo detti con il signor Takeshi Natsuno, CEO di Kadokawa, è stata: "Cosa ti piacerebbe che noi facessimo qui come tuoi soci?", e la sua risposta è stata: "Siete già stati un ponte tra Giappone e Italia. Avete cercato di portare il meglio, e mi piacerebbe che questo canale si ampliasse. Che, accanto ai manga, arrivassero anche merchandise, light novel, ecc. A prescindere che arrivino da Kadokawa o meno, l'idea è che siate una "testa di ponte" più ampia.

Perché secondo voi Kadokawa si è indirizzato verso un editore italiano?
Marco: Kadokawa ha un piano di espansione ambizioso, che poggia su basi solide. Hanno già una presenza internazionale molto significativa, dagli Stati Uniti a gran parte dell'Asia, e hanno sempre cercato partnership con realtà locali. Inoltre, nel mondo del manga e dell'animazione, sono sempre stati molto laici: basti pensare che uno dei loro maggiori successi recenti, Oshi no Ko, nasce da un manga pubblicato da Shueisha. Per loro è fondamentale avere una buona storia da raccontare e raggiungere il pubblico giusto. Che si tratti di un prodotto Kadokawa è un "nice to have", ma non un "must".
Ci sono state richieste particolari da parte di Kadokawa che vi hanno stupito o sorpreso positivamente?
Marco: Una delle cose che ci ha colpito è l'apprezzamento per il nostro team. Siamo una squadra molto operativa, con una struttura gerarchica semplice, dove tutti lavorano in sintonia. Non si aspettavano di trovare un gruppo che copre tutte le fasi della filiera e tra l'altro, ci avevano fatto visita alla scorsa Lucca Comics con grande sorpresa. E questa cosa di avere rispetto e di mettere la squadra tra i valori assoluti da preservare ci è piaciuta molto. Hanno insistito fin da subito sull'importanza di premiare il team e non solo gli investitori o i soci, e questa visione è stata accolta con entusiasmo da parte nostra.
Dai commenti a questa notizia sono emersi alcune preoccupazioni sul futuro della casa editrice. Come rispondete?
Georgia: Kadokawa ha voluto vedere da vicino cosa facciamo: sono venuti a Lucca Comics, hanno visitato negozi e hanno toccato con mano la realtà italiana. Ci hanno detto chiaramente: "Voi conoscete il mercato, i lettori, la community", e questa fiducia nei nostri confronti ci rende particolarmente felici. Sono stati sempre molto disponibili all'ascolto, consapevoli che ogni mercato ha le sue specificità.
Marco: Noi siamo un'azienda che ha dei soci e loro sono degli investitori in questa azienda. Continuiamo a chiamarci Edizioni BD, io continuo a essere l'amministratore delegato, mentre Georgia ha deleghe e procura per lavorare con tutti i licenzianti. Quando le trattative con Kadokawa sono diventate serie, abbiamo contattato tutti i nostri partner giapponesi. E devo dire che abbiamo ricevuto grande supporto: due o tre ci hanno addirittura detto, con un sorriso: "Se diventate un po' più giapponesi, noi avremo ancora più fiducia".
Continuerete a portare i titoli non Kadokawa?
Georgia: Certo, continueranno a esserci e a breve ci saranno tante novità. Su questo continueremo a essere la solita J-POP.
Marco: E al netto di questo, l'approccio alle licenze resta talmente laico e indipendente che, per dire, abbiamo incontrato la divisione licensing di Kadokawa proprio la settimana scorsa, ci siamo ripresentati e abbiamo definito alcune regole di ingaggio molto chiare: "Non aspettatevi nessun trattamento di favore, perché noi abbiamo i nostri obiettivi da raggiungere. Se voi ci comprate delle cose, bene, ma se qualcun altro offre di più, noi le daremo ad altri".
