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Higuchinsky, nome d'arte di Akiro Iguchi, è il regista riconosciuto per aver portato sul grande schermo, nel 2000 - pertanto in piena ondata J-horror - una delle opere più riuscite del mangaka Junji Itou, maestro dell'horror e padre della celeberrima Tomie - dal cui omonimo manga sono stati tratti numerosi film: parliamo di Uzumaki. Il termine vuol dire letteralmente 'spirale', e non è certo un caso, dato che ad un'attenta visione della pellicola, non si fatica a rendersi conto di quanto e come questo vorticoso simbolo influenzi indistintamente trama e scenografie. La spirale non è solo l'oscura causa di una maledizione che colpisce il luogo degli eventi, ma elemento pregnante della sua stessa sorte: la storia procede in modo circolare, senza vie d'uscita, senza un vero epilogo. E intanto l'infausto motivo geometrico si conforma in ogni possibile sua esternazione, anche quelle più impensabili, come sui polpastrelli delle dita o sulla pastella di una scodella di ramen, e continua a impattare sulle malcapitate vittime, recando in esse tormenti fisici e psicologici di ogni sorta. Coadiuvato da una struttura visiva fin da subito eccentrica, che fa del verde la sua tonalità prediletta, e di un'inflessibile patina plumbea il suo marchio tetro, l'esordio di Iguchi si dimostra più che valido e perfettamente efficace. L'esecuzione di smodate inquadrature e di un montaggio a tratti irrequieto, rende straniante e grottesca al punto giusto l'esperienza visiva assimilata, tale da non nascondere un certo gusto per la sperimentalità. Sugli attori è difficile esprimersi: le interpretazioni potrebbero da un lato risultare 'caricaturesche', specie nella prima parte, se non fosse che il film, come già accennato, riveli una certa vena grottesca, e, ricordiamolo, sia stato tratto da un manga. Ciò che conta è che i personaggi appaiano bizzarri quanto il resto, e da questo punto di vista la bravura degli interpreti si nota. In definitiva ciò che non convincerà di Uzumaki è la mancanza di una vera e propria trama che devii dalla storia della maledizione e delle sue ripercussioni, ma è innegabile che, come horror movie, si distingua positivamente da tanti altri suoi consanguinei.