Netflix sta rafforzando significativamente la propria presenza nel mercato anime con l'obiettivo dichiarato di diventare la più grande piattaforma di streaming al mondo per questa forma di intrattenimento. Il 2025 ha segnato un momento cruciale per la strategia della piattaforma, con la prima partecipazione ufficiale con uno stand proprio all'Anime Expo di Los Angeles a luglio, il più grande evento su questo tema del Nord America. Nonostante avesse già partecipato in passato con pubblicità e pannelli, questa rappresenta un'escalation significativa nell'impegno verso la comunità anime globale.
I numeri forniti da Kim Min-young, Vicepresidente del Dipartimento Contenuti per l'Asia (esclusa l'India), evidenziano una crescita impressionante negli ultimi cinque anni. Attualmente circa il 50% degli utenti globali di Netflix guarda contenuti animati, traducendosi in 150 milioni di famiglie, ovvero oltre 300 milioni di persone secondo stime conservative. Il tempo di visione è triplicato nello stesso periodo, rendendo il titolo anime un pilastro strategico per il business e la crescita futura dell'azienda.

Secondo Yuji Yamano, Direttore dei Contenuti per Netflix Giappone, alcuni titoli hanno rappresentato veri e propri "punti di svolta" strategici. Il primo è stato l'adattamento di Baki, la cui serie è stata trasmessa esclusivamente sulla piattaforma dal 2018. "Man mano che la serie progrediva, il fandom è cresciuto a livello mondiale", ha commentato Yamano, evidenziando come l'esclusività possa alimentare la crescita di una base di fan globale.
Altrettanto significativo è stato il successo di Il mio Matrimonio felice, che ha dimostrato il potenziale globale di generi diversi dallo shonen tradizionale. "L'opera originale è una light novel di KADOKAWA, ma non è un manga shonen o di stile graffiante. È di tipo shoujo manga ed è stata ampiamente vista a livello globale", ha spiegato Yamano. Il successo della serie ha portato a un significativo aumento delle vendite della versione manga all'estero, rappresentando un'esperienza di successo per KADOKAWA e creando un modello di collaborazione che ha beneficiato entrambe le parti. L'importanza dei doppiaggi multilingue disponibili fin dal lancio è stata identificata come un fattore chiave di questo successo, influenzando potenzialmente le strategie di rilascio future.

Netflix ha sperimentato diversi metodi di distribuzione per ottimizzare la fruizione globale dei contenuti anime, inclusi rilasci a blocchi completi e uscite internazionali ritardate, approcci che a volte hanno generato dibattiti nella comunità. Kim ha confermato che la piattaforma intende mantenere questa diversità nelle strategie di distribuzione, seguendo l'esempio di titoli come Baki. L'azienda mira anche a esplorare sia le "serie Netflix" che i "film Netflix", ampliando attraverso una varietà più ampia di contenuti anime per soddisfare gusti diversificati del pubblico globale.
Per la "prossima fase" di Netflix, Kim ha promesso maggiori investimenti e storie nuove più diversificate, con l'intenzione di rivelare presto ulteriori dettagli sui progetti in sviluppo. L'approccio dell'azienda riflette una comprensione sempre più sofisticata del mercato globale dell'anime e del suo potenziale di crescita, posizionando Netflix come un attore sempre più influente nell'industria dell'animazione giapponese su scala mondiale. La strategia sembra puntare non solo sull'acquisizione di contenuti esistenti, ma anche sullo sviluppo di proprietà intellettuali originali e sulla creazione di partnership strategiche con i principali attori dell'industria giapponese.
Fonte: Anime Corner
I numeri forniti da Kim Min-young, Vicepresidente del Dipartimento Contenuti per l'Asia (esclusa l'India), evidenziano una crescita impressionante negli ultimi cinque anni. Attualmente circa il 50% degli utenti globali di Netflix guarda contenuti animati, traducendosi in 150 milioni di famiglie, ovvero oltre 300 milioni di persone secondo stime conservative. Il tempo di visione è triplicato nello stesso periodo, rendendo il titolo anime un pilastro strategico per il business e la crescita futura dell'azienda.

