Un vero e proprio "terremoto" ha recentemente colpito la comunità letteraria giapponese: un romanzo scritto interamente da un’intelligenza artificiale ha raggiunto il primo posto nella classifica giornaliera generale di Kakuyomu, la popolare piattaforma di narrativa online lanciata nel 2016 da Kadokawa, una delle più importanti e famose case editrici del Giappone.
Kakuyomu permette infatti ad autori di ogni genere di pubblicare gratuitamente le proprie storie e farsi notare grazie a classifiche basate su visualizzazioni e interazioni. I titoli più letti spesso finiscono su carta, e ogni anno la piattaforma organizza un concorso di web novel che può aprire la strada a light novel, manga o persino anime.
 
L’opera, che in questi giorni ha raggiunto la prima posizione in classifica, ha acceso un vivace dibattito sui social sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella scrittura creativa. Gli utenti si sono divisi tra chi celebra l’innovazione tecnologica e chi, invece, teme il possibile tramonto delle storie nate dall’ingegno umano. Il romanzo al centro della controversia è un isekai romantico a tinte femminili, una classica storia di reincarnazione e amore che però sfrutta l’intelligenza artificiale per produrre contenuti a una velocità impressionante: circa 100.000 caratteri giapponesi al giorno. L’autrice - o operatore del modello linguistico -, si firma Natsumi Nai e con la sua opera non solo ha superato i concorrenti umani in termini di popolarità, ma ha anche messo in discussione i meccanismi stessi dell’ecosistema creativo giapponese. Con un titolo piuttosto lungo - in perfetto stile web novel - “Mi sono scontrato con una ragazza a un angolo e ho usato la magia curativa su di lei, guarendola da una malattia incurabile e dalla cecità, e da allora si è molto affezionata a me”, la novel segue le vicende di Yuuki, un ex impiegato d’ufficio che viene trasportato in un altro mondo da Dio e dotato di un potente potere di guarigione. Qui incontra Lunaria, la figlia di un duca afflitta da una malattia incurabile, che lui riesce a curare grazie alla sua magia e tra i due nasce una storia d’amore.
 
 
A rendere il caso ancora più esplosivo non è stato solo il fatto che il romanzo fosse scritto da un’intelligenza artificiale, ma proprio la velocità di pubblicazione. L’autrice pubblicava nuovi capitoli a un ritmo tale da sfruttare perfettamente l’algoritmo di Kakuyomu, il quale premia la costanza negli aggiornamenti, il numero totale di visualizzazioni e la crescita dei follower. Il risultato è stato quindi un circolo vizioso: più capitoli significavano più clic, maggiore visibilità e un coinvolgimento sempre crescente, portando a un effetto valanga che ha spinto il romanzo fino alla prima posizione nella classifica giornaliera della piattaforma. La novel ha così ottenuto risultati particolarmente notevoli, con il primo episodio che da solo ha superato le 50.000 visualizzazioni e secondo alcune stime potrebbe aver fruttato a Natsumi Nai diverse decine di migliaia di yen al mese.
L'autrice, in seguito alle numerose polemiche, ha quindi deciso di pubblicare un messaggio di scuse rivolto a tutti i lettori: "Mi scuso sinceramente per non aver fornito spiegazioni sufficienti a tutti voi riguardo al metodo di scrittura di quest’opera" ha scritto in un post. "Questo lavoro è stato realizzato principalmente utilizzando una tecnologia di intelligenza artificiale e, sebbene lo avessi menzionato nel mio profilo, avrei dovuto chiarirlo fin da subito in un punto visibile ai lettori. Mi scuso profondamente per questa mancanza di attenzione."
Molti utenti i sono detti “traditi”, mentre altri hanno deciso di schierarsi in difesa, sostenendo che il valore di un testo andrebbe giudicato dal risultato finale, non dal processo creativo. Due punti di vista nettamente distinti che aprono a una riflessione ben più profonda: se un algoritmo può scrivere un romanzo di successo, quale spazio resta all’autore umano?
 
