L'intelligenza artificiale sta bussando sempre più insistentemente alle porte dell'industria del doppiaggio, sollevando interrogativi cruciali sul futuro dei professionisti del settore. Mentre alcune realtà tentano approcci collaborativi, altre sperimentazioni hanno scatenato reazioni decisamente negative, come dimostra il recente caso Amazon Prime Video.

Il caso Amazon Prime Video: quando l'IA non è gradita
Proprio di recente, la piattaforma di streaming Amazon Prime Video si è trovata al centro di una controversia significativa. L'azienda aveva pubblicato un doppiaggio inglese di alcune serie anime, tra cui Banana Fish, realizzato interamente con intelligenza artificiale, scatenando immediatamente la rabbia dei fan e dei doppiatori professionisti. La reazione negativa è stata così forte che Amazon ha fatto marcia indietro, rimuovendo rapidamente il doppiaggio IA e eliminando l'esperimento.
Questo episodio ha messo in luce una verità fondamentale: il pubblico degli anime non è disposto ad accettare compromessi sulla qualità del doppiaggio, e i doppiatori vedono nell'IA una minaccia concreta alla loro professione e al loro sostentamento.
L'approccio collaborativo: il caso 81Produce ed ElevenLabs
In netto contrasto con l'esperimento fallito di Amazon Prime Video, l'agenzia giapponese 81Produce ha annunciato questa settimana una partnership con la società di software IA ElevenLabs che tenta un approccio radicalmente diverso. L'accordo, presentato lunedì 15 dicembre, si basa su tre pilastri fondamentali: consenso, protezione e compenso.
81Produce rappresenta oltre 400 doppiatori giapponesi, tra cui veri e propri nomi di punta del settore. Parliamo di Shinichirō Miki , Takumi Fujiwara di Initial D e Kojirō/James nei Pokemon, di Ryūsei Nakao, che ha prestato la sua voce al temibile Freezer in Dragon Ball Z , fino ad arrivare a Rie Takahashi, recente ospite di Crunchyroll a Lucca Comics & Games, celebre per aver interpretato Emilia in Re:Zero -Starting Life in Another World- e di Ai Hoshino in Oshi no Ko

L'agenzia ha stretto questa alleanza con un duplice obiettivo: da un lato proteggere le voci dei propri talenti dall'uso non autorizzato dell'intelligenza artificiale generativa, dall'altro permettere comunque la creazione di doppiaggi multilingue autorizzati, garantendo così nuove opportunità controllate e remunerate per i propri artisti.
Come funzionerebbe il sistema
Secondo quanto dichiarato da ElevenLabs, la loro tecnologia sarebbe in grado di prelevare campioni vocali con il consenso dei doppiatori e produrre doppiaggi IA in ben 29 lingue diverse. L'idea è quella di migliorare la produttività per i servizi di streaming globali, mantenendo però i diritti dell'attore originale e garantendogli nuovi flussi di entrate attraverso royalty.
Per contrastare gli abusi, la partnership prevede l'utilizzo di tecnologie di protezione come VoiceCAPCHA, watermark digitali e conformità agli standard C2PA (Coalition for Content Provenance and Authenticity), strumenti pensati per rilevare e bloccare l'uso non autorizzato delle voci degli artisti rappresentati da 81Produce.
Le preoccupazioni dei doppiatori sono legittime
Nonostante questi tentativi di regolamentazione, le preoccupazioni della categoria rimangono più che giustificate. Nell'ottobre 2024, numerosi doppiatori giapponesi hanno formato un gruppo chiamato "No More Mudan Seisei AI" (Ma più IA Generativa Non Autorizzata), proprio per opporsi all'uso indiscriminato dell'intelligenza artificiale. Tra i membri di spicco figura proprio Ryūsei Nakao di 81Produce, a dimostrazione che anche all'interno di agenzie che sperimentano con l'IA esiste una forte sensibilità sul tema.
I rischi sono concreti: perdita di opportunità lavorative, svalutazione della professione, uso improprio delle proprie caratteristiche vocali e, in definitiva, la possibilità di essere sostituiti dalla propria stessa voce sintetizzata.
Altri esperimenti nel settore
Il panorama giapponese sta vedendo diverse sperimentazioni. L'agenzia Aoni Production ha stretto nell'ottobre 2024 una partnership con la piattaforma vocale IA CoeFont, utilizzando i dati vocali di 10 doppiatori, tra cui la leggendaria Masako Nozawa (voce di Goku), per creare voci replicate da usare per assistenti virtuali, dispositivi medici e robot. Significativamente, questo progetto esclude esplicitamente l'uso per animazione e doppiaggi, riconoscendo la sensibilità del tema.
Anche il popolare doppiatore Yūki Kaji ha lanciato nel 2024 il progetto Soyogi Fractal tramite crowdfunding, raccogliendo oltre tre volte l'obiettivo iniziale. L'iniziativa mira a offrire ai creatori modi controllati per usare la sua voce, prevenendo al contempo abusi illegali.