Secondo Yuji Yamano, Direttore dei Contenuti per Netflix Giappone, alcuni titoli hanno rappresentato veri e propri "punti di svolta" strategici. Il primo è stato l'adattamento di Baki, la cui serie è stata trasmessa esclusivamente sulla piattaforma dal 2018. "Man mano che la serie progrediva, il fandom è cresciuto a livello mondiale", ha commentato Yamano, evidenziando come l'esclusività possa alimentare la crescita di una base di fan globale.
Altrettanto significativo è stato il successo di Il mio Matrimonio felice, che ha dimostrato il potenziale globale di generi diversi dallo shonen tradizionale. "L'opera originale è una light novel di KADOKAWA, ma non è un manga shonen o di stile graffiante. È di tipo shoujo manga ed è stata ampiamente vista a livello globale", ha spiegato Yamano. Il successo della serie ha portato a un significativo aumento delle vendite della versione manga all'estero, rappresentando un'esperienza di successo per KADOKAWA e creando un modello di collaborazione che ha beneficiato entrambe le parti. L'importanza dei doppiaggi multilingue disponibili fin dal lancio è stata identificata come un fattore chiave di questo successo, influenzando potenzialmente le strategie di rilascio future.

Netflix ha sperimentato diversi metodi di distribuzione per ottimizzare la fruizione globale dei contenuti anime, inclusi rilasci a blocchi completi e uscite internazionali ritardate, approcci che a volte hanno generato dibattiti nella comunità. Kim ha confermato che la piattaforma intende mantenere questa diversità nelle strategie di distribuzione, seguendo l'esempio di titoli come Baki. L'azienda mira anche a esplorare sia le "serie Netflix" che i "film Netflix", ampliando attraverso una varietà più ampia di contenuti anime per soddisfare gusti diversificati del pubblico globale.
Per la "prossima fase" di Netflix, Kim ha promesso maggiori investimenti e storie nuove più diversificate, con l'intenzione di rivelare presto ulteriori dettagli sui progetti in sviluppo. L'approccio dell'azienda riflette una comprensione sempre più sofisticata del mercato globale dell'anime e del suo potenziale di crescita, posizionando Netflix come un attore sempre più influente nell'industria dell'animazione giapponese su scala mondiale. La strategia sembra puntare non solo sull'acquisizione di contenuti esistenti, ma anche sullo sviluppo di proprietà intellettuali originali e sulla creazione di partnership strategiche con i principali attori dell'industria giapponese.
Fonte: Anime Corner
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Hai ragione, Netflix nn ha mai avuto così tanti anime nella sua lista di titoli e nn gli basta ancora. Potrebbe essere un passo avanti per nn abbonarsi a più piattaforme se creasse una sezione apposita tipo crunchyroll
Gli anime fanno fare soldi da sempre....i robottoni si facevano per vendere modellini. Le TV giapponesi campano con le pubblicità durante gli anime.
Netflix porta anime da decenni...ovviamente va incontro a quello che chiedono i suoi abbonati, se vogliono vedere anime, gli da gli anime.
Meglio della TV dove da anni si chiedono gli anime ma se ne sono sempre fregati da anni
é un'azienda.. é normale che cerchi un modo per fare soldi. Letteralmente l'obiettivo di ogni azienda sul pianeta.
Se vede l'opportunità di fare soldi con gli anime, alla fin ben venga. Meglio per noi.
Sicuramente non decide di prendere tanti anime perché gli piacciono
Non sapevo che Netflix fosse una onlus. Infatti gli abbonamenti li regalano. 🙄
Per me invece la cosa è molto positiva, significherà avere più anime facilmente accessibili da guardare comodamente quando si vuole.
invece i manga e gli anime vengono fatti per dare da mangiare agli unicorni
santo cielo
Se puntano alla quantità trascurando la cura, come già evidenziato da altri, non credo ci sarà molto da ringraziarli, speriamo invece lo stesso riguardo di Sakamoto Days.
