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Nonostante sia un grande appassionato di majokko sentai, sono stato lontano dalla visione di Madoka Magica per diverso tempo, risolvendomi a guardarlo soltanto nel 2014, a causa dell'aspetto moe, che purtroppo è una caratteristica che non manderò mai giù. Nel complesso ho trovato la serie più che guardabile, tant'è che - incuriosito - ho infilato un episodio dietro l'altro in una sola giornata. Tuttavia, nonostante la curiosità di vederlo che è riuscito a instillarmi, non posso dire che alla fine mi abbia rapito o mi abbia lasciato "qualcosa" post-visione. Il voto finale è dunque una media tra alcuni evidenti pregi e diversi difetti non del tutto visibili (o quanto meno non ritenuti tali da un gran numero di persone, visto che su Madoka Magica si sentono usare le parole miracolo, capolavoro o cose del genere).

La serie - concisa e piuttosto strutturata - sembra iniziare come un qualsiasi majokko sentai, con la protagonista Madoka che in qualche modo entra in contatto con l'animaletto puccioso di turno, Kyubey, che potrà donarle i poteri per trasformarla in una paladina magica. Nel contesto in questione le guerriere sono chiamate "maghe" e il loro compito è combattere le "streghe", creature invisibili ai normali esseri umani, ma causa di numerosi morti tra questi ultimi.
Già dai primi episodi si possono iniziare a notare quegli elementi che senz'altro distinguono Madoka Magica da altre serie del genere classico: il tono decisamente gotico, con tanto di un' "inaspettata" scena molto cruda, fin quasi dall'inizio, il fatto che la protagonista eponima praticamente non combatta, lasciando lo spazio d'azione a tutte le altre eroine.

Madoka Magica ha senz'altro dalla sua molti elementi positivi. Intanto l'indubbia originalità di diversi elementi, come quelli già citati, che lo fanno emergere da una produzione che si era, bene o male, sempre appiattita sul modello di Sailor Moon. La grafica è davvero molto curata, con un contrasto piacevole e interessante tra la normalità e la dimensione delle streghe, resa con una tecnica stop-motion che propone una sorta di collage (anche di opere d'arte importanti, dal surrealismo al cubismo). Le musiche sono straordinariamente suggestive e ben fatte, e contribuiscono al clima onirico e sospeso delle scene appena citate. La storia è interessante, non banale, ma la sua originalità oscilla tra il pregio e il difetto.

E quindi passiamo ai difetti.

Il character design puccioso e moe, caratteristica che non riuscirò mai a mandar giù, è assolutamente fuori luogo in un contesto del genere. La storia è decisamente dark e vedere delle bambinette delle elementari, che in realtà di anni ne hanno quattordici, ritrovarsi in delle situazioni così forti è quasi ridicolo. Ho letto che in diversi hanno percepito questo elemento come segno di originalità e distinzione; io ci leggo soltanto la mossa ultra-commerciale, con un appiattimento sul gusto generale del momento e con l'obiettivo di attirare tutta quella fetente schiera di uomini fissati con le ragazzine molto infantili... Per carità, è il segno del tempo che passa e dei gusti mutevoli (dei Giapponesi): vent'anni fa avevamo le guerriere sailor, belle e sensuali, che sembravano un po' più grandi dei loro quattordici-quindici anni. Oggi abbiamo le maghe, infantili e con le gambe storte. E, nonostante la commerciabilità di questi diversi tipi di femminilità, la prima continua ad apparirmi comprensibile, la seconda mi urta in una maniera disarmante e mi fa pure un po' impressione (ho trovato davvero al livello del feticismo le inquadrature da dietro delle ragazze che camminano per far notare quelle gambette storte da bimbetta giapponese). In conclusione ritengo che la serie avrebbe mantenuto la sua buona dose di originalità anche semplicemente presentando delle ragazze con un aspetto un po' più adulto, visto che bastavano il look da majokko a dichiarare l'effetto esotico e contrastante tra un elemento glamour e sbarazzino e un'ambientazione pesante e un po' tetra.

