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8.5/10
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Non rimpiango di aver visto questo film solo nel 2020, sette-otto anni dopo la sua pubblicazione, semplicemente perché penso che non sarei riuscito ad apprezzarlo all'epoca più di quanto invece sono riuscito a fare tutt'oggi.

Non mi soffermerò molto sulla qualità tecnica della pellicola (anche perché non credo di avere sufficienti conoscenze in ambito di regia e animazioni, o almeno non tali da metterle in chiaro in una recensione), ma più su quella che è la trama dell'opera e sulle emozioni che Mamoru Hosoda ha voluto suscitare negli spettatori.
Sarete avvertiti prima di eventuali spoiler nella recensione, in modo che possiate saltarli qualora non abbiate ancora visto il film.

Finito questo preambolo, riassumiamo brevemente quello che è l'incipit dell'opera.

Hana è una studentessa universitaria, e proprio a lezione incontra un ragazzo schivo e solitario. La ragazza cerca poi di avvicinarsi a lui e i due iniziano a frequentarsi. Solo quando il rapporto tra questi diventa ben saldo, il ragazzo svela di essere in realtà un uomo lupo. Successivamente, per una serie di vicissitudini, la madre sarà costretta a crescere da sola i due bambini concepiti dal rapporto con il licantropo.

Ciò che apprezzo generalmente della regia di Hosoda è quel connubio tra due diverse realtà.
Si ricordi ad esempio "Summer Wars", piuttosto che i due film de "I Digimon", rappresentanti un mondo digitale a stretto contatto con quello reale, che non ha però l'intento di essere il tema principale, bensì di far da tramite per l'evoluzione caratteriale dei personaggi.
"Wolf Children" ha un rapporto uguale e contrario a tutto ciò. Il tema delle due realtà permane, ma non in senso effettivo, bensì figurato. I due mondi risiedono già all'interno dei due bambini-lupo, Yuki e Ame, e sarà ardua la scelta di quale strada intraprendere. Le realtà non saranno un tramite come nelle precedenti opere, ma due separate mete da raggiungere alla fine di un grande iter d'introspezione individuale dei protagonisti.

Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler

Ho trovato fantastico proprio il parallelismo tra i due bambini.

Yuki è quella inizialmente più intraprendente, ma allo stesso tempo incauta. Da bambina non ha problemi a usare la sua forma animalesca, ma, crescendo, apprende sulla sua stessa pelle che quella sua seconda natura potrebbe essere considerata una maledizione, in quanto fonte di diversità con gli altri umani (diversità tanto nei gusti, quanto negli atteggiamenti). Yuki comincia quindi ad avere paura dell'emarginazione che ciò potrebbe causare, e decide di non trasformarsi più.

D'altro canto, inizialmente, Ame è molto più dubbioso (e a tratti impaurito) nel trasformarsi, rendendosi conto di trovarsi in un mondo in cui la visione del lupo in generale è quella di una creatura malvagia e feroce. Al contrario della sorella, però, inizierà ad apprezzare ogni sfumatura della sua natura selvaggia crescendo (cosa che non riesce invece a fare nel mondo umano, emarginandosi dal resto dei bambini).
È solo grazie alla scoperta di quel mondo totalmente puro, e alla vicinanza con altri animali, che Ame capirà davvero chi è.

Fine paragrafo contenente spoiler

Ame e Yuki non sono però gli unici personaggi degni di nota, ma è anzi predominante la figura della madre Hana. Una ragazza (prima) e donna (poi) che sacrificherà tutta sé stessa per la crescita di quei due bambini così diversi. Oltre alla grandissima difficoltà di dover crescere due figli da sola (costringendola a dover abbandonare il lavoro part-time e gli studi universitari): se qualcuno dovesse venire a conoscenza della loro doppia natura, i due rischierebbero di perdere qualsiasi possibilità di integrarsi nella società.
Lo scopo principale di Hana è quello di crescere i propri figli tanto come umani che come lupi (incondizionatamente), in modo che la loro vera natura possa venir fuori spontaneamente. In questo modo, saranno in grado di prendere una decisione quanto più genuina possibile, dettata solo dal loro cuore.
L'ammirevole (e amorevole) sacrificio di una donna sola, che darà tutta se stessa per il bene dei propri figli, ci fa comprendere che, per quanto difficile possa essere la strada lungo il cammino, perseverare in queste situazioni non sarà mai la scelta sbagliata.

Ne seguirà che il finale non sarà sempre quello sperato, non esente da sacrifici, mai indolore, ma sarà senza dubbio il finale più giusto (tanto nel film, quanto nella vita reale). Questo è ciò che, penso, Mamoru Hosoda abbia cercato di farci comprendere e apprendere, alla fine di tutto.

Che dire? Magnifico.

Potrei scrivere una recensione lunga il triplo di questa riguardo "Wolf Children", ma finirei con il ripetermi e il ripetere quelli che sono i punti citati nelle recensioni degli altri utenti di AnimeClick.it, perciò date un’occhiata anche agli altri commenti, se volete un'analisi a 360 gradi dell'opera.

Piccola nota di dovere, il doppiaggio italiano non delude le aspettative ed è senza dubbio all'altezza di tale opera. Nel dubbio, visionatela in entrambe le lingue.

Voto: 8,75, ma sono costretto ad arrotondare per difetto.