Ora vediamo come risponderà CR per contrastare gli obiettivi della N rossa.
Netflix e' una major composta da azionisti, non c'e' alcuna passione, c'e' un'interesse finanziario e mediatico.
Il discorso e' un po' differente se ti sposti su chi produce anime, li puoi trovare un produttore, uno studio di creatori che magari vogliono provare a creare qualcosa di fresco e ben realizzato.
Ma se ancora ti devo dire la mia, e' uscito dal poco K-pop Demon Hunter che non fatico a definire un capolavoro, ma che nel contempo e' realizzato per piacere a tutti a tavolino e che si appresta a divenire il prodotto piu' visto di sempre su Net.
Poi bisogna vedere cosa si offre veramente...
Infatti sarà così perchè queste piattaforme in generale che per anni se ne sono fregate degli anime,adesso che sono esplosi per il pubblico mainstream cavalcano l'onda (esattamente come accade nella musica,seguono il tormentone), il problema è che il tormentone non è un REALE valore,va bene per galleggiare ed incassare ma a lungo termine non porta a nulla
Il dietrofront non me lo ricordo. Faccio presente che al di la del mercato italiano (dove le licenze sono contese anche con Mediaset per citarne una) Netflix ha un catalogo anime decisamente massiccio e gli investimenti su prodotti nuovi mi paiono abbastanza palesi.
Si ma gli articoli vanno letti. Disney ha deciso di investire a livello locale sul mondo asiatico.
Netflix sono anni che porta anime e animazione a livello globale. Basta vedere tutti gli annunci al NY Comicon
Da Devil May cry a sakamoto a Splinter cell ...
Sulle dichiarazioni di Netflix io sono perplesso, dice queste cose ma poi non molto tempo fa ha tagliato il budget dei suoi anime original del 20%. Per carità poco male perché stava facendo certi anime con una CGI oscena, ma nei fatti -20% di investimenti.
Maaaaa
Ma quando? Io mi ricordo nel 2022 ci furono tagli sull' animazione e alcuni titoli furono cancellati. Ma non si parlava di anime bensì di titoli per famiglie e bambini.
Quando fate affermazioni di questo tipo sarebbe carino citare le fonti se no di spara a caso come il tizio nella news di Nana che diceva che l' autrice girava le fiere e se la spassava (cosa non vera)
Ma certo che è una major interessata al guadagno, ma intendo che non traspare neppure dal direttore contenuti dal Giappone, quello che dovrebbe essere più vicino ai produttori. E poi quando mi ero fatto un periodo Netflix avevo provato anche l'elogiato Nimona, ma l'ho trovato così forzato e finto nel suo messaggio inclusivo e fastidioso nella protagonista che non sono riuscito ad arrivare alla fine. Penso che servano di certo opere animate di qualità per tutti, magari K-Pop Demon Hunter è meglio, solo che quanto tutto è troppo "ingegnerizzato" è allontanante.
Un paragone senza senso, visto che un blu ray è un film singolo, o al massimo cinque episodi di una serie e poche ore di visione, mentre un mese di abbonamento ti permette l'accesso a migliaia di film o episodi per centinaia di ore di visione.
Non è molto diverso da quando al posto di Netflix c'erano i canali TV giapponesi che sovvenzionavano la creazione di serie anime, anche loro agivano non per passione ma badando a pubblicità e bilanci.
Non è stato doppiato in nessuna lingua semplicemente perché non è un originale Netflix.
Sono molto contenta che Il mio Matrimonio felice abbia ricevuto un apprezzamento ampio, ciò (assieme alla Speziale) conferma ancora una volta come "ridursi" a puntare solo sugli shonen sia un preconcetto che spero possa venire sempre meno, dal momento che per l'appunto viene smentito dai risultati. Della serie: proporre varietà appetibile a vari tipi di pubblico non è vero che non paga; magari necessita di più tempo, più pazienza e più investimenti, ma poi ripaga (anche collateralmente, come si è visto con le vendite del manga).
