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6.0/10
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Da sempre la famiglia Kuroishi è legata a quella dei Kogami da un patto di servitù nato in seguito al tentato furto di una preziosa pergamena. L'ultima generazione di Kogami però pare essere svanita nel nulla durante un viaggio in Cina così Megumi, il più giovane dei Kuroishi, si gode la vita in casa dei defunti padroni.
Per sua sfortuna l'erede dei Kogami, Suzuka, è sopravvissuta e fa ritorno sconvolgendone tutti i piani: non solo non potrà più approfittare dell'eredità, ma al solo guardarla negli occhi Megumi viene colto dall'irresistibile bisogno di assecondare ogni minimo desiderio della ragazza, di servirla e riverirla come una principessa! Ma perché doveva capitare proprio ad un orgoglioso scansafatiche come lui?!
Suzuka però non è così antipatica e prepotente, inoltre ha promesso a suo padre che non avrebbe mai dato ordini ai Kuroishi e vuole fare di tutto per aiutarli a sconfiggere la maledizione che li tiene asserviti, soprattutto ora che, sbadatamente, ha chiesto a Megumi di rivelarle ciò che prova per lei ma non vuole assolutamente scoprirlo!

Toraware no Minoue, letteralmente "Qualcuno che viene fatto prigioniero da qualcosa", risalente al 1998, serializzata su LaLa fra il 1999 e il 2002 e successivamente raccolta in 5 volumi è la prima opera lunga di Hino Matsuri.
E' possibile da subito riconoscere il tratto caratteristico dell'autrice, seppur ancora non raffinato come in Vampire Knight, ma i volti sono espressivi, gli occhi in particolare, e gli abiti e le strutture di contorno curati nei minimi dettagli. Anche a livello della trama sono presenti gli elementi cari all'autrice: la fusione fra romanticismo e comicità, la presenza di una maledizione che lega inevitabilmente i protagonisti, la presenza di adulti caratteristici che non stonano nel contesto in cui si svolgono vicende prettamente adolescenziali condite da particolari più maturi (anche perchè Megumi, nonostante le apparenze, è uno studente universitario!).
Il tratto del disegno meno raffinato non mi aveva particolarmente incuriosita. Avere il volumetto fra le mani però mi ha fatta ricredere: trovo il design molto piacevole e anche la storia; non originalissima, ma divertente e il romanticismo non è smielato, giusto un accenno ben amalgamato con la comicità. Le espressioni di Megumi sono tutte interessanti: serio, disperato, sorpreso, imbarazzato... Anche il padre non scherza! Mentre i personaggi femminili (anche nelle due one-shot) li trovo meno curati.
I volumi centrali tendono ad essere un po' dispersivi tanto da rendere l'ultimo quasi una parte a sé, e l'unica veramente utile ai fini del movente centrale della trama, ovvero la maledizione. Alla fine cattura di più la storia che alla maledizione ha dato origine, che non quella dei due protagonisti del presente.

Dei due racconti brevi annessi al 1° volume, carini ma niente di eccezionale entrambi, ho preferito il primo, mentre il secondo mi ha lasciata abbastanza indifferente.

Da comprare per collezione se si apprezza l'autrice perché comunque gli abiti, i fondali e le illustrazioni di inizio capitolo sono disegnati con perizia e molto belli da vedere, o per curiosità riguardo le leggende, altrimenti si può anche passare senza troppi rimpianti.