logo AnimeClick.it

-

A volte è necessario allontanarsi da qualcosa per poterla apprezzare. Capita che sia necessario fare un percorso più lungo del normale, girare attorno e tornare al punto di partenza per ritrovare quel qualcosa e guardarlo con occhi nuovi e cuore più attento. È quello che mi è successo con "Tsubasa Reservoir Chronicle", uno degli ultimi grandi successi del quartetto Clamp. Sconfortata, delusa ma soprattutto frastornata dopo la prima lettura, ho deciso di dare una nuova possibilità a una storia che mi aveva lasciato in testa più confusione che sentimento e soddisfazione. L'obiettivo di questa rilettura è stato di coprire tutti i buchi logici e narrativi del primo e ormai datato approccio. Alla fine, forse, questo percorso era strettamente necessario, dopotutto come direbbe Yuko: "Non esistono coincidenze, esiste solo l'inevitabile".

La creazione di un manga come "Tsubasa Reservoir Chronicle" si è posta ai suoi tempi come un obiettivo grandioso e complesso, quasi a voler diventare la concreta e massima rappresentazione dell'arte Clampiana. Si parte dagli infiniti crossover che toccano ogni opera precedente passando poi per i classici temi dell'universo narrativo delle autrici: amori che superano lo spazio tempo, tabù invalicabili, la forza dei desideri, il soprannaturale e tanto, tanto dramma. Chi ama le Clamp lo fa soprattutto in virtù della loro capacità di mischiare e gestire questi elementi nel modo più imprevedibile, emozionante e contorto possibile. Nato in contemporanea a "xxxHolic", storia di supporto ma assolutamente fondamentale, "Tsubasa Reservoir Chronicle" racconta la storia di Sakura e Shaoran, uguali nell'anima ma persone diverse rispetto agli omonimi di "Card Captor Sakura". I due vivono nel regno di Clow; lei è una principessa dolce, gentile e sorridente, lui è un comune cittadino, figlio di un archeologo e studioso a sua volta di antiche rovine. I due sono amici sin da bambini ed è palese sin da subito un profondo affetto reciproco. La loro quotidianità viene sconvolta quando, recandosi assieme alle rovine del paese, una strana luce avvolge Sakura e disperde tra le dimensioni quelle che si scopriranno essere le piume della sua memoria. Grazie al potere del sacerdote di corte, Shaoran e una Sakura in punto di morte vengono condotti al cospetto di Yuko, la strega delle dimensioni, la quale spiega al ragazzo che è necessario recuperare le piume di Sakura per farle riavere i ricordi, nonché la vita. Provenienti da due universi distinti si affiancano a Shoaran due perfetti sconosciuti: Kurogane e Fay, che per motivi apparentemente casuali si trovano a dover intraprendere a loro volta il viaggio tra le dimensioni. Yuko affida ai quattro la piccola Mokona e inizia così il loro viaggio. Ogni cosa però ha un prezzo e la conturbante strega non dà nulla senza ricevere in cambio un prezzo adeguato, poiché gli equilibri delle leggi dell'universo si basano sul principio che ogni desiderio realizzato ha un costo che deve essere assolutamente corrisposto.

Se il tema portante di "Tsubasa Reservoir Chronicle" pare essere inizialmente quello del "viaggio", ben presto il suo universo si espande, portando alla luce una fitta rete di misteri e trame ordite nell'ombra, mantenendo spiegazioni e risoluzioni avvolte nella nebbia quanto più a lungo possibile. Quando però la coltre nebbiosa inizia a diradarsi, le risposte alle mille domande arrivano come una doccia fredda, a volte in modo parecchio confusionario e contorto, tanto da provocare nel lettore spaesamento e incredulità. L'intreccio narrativo del manga è talmente complesso da dover essere seguito con particolare attenzione e mette inoltre alla prova la buona memoria del lettore, costringendolo a tenere sempre a mente ogni frammento di frase o scena. Un gioco senza dubbio intrigante e ben condotto ma che arrivati in vista dell'epilogo rischia di creare non poco panico e spaesamento. Se dalla parte dei pro "Tsubasa Reservoir Chronicle" vanta un ottimo cast, delle bellissime ambientazioni, personaggi e setting disparatissimi, un intreccio intrigante e una narrazione quasi mai noiosa, di contro vi è appunto questa fumosità degli eventi portata avanti fino alla fine, che spara addosso ai suoi lettori una serie di spiegazioni e argomentazioni difficili da digerire e comprendere a primo impatto. La sensazione che si ha addentrandosi nella trama è quella di un ridondante "Ma cosa sta succedendo?". Attenzione, però, ciò non significa che il manga sia privo di logica e coerenza interna, anzi; è tutto studiato nei minimi dettagli ed è chiaro come le Clamp (o meglio, la Ohkawa, che da ideatrice della storia è l'unica a conoscerne sviluppi e finale) avessero in mente sin dall'inizio di procedere seguendo un determinato cammino verso una certa conclusione. Chi segue le autrici sa bene come sia loro abitudine infarcire le storie di misteri che vengono svelati solo nell'epilogo, disseminando indizi poco appariscenti e frasi estremamente sibilline; "Tsubasa Reservoir Chronicle" pare aver esagerato un po' in tal senso e richiede quindi una lettura molto attenta, costante e poco diluita nel tempo. La linea che divide "complesso" da "confuso" può essere parecchio sottile e le Clamp sembrano aver creato questo manga camminando consapevolmente sul filo, non senza però qualche incursione da un lato all'altro. Altro elemento potenzialmente sfavorevole riguarda la natura episodica dei primi volumi, i quali prevedono quasi sempre lo schema "Arriva nel nuovo mondo-fiuta la piuma-combatti per riprenderla-passa a un altro mondo". Non disdegnando le piccole saghe episodiche e amando l'espediente del viaggio tra i vari mondi, non ho sofferto di nessun problema legato alla noia e alla ripetitività, ma comprendo che un'impostazione del genere possa risultare sgradevole a chi preferisce arrivare più in fretta possibile al nocciolo della questione che non godersi il viaggio stesso.