Allora, dai, magari posso sperare che a Ooku diano un sequel, visto che l'ottimo materiale c'è, manca solo un po' più di impegno a livello di produzione delle animazioni...
10 anni di netflix ti lasciano nulla se non il portafoglio sempre più vuoto.
I dischi sulle mensole stanno solo a prendere polvere. È molto più conveniente avere a disposizione migliaia di film da poter guardare quando si vuole e senza occupare spazio.
A conti fatti già lo è
Ma non è vero, anche blue box è arrivato dopo
Da bravi italiani, varia gente è perennemente scontenta di tutto e tutti...basta leggere alcune news qui sul sito e i loro commenti.
Se non vengono portati gli anime qui da noi ci si lamenta perchè non si POSSONO vedere, se arrivano portati da una specifica piattaforma ci si lamenta perchè vengono portati in quel modo e perciò non si VOGLIONO vedere...a una certa prendete una decisione oppure tornate a vederli piratandoli!
Certa gente non è proprio mai contenta, si vede che se provano un minimo di contentezza vanno in shock anafilattico! Boh...
Comprendo che Netflix possa stare sulla ciolla, ma allora non lamentiamoci se gli anime non vengono portati...a volte ci vorrebbe anche un pizzico di coerenza quando si scrive...proprio vero che non esistono più le mezze misure ma solo polarizzazioni!
P.S. Ma che cavolo vi aspettate da Netflix!? È una ca..o di azienda con il palese obiettivo di guadagnare il più possibile anche a costo di sacrificare la qualità e non di fare beneficenza...e comunque, se decidesse di divenire un distributore, molti degli anime che porterebbe non sarebbero sue produzioni e quindi se tali prodotti saranno di qualità o meno dipenderà da chi lo ha creato al di fuori di esso!
Che poi, vedo gente che parla di come Netflix sarebbe disposta a saturare il mercato anime stagionale pur di guadagnare portando una marea di anime e che ciò fà schifo...perchè Crunchyroll, che già fa ciò portando una marea di anine a stagione, non riceve le stesse identiche critiche...due pesi e due misure, come al solito?
L'abbonamento di Netflix include centinaia di film e serie provenienti da tutto il mondo, mentre Crunchyroll solo anime.
Il fatto che qualcuno preferisca davvero Crunchyroll con le sue venti serie isekai fotocopia a stagione rispetto a Netflix mi perplime.
Tranne takopi, caso qualitativamente sorprendente, gli annunci stagionali di Crunchyroll sono isekai fetenti (che si prende tutti) e romcom/slice of life altrettanto fetenti. Credo che Takopi sia stato una sorpresa anche per loro.
"oddio ma guarda che regia!"
"perchè ce lo abbiamo noi?!"
mah guarda che sono più quelli doppiati che quelli senza eh....
Basti vedere witch watch doppiato, sakamato doppiato, adirittura tougen anki....
È ancora in corso, non ha senso lamentarsene ora, probabilmente lo doppieranno una volta concluso, come Blue Box.
Massì, che vuoi che abbia crunchy? Giusto i top 3 anime della stagione più votati dal sito. Oltre ad altri 11 nella top 20.
Robetta.
Qui si parla di Netflix che vuole competere con gli altri nel mondo anime ed ho espresso cosa ne penso. Ovviamente se devo valutare Netflix nel complesso a parte i prezzi (a mio avviso esagerati) penso sia la migliore in circolazione. Ma l'articolo se non lo hai letto parla di anime non di serie TV.
Il tuo commento è senza senso, come se ti chiedessero una recensione su un piatto e tu gli rispondessi che la cucina è pulita.
Crunchyroll la puoi paragonare a HiDive entrambe fanno solo anime, Netflix la puoi mettere in competizione con Prime video dato che hanno più o meno la stessa "visione". A mio parere negli anime Prime video è superiore grazie ai canali extra (a pagamento) e alle serie che hanno acquistato la licenza. Per ripondere alla parte degli isekai tutti uguali.
