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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Come deducibile dalla recensione del precedente film, ritengo Mononoke uno dei cartoni animati più belli mai realizzati e rimasi molto entusiasta del film, con le sue differenze rispetto alla serie.
Dal punto di vista tecnico questo secondo capitolo segue la scia del precedente, per cui ha un ritmo molto elevato ed è ricchissimo di stimoli. In particolare, i pannelli e le pareti del palazzo sono riempiti di disegni, motivi ed ornamenti, ed è quasi impossibile all’occhio umano notare tutti i dettagli con una sola visione. In qualunque momento possiate fermare lo streaming, ci sarà sempre qualcosa da ammirare. Io poi adoro i dipinti a mano tradizionali giapponesi e trovo veramente appagante esteticamente il modo in cui quest’opera interpreta tale stile (in alcuni momenti vedere la colorazione dei personaggi quasi in trasparenza mi ha fatto impazzire). Da segnalare anche l’uso efficace che viene fatto della CGI, in particolare nella realizzazione del palazzo e del mononoke.

Questo film conferma che tutta la trilogia è ambientata nello stesso luogo, l’Ōoku, dove bruciano rancori. Nel capitolo precedente lo speziale aveva dato l’impressione di non essere giunto lì per il Karakasa e probabilmente anche l’Hinezumi non è il suo obiettivo principale, ma è qualcosa di cui capiremo nel capitolo conclusivo. Possiamo intuire che sia qualcosa che riguardi il ragazzo biondo, che questa volta ci viene rivelato essere un membro del clan Mizorogi preposto alla protezione della divinità dell’acqua. Tra l’altro proprio attraverso tale personaggio, nella scena del primo film in cui egli prova a fumare, ci avevano fatto capire che il fuoco non è ben gradito lì dentro. Non è l’unico riferimento che ho notato, infatti il motivo degli occhi dell’Hinezumi si era visto per un secondo negli occhi di Kame (1:07:40 per chi vuole controllare), lo ricordo perché c’era un’animazione bellissima dei suoi capelli che mi sono rivisto numerose volte.

Entrambi i film hanno una struttura simile, anche se questo secondo capitolo è meno criptico del precedente, che richiedeva un’interpretazione degli stati d’animo dei personaggi e delle loro parole, in particolare per quanto riguarda la metafora del “seccarsi” e il come si giunge a tale stato. In questo caso è chiaro fin dall’inizio quello che sarebbe stato il tema, ovvero i giochi di potere relativi al peso politico, economico e sociale che i clan ottengono attraverso un erede al trono. In entrambi i casi il passato ritorna e questa volta si deve andare più indietro nel tempo, fino a 20 anni prima dove una concubina di nome Suzu fu costretta ad abortire, ma non riuscì a perdonarselo e si diede fuoco. E in ceneri finiscono adesso coloro che hanno intenzione di ostacolare la gravidanza di Fuki, che non è gradita per via del suo ceto di provenienza. E proprio a proposito di perdono, questa volta vediamo lo speziale dire “perdonami” al mononoke dopo averlo eliminato, uno dei pochi se non forse l’unico momento in cui lo vediamo esternare un qualche tipo di emozione.

Protagonista che questa volta ci lascia anche un dettaglio interessante relativo al suo background, di cui sia nella serie, sia nella sua prima apparizione in Ayakashi e sia nel film precedente, ci è stato detto poco. Infatti, nel momento in cui spiega che solo con la spada sacra è possibile eliminare il mononoke, aggiunge che “solo noi possiamo brandire questa spada”. Più tardi ancora aggiunge “ovunque siano apparsi i mononoke, noi li abbiamo affrontati”. Conferma ufficiale che lui non è lo stesso speziale che abbiamo visto nella serie, dove a sua volta potremmo aver visto più speziali dal momento che le storie erano ambientate in epoche diverse.

Nel complesso, nonostante anche questo secondo film sia profondo e per nulla banale nelle trattazioni delle tematiche, probabilmente mi è piaciuto leggermente di più il precedente, sia perché mi fece riflettere molto per tradurne le metafore e i significati più nascosti, sia perché la scena dell’urlo collettivo durante la scoperta della “ragione” mi è rimasta molto impressa.
Tuttavia, confermo il voto enorme, anche perché, se non premio una roba del genere, che cosa dovrei premiare?