Nel corso di una live sul nostro canale Twitch, Georgia Cocchi Pontalti e Marco Schiavone, di Edizioni BD J-POP, sono intervenuti per commentare e approfondire la recente notizia relativa all'acquisizione del 70% della casa editrice italiana da parte del colosso giapponese KADOKAWA CORPORATION.

 
Il video integrale della live 




Potete raccontarci, nei limiti di quello che si può dire, come è nato tutto questo? Quando Kadokawa ha manifestato interesse per la vostra azienda e quanto sono durate le trattative?

Marco: Non è un mistero che il manga, in Italia e nel mondo, sia diventato un prodotto interessante anche dal punto di vista economico e culturale, attirando l'attenzione di realtà che vanno oltre la pura editoria o la semplice passione. In questo senso, è da almeno quattro anni che abbiamo ricevuto delle avances, più o meno serie, per "allargarci". In passato abbiamo anche avviato un paio di riflessioni molto concrete, che però abbiamo interrotto perché non trovavamo una progettualità e una strategia di medio-lungo termine che ci convincesse fino in fondo.
Kadokawa ci ha contattati per la prima volta a Natale 2023 e come in tutte le dinamiche di una collaborazione, c’è stato un momento iniziale di conoscenza e di condivisione dei progetti. Prima ancora di affrontare gli aspetti numerici, abbiamo messo sul tavolo le idee, quasi come se stessimo sfogliando un "libro dei sogni".
Con Kadokawa, la volontà di arricchire questa progettualità ci ha convinti. Tra l'altro una delle ultime cose che ci siamo detti con il signor Takeshi Natsuno, CEO di Kadokawa, è stata: "Cosa ti piacerebbe che noi facessimo qui come tuoi soci?", e la sua risposta è stata: "Siete già stati un ponte tra Giappone e Italia. Avete cercato di portare il meglio, e mi piacerebbe che questo canale si ampliasse. Che, accanto ai manga, arrivassero anche merchandise, light novel, ecc. A prescindere che arrivino da Kadokawa o meno, l'idea è che siate una "testa di ponte" più ampia.

 
Edizioni BD: dietro le quinte la partnership con KADOKAWA CORPORATION

Perché secondo voi Kadokawa si è indirizzato verso un editore italiano?

Marco: Kadokawa ha un piano di espansione ambizioso, che poggia su basi solide. Hanno già una presenza internazionale molto significativa, dagli Stati Uniti a gran parte dell'Asia, e hanno sempre cercato partnership con realtà locali. Inoltre, nel mondo del manga e dell'animazione, sono sempre stati molto laici: basti pensare che uno dei loro maggiori successi recenti, Oshi no Ko, nasce da un manga pubblicato da Shueisha. Per loro è fondamentale avere una buona storia da raccontare e raggiungere il pubblico giusto. Che si tratti di un prodotto Kadokawa è un "nice to have", ma non un "must".

Ci sono state richieste particolari da parte di Kadokawa che vi hanno stupito o sorpreso positivamente?

Marco: Una delle cose che ci ha colpito è l'apprezzamento per il nostro team. Siamo una squadra molto operativa, con una struttura gerarchica semplice, dove tutti lavorano in sintonia. Non si aspettavano di trovare un gruppo che copre tutte le fasi della filiera e tra l'altro, ci avevano fatto visita alla scorsa Lucca Comics con grande sorpresa. E questa cosa di avere rispetto e di mettere la squadra tra i valori assoluti da preservare ci è piaciuta molto. Hanno insistito fin da subito sull'importanza di premiare il team e non solo gli investitori o i soci, e questa visione è stata accolta con entusiasmo da parte nostra.

Dai commenti a questa notizia sono emersi alcune preoccupazioni sul futuro della casa editrice. Come rispondete?