La storia come pregio e come difetto. Credo di aver usato più volte il termine "originale" in questa recensione e senz'altro la serie lo è. Tuttavia, mi ha dato fortemente l'impressione di giocare questa originalità in maniera un po' troppo dichiarata, nel senso che mi è parso palese fin dai primi episodi l'intento degli autori di creare qualcosa a tavolino di assolutamente nuovo, originale, spiazzante. Il risultato trovo sia stato un po' troppo meccanico. Per Madoka Magica sento spendere spesso il termine "maturo". Io francamente questa maturità non ce l'ho vista. Il fatto che succedano delle cose molto brutte, crude e drammatiche non automaticamente fa sì che la serie risulti matura. Quegli elementi di dramma mi sembrano inseriti in maniera piuttosto forzata, col risultato sì di spiazzare in parte lo spettatore, ma anche portatolo a domandarsi «Ma stanno facendo sul serio?». Ci sono certi momenti che mi hanno lasciato abbastanza istupidito per il livello di dramma e sofferenza dichiarati, rispetto al contesto generale, che risulta quindi meno credibile. In particolare ho trovato del tutto idiota e sciocca la storia famigliare di Kyoko (una roba assolutamente anacronistica col tempo in cui è ambientata la storia, cioè la nostra contemporaneità giusto un pelo più tecnologica). Altro momento un po' imbarazzante è quello della questione delle anime delle maghe, in cui le ragazze hanno delle reazioni assolutamente esagerate e improvvise.

Questi elementi di dramma a tutti costi, di serie che vuole forzosamente e dichiaratamente essere presa sul serio (fin troppo sul serio, aggiungo) giocano a sfavore dei personaggi. Sì, le maghe sono carine, qualcuna di loro anche interessante, ma mi sono sembrate nel complesso un po' vuote e meccaniche. Da un lato abbiamo Mami Tomoe, che in un certo senso si "salva": non che mi sia piaciuta, anzi, mi ha dato un po' sui nervi (presente la bimbetta serafica ma con il seno prosperoso e l'espressione perennemente assonnata/imbecille che temo dovrebbe essere sexy? Una cosa mai vista...), ma viene esclusa dalla vicenda abbastanza presto da essere giustificata per la scarsa caratterizzazione. Sayaka Miki è a tratti uno dei personaggi più riusciti, perché viene presentata sin dal principio con un carattere molto forte, ma anche delle reazioni e dei pensieri molto umani. La sua vicenda personale, senz'altro interessante, si brucia però un poco nel generale meccanismo della vicenda, risultando quindi meno drammatica di quanto potenzialmente non potesse essere (e sì, qui c'era davvero motivo di ricamare degli episodi ad alto tasso di lacrime). Kyoko Sakura compare un po' troppo tardi, quindi in parte è giustificata come Mami. Nel complesso è un personaggio che sul finire risulta gradevole, ma purtroppo nel dettaglio risulta quasi schizofrenico; il personaggio dovrebbe essere quello del membro del gruppo già addentro alla missione, che si unisce tardi alle protagoniste, entrando in contrasto con loro, perché ha metodi più spicci e diretti (come Sailor Uranus e Neptune in Sailor Moon). Il passaggio dalla sponda spocchia/antipatia all'amicizia per la pelle, però, è talmente repentino da risultare innaturale. Veniamo ai personaggi principali: Madoka è tanto carina e tenera, ma a lungo andare diventa un personaggio davvero stancante. Troppo remissiva, deboletta, fin troppo monocorde dall'inizio alla fine. Anzi, sul finale devo dire che ho trovato qualche incongruenza col suo personaggio: nel decisivo penultimo episodio - che mostra quello che è l'aspetto più interessante della trama e che secondo me salva tutta la baracca - vediamo una Madoka ben più decisa e attiva. Quello che secondo me stona nel complesso, però, è che anche nelle scene teoricamente comuni tra il tempo della narrazione e il tempo del ricordo, Madoka sembra avere due personalità ben diverse e la cosa non ha decisamente senso. Homura Akemi, infine, è forse quella più interessante tra le maghe, tant'è che direi che è a suo modo la vera protagonista della vicenda. La sua maturazione è praticamente l'unica che ci viene mostrata e che abbia senso, per quanto, comunque, risulta poco credibile il passaggio così radicale tra quello che era e quello che è diventata. Si ritorna al punto del "dramma a tutti i costi", che dovrebbe giustificare questa trasformazione.
Il personaggio più interessante è Kyubey, il pupazzetto puccioso: qui devo dire che ho apprezzato l'effettivo slancio di originalità, perché è la prima volta che mi capita di vedere un ribaltamento tale di un personaggio chiave del genere majokko (non so se ci siano precedenti, escludendo il caso di Mokona nella versione manga della seconda serie di Rayearth, nel quale, però, la situazione era diversa).