Loro stessi hanno voluto mantenere questo discorso con il licensing completamente separato da tutto il resto, perché per loro quel lavoro lì è indipendente da quelle che sono le interazioni societarie.
Georgia: Non ci verrà spinta la qualunque di Kadokawa da pubblicare in Italia.
E avrete la prima scelta in Italia sui loro titoli nuovi di punta?
Marco: Non avverrà. E per fortuna. Perché se il mercato fosse condizionato da questi "inquinamenti", sarebbe meno sano per tutti. Noi non vogliamo orientarci troppo su un solo editore, cosìcché gli altri abbiano le stesse chance che abbiamo noi, continuando così a "giocare" come abbiamo fatto finora.
In questo senso, credo che la competizione abbia aiutato un po' tutti a migliorare, e alla fine abbia favorito anche il lettore.
Ci sarà possibilità di vedere più light novel e gadget, vista anche la forza di Kadokawa in questi ambiti?
Marco: Sì, ma quali in questo momento è troppo presto per dirlo. Ci sono tante cose interessanti, anche se non potremo farle tutte e tutte insieme. Però, un po' alla volta, ci piacerebbe aggiungere qualcosa in più. Speriamo di trovare sempre un pubblico attento, capace sia di accogliere prodotti di qualità che di aiutarci a filtrare quando magari non azzecchiamo perfettamente le scelte.
Sulle novel sicuramente faremo dei tentativi per sbloccare la situazione. In questo senso saremo armati di un po' più di coraggio. Non possiamo essere più precisi per ora, perché non è stata ancora definita una strada univoca, ma ci sono discussioni in corso. Ci piacerebbe trovare una modalità per rendere il nostro catalogo di light novel più interessante per il pubblico.

Quando Kadokawa è venuta in Italia che idea si è fatta del pubblico e del lettore di manga italiano?
Marco: Credo che uno degli elementi decisivi, che ha spinto Kadokawa a investire qui, sia stato il calore del pubblico. Anche la qualità delle fumetterie che abbiamo suggerito loro di visitare ha avuto un peso.
A differenza degli Stati Uniti, qui da noi vedere canali di vendita accogliere il manga con entusiasmo e il pubblico affollare gli spazi degli operatori del settore li ha convinti ancora di più che in Italia c'è una profonda passione per anime e manga.
Si è parlato anche di uscire dagli ambiti prettamente italiani e giocare una partita sullo scacchiere europeo. Che vuol dire?
Marco: L'idea, pur mantenendo il focus sull'italia, è quella di affiancarci nel tempo a realtà con cui creare sinergie. Parliamo di collaborazioni produttive, coedizioni di materiale a colori o coproduzioni di gadget. Ci sono molte possibilità per ottimizzare il lavoro e continuare a crescere con equilibrio. Per noi, avere più persone che lavorano con noi e ampliare la squadra sarebbe sicuramente motivo di orgoglio.
Cosa cambierà nell'editoria o cosa sperate possa cambiare con l'ingresso di una tale potenza?
Marco: Negli anni abbiamo visto come gli Stati Uniti siano stati un terreno più appetibile per gli investimenti diretti degli editori giapponesi, e Kadokawa è stata un po' un'eccezione laica, continuando a collaborare con tutti gli editori. I nostri nuovi soci hanno una strategia ben definita, che anche noi vogliamo portare avanti qui in Italia. Da parte nostra, pensiamo che se altri editori vogliono investire nel nostro Paese, ben venga perché possiamo trarne benefici tutti: chi fa impresa ha punti di riferimento importanti da cui imparare, e per chi lavora si aprono magari più opportunità.
Quando i lettori potranno vedere dei primi cambiamenti?
Marco: Spero che il lettore non noti alcun cambiamento, se non che siamo diventati ancora più bravi. Vogliamo ampliare la nostra offerta, ma senza trascurare ciò che facciamo oggi. Non intendiamo raddoppiare il numero delle nostre uscite, perché non crediamo che farebbe bene né a noi né ai lettori. Il nostro piano, che abbiamo condiviso in un primo orizzonte triennale, è in ambito manga quello di continuare su questa linea. I cambiamenti, se ci saranno, saranno piccoli ritocchi in positivo: un'offerta un po’' più ricca e curata, senza però stravolgere o inquinare ciò che già facciamo bene.
