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Non c'è niente di male nel fare storie di animali antropomorfi, non esiste solo il realismo, ma queste storie devono avere delle regole. La parodia fine a se stessa, l'imitazione che sembra prendere in giro l'oggetto del proprio studio, non dovrebbe -per me- essere tollerata.
"Basil Of Baker Street" è il primo di una serie di romanzi per bambini che l'inglese Eve Titus ha cominciato nel 1958. John Musker, regista della Disney, nel 1986 ne rende la trasposizione animata. Se Basil ha impiegato trentotto anni per passare al cinema, il motivo non può essere solo il costo. Due cose fanno pensare che sia nato già vecchio: il suo nome, deciso per omaggiare Basil Rathbone, il miglior interprete di Sherlock, che oggi è sconosciuto ai più. E l'ossessione per l'incolumità della regina di Inghilterra, spunto che è accettabile solo in un romanzo storico, non in epoca contemporanea (quale era il 1986, data di uscita del film) perché ormai l'attenzione si era spostata sulla gente comune.

Sherlock Holmes (e presumibilmente John Watson, anche se non lo vediamo) abitano il loro appartamento a Baker Street. Immediatamente sotto, in una tana di topi, ci sono le controparti animali che somigliano a loro, vestono come loro, fanno le stesse cose e risolvono persino casi simili. Perché?!

Sia in "Bianca e Bernie" (1977) che in "Brisby e il segreto di Nimh" (1982) esiste una spiegazione al fatto che animali vivono come gli esseri umani. In "Bianca" è possibile ravvisare somiglianze con alcuni film di Hitchcock, ma la storia principale si mantiene autonoma. Brisby spiega il suo stile di vita con lo svolgersi della trama. "Basil Of Baker Street" non ha ragione di esistere e la Disney non offre spiegazioni sue.
Questo ventiseiesimo film disneyano accorpa l'inizio e la fine della storia originale, con le cascate di Reichenbach "reinventate" nella Londra notturna, il tutto compresso in una sola storia perché, all'epoca, sviluppare lo stesso soggetto in più film non usava.
Qui si fa di Holmes un eroe "muscolare": il pedinamento fino al negozio di giocattoli e la rissa nel bar sono inutili ai fini della trama e rendono pessima fama ad Olivia che, da bambina preoccupata e spaventata, diventa una "scemetta".

Il cane e il gatto, perché non parlano? Topolino ha Pluto come animale da compagnia perché, nel mondo Disney, l'evoluzione antropomorfica non è toccata alla scimmia....ma in "Basil", non c'è nessun motivo per cui i topi non possano comunicare con altri animali. Un polpo che si esibisce in un locale per topi è la goccia che fa traboccare il vaso. Il mio non è razzismo, è coerenza.

E l'inquietudine di Holmes? L'acume investigativo, la misantropia, la competizione con Lestrade?
A questo genere di cose, la Disney c'è arrivata molto di recente. In Italia Basil non ha mai sfondato al botteghino e i romanzi originali non sono mai stati tradotti.

Va bene, abbiamo Geronimo Stilton, ma nessuno è perfetto...