Primo, Crunchyroll compra i diritti, non li produce.
Secondo, le opere sono prese da light novel o manga, quindi la "colpa" è degli autori non di chi li serializza.
Tutti e due fanno il loro business, ci portano anime (il primo anche film e serie tv essendo nato per quello) e ne guadagnano.
Portano di tutto e di più (ne mancano ancora tanti) e naturalmente ci sono anime molto molto belli o anime un po' più "trash" in tutti i sensi.
L'importante, per noi, é che portino sempre più anime, rendendoli reperibili a più persone possibili.
Io non guardo mai un anime in dub, capisco che per alcuni sia essenziale, ma alla fine questo mondo (al di fuori di mediaset) é nato in sub ed é normale trovarli principalmente così. Prima o poi li doppieranno, se avranno abbastanza successo nel nostro paese.
Sono aziende che si muovono per soldi, non per darci anime gratis. Per quello ci sono altri strumenti che già conoscete bene.
arrivano molte serie manga e tante serie anime e più arrivano e si legge sempre lamentele ovunque
sono il primo a rompere il cazzo quando è giusto e quando mi sento trattato come un bancomat dalle case editrici
ma leggere che netflix lo fa per soldi è veramente ridicolo , in giappone prima di tutto i manga e gli anime sono trattati come un azienda perchè smuovono miliardi
finiamola di scrivere stronzata a caso e lamentiamoci per cose serie se no a furia di lamentarsi per tutto è come non lamentarsi di niente
Non si tratta di lamentarsi di Netflix (o Crunchyroll). A parte le opere loro (tipo sakamoto day) non fa simulcast. Quindi se una serie esce ad ottobre loro la fanno uscire una volta completa, l'esempio più recente è "The Fragrant Flower Blooms with Dignity". Poi, se ricordo bene (potrei sbagliarmi) hanno avuto problemi anche con "il mio matrimonio felice" interrotto a due episodi dalla fine. Ben venga il proposito ma deve essere fatto bene, non come la gestione attuale.
Lamentarsi è sport nazionale ormai nell'internet del 2025
Non esistono serie loro, non le producono, se non è uscito in simulcast evidentemente c'è qualche motivo dietro che non sappiamo.
Per Il mio matrimonio felice gli ultimi due episodi erano stati rinviati per problemi di produzione in Giappone.
Però Sakamoto day me la segna come "Netflix original" a differenza di altre opere che hanno sempre sulla piattaforma. 🤔 Quando segna in quel modo non è una produzione loro?
Il mio matrimonio felice mi ricordavo che erano rinviati ma non ricordavo il motivo. Grazie.
Non esistono serie di Netflix perché Netflix non possiede studi di animazione. La dicitura Netflix Original indica solo che hanno contribuito in parte alle spese di produzione e che per questo hanno i diritti di trasmissione streaming.
Ah ok, grazie per avermelo spiegato.
Però intanto il 90% di spazzatura continua a venir prodotto, questo segna che grossi investimenti continuano a venir dispersi.
E poi se il 10% più importante viene frammentato in 4 streaming, quanti abbonamenti deve farsi un appassionato?
Va bene, direte di selezionare, farsi un mese o attaccarsi al tram.
Resta che non è mica più come passare da Italia 1, a Odeon, a Italia 7, a MTV.
No, sicuramente non come cambiare un canale tv, ma quello era il secolo scorso o poco più.
Il crollo della programmazione di anime nelle TV italiane è iniziato ben prima del boom dello streaming, quindi per quanto possa non essere l'ideale, la situazione attuale per un appassionato italiano è nettamente migliore a quella del recente passato.
In questo momento l'appassionato di anime sta vivendo una vera e propria età dell'oro, in quanto a quantità e volume dell'offerta (sulla qualità lascio ai singoli decidere dato che è soggettiva) , a un livello che solo una ventina di anni fa quando gli appassionati per vedere qualcosa dovevano sperare nei fansubber non potevano neanche sognare.
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