Non è però la prima volta che l’intelligenza artificiale provoca scompiglio sulla popolare piattaforma di Kadokawa. La controversia si inserisce infatti in un dibattito globale sul ruolo dell’IA nelle arti, già acceso in Giappone nel 2024 con il caso di Rie Kudan, vincitrice del Premio Akutagawa, che aveva ammesso di aver utilizzato una piccola parte di contenuti generati con ChatGPT nel suo romanzo. Tuttavia, quest’ultimo caso ha amplificato le preoccupazioni, poiché il metodo utilizzato dall’autrice prevede l’uso di modelli e template per guidare la generazione dei testi, dando vita a opere sì leggibili, ma spesso incoerenti o altalenanti nella qualità delle narrazioni più lunghe.
Molti utenti, sia su X che su Kakuyomu, temono che l’ondata di testi generati dall’IA possa oscurare gli autori reali e ridurre la partecipazione della community. Gran parte delle critiche infatti ruota attorno all’idea che l’intelligenza artificiale non giochi ad armi pari, poiché si basa su dati di addestramento raccolti senza autorizzazione da opere scritte da autori umani, come nel caso dei 120.000 racconti prelevati senza il consenso degli autori e poi rimossi su richiesta di Kadokawa. Dall’altro lato, i sostenitori dell’IA parlano di libertà creativa e democratizzazione della scrittura, sostenendo che il risultato conti più del processo. Secondo loro, usare bene questi strumenti richiede comunque abilità umane e può persino migliorare la qualità media delle opere online, in un contesto dove l’innovazione tecnologica è inevitabile e va accolta, non frenata.
 
Nel frattempo, Natsumi Nai continua a sfornare light novel a un ritmo impressionante. Sembra infatti che stia aggiungendo quasi un capitolo al giorno a una dozzina di opere in corso, tra cui la già destinata a diventare un piccolo cult: “Sebbene sia una principessa abbandonata, si è alleata con i suoi soffici amici per creare la nazione agricola più potente del mondo”.
Fonti consultate:
rivista.ai
yahoo.com
Kakuyomu permette infatti ad autori di ogni genere di pubblicare gratuitamente le proprie storie e farsi notare grazie a classifiche basate su visualizzazioni e interazioni. I titoli più letti spesso finiscono su carta, e ogni anno la piattaforma organizza un concorso di web novel che può aprire la strada a light novel, manga o persino anime.
L’opera, che in questi giorni ha raggiunto la prima posizione in classifica, ha acceso un vivace dibattito sui social sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella scrittura creativa. Gli utenti si sono divisi tra chi celebra l’innovazione tecnologica e chi, invece, teme il possibile tramonto delle storie nate dall’ingegno umano. Il romanzo al centro della controversia è un isekai romantico a tinte femminili, una classica storia di reincarnazione e amore che però sfrutta l’intelligenza artificiale per produrre contenuti a una velocità impressionante: circa 100.000 caratteri giapponesi al giorno. L’autrice - o operatore del modello linguistico -, si firma Natsumi Nai e con la sua opera non solo ha superato i concorrenti umani in termini di popolarità, ma ha anche messo in discussione i meccanismi stessi dell’ecosistema creativo giapponese. Con un titolo piuttosto lungo - in perfetto stile web novel - “Mi sono scontrato con una ragazza a un angolo e ho usato la magia curativa su di lei, guarendola da una malattia incurabile e dalla cecità, e da allora si è molto affezionata a me”, la novel segue le vicende di Yuuki, un ex impiegato d’ufficio che viene trasportato in un altro mondo da Dio e dotato di un potente potere di guarigione. Qui incontra Lunaria, la figlia di un duca afflitta da una malattia incurabile, che lui riesce a curare grazie alla sua magia e tra i due nasce una storia d’amore.

