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Introduzione

Siete pronti a sperimentare lo spavento, lo sgomento, l'ansia, l'angoscia, la paura, il terrore sotto diverse forme? Siete pronti a contemplare i vostri incubi più profondi, le vostre insicurezze e incertezze fino al punto di abbracciarle e accettarle come parti fondamentali della vostra esistenza? Signore e signori, allacciate le cinture e preparatevi per un mayday nell'abisso del vostro subconscio più profondo, vasto e immenso, perché stiamo per entrare nel terrificante, angosciante e inquietante mondo di "Yamishibai", una serie che si manifesta, presenta e si illustra senza peli sulla lingua e senza filtri, ma che al contrario rivela e fa emergere la parte più raccapricciante della nostra mente, prendendone i singoli elementi e amplificandoli all'ennesima potenza, fino a farci venire i brividi e tenerci incollati letteralmente e concretamente alla sedia. Questa prima serie ci introduce nel nostro mondo interiore e ci dà una prima carrellata di assaggi riguardo le nostre paure più profonde, mettendoci nella posizione di doverle contemplare attraverso gli occhi, le orecchie, il punto di vista e la prospettiva dei protagonisti che vivono queste mini-avventure. Da ognuna di esse i protagonisti imparano una o più lezioni fondamentali e/o purtroppo finiscono con il non uscirne vivi. Lo stile narrativo è più o meno regolare, anche se varia a seconda dell'argomento trattato in ogni singolo episodio. Gli elementi di questa prima serie sono più o meno presi principalmente dal folklore giapponese ma anche da altre tradizioni e produzioni sia moderne che antiche, e gettano uno sguardo sul rapporto che le persone ordinarie hanno con le tradizioni, le leggende antiche e metropolitane e le superstizioni, fornendo appunto anche degli insegnamenti i quali, a dispetto della presenza dell'elemento goliardico e comico, devono essere tenuti a mente e applicati.

Grafica e colonna sonora

La grafica ha uno stile leggermente retrò. In modo particolare sono i personaggi delle singole vicende a suscitare l'interesse, giacché sembrano essere stati realizzati con la carta, così come anche le ambientazioni. Possiamo quindi affermare che da questo punto di vista i produttori di questa serie hanno preferito allontanarsi dalla CGI e ricorrere ad un metodo più tradizionale per rappresentare degli argomenti di natura tradizionale, i cui effetti sono ben amplificati dalle riprese e quindi dagli ottimi primi e secondi piani, i quali sono appositamente rallentati e poi all'ultimo velocizzati rispettivamente, prima per alimentare la tensione e poi alla fine per farla esplodere in tutta la sua potenza e violenza psicologica.
La colonna sonora è sapientemente impostata da momenti di silenzio alternati a rumori sinistri, inquietanti, terrificanti, che non fanno altro che amplificare i forti stati emotivi di tensione, angoscia, ansia, paura, terrore, perfettamente sincronizzati con gli ultimi secondi dei singoli episodi, dove il finale risulta molto spesso o quasi sempre brutale.

Insegnamenti e stile

A seconda dell'argomento trattato ogni episodio contiene uno o più insegnamenti, i quali sono resi più o meno esplicitamente. Ciononostante, alcune volte bisogna sforzarsi di andare oltre, al fine di percepirli e farli propri. Ogni singolo episodio è più o meno ispirato a una figura del folklore nipponico e/o anche a qualche personaggio dell'horror moderno, il tutto cercando di essere il più possibile fedeli alla tradizione, sia antica sia moderna, e creando quindi un equilibrio, una versatilità tematica a dir poco sorprendente che si manifesta nei singoli episodi.

Giudizio finale

Una prima serie di tutto rispetto, la quale pone delle ottime premesse, salvo qualche leggero intoppo.

Voto: 8,5