Il bivio del doppiaggio
L'industria del doppiaggio si trova davanti a un bivio cruciale. Da un lato, l'IA potrebbe effettivamente facilitare la localizzazione di contenuti in più lingue, rendendo accessibili opere che altrimenti non riceverebbero mai un doppiaggio per motivi economici. Dall'altro, esiste il rischio concreto che le aziende usino questa tecnologia principalmente per tagliare costi e marginalizzare i professionisti.
Il caso Amazon Prime Video dimostra che approcci unilaterali e privi di trasparenza vengono respinti con forza. Si spera quindi che eventuali utilizzi dell'IA nel doppiaggio passeranno attraverso il consenso degli artisti, compensi equi, tutele legali robuste e, soprattutto, il mantenimento di standard qualitativi elevati.
La tecnologia avanza rapidamente, ma spetta all'industria, ai sindacati e ai governi garantire che questo progresso non avvenga a spese di chi ha fatto del proprio talento vocale una professione. Il futuro del doppiaggio dipenderà dalla capacità di bilanciare innovazione e tutela dei diritti umani e artistici.
Fonte: Anime News Network
Non è mica una novità. Il crowdfunding per sistemi di sintesi vocale (non è un doppiaggio con sistemi generativi) è sempre stato fatto, da almeno una decina di anni. Doppiatori che hanno già fatto questa cosa sono, per esempio:
1) Kikuko Inoue (Haruno Sora - Voicepeak);
2) Mai Kadowaki (Tsuina-chan - Voiceroid2);
3) Yoshino "Bocchi" Aoyama (Koharu Rikka, Cevio AI, Voisona, Voicepeak).
A questo si aggiungono anche doppiatori emergenti (sì, proprio gente agli inizi) che hanno partecipato a questo genere di progetti.
Esiste anche un personaggio con una voce totalmente artificiale, creata con fonemi predisposti con il software Audacity e con un distinto tono robotico (Adachi Rei).
Esistono anche versioni in Inglese (proprio il personaggio basato su Kaiji ha anche una versione inglese sulla piattaforma Voisona Song e Voisona Talk).
La quasi totalità dei programmi consente un uso commerciale con licenza apposita.
Giusto per dare un'idea più precisa, Coefont è una compagnia che offre tre tipi di servizi:
1) Sintesi vocale per usi amatoriali o commerciali, fatta con la voce di utenti ovvero con professionisti (la compagnia ha 4 personaggi che usa per promuoverla - Millial, Allial, Avenir, Canel, quest'ultimo doppiato da Toshiyuki Morikawa, per fare un nome più famoso). La compagnia parla di AI per la generazione delle voci ma se devo essere onesto la qualità rispetto ai software "scatolati" è abbastanza bassa per certe cose. Faccio presente che l'uso delle voci, nel caso non sia gratuito, garantisce un compenso all'utente che ha generato la voce;
2) Sintesi vocale "al volo" per streaming ecc.
3) Servizio di registrazione voci e/o messaggi per eventi o per ricordi in caso, tra l'altro, la persona non sia più tra i vivi.
Si sono anche espansi fuori dal giappone con Coefont global (cosa che ANN si è ben guardata da segnalare) ma non ho idea se abbiano avuto successo o meno.
Buona fortuna a pensare che questo possa fermare alcunchè. Mi ricorda la RIAA e la pirateria nei primi anni 2000.
Lasciamo i governi fuori da tutto. Regolare non è mai la soluzione. Sarà il mercato a decidere, e checché se ne dica, il flop di Amazon dimostra che in realtà le previsioni dei catastrofisti sono tutto fuorché scontate.
Direi che i sindacati e le associazioni di categoria insieme a strutture politiche create ad hoc fatte da persone competenti (come in UK ad esempio, non mettendo i soliti politicanti vecchi e ignoranti) hanno tutto il diritto di vigilare
Chi ancora pensa alle multinazionali che fanno tutto e i governi imbelli non ha capito molto di quello che un governo può fare. Si veda il caso Meta negli Stati Uniti.
Ribadisco: ci è voluto un governo per la figura di palta di Amazon con Banana Fish? No.
E poi, ancora, i servizi di sintesi esistono da millenni. Adesso improvvisamente non vanno più bene? Qual è il prossimo passo, chiedere l'abolizione per legge di Vocaloid?
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