Vi riportiamo di seguito, inoltre, alcune domande e risposte emerse durante la live:
Edizioni BD continuerà a pubblicare titoli non giapponesi?
Sì, e questo è uno dei plus che abbiamo portato a casa dalle lunghe discussioni con i nostri interlocutori. La capacità produttiva che abbiamo sviluppato negli anni – basti pensare a Tacotoon – li ha convinti che siamo in grado di produrre fumetti, cosa tutt'altro che scontata. In questo senso c’è anche l'ambizione di dare maggiore visibilità a qualche autore italiano, rispetto a quanto potevamo fare prima solo con le nostre semplici forze.
Dal punto di vista digitale?
Per quanto riguarda la nostra produzione digitale, stavamo osservando che – oltre a raddoppiare anno su anno – anche i risultati delle vendite stanno cominciando a muoversi in positivo. L'offerta digitale continuerà a migliorare nel tempo e abbiamo ancora ampi margini di crescita.
C'è quindi la possibilità per molti artisti italiani di essere conosciuti anche all'estero, e non solo in Italia?
Assolutamente sì ed è uno degli obiettivi dichiarati. Vogliamo esaltare una scuola del fumetto che, a volte, si dimentica di essere così forte. Siamo una delle quattro potenze mondiali del fumetto: è un settore d'eccellenza. Abbiamo scuole da cui escono ragazzi praticamente pronti al professionismo e una filiera molto, molto importante. E tutto questo spesso non viene sufficientemente valorizzato.
Cambierà il logo di J-POP?
No!
Ma a livello di governance, qualcosa si può dire?
In realtà abbiamo le stesse deleghe di prima. Siamo una società che, anche prima di questo avvenimento, contava già nove soci, quindi l'elemento della pluralità era presente e non ci sono cambiamenti in previsione. È chiaro, tuttavia, che avere tra i soci una multinazionale ci imporrà uno sforzo in termini di report e puntualità nei consuntivi, il che significa semplicemente essere ancora più precisi e attenti.
I collegamenti ad Amazon fanno parte di un programma di affiliazione: se effettui un acquisto o un ordine attraverso questi collegamenti, il nostro sito potrebbe ricevere una commissione.
Se ho capito bene Kadokawa, non ha proprio acquisito J-Pop, visto che per le license possono fare un pò come vogliono..... cosa molto strana, di solito chi compra poi proprone i titoli del suo catalogo a un solo licenziatario.
Sono meccanismi che per dire ci sono anche in Mondadori. Non è che Einaudi o Rizzoli (sempre di proprietà Mondadori) hanno un accesso provilogiato alle opere degli Oscar Mondadori per dire
PS: il video ora è disponibile
Chiaro, ma il commento sull'inquinare lo ha detto il rappresentante di BD, non Kadokawa, per cui al netto di quanto spiegato nel testo che ho quotato (su cui ovviamente concordo) non capisco perchè anche se fosse possibile avere una prelazione sui titoli sia un inquinamento del mercato.
Ma cosa vuol dire per te prelazione? Non è che le licenze le vendono su Amazon a un prezzo fisso e vince chi le prende per primo, le condizioni che X editori propongono saranno sempre tutte differenti, avvantaggiare J-Pop vorrebbe dire diminuire la concorrenza e a lungo andare abbassare il valore delle proprie licenze.
Mi pare normale che i giapponesi continueranno a valutare i piani editoriali proposti e a scegliere quello migliore per loro.
Siamo passati dalla fanta-editoria alla fanta-gestione aziendale.
Mai visto aziende funzionare così.
