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“Bungou Stray Dogs” è una serie di dodici puntate, uscita nella primavera del 2016. Un anime interessante, che ha saputo coinvolgermi con la sua dose di azione, i toni misteriosi e quel tocco intrigante da romanzo noir d’altri tempi. Riesce subito a conquistare ed è capace di creare un legame tra lo spettatore e i personaggi presentati. Questi appaiono piuttosto semplici e schematici, privi di chissà quale risvolto psicologico, eppure affascinano, conquistano e, alla fine, riescono a svolgere adeguatamente il lavoro per cui erano stati creati.

Atsushi è il protagonista, un ragazzo appena cacciato dall'orfanotrofio in cui aveva vissuto fino a quel momento. E’ affamato, stanco, depresso e arrabbiato verso un modo che pare averlo diseredato. Ma non vuole mollare, anzi, il suo desiderio di vivere arde ancora dentro al suo cuore. E’ disposto a rubare pur di mangiare? A quanto pare sì.
Peccato che, nonostante la stanchezza, non può rinunciare a salvare uno strano personaggio che stava annegando nel canale. Costui è Dazai, un bislacco individuo con la mania del suicidio. Per la precisione, è un detective, ma non uno dei soliti, lui è speciale. L’agenzia in cui lavora è composta da strane personalità, tutte dotate di misteriosi poteri sovrannaturali, e in quel momento è alla caccia di una tigre mangiauomini. Come influirà tale incontro sulla vita del nostro protagonista? A voi il piacere di scoprirlo.

Incomincio con l’affermare che, tale serie, mi è piaciuta molto. E’ ben lungi dall'essere perfetta, ma, in fin dei conti, possedeva buone aspettative ed è stata capace di mantenere tutte le promesse iniziali. C’è l’azione, c’è il mistero, c’è anche un pizzico di poliziesco (anche se non credo possiamo considerare “Bungou Stray Dogs" come un anime interamente di tal genere… Va ben oltre).
La storia è costruita in maniera semplice e lineare, ma allo stesso tempo appassionante. E’ presente una trama di fondo, ma ogni puntata ci mostra un caso apparentemente distinto dal precedente. Ovviamente c’è un unico filo conduttore, che man mano porterà la situazione a infiammarsi sempre di più. Con il passare delle puntate, ci vengono anche presentati i vari personaggi. Interessante la scelta di non lanciarli tutti dall'inizio, ma di lasciarceli assaporare, per poi approfondirli in un episodio “ad hoc”.
In ogni caso, salvo il protagonista e qualche altro personaggio, molti di essi non possono che rimanere ancora avvolti dalla nebbia. Questione di tempistiche? Anche, ma penso che si sarebbe potuto svolgere tale conoscenza in un modo migliore. Forse non si voleva approfondire alcune tematiche (non ancora), ma mi sarebbe piaciuto scoprire il passato di alcuni membri dell’agenzia, che, salvo una leggera presentazione, rimangono molto chiusi di fronte alla curiosità del pubblico.
Tra le figure di maggior spicco, c’è sicuramente Atsushi, un protagonista alquanto canonico, ma allo stesso tempo necessario per far amalgamare nel migliore dei modi tutta la vicenda. Ho apprezzato molto il suo progressivo cambiamento, che, passo dopo passo, lo porterà a immergersi in un mondo a lui prima ignoto. Altri personaggi che mi hanno saputo conquistare, oltre a Dazai (vero jolly della serie), sono la tenera Kyouka e, dall'altra parte, Higuchi, fanciulla dai biondi capelli, che segue ovunque il suo maestro, Akutagawa.

La grafica è bella. Stop, basterebbe questo per esprimere alla perfezione i miei più sinceri sentimenti. Precisa, dinamica, scenica. Ha saputo destreggiarsi alla perfezione su due toni differenti: quello rétro, visibile da alcune ambientazioni e dai vestiti, e quello più moderno. In alcuni momenti le atmosfere appaiono rilassate, calme, con colori tenui e smorti. Al momento opportuno, però, sono subito pronte ad accendersi con grandi effetti scenici e coloristici.
La colonna sonora è la ciliegina sulla torta, che accompagna la storia e l’accarezza con musiche sopraffine. Bene anche il doppiaggio e, ancora di più, la scelta delle voci ( e dei doppiatori) da affidare ai vai personaggi. La voce di Rikiya Koyama (Yukichi Fukuzawa in tale occasione) è una delle più profonde e “sexy” in circolazione.
Ottima la regia, che ha saputo mischiare stili diversi, per creare un anime all'altezza della situazione e, ancor di più, capace di mettere tutti d’accordo.

In conclusione, “Bungou Stray Dogs” è un anime molto bello, che consiglio a tutti. Il finale lascia vive le speranze per una seconda stagione e spero proprio che questa venga realizzata. La storia stava finalmente per infiammarsi del tutto, e sarebbe un peccato non poter vederne il seguito.
Una serie che, al di là di tutti i complimenti, mostra ancora qualche mancanza. Non saprei sinceramente cosa, forse sono semplicemente i miei gusti personali, ma ho come la sensazione che gli sia mancato lo sprint finale. Era lì lì per fare il colpaccio, ma non è stata in grado di accendere la scintilla che l’avrebbe fatta veramente emergere.
Rimane comunque un’opera degna di essere vista.

Voto finale: 7… E mezzo!