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7.0/10
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Ho iniziato a leggere questo manga per un motivo assurdo: nella recensione del primo numero c'era scritto che Ichigo Kurosaki ama i Bad Religion, gruppo hardcore-punk che adoro, e che invece suo padre ascoltava i Social Distortion, altro gruppo che amo. Soltanto questo sapevo di questo manga, e l'ho ritenuto sufficiente. Poi, nella "tragedia", ho scoperto una buona sorpresa.

Tragedia: odio i manga lunghi. Odio Dragon Ball, Naruto, One Piece e tutti ciò che gli somiglia. Odio i manga che non hanno una vera logica, dove la psicologia dei personaggi varia a seconda del momento, dove la loro forza e capacità varia a seconda dell'avversario e odio il buonismo esagerato. Tutto ciò mi ha fatto detestare Bleach, dove queste "particolarità" strabordano. Non troverete un senso logico dettagliato a quello che leggete, ci sono infinite domande senza risposta. Se siete lettori attenti i "ma perché?!" si sprecheranno. Bleach è un frullato di cose già viste, spesso scontato e banale, ricco di pagine inutili, ripetitivo e tante altre cose brutte che non ripeto, visto che lo dicono tutti i commenti della pagina, MA...

Sorpresa! Non ho ancora rivenduto Bleach, ma anzi mi reco in fumetteria ogni due mesi e continuo a leggerlo. Ma perché? Perché tutto ciò che di ripetitivo c'è, tutto ciò che avete già visto in altri manga a mio avviso è fatto meglio.
Il vanto di Bleach è uno soltanto, che però tiene in piedi tutto il manga: i personaggi, la struttura del loro carattere e anche quello smielato buonismo che straborda da loro.
Ci si rispecchia nei personaggi, si fa il tifo per loro (buoni o cattivi non fa differenza), speri nel colpo di scena, che puntualmente non arriva, ma si entra comunque nel vivo della storia. C'è fomentazione, c'è un'emozione che Bleach sa regalarti, nonostante palesi il suo modo di farlo, talvolta infantile, talvolta banale. Ma il fine ultimo è un voto sopra la sufficienza, quindi Bleach porta a casa il risultato, in un modo o nell'altro.