logo AnimeClick.it

4.0/10
-

Leggendo la trama di "Desiderio", di primo impatto, ci si aspetta qualcosa di entusiasmante, qualcosa che ricalchi vagamente il famoso Hana Yori Dango, intriso di un'aspra lotta di classe tra ricchezza e povertà. Invece dopo soli due capitoli la protagonista Mio Omori abbandona letteralmente i panni della paladina orgogliosa delle proprie umili origini, per mutare nell'oggetto delle fantasie sessuali di qualsiasi essere appartenente al genere umano maschile presente nella storia. Ed il tutto senza il minimo battere di ciglio, circostanza che potrebbe arrecarvi un tantino di fastidio se vi sta a cuore la dignità del corpo femminile, ultimamente troppo (e sottolineo troppo) bistrattato.

Platone nel "Fedone" dichiara che l'uomo deve lottare contro i desideri turbolenti per raggiungere l'equilibrio perfetto. Nel manga di Ayane Ukyuo l'intero cosmo verte solo sui piaceri materiali e su una visione egoistica dei sentimenti atta a soddisfare l'ego. Ad appesantire poi, l'arco narrativo, l'apparizione di insensati colpi di scena, costruiti esclusivamente per allungare il cosiddetto brodo sino al settimo volume, imitando alla perfezione tecniche capaci di trasformare soap opera come "Beautiful" in un impero economico.

L'unico elemento al quale aggrapparsi per respirare aria pura, nel mezzo dello sfacelo libidinoso, sono i disegni ed il tratto meraviglioso della mangaka, in modo particolare nella resa dei personaggi, dalle figure nitide e proporzionate, con dei volti pieni di espressività.
Purtroppo, questa maestria dell'autrice perde tutta la sua poesia se da forma a scene di basso, bassissimo, contenuto morale.
Amare significa volere l'altro libero, non incatenarlo a sé.