Georgia: Kadokawa ha voluto vedere da vicino cosa facciamo: sono venuti a Lucca Comics, hanno visitato negozi e hanno toccato con mano la realtà italiana. Ci hanno detto chiaramente: "Voi conoscete il mercato, i lettori, la community", e questa fiducia nei nostri confronti ci rende particolarmente felici. Sono stati sempre molto disponibili all'ascolto, consapevoli che ogni mercato ha le sue specificità.

Marco: Noi siamo un'azienda che ha dei soci e loro sono degli investitori in questa azienda. Continuiamo a chiamarci Edizioni BD, io continuo a essere l'amministratore delegato, mentre Georgia ha deleghe e procura per lavorare con tutti i licenzianti. Quando le trattative con Kadokawa sono diventate serie, abbiamo contattato tutti i nostri partner giapponesi. E devo dire che abbiamo ricevuto grande supporto: due o tre ci hanno addirittura detto, con un sorriso: "Se diventate un po' più giapponesi, noi avremo ancora più fiducia".

Continuerete a portare i titoli non Kadokawa?

Georgia: Certo, continueranno a esserci e a breve ci saranno tante novità. Su questo continueremo a essere la solita J-POP.

Marco: E al netto di questo, l'approccio alle licenze resta talmente laico e indipendente che, per dire, abbiamo incontrato la divisione licensing di Kadokawa proprio la settimana scorsa, ci siamo ripresentati e abbiamo definito alcune regole di ingaggio molto chiare: "Non aspettatevi nessun trattamento di favore, perché noi abbiamo i nostri obiettivi da raggiungere. Se voi ci comprate delle cose, bene, ma se qualcun altro offre di più, noi le daremo ad altri".
Loro stessi hanno voluto mantenere questo discorso con il licensing completamente separato da tutto il resto, perché per loro quel lavoro lì è indipendente da quelle che sono le interazioni societarie.


Georgia: Non ci verrà spinta la qualunque di Kadokawa da pubblicare in Italia.

E avrete la prima scelta in Italia sui loro titoli nuovi di punta?

Marco: Non avverrà. E per fortuna. Perché se il mercato fosse condizionato da questi "inquinamenti", sarebbe meno sano per tutti. Noi non vogliamo orientarci troppo su un solo editore, cosìcché gli altri abbiano le stesse chance che abbiamo noi, continuando così a "giocare" come abbiamo fatto finora.
In questo senso, credo che la competizione abbia aiutato un po' tutti a migliorare, e alla fine abbia favorito anche il lettore.


Ci sarà possibilità di vedere più light novel e gadget, vista anche la forza di Kadokawa in questi ambiti?

Marco: Sì, ma quali in questo momento è troppo presto per dirlo. Ci sono tante cose interessanti, anche se non potremo farle tutte e tutte insieme. Però, un po' alla volta, ci piacerebbe aggiungere qualcosa in più. Speriamo di trovare sempre un pubblico attento, capace sia di accogliere prodotti di qualità che di aiutarci a filtrare quando magari non azzecchiamo perfettamente le scelte.
Sulle novel sicuramente faremo dei tentativi per sbloccare la situazione. In questo senso saremo armati di un po' più di coraggio. Non possiamo essere più precisi per ora, perché non è stata ancora definita una strada univoca, ma ci sono discussioni in corso. Ci piacerebbe trovare una modalità per rendere il nostro catalogo di light novel più interessante per il pubblico.

 
Edizioni BD: dietro le quinte la partnership con KADOKAWA CORPORATION

Quando Kadokawa è venuta in Italia che idea si è fatta del pubblico e del lettore di manga italiano?

Marco: Credo che uno degli elementi decisivi, che ha spinto Kadokawa a investire qui, sia stato il calore del pubblico. Anche la qualità delle fumetterie che abbiamo suggerito loro di visitare ha avuto un peso.
A differenza degli Stati Uniti, qui da noi vedere canali di vendita accogliere il manga con entusiasmo e il pubblico affollare gli spazi degli operatori del settore li ha convinti ancora di più che in Italia c'è una profonda passione per anime e manga.

