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Non c'è cosa che odi di più che guardare una serie riuscita solo a metà, giuro, soprattutto dopo che questa mi aveva entusiasmato nei primi episodi trasmessi. Questo è il caso di "Mikakunin de Shinkoukei", serie trasmessa durante la stagione invernale 2009/2010 e tratta dall'omonimo manga ad opera di Cherry Arai.

Kobeni Yonomori è una giovane liceale che vive la sua ordinaria vita coltivando le sue passioni per la cucina e le faccende casalinghe. La sua vita verrà però stravolta il giorno del suo sedicesimo compleanno, quando la madre Akane annuncia l'arrivo a casa del suo futuro fidanzato, concordato anni prima dal nonno oramai defunto, e della sua sorella minore. Al loro arrivo però, i fratelli Mitsumine dimostrano di essere tutto tranne che persone "normali"...

Strutturato come una classica commedia scolastica/slice of life, "Mikakunin de Shinkoukei" è una serie che basa molto del suo potenziale sulla rapidità delle battute, sulla loro capacità di divertire giocando su stereotipi della cultura otaku e... basta, tutto qua! Avete presente quella nefasta frase che ha tormentato l'infanzia di molti bambini in tutto il mondo? Si, quel terribile "È intelligente, ma non si applica"? Esatto! Ecco, questa frase è forse la più adatta a descrivere come "Mikakunin de Shinkoukei" apparirà agli occhi dello spettatore: una serie che parte a mille, con gag gagliarde che però restano sempre le stesse per tutta la durata dell'anime. La ripetitività delle situazioni è difatti il maggiore difetto di questa serie, incapace di sviluppare il vero nocciolo della questione (il rapporto Kobeni/Hakuya) e che si incentra troppo sui battibecchi "comici" fra i personaggi secondari. Per quanto le molestie di Benio a Mashiro, rispettivamente sorella maggiore di Kobeni e sorella minore di Hakuya, possano apparire spassose e deliranti durante i primi episodi, a lungo andare stancano, diventando totalmente fastidiose e alla fine addirittura irritanti. L'impressione che difatti si ha è che queste scenette vengono usate e abusate al fine di riempire i buchi narrativi della trama che proprio non vuole saperne di svilupparsi. Saranno pochi i dettagli che ci verranno dati nell'arco di ben dodici puntate e il preponderare dei presunti personaggi secondari finirà con l'oscurare totalmente tutto il resto. Un bel paradosso che ci porterà più volte a pensare: "Ma non era Kobeni la protagonista? Perché 'sta cavolo di Benio sta sempre tra le scatole?". Pensieri poco edificanti, insomma.

Una constatazione che fa rabbia, soprattutto alla luce di un ottimo comparto tecnico, dove un piacevolissimo character design si fa forza di animazioni fluide e precise, senza contare il magistrale lavoro fatto dalla regia per compensare le lacune della trama originale. Il doppiaggio non è dei migliori purtroppo, così come le musiche non restano particolarmente nella memoria (eccezion fatta per l'accattivante sigla d'apertura dal motivetto ipnotico), ma nel complesso la serie è appagante e si lascia guardare senza problemi di sorta.

Alla fine della fiera "Mikakunin de Shinkoukei" è una serie che lascia tanto amaro in bocca e che non becca un'insufficienza piena solo grazie al suddetto comparto tecnico. Da vedere a tempo perso.