Se le cose vanno male viene rimosso il CEO e cambiato con una persona che si pensa possa fare meglio, non inventiamoci scenari assurdi.
Credo tu non abbia capito il mio commento.
Davvero emblematica questa frase, dice tantissimo sui presupposti sui quali i giapponesi lavorano, ma credo al contempo che riceverla implichi anche un attestato incredibile di stima da parte loro: "Se diventate un po' più giapponesi, potremo avere ancora più fiducia".
Sono curiosa di scoprire cosa ci prospetterà il futuro, allora. Per il momento, ancora complimenti per il matrimonio (si può dire così?) ^^
No, mi è ben chiaro che stai citando prelazione in modo sbagliato (d'altronde vendere una licenza non è un immobile), ma non potendoti leggere nella mente mi è difficile andare più a fondo.
Rimane il fatto che ogni vantaggio competitivo dato a uno specifico partner rende il mercato meno competitivo e va a sfavore del venditore.
Non sarebbe male se impostassero un servizio come J-Novel Club in cui puoi leggere le light novel pubblicate capitolo per capitolo e poi raccolte in volumi cartacei.
Prima o poi le direttive di chi comanda si faranno sentire
(sperando siano buone per noi consumatori).
Ragazzi ma dove è stato scritto questo? 😅😅😅
se arriva un altro che offre di più
ho letto male io?
Che i titoli Kadokawa non per forza finiranno a jpop ...si parlava di quelli.
I titoli non Kadokawa sotto licenza jpop resteranno a jpop che manterrà anche il suo logo e non ci sarà scritto Kadokawa sui manga
Da come hanno risposto sembra "tutto bello" e che la Kadokawa sia veramente ben disposta a non stravolgere troppo le cose, ma anzi si guarda solo al miglioramento, e spero sarà davvero così.
Ciò che mi premeva era la futura gestione delle licenze e sono stata contenta di leggere sia che non verrà affibbiato per forza qualunque titolo Kadokawa (anzi!) e che non ci saranno cambiamenti con licenze di altri.
Bene anche se riusciranno a fare qualcosa sul fronte light novel e merchandising.
Perché acquistare J-Pop (o acquistare quote di maggioranza quello che sia...) e poi non rendere esclusivo il catalogo Kadokawa Shoten? Va bene che non possono pubblicare tutti i manga ma le novità importanti devono essere esclusivamente pubblicate dalla J-Pop...
Praticamente Kadokawa Corporation si è presa il 70% di BD - J-Pop ma quasi nulla cambierà Star Comics e Planet Manga potranno ancora acquistare le licenze Kadokawa Shoten.
"Non aspettatevi nessun trattamento di favore, perché noi abbiamo i nostri obiettivi da raggiungere. Se voi ci comprate delle cose, bene, ma se qualcun altro offre di più, noi le daremo ad altri"."
La multinazionale Kadokawa Corporation si prende il 70% di BD - J-Pop "solo" per gestire meglio le proprie licenze senza rinunciare al commercio con gli altri editori.
Una sorta di protettorato editoriale.
P. S. Non considero i manga Kadokawa già in corso di pubblicazione presso altri editori che ovviamente proseguiranno la pubblicazione.
Non solo Overlord, a quanto pare... C'è chi si lamenta anche di Re:Zero e Sword Art Online... Per non parlare di Haruhi Suzumiya, che non ha un nuovo volume dal 2020...
In effetti la cosa lascia abbastanza perplessi, sebbene mi è stato risposto citando la competitività del mercato.
Diciamo che mantengo i miei dubbi e si vedrà sul medio lungo periodo come si metteranno veramente le cose.
Io ricordo ancora quando qualche anno fa questo editore (oggi praticamente venerato) tagliò un bel numero di titoli dall'oggi al domani senza tante cerimonie.
