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4.0/10
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"Vade retro, Geneshaft!" Questo è un titolo certamente più appropriato per quest'anime fantascientifico composto da 13 inutili episodi. Purtroppo quando inizio a vedere una serie per forza di cose non riesco a interromperla così di punto in bianco. Devo arrivare fino in fondo perché comunque non si sa mai, qualcosa di positivo potrebbe sempre accadere. Non è però questo il caso di Geneshaft, un’opera incomprensibile, nel senso che proprio non riesco a capire perché sia stata realizzata. Esistono certamente alcuni elementi per me originali, come per esempio il software bacato a bordo del mecha o la bambina-genio-del-computer affetta da una strana forma di doppia personalità, ma avrebbero certamente trovato una loro più giusta collocazione in una serie meno seriosa di questa. Per il resto l'anime è un enorme polpettone costituito da una trama lineare e monotona, completamente priva di colpi di scena, da personaggi stereotipati, senza sfumature caratteriali significative, e da una computer grafica confusa. Si salvano i disegni e le musiche, comunque validi, ma che non possono (e non devono) giustificare un anime. La cosa veramente originale di Geneshaft è la completa assenza di qualsiasi elemento della cultura giapponese, tanto che la serie sembra più una produzione occidentale.