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Il manga parla di Seiichi e di sua madre Seiko e del loro strettissimo rapporto. Lei, infatti, è iperprotettiva e non lascia che Seiichi faccia un passo da solo; lui, per contro, è diventato molto attaccato a lei. L’atmosfera è da subito opprimente e si capisce che c’è qualcosa di fragile pronto a incrinarsi, un’ombra nascosta sotto la superficie. I disegni perfetti di Shûzô Oshimi – già autore di «Happiness» – rendono questa sensazione, anche grazie all’uso peculiare e intenso del tratteggio. C’è, in particolare, una scena molto cruda, quando Seiichi ancora piccino trova un gattino morto; l’impatto visivo del corpo inerme del felino mi ha ricordato un momento analogo della serie «Hill House», trasmessa su Netflix.

Sarà durante una gita in montagna con il cugino (un ragazzino sui tredici anni, se non ricordo male) e gli zii che avverrà qualcosa che cambierà totalmente il quadro della situazione. Qual è la cosa giusta da fare? Quali sentimenti prevarranno in Seiichi?

Recentemente è uscito un altro volume sui rapporti madre-figlio: sto parlando della raccolta di storie «Mamma» di Aoi Ikebe. Non ho letto questo fumetto, ma mi pare che lo stile grafico sia molto diverso, più dolce e soffuso, il che mi fa pensare (ma ovviamente potrei essere in errore) che non ci sia morbosità, ossessione o follia nei racconti di questa antologia. Ho invece percepito dei punti di affinità con «Soil» di Atsushi Kaneko, non per i disegni, ma per la sensazione che presto qualcosa, nella famiglia modello, andrà in frantumi.
Una sola nota un po’ negativa: «Tracce di sangue» è una lettura veloce, con baloons brevi per cui la si divora in un attimo. Il lettore si deve controllare per comprendere bene tutto.