Diciamo quindi che non prenderei per oro colato tutto quello che è stato detto
Sono d'accordo sull'essere dubbiosi fino a quando non si vedranno i primi "sintomi" (anche se personalmente rimango positiva), ma non credo che Kadokawa lascerà droppare serie a J-POP ora che sono "in mano loro" (almeno per quanto riguarda le loro, di serie), tranne nel caso dovesse proprio floppare di brutto (cosa di cui dubito).
Per fortuna qualcuno se lo ricorda.
Io continuo a non fidarmi mai completamente di Jpop.
Pacta sunt servanda. Non è che i contratti pregressi spariscono o cessano di valore.
A maggior ragione dubito che Kadokawa lasci che J-POP sospenda serie a random... E sinceramente non credo nemmeno che J-POP voglia giocarsi la loro fiducia facendo una roba come appunto quella che successe qualche anno fa (che io personalmente forse sono troppo giovane per ricordare).
PS: Aggiungo anche che è già da un po' che nessuna casa editrice manga (ad eccezione della morta e sepolta Goen) sembra star sospendendo serie... E ad eccezione di Haruhi e Toradora (la cui pubblicazione risale agli anni in cui questo tipo di mercato arrancava), sebbene a passo di lumaca (tranne che per Il Mio Matrimonio Felice) le altre novel in mano a J-POP stanno proseguendo.
Si tratta di una cosa accaduta circa un decennio fa, quando di fatto la Jpop interruppe tra il lusco e il brusco un bel numero di serie di Kodansha (all'epoca aveva parecchi titoli con questo editore).
Se cerchi anche qui su animeclick troverai vari articoli, non fu proprio una cosa bellissima e da allora questo editore almeno per quanto mi riguarda l'ho sempre guardato con poca fiducia.
Ho provato a cercare, ma non ho trovato nulla... Non è che potresti darmi qualche link degli articoli? 😅
Comunque in 10 anni può cambiare il mondo, non penso proprio abbiano voglia di ripetere lo stesso errore.
https://www.animeclick.it/news/38381-gp-publishing-e-i-manga-kodansha-interrotti-il-comunicato-ufficiale
Non è spiegato bene, se Einaudi e Rizzoli, sono di proprietà di Mondadori allora il capo è Mondadori, non importa su quale "etichetta" fa uscire i suoi titoli.
Infatti non capisco bene la loro strategia, se hai il 70% di quote è chiaro che comandi te!
Ricordavo bene, interruppero le serie GP che non vendevano non quelle J-Pop, quello era chiaro portarono avanti i titoli che gli interessavano e basta, non è che potevano continuare a perdere soldi con quelli che non vendevano!
Non è esattamente così. Quando GP fallì, Jpop prese tutte le loro licenze. Fu una loro strategia per prendere i manga Kodansha, con cui loro però non avevano rapporti.
Una volta venuti a sapere della cosa, Kodansha infatti non rinnovò le licenze a Jpop che fu costretta a interrompere i manga.
In sostanza fu una mossa scorretta di Jpop e ne pagò le conseguenze. Purtroppo di mezzo ci finirono i lettori che da un giorno all'altro videro venti serie interrotte.
Frazie per la spiegazione.
A beh!
Star ha fermo A Certain Magical Index da fine 2020. Quindi abbastanza recente come interruzione. Ci sono 10 numeri disponibili.
Non sarà ufficiale perchè raramente su queste cose viene detto subito, ma oltre 4 anni senza uscite se non è interruzione ufficiale, lo è di fatto.
Sempre libera Star di smentire e dire quando riprende, eh.
Toshokan interromperà Chie, quasi sicuro.
Ippocampo ha interrotto Imperatore del Giappone.
Questi quelli che mi vengono in mente. Non sono tanti, ma accadono.
Bisognerebbe vedere quelli ''in corso'' i quali però non stanno proseguendo (vedasi appunto Certain Magical Index).
Magic Press ha interrotto due manga di Haruki, Sense e Parasite Doctor Suzune, ma questo mese pubblicano un altro suo manga.
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.