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Sarei curioso di conoscere l'opinione di qualcuno nel mondo LGBT riguardo a questo anime. Mi chiedo anche se l'autrice conosca bene quel mondo o cerchi di interpretarlo partendo da una prospettiva tradizionale.

Alcune cose non mi sembrano realistiche, in particolare il protagonista molto confuso, eppure a sedici anni con gli ormoni a mille dovrebbe sapere se è attratto dai maschi, dalle femmine o da entrambi. Nell'anime invece sembra che si ritragga da entrambi i sessi.

Però, narrativamente questa è una scelta vincente, l'anime rimane assolutamente casto, romantico e in dodici episodi non vedremo neppure un bacio. Il motivo è che, nonostante l'incipit pruriginoso, questo è un racconto di educazione sentimentale, di coming out e di conoscenza di sé stessi. Il tutto svolto in maniera molto delicata e solo apparentemente leggera, perché i temi trattati sono molto seri (la scoperta del proprio orientamento sessuale, l'abbandono da parte dei genitori, il conflitto con la madre).

La scelta di focalizzarsi solo su tre personaggi (gli altri sono comprimari di poca importanza) è anche molto azzeccata, perché in dodici episodi c'è il tempo di approfondire solo i personaggi principali. Tutti e tre sono molto amabili, specialmente Ryuji e Aoi, Makoto leggermente di meno per la sua confusione di fondo (ma qui dipende dallo spettatore).

Non bisogna farsi ingannare dal primo episodio, che fa sembrare la serie più leggera e stupidina di quello che è, con l'andare delle puntate tutti i personaggi vengono approfonditi, veniamo a conoscere il background familiare di Aoi, che spiega molte cose, e veniamo a conoscere il pregresso tra Ryuji e Makoto. Nell'ultima puntata incontriamo anche il nonno di Makoto e capiamo perché la madre di Makoto sia così contraria al cross-dressing.

È anche interessante il ritratto della società giapponese che ne viene fuori, tra i giovani che si fanno meno problemi rispetto all'identità di genere e gli adulti che se ne fanno molti. Tutti però, giovani e meno giovani, hanno l'atteggiamento tipicamente giapponese di preoccuparsi più degli altri che di sé stessi, ed è questo che mi fa amare la serie.

Ottimo anche il chara design, i colori, gli sfondi, gli abiti, le musiche. C'è una grande quantità di scene super-deformed che all'inizio mi sembrava eccessiva, ma che poi ho trovato giuste per la serie. Un otto meritato, anche per il coraggio nell'affrontare tematiche delicate. Bravi tutti, e adesso dovrò vedermi il film associato per sapere come continua.