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6.0/10
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Prendete il "Faust" di Goethe e "Frankenstein" di Mary Shelley, miscelateli per bene, aggiungete uno spruzzo di citazioni da Shakespeare, agitate il tutto e servite con una ciliegina chiamata "2001: Odissea nello Spazio". Ecco fatto, il cocktail "Argento Soma" è pronto per essere sorseggiato.
Troppo ambizioso? Purtroppo sì.
Gli eventi iniziali che mettono in movimento la trama danno subito un'impressione di già visto: tra alieni giganti che attaccano sempre lo stesso punto sulla Terra e un'organizzazione militare segreta che cerca di fermarli usando robot trasformabili è facile provare la sensazione di trovarsi di fronte a un clone poco ispirato di "Macross" o "Neon Genesis Evangelion". E non aiuta certo la lentezza con cui si dipana la stessa trama, peraltro assolutamente priva di momenti comici o virate narrative improvvise, o di qualsivoglia espediente che tenga viva l'attenzione dello spettatore.

La forza di "Argento Soma" dovrebbe essere quindi rappresentata dai suoi personaggi. Ma anche sotto questo punto di vista viene lasciato molto a desiderare. Il protagonista che dà il titolo alla serie, Ryu Soma, si rivelerà essere la versione adulta e sfregiata del famigerato Shinji Ikari, di "Neon Genesis Evangelion": un meschino piagnucolone con un bisogno patologico d'affetto. L'unica differenza sostanziale tra i due è che Shinji non fa mai nulla per nascondere la sua natura, mentre Ryu Soma fa di tutto per sembrare un soldato 'cool'. Il peggio è che i suoi compagni ci credono senza indugi, ma non c'è da stupirsi, visto che i suoi compagni hanno la stessa perspicacia di un tostapane guasto. E non parliamo dei loro superiori in grado, tutti alti ufficiali di una forza militare globalizzata nelle cui mani è stato affidato il destino della Terra. Peccato siano degli inetti totali.
Ma allora come saranno sconfitti gli alieni brutti (sotto ogni punto di vista), cattivi (ma soltanto per finta) e purtroppo tutti uguali tra loro se a difendere la Terra ci sono soltanto dei mentecatti?
Semplice, a togliere le castagne dal fuoco c'è un altro alieno, che si schiererà dalla parte dei 'buoni' soltanto per stare dietro alle lagne di una ragazzina mezza ritardata - non sto esagerando, ha 13 anni ma mentalmente ne dimostra al massimo 7-8 - e che risolverà i suoi scontri sempre con lo stesso colpo finale, nemmeno fossimo in "Daitarn 3" o "Daltanious".

Paradossalmente, la ragazzina di cui sopra, Harriett, godrà di un'esponenziale crescita di caratterizzazione negli ultimi episodi, un processo che la renderà a mio parere il personaggio migliore dell'anime, preferibile anche al mefistofelico mentore di Ryu Soma, Mr.X (sic), le cui comparsate saranno però troppo rare per renderlo una stella di prima grandezza all'interno della serie. A tutto ciò aggiungiamoci anche i colpi di scena - tra i quali ne spicca uno particolarmente maestoso - che si susseguiranno freneticamente sempre negli ultimi episodi e potremmo trovarci almeno di fronte a una manciata di motivi grazie ai quali si potrà seguire "Argento Soma" per tutta la sua durata. Peccato soltanto che la prima ventina di episodi sembra che siano stati creati per mettere alla prova persino la pazienza di un bonzo tibetano.

Tecnicamente l'anime brilla di luce opaca. Il chara design si contraddistingue per un certo stile, che gli conferisce un'identità notevole, ma purtroppo il dettaglio con cui viene reso su schermo si traduce in una snervante altalena di qualità, i cui picchi verso il basso sono ben più numerosi delle volte in cui si potrebbe provare ad apprezzarlo davvero.
Le animazioni, invece, sono quasi perennemente inchiodate in uno standard mediocre anche per l'epoca (parliamo di un anime del 2001). Stesso dicasi per i fondali, senza infamia e senza lode, tranne per un paio di scenari, ovviamente visibili sempre negli ultimi episodi, nei quali in effetti sembra essersi concentrato tutto il meglio che ha da offrire "Argento Soma". Ma a livello visivo il peggio è rappresentato dai mecha dei buoni, i SARG, che sembrano escrementi di cavallo essiccati tenuti insieme con lo spago. Gli alieni nemmeno scherzano: tutti aventi la stessa forma e tutti colorati come se avessero fatto la doccia sotto una colata di diarrea.
Anonima la colonna sonora, della quale il pezzo migliore è la melensa opening, mentre ho trovato l'ending fin troppo allegra rispetto al mood deprimente (e depressivo) dell'anime.

In conclusione, se siete più pazienti di una roccia, se siete appassionati di sci-fi robotica, se avete lo stomaco forte per reggere la mediocrità tecnica di quest'anime, se per voi un bel finale è l'aspetto più importante di una serie, allora passate alla sua visione senza indugio.
Altrimenti meglio lasciarlo lì dov'è.