A rendere il caso ancora più esplosivo non è stato solo il fatto che il romanzo fosse scritto da un’intelligenza artificiale, ma proprio la velocità di pubblicazione. L’autrice pubblicava nuovi capitoli a un ritmo tale da sfruttare perfettamente l’algoritmo di Kakuyomu, il quale premia la costanza negli aggiornamenti, il numero totale di visualizzazioni e la crescita dei follower. Il risultato è stato quindi un circolo vizioso: più capitoli significavano più clic, maggiore visibilità e un coinvolgimento sempre crescente, portando a un effetto valanga che ha spinto il romanzo fino alla prima posizione nella classifica giornaliera della piattaforma. La novel ha così ottenuto risultati particolarmente notevoli, con il primo episodio che da solo ha superato le 50.000 visualizzazioni e secondo alcune stime potrebbe aver fruttato a Natsumi Nai diverse decine di migliaia di yen al mese.
L'autrice, in seguito alle numerose polemiche, ha quindi deciso di pubblicare un messaggio di scuse rivolto a tutti i lettori: "Mi scuso sinceramente per non aver fornito spiegazioni sufficienti a tutti voi riguardo al metodo di scrittura di quest’opera" ha scritto in un post. "Questo lavoro è stato realizzato principalmente utilizzando una tecnologia di intelligenza artificiale e, sebbene lo avessi menzionato nel mio profilo, avrei dovuto chiarirlo fin da subito in un punto visibile ai lettori. Mi scuso profondamente per questa mancanza di attenzione."
Molti utenti i sono detti “traditi”, mentre altri hanno deciso di schierarsi in difesa, sostenendo che il valore di un testo andrebbe giudicato dal risultato finale, non dal processo creativo. Due punti di vista nettamente distinti che aprono a una riflessione ben più profonda: se un algoritmo può scrivere un romanzo di successo, quale spazio resta all’autore umano?

Non è però la prima volta che l’intelligenza artificiale provoca scompiglio sulla popolare piattaforma di Kadokawa. La controversia si inserisce infatti in un dibattito globale sul ruolo dell’IA nelle arti, già acceso in Giappone nel 2024 con il caso di Rie Kudan, vincitrice del Premio Akutagawa, che aveva ammesso di aver utilizzato una piccola parte di contenuti generati con ChatGPT nel suo romanzo. Tuttavia, quest’ultimo caso ha amplificato le preoccupazioni, poiché il metodo utilizzato dall’autrice prevede l’uso di modelli e template per guidare la generazione dei testi, dando vita a opere sì leggibili, ma spesso incoerenti o altalenanti nella qualità delle narrazioni più lunghe.
Molti utenti, sia su X che su Kakuyomu, temono che l’ondata di testi generati dall’IA possa oscurare gli autori reali e ridurre la partecipazione della community. Gran parte delle critiche infatti ruota attorno all’idea che l’intelligenza artificiale non giochi ad armi pari, poiché si basa su dati di addestramento raccolti senza autorizzazione da opere scritte da autori umani, come nel caso dei 120.000 racconti prelevati senza il consenso degli autori e poi rimossi su richiesta di Kadokawa. Dall’altro lato, i sostenitori dell’IA parlano di libertà creativa e democratizzazione della scrittura, sostenendo che il risultato conti più del processo. Secondo loro, usare bene questi strumenti richiede comunque abilità umane e può persino migliorare la qualità media delle opere online, in un contesto dove l’innovazione tecnologica è inevitabile e va accolta, non frenata.