Ammetto che una seconda lettura, più attenta e mirata e soprattutto condotta con dei ritmi costanti e veloci (la prima volta impossibili a causa della serializzazione ancora in corso), è stata necessaria per portarmi a rivalutare non poco l'opera, permettendomi di cogliere, stavolta, più i lati positivi che quelli negativi.
Una storia complessa e intricata, quello che finora ho descritto come il più grosso difetto di questo manga, è paradossalmente anche uno dei suoi più grossi pregi. Grazie all'espediente del viaggio tra le dimensioni, "Tsubasa Reservoir Chronicle" trascina il lettore in un mondo vasto e fantasioso, lungo un cammino che ha continuamente il sapore della scoperta e della sorpresa. Le Clamp hanno imbastito un universo fatto di mondi tanto diversi e peculiari da non far sentire il peso della ripetitività e dell'autoconclusività della maggior parte delle storie raccontate; ogni mondo presenta caratteristiche e personaggi con una caratterizzazione e un ruolo propri di quel contesto. Se è pur vero che alcune storie sono meno incisive di altre, nella maggior parte dei casi troviamo protagonisti e situazioni intriganti e coinvolgenti, tanto che la lettura procede quasi sempre in modo scorrevole e veloce. Non so fino a che punto la cosa possa influire su un lettore non particolarmente appassionato del mondo Clamp, ma per me che sono da sempre una loro seguace, ritrovare in una storia i personaggi di quell'universo tanto amato è stata una bellissima sensazione, a tratti divertente e a tratti malinconica. Seguendo il concetto per cui il mondo non è uno e in ogni dimensione esistono persone "uguali ma diverse", le Clamp utilizzano i loro vecchi protagonisti per creare nuove storie, mostrandoli più o meno differenti dalle loro versioni originali (quindi quelle dei manga di appartenenza) ma riconoscibili in funzione dei loro tratti caratteriali più significativi, delle loro "anime" per dirlo con le parole del manga. "Tsubasa Reservoir Chronicle" è quindi un grande e continuo crossover, che proprio per questa sua caratteristica intrinseca riesce a catturare l'attenzione del Clamp-fanatico. Non mancano comunque i personaggi originali, primi tra tutti Kurogane e Fay, compagni di viaggio di Sakura e Shaoran, nonché l'antagonista principale. In particolar modo sui primi due il lavoro di caratterizzazione è stato ottimo, difatti sia il ninja sia il mago si presentano come figure originali e ben costruite, utili alla trama, al suo sviluppo e alla crescita della coppietta protagonista. Sakura e Shaoran sono diversi da come li avevamo conosciuti in "Card Captor Sakura" ma al contempo molto simili, è come se nonostante la diversità dei contesti i due continuassero a mostrare quelle che sono le caratteristiche principali dei personaggi da cui nascono, e per un'amante delle cattura-carte come me la sensazione che danno è un misto di tenerezza, nostalgia e affetto. Su tutti, a mio avviso, si erge Yuko, figura chiave delle vicende, colei che veglia sui protagonisti senza però mai fuggire alle regole che il suo ruolo le impone. Per comprendere al meglio la maestosità di Yuko e l'importanza di Watanuki è importante leggere "xxxHolic", opera a mio dire migliore di "Tsubasa" ma pienamente comprensibile solo tramite una lettura congiunta.
I temi sono, come già accennato, quelli cari alle Clamp, qui al servizio totale della trama ed estremizzati in ogni loro forma. Così come in "xxxHolic" si parte dal principio per cui nulla accade per caso, che il destino esiste e che l'inevitabile condiziona le nostre esistenze; allo stesso tempo però le Clamp lasciano sempre un barlume di speranza nelle loro storie, poiché l'altro tema caro alle autrici è quello dei desideri e della loro forza, capace anche di cambiare il destino. Che si tratti di vedere il futuro o di costruirlo passo per passo con le proprie mani, ciò che più conta è la determinazione che poniamo nelle nostre scelte e la conseguente assunzione di responsabilità che ne deriva. Ogni desiderio ha un prezzo e i protagonisti di "Tsubasa" pagano di continuo il corrispettivo necessario a realizzare ciò che desiderano, finendo inevitabilmente per perdere qualcos'altro. In questa spirale di dare e ricevere, che è regola fondamentale che tiene in equilibrio ogni universo, s'inseriscono i desideri egoistici, i tabù da voler travalicare a costo della distruzione di tutto il resto e l'amore che trascende lo spazio e il tempo. Le belle parole però servono a poco e non sempre l'esaudirsi di un desiderio porta a conseguenze positive: il peso di una scelta, il prezzo da pagare per raggiungere un obiettivo, le rinunce e il dolore accompagnano i protagonisti di questa storia dall'inizio fino alla fine, in una spirale che raramente lascia spazio alla pietà.

