Recensione
Crueler Than Dead
3.0/10
“Crueler Than Dead” è una serie composta da due volumi, disegnata da Kozo Takahashi e sceneggiata da Tsukasa Saimura, di genere horror, edita per l’Italia da Star Comics.
L’idea alla base della storia poteva essere interessante, ma lo sviluppo sarà praticamente nullo, essendo che il tutto verrà risolto in un paio di pagine, buttando alle ortiche l’unico pregio che per me la trama di questa serie aveva.
Dopo queste poche pagine la storia diventa un banale road trip, senza un minimo di suspence per motivi ben chiari a inizio trama, per poi arrivare a destinazione e trasformarsi nuovamente, perdendo completamente le briglie della sinossi.
L’intera narrazione sembra voler strafare, un “vorrei ma non posso”, cambiando ad una velocità veramente eccessiva obbiettivi, ambientazione e personaggi, fattore che spesso creerà uno spaesamento e un completo disinteresse per gli avvenimenti che si stanno svolgendo; tale guazzabuglio di avvenimenti, triturerà vorticosamente ogni cosa possibile rendendo il tutto paradossalmente tanto pieno di eventi, quanto vuoto di contenuti.
Tale gorgo di eventi spazzerà via anche ogni traccia di caratterizzazione dei nostri personaggi, che saranno fin troppi, per una storia che nasce si sviluppa e muore, in due singoli volumi.
Essendo una storia carica di eventi, ogni azione dei nostri protagonisti, risulteranno per la quasi totalità un’espediente narrativo per riuscire a portare avanti la storia, o introdurre l’ennesimo avvenimento che si voleva inserire.
Inoltre essendo che lo sviluppo della trama risulterà al limite dello schizofrenico, anche i personaggi avranno lo stesso ignominioso destino, essendo assoggettati alla stessa, e dovendo per forza di cose diventare burattini impazziti trascinati dagli eventi.
Il tratto dell’autore non risulterà per niente contemporaneo, anzi darà vibes anni 80/90; se questo di per sé non è un difetto, la vera croce che porterà sulle spalle il lato artistico dell’autore, è il voler strafare, specialmente con le espressioni dei vari comprimari, purtroppo tale esuberanza risulterà fatale, essendo che l’autore spesso non riuscirà ad avere il controllo dei propri disegni, portando a continue incongruenze tra la fisiognomica dei personaggi, a volte irriconoscibili da una pagina all’altra.
Almeno le poche scene d’azioni, e le sporadiche apparizioni degli zombie, risulteranno godibili, così come le occasionali pagine intere, che mostreranno l’ambiente post apocalittico, purtroppo tutte queste componenti saranno veramente sparute, essendo che la maggior parte delle tavole saranno incentrate sui vari personaggi e le loro interazioni fra loro, fattore che rende tedioso, a volte al limite del frustrante, lo scorrere degli eventi.
L’edizione è uno dei pochi pregi di questa serie, essendo che l’editore ha deciso di proporlo in grande formato, senza pagine a colori, né sovracoperta.
Nonostante la grandezza i volumi risulteranno leggeri, le pagine saranno di un bianco opaco, che tradiranno più di qualche trasparenza, le copertine le ho trovate anonime e ben poco ispirate.
In conclusione, cos’è una serie sugli zombi, che predilige fagocitare una miriade di argomenti e eventi, anziché concentrarsi su di essi? Beh è “Crueler Than Dead” una serie breve che non sapeva dove sbattere la testa, senza un lato artistico degno di nota, un’opera tutt’altro che imperdibile.
L’idea alla base della storia poteva essere interessante, ma lo sviluppo sarà praticamente nullo, essendo che il tutto verrà risolto in un paio di pagine, buttando alle ortiche l’unico pregio che per me la trama di questa serie aveva.
Dopo queste poche pagine la storia diventa un banale road trip, senza un minimo di suspence per motivi ben chiari a inizio trama, per poi arrivare a destinazione e trasformarsi nuovamente, perdendo completamente le briglie della sinossi.
L’intera narrazione sembra voler strafare, un “vorrei ma non posso”, cambiando ad una velocità veramente eccessiva obbiettivi, ambientazione e personaggi, fattore che spesso creerà uno spaesamento e un completo disinteresse per gli avvenimenti che si stanno svolgendo; tale guazzabuglio di avvenimenti, triturerà vorticosamente ogni cosa possibile rendendo il tutto paradossalmente tanto pieno di eventi, quanto vuoto di contenuti.
Tale gorgo di eventi spazzerà via anche ogni traccia di caratterizzazione dei nostri personaggi, che saranno fin troppi, per una storia che nasce si sviluppa e muore, in due singoli volumi.
Essendo una storia carica di eventi, ogni azione dei nostri protagonisti, risulteranno per la quasi totalità un’espediente narrativo per riuscire a portare avanti la storia, o introdurre l’ennesimo avvenimento che si voleva inserire.
Inoltre essendo che lo sviluppo della trama risulterà al limite dello schizofrenico, anche i personaggi avranno lo stesso ignominioso destino, essendo assoggettati alla stessa, e dovendo per forza di cose diventare burattini impazziti trascinati dagli eventi.
Il tratto dell’autore non risulterà per niente contemporaneo, anzi darà vibes anni 80/90; se questo di per sé non è un difetto, la vera croce che porterà sulle spalle il lato artistico dell’autore, è il voler strafare, specialmente con le espressioni dei vari comprimari, purtroppo tale esuberanza risulterà fatale, essendo che l’autore spesso non riuscirà ad avere il controllo dei propri disegni, portando a continue incongruenze tra la fisiognomica dei personaggi, a volte irriconoscibili da una pagina all’altra.
Almeno le poche scene d’azioni, e le sporadiche apparizioni degli zombie, risulteranno godibili, così come le occasionali pagine intere, che mostreranno l’ambiente post apocalittico, purtroppo tutte queste componenti saranno veramente sparute, essendo che la maggior parte delle tavole saranno incentrate sui vari personaggi e le loro interazioni fra loro, fattore che rende tedioso, a volte al limite del frustrante, lo scorrere degli eventi.
L’edizione è uno dei pochi pregi di questa serie, essendo che l’editore ha deciso di proporlo in grande formato, senza pagine a colori, né sovracoperta.
Nonostante la grandezza i volumi risulteranno leggeri, le pagine saranno di un bianco opaco, che tradiranno più di qualche trasparenza, le copertine le ho trovate anonime e ben poco ispirate.
In conclusione, cos’è una serie sugli zombi, che predilige fagocitare una miriade di argomenti e eventi, anziché concentrarsi su di essi? Beh è “Crueler Than Dead” una serie breve che non sapeva dove sbattere la testa, senza un lato artistico degno di nota, un’opera tutt’altro che imperdibile.