Nel frattempo, Natsumi Nai continua a sfornare light novel a un ritmo impressionante. Sembra infatti che stia aggiungendo quasi un capitolo al giorno a una dozzina di opere in corso, tra cui la già destinata a diventare un piccolo cult: “Sebbene sia una principessa abbandonata, si è alleata con i suoi soffici amici per creare la nazione agricola più potente del mondo”.
Fonti consultate:
rivista.ai
yahoo.com
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la IA in traduzione sta facendo passi avanti molto importanti. Le traduzioni di un deepL non sono paragonabili a quelle di GoogleTranslate di soli 4 anni fa e anche Google ha fatto passi in avanti. Tuttavia, di errori o incomprensione ne fa ancora molti, specie quando si utilizzano parole tecniche, linguaggio scientifico o settoriale. Spesso traducono parole che in un determinato settore hanno un certo significato con un significato generico differente. Quindi in una novel fantasy mi aspetto una quantità notevole di errori.
Un altro problema è la facilità di passaggio da una lingua all'altra. Per esempio se vuoi una buona traduzione al tedesco ti conviene passare dall'italiano all'inglese e poi dall'inglese al tedesco. Con il Giapponese tutto è più complesso e per quanto ho potuto notare la differenza che si nota della qualità della traduzione solo che da inglese-italiano a danese-italiano è non trascurabile, non mi immagino con una lingua come il giapponese. Considera inoltre che i modelli di linguaggio naturale e di traduzione si evolvono quanto più vengono usati. Ovviamente i traduttori sono allenati molto meglio con lingue come l'inglese che con il giapponese. Se vuoi provare ti consiglio di fare il doppio passaggio, italiano inglese, inglese giapponese, ma ho seri dubbi sulla qualità del risultato. La traduzioni fatte dalla IA hanno bisogno di essere sempre riviste e corrette.
Non mi sorprende quindi che chatGPT sia riuscito a fare qualcosa che possa essere piaciuto così tanto.
Nel mio caso il doppio passaggio è meglio farlo giapponese-inglese e poi inglese-italiano, perchè non sapendo il giapponese non mi sarebbe possibile stabilire la qualità del risultato.
Ho tradotto una novel dall'inglese all'italiano e traduceva club con discoteca!
Che ridere, dei liceali che dopo la scuola si danno appuntamento in discoteca!
I pittori temevano la fotografia.
I musicisti "veri" temevano gli strumenti elettrici e i computer.
Gli animatori a mano temevano l'animazione in CGI.
I giornali ufficiali temevano i blog.
Ogni rivoluzione tecnologica è preceduta da gente che ha paura del nuovo, soprattutto quelli che coi vecchi metodi ci campavano. Ma l'evoluzione non risparmia nessuno, nemmeno i mastodonti.
Scusate l'off topic, ma mi fa sempre cadere le braccia vedere quanta gente è pronta a mettere pollice negativo per qualcuno che posta un'opinione chiaramente informata sul fatto che le traduzioni con Ai hanno limitiazioni e non sono perfette. Non è la prima volta che succede, esattamente quale sarebbe il motivo? Non vi piace che vi si dica che l'Ai fa errori ed è necessario rivederlo? Pur essendo un dato di fatto?
A me capita spesso di revisionare testi tradotti con Ai, ovviamente dipende anche molto da quale lingua a quale si traduce. Due settimane fa mi è capitato di rivedere un testo tradotto dall'inglese al francese, e ovviamente sono saltati fuori tutti gli errori di mancanza di contesto e propri della differenza delle due lingue. Per esempio, gli aggettivi - che in inglese non cambiano se femminili o maschili ma in francese, esattamente come in italiano sono differenti - erano stati girati tutti al maschile. TUTTI
Le seconde persone inglesi (che ricordo si scrivono esattamente uguali al plurale e al singolare) erano state tradotte a volte al singolare, a volte al plurale.
Una traduzione che mi è capitata sottomano dal tedesco al danese utilizzava invece termini corrretti ma desueti, dando un effetto straniante.
Dei colleghi ogni tanto provano a tradurre dei testi tecnici legali da una lingua all'altra come test e ovviamente è un macello, anche solo per il fatto che un testo legale non non può essere veramente tradotto (ci sono concetti nella common law dei paesi di lingua inglese che non esistono nella civil law propria dei paesi dell'Europa continentale) ma adattato, e l'adattamento corretto dipende da caso in caso, spesso non è nemmeno svolto da un traduttore normale ma da un traduttore giurista.
E fin qui ho parlato di lingue abbastanza diffuse e "semplici", una mia amica che lavora in croato si mette le mani nei capelli ogni volta.
Il problema vero sono le performance e la velocità produttiva.
Nessun essere umano può competere con quelle di un'IA. Pertanto sarà necessario, quantomeno a livello legale, stabilire delle differenze non già fra le produzioni ma fra le capacità produttive e tutelare quelle svantaggiate (cosa che in teoria si fa/dovrebbe fare già con altre realtà come per esempio l'artigianato).
Poi, Omega Prime, complimenti per il commento sottilissimo.
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