Lo stile di disegno di "Tsubasa Reservoir Chronicle" è figlio di quelle che allora erano le più recenti sperimentazioni stilistiche delle Clamp: abbandonato per loro stessa ammissione il tratto più ricco e dettagliato per concentrarsi su di uno stile più dinamico e adatto alle scene d'azione, i corpi e i visi dei personaggi perdono la spigolosità tipica della prima metà degli anni '90 diventando morbidi e ulteriormente slanciati, mentre gli occhi non sono più particolarmente dettagliati. Gambe e braccia molto lunghe, le pose sono dinamiche, le tavole, solitamente ordinate, diventano caotiche nelle scene più concitate. Le Clamp hanno creato con estrema cura ogni mondo visitato dai protagonisti, delineando con precisione il design degli edifici e degli ambienti circostanti per rendere il più reale possibile la sensazione di trovarsi in un altro spazio-tempo. A ciò segue l'estrema cura dell'abbigliamento, perfettamente curato sia per i personaggi femminili che maschili: le autrici sono riuscite ad esprimere in quest'opera il loro amore verso la moda e l'abbigliamento ricco di dettagli. Bellissime le cover e sempre ispirate le pin up d'inizio capitolo, alcune delle quali, specie se a tutta pagina, raggiungono elevati picchi di bellezza e dettaglio. Esteticamente, quindi, "Tsubasa Reservoir Chronicle" non si fa mancare nulla ed è una gioia per gli occhi, a costo di accettare il radicale cambio di stile rispetto a "X" o "Card Captor Sakura". Poiché si tratta di un manga shonen, le Clamp hanno deciso di adottare uno stile fatto di linee forti e decise per i personaggi maschili e più delicate per i femminili, senza però voler eccedere, tanto che, a quanto dicono loro stesse, a volte i personaggi femminili sono risultati un po' grezzi.

Sicuramente una seconda lettura del manga mi ha aiutato a rivalutare l'opera, permettendomi di notare dettagli e comprendere passaggi che prima mi erano sfuggiti o parsi incomprensibili. Difficile valutare in maniera oggettiva quest'opera, almeno per me che vi ho ritrovato tanti temi e personaggi di opere amate precedentemente. C'è molto sentimento in "Tsubasa Reservoir Chronicle", e non mi riferisco semplicemente all'affetto di ogni lettore nei confronti dei suoi personaggi, ma anche all'amore profuso dalle sue autrici stesse, che con questo manga celebrano sì se stesse ma anche ogni loro creatura. Sicuramente non si trova ogni giorno un manga come questo, così ben intrecciato e disegnato, ricco di avventura, mistero e fascino; alle Clamp va il merito di aver creato un'epopea autocelebrativa ma al contempo ben condotta, che pur non essendo esente da difetti, riesce comunque a guadagnarsi un posto nel cuore di ogni Clamp addicted. Una lettura consigliata, quindi, ma che richiede un approccio attento e meticoloso. "Tsubasa Reservoir Chronicle" è un viaggio continuo tra i ricordi, le mete e i desideri di tutti i suoi protagonisti, una storia che racconta altre storie, che s'intreccia e si dipana lentamente fino al caos finale; è una storia che ribadisce con estrema convinzione che ogni desiderio ha un prezzo e che ogni azione, anche la più piccola, può cambiare e sconvolgere il futuro. Il bello di un viaggio però, non è semplicemente il punto di arrivo bensì il percorso stesso, quello che si compie con fatica e sacrificio, condividendo gioie e dolori con i compagni, scoprendo ogni giorno qualcosa di nuovo su se stessi e sugli altri. La ruota del destino continua a girare, il tempo scorre incessante e forse questo viaggio non è ancora del tutto concluso.