Si è parlato anche di uscire dagli ambiti prettamente italiani e giocare una partita sullo scacchiere europeo. Che vuol dire?

Marco: L'idea, pur mantenendo il focus sull'italia, è quella di affiancarci nel tempo a realtà con cui creare sinergie. Parliamo di collaborazioni produttive, coedizioni di materiale a colori o coproduzioni di gadget. Ci sono molte possibilità per ottimizzare il lavoro e continuare a crescere con equilibrio. Per noi, avere più persone che lavorano con noi e ampliare la squadra sarebbe sicuramente motivo di orgoglio.

Cosa cambierà nell'editoria o cosa sperate possa cambiare con l'ingresso di una tale potenza?

Marco: Negli anni abbiamo visto come gli Stati Uniti siano stati un terreno più appetibile per gli investimenti diretti degli editori giapponesi, e Kadokawa è stata un po' un'eccezione laica, continuando a collaborare con tutti gli editori. I nostri nuovi soci hanno una strategia ben definita, che anche noi vogliamo portare avanti qui in Italia. Da parte nostra, pensiamo che se altri editori vogliono investire nel nostro Paese, ben venga perché possiamo trarne benefici tutti: chi fa impresa ha punti di riferimento importanti da cui imparare, e per chi lavora si aprono magari più opportunità.

Quando i lettori potranno vedere dei primi cambiamenti?

Marco: Spero che il lettore non noti alcun cambiamento, se non che siamo diventati ancora più bravi. Vogliamo ampliare la nostra offerta, ma senza trascurare ciò che facciamo oggi. Non intendiamo raddoppiare il numero delle nostre uscite, perché non crediamo che farebbe bene né a noi né ai lettori. Il nostro piano, che abbiamo condiviso in un primo orizzonte triennale, è in ambito manga quello di continuare su questa linea. I cambiamenti, se ci saranno, saranno piccoli ritocchi in positivo: un'offerta un po’' più ricca e curata, senza però stravolgere o inquinare ciò che già facciamo bene.
 
 


Vi riportiamo di seguito, inoltre, alcune domande e risposte emerse durante la live:

Edizioni BD continuerà a pubblicare titoli non giapponesi?
Sì, e questo è uno dei plus che abbiamo portato a casa dalle lunghe discussioni con i nostri interlocutori. La capacità produttiva che abbiamo sviluppato negli anni – basti pensare a Tacotoon – li ha convinti che siamo in grado di produrre fumetti, cosa tutt'altro che scontata. In questo senso c’è anche l'ambizione di dare maggiore visibilità a qualche autore italiano, rispetto a quanto potevamo fare prima solo con le nostre semplici forze.

Dal punto di vista digitale?
Per quanto riguarda la nostra produzione digitale, stavamo osservando che – oltre a raddoppiare anno su anno – anche i risultati delle vendite stanno cominciando a muoversi in positivo. L'offerta digitale continuerà a migliorare nel tempo e abbiamo ancora ampi margini di crescita.

C'è quindi la possibilità per molti artisti italiani di essere conosciuti anche all'estero, e non solo in Italia?
Assolutamente sì ed è uno degli obiettivi dichiarati. Vogliamo esaltare una scuola del fumetto che, a volte, si dimentica di essere così forte. Siamo una delle quattro potenze mondiali del fumetto: è un settore d'eccellenza. Abbiamo scuole da cui escono ragazzi praticamente pronti al professionismo e una filiera molto, molto importante. E tutto questo spesso non viene sufficientemente valorizzato.

Cambierà il logo di J-POP?
No!

Ma a livello di governance, qualcosa si può dire?
In realtà abbiamo le stesse deleghe di prima. Siamo una società che, anche prima di questo avvenimento, contava già nove soci, quindi l'elemento della pluralità era presente e non ci sono cambiamenti in previsione. È chiaro, tuttavia, che avere tra i soci una multinazionale ci imporrà uno sforzo in termini di report e puntualità nei consuntivi, il che significa semplicemente essere ancora più precisi e attenti.