In conclusione Madoka Magica mi è sembrata una serie che avrebbe potuto essere molto più bella, se avesse sfruttato al meglio gli effettivi elementi innovativi della trama, senza attaccarsi in maniera così spudorata al tentativo di fare qualcosa di "profondo e maturo", per distanziarsi in maniera fin troppo meccanica dal genere madre. Il risultato è purtroppo un anime che si prende troppo sul serio, che vuole dannatamente essere "diverso", per palati fini, quando in verità mi sembra una grande macchina commerciale (nel contesto in cui, rispetto al passato, l'opera sperimentale o presunta tale è riuscita a diventare commerciale, a dispetto delle serie piene di fanservice "vecchio stile"). Il nuovo fanservice - nuovo relativamente, la cosa si è innescata praticamente da due decenni - sta diventando il "serio impegnato", che in realtà non è né l'uno, né l'altro. Forse sarò io ad avere dei limiti, ma se una serie come questa si propone come impegnata, un dramma - effettivo e realistico in tutti i sensi - come la cara, vecchia Lady Oscar che cos'è?
Senza andare troppo in là con prodotti fin troppo distanti, come l'anime storico appena citato, trovo che tante serie di successo che mi piacciono - di genere affine a Madoka Magica - abbiano sicuramente dietro delle strategie di marketing e possano a buon ragione dirsi commerciali (penso ad esempio a Sailor Moon). Tuttavia, in prodotti come quest'ultimo, gli aspetti commerciali erano quelli più appariscenti (ovviamente un tipo di femminilità rivolta agli standard del periodo, i colori, gli oggetti magici) e non andavano a intaccare la parte più sensibile e sentimentale della vicenda, né l'emozionalità dei personaggi. Tra il dramma forzato di Madoka e quello "affine" di tanti personaggi di Sailor Moon (penso a Chibiusa/Black Lady, Hotaru/Mistress 9, Nehellenia), quello dei secondi continua a sembrarmi più sincero e personalmente mi risulta sempre emozionante, anche dopo numerose visioni. Il presunto carattere sperimentale di Madoka Magica è l'elemento che fa perdere numerosi colpi alla serie: la ricerca di un meccanismo maturo e serio fa sì che gli autori abbiano perso di vista uno dei punti fondamentali nel creare una storia, cioè dare un'emotività ai suoi personaggi. Madoka Magica in conclusione mi sembra un prodotto ben confezionato, pronto per essere fagocitato e digerito da un pubblico generalista (con la pretesa di essere un'opera per eletti), perfetto per essere idolatrato fino all'inverosimile come fenomeno. Bisognerà vedere quanto durerà e se supererà lo scoglio del tempo. Quanto all'essere un prodotto realmente sperimentale ho i miei dubbi, soprattutto se penso al fatto che anni prima siano usciti prodotti - relativamente affini - singolarmente più originali (La rivoluzione di Utena e Princess Tutu su tutti). Credo che l'anime che rivoluzionerà e darà nuova linfa (duratura) al majokko-sentai debba ancora arrivare: Sailor Moon, dall'alto dei suoi anni, regge ancora benissimo.