Aoashi
Guarda che strano: sto seguendo Re:ZERO e mi sono imbattuto in un’altra opera sceneggiata da Masahiro Yokotani!
Lo dico apertamente quando sceneggi un’opera tratta da una light novel o da un manga hai forti limiti alla tua inventiva: il controllo degli autori originali può essere un qualcosa in più o un gap.
Io non lo so ma di certo Ao ashi mi ha dato soddisfazioni che non sempre ho avuto da Re:ZERO pur essendo lontano dall’essere un capolavoro.
Spesso ho sentito paragonarlo a Blue Lock in quanto usciti nello stesso periodo: Ao ashi è diventato in questi confronti il manga/anime classico sportivo mentre Blue lock è talmente innovativo in questi commenti da essere paragonato ai battle shonen.
In realtà entrambi i manga raccontano il solito sport alla giapponese in cui i giocatori messi davanti a degli ostacoli nel giro di pochissimo diventano dei campioni.
Ashito Aoi non è lontano da Yoichi Isagi.
Sono entrambi selezionati sin dall’inizio dai loro autori per diventare i protagonisti, coloro che si fanno carico di loro stessi e della squadra… narrate in modo diverso sono comunque storie di impegno, amicizia, vittoria.
Quando c’è la passione per lo sport gli ostacoli sono tutti posti per essere superati nel migliore dei mode e tutti quanti li stupiti ad ammirare: “oh, che bravi! Sembrano professionisti!”.
Si perché Ashito sogna di diventare protagonista per aiutare la mamma povera… lei vorrebbe che si svegliasse e sognasse umile o non sognasse affatto. Ma lui è così appassionato che lei rinuncia a tutti i risparmi messi da parte per fargli inseguire le sue fantasie.
E lui che non sogna il Brasile, come un bambino piccolo borghese (chiamiamolo a caso Tsubasa), ecco che nel giro di poco pur non diventando professionista si fa notare: non ha fisico, né tecnica ma a comunque un qualcosa che lo fa brillare fra tutti.
Certo ogni tanto gli autori della sceneggiatura (il mangaka Yugo Kobayashi? lo sceneggiatore Masahiro Yokotani?) fanno affermazioni strane sui basilari del calcio, ma ci hanno abituato peggio altri!
Comunque la storia scorre e ci sono già due spasimanti per quando Ashito diventerà grande… se si vorrà tentare la carta della commedia sentimentale/sportiva ma secondo me queste tematiche rimarranno in seconda fila.
Le partite sono buone anche se troppo “semplificate”: i nostri eroi hanno dei problemi, la squadra avversaria ne approfitta, i nostri eroi si riprendono gli avversari si stressano, sentono la pressione e perdono.
Voto? Otto... ma io continuo a preferire Blue Lock.
Lo dico apertamente quando sceneggi un’opera tratta da una light novel o da un manga hai forti limiti alla tua inventiva: il controllo degli autori originali può essere un qualcosa in più o un gap.
Io non lo so ma di certo Ao ashi mi ha dato soddisfazioni che non sempre ho avuto da Re:ZERO pur essendo lontano dall’essere un capolavoro.
Spesso ho sentito paragonarlo a Blue Lock in quanto usciti nello stesso periodo: Ao ashi è diventato in questi confronti il manga/anime classico sportivo mentre Blue lock è talmente innovativo in questi commenti da essere paragonato ai battle shonen.
In realtà entrambi i manga raccontano il solito sport alla giapponese in cui i giocatori messi davanti a degli ostacoli nel giro di pochissimo diventano dei campioni.
Ashito Aoi non è lontano da Yoichi Isagi.
Sono entrambi selezionati sin dall’inizio dai loro autori per diventare i protagonisti, coloro che si fanno carico di loro stessi e della squadra… narrate in modo diverso sono comunque storie di impegno, amicizia, vittoria.
Quando c’è la passione per lo sport gli ostacoli sono tutti posti per essere superati nel migliore dei mode e tutti quanti li stupiti ad ammirare: “oh, che bravi! Sembrano professionisti!”.
Si perché Ashito sogna di diventare protagonista per aiutare la mamma povera… lei vorrebbe che si svegliasse e sognasse umile o non sognasse affatto. Ma lui è così appassionato che lei rinuncia a tutti i risparmi messi da parte per fargli inseguire le sue fantasie.
E lui che non sogna il Brasile, come un bambino piccolo borghese (chiamiamolo a caso Tsubasa), ecco che nel giro di poco pur non diventando professionista si fa notare: non ha fisico, né tecnica ma a comunque un qualcosa che lo fa brillare fra tutti.
Certo ogni tanto gli autori della sceneggiatura (il mangaka Yugo Kobayashi? lo sceneggiatore Masahiro Yokotani?) fanno affermazioni strane sui basilari del calcio, ma ci hanno abituato peggio altri!
Comunque la storia scorre e ci sono già due spasimanti per quando Ashito diventerà grande… se si vorrà tentare la carta della commedia sentimentale/sportiva ma secondo me queste tematiche rimarranno in seconda fila.
Le partite sono buone anche se troppo “semplificate”: i nostri eroi hanno dei problemi, la squadra avversaria ne approfitta, i nostri eroi si riprendono gli avversari si stressano, sentono la pressione e perdono.
Voto? Otto... ma io continuo a preferire Blue Lock.