Recensione
Love Flops
4.0/10
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Renai Flops" è una serie che merita di essere giudicata da due aspetti diversi.
Dal punto di vista dei contenuti sessuali, è uno dei migliori ecchi degli ultimi anni. Troppi anime e manga oggi, rispetto al passato almeno, hanno cominciato una fastidiosa forma di censura, e non sono più così propensi al fanservice come una volta. In questo, "Renai Flops" è una delle opere migliori degli ultimi anni, è pieno zeppo di fanservice di ogni tipo senza alcuna censura (tranne il pene dei personaggi maschili, ma nessuno tra gli spettatori vuole vederlo, anzi, il fatto che sia la sola cosa censurata ribadisce che la serie non ha vergogna di sbandierare che è rivolta a un pubblico maschile, ed è proprio così che deve essere).
Dal punto di vista della storia, le cose si fanno più divisive. All'inizio sembra di trovarsi di fronte il tipico harem show con tutti gli stereotipi del genere. Una serie che non ha senso di esistere se non per il fanservice e in cui la trama è solo un pretesto, e i personaggi sono scritti senza alcuno sforzo apposta... se non che, verso la fine, cambia completamente tono e decide invece di rivelare che l'intento della serie era in realtà di parodizzare e decostruire il genere harem, rivelando che il desiderio era di invitare i ragazzi come il protagonista a non chiudersi nell'escapismo, a non passare il tempo cercando la passione negli eroge e negli anime ecchi. Se il tutto è dovuto a un cuore spezzato (come si scopre che è per il protagonista), allora è tempo di voltare pagina.
Lo ammetto, l'idea poteva essere interessante, e gli ultimi due episodi sono scritti e diretti molto bene in proposito. Il problema è che questa idea/rivelazione/stravolgimento arriva troppo tardi, e nel complesso sembra troppo piccola rispetto all'intera serie. Mi spiego: su dodici episodi, sette-otto sono stupide e banalissime puntate da harem-com qualsiasi, e solo quattro-cinque sono puntate serie. Se l'intento era davvero fare una metacritica al genere, non è riuscito, perché la parte stereotipata domina nel complesso. Ma a far fallire davvero l'operazione ci pensa il finale, che distrugge completamente l'intento narrativo: se il punto era che il protagonista deve dimenticare la sua amica d'infanzia e deve smetterla di chiudere il suo cuore al mondo reale e rifugiarsi nel mondo virtuale, e tutta la storia serviva da preparazione a quello... allora è stupido e contradditorio che il finale sia che le finte ragazze artificiali "pseudo-cloni" del suo amore defunto tornino in vita, lo raggiungano nel mondo reale e vivano con lui, esaudendo la sua delusione 'haremosa'... si vuole dare una lezione agli otaku e hikikomori che guardano, ma si sacrifica tutta la storia solo per dare loro un finale che li arrapi abbastanza?
Oltre a questo, la serie mostra pure scene orribili di bestialità spacciata per umorismo, che, seppur hanno un senso nel quadro di voler parodiare/denunciare l'assurdità delle perversioni smodate tipiche del genere, dall'altro restano disgustose da vedere.
"Renai Flops" è una serie che merita di essere giudicata da due aspetti diversi.
Dal punto di vista dei contenuti sessuali, è uno dei migliori ecchi degli ultimi anni. Troppi anime e manga oggi, rispetto al passato almeno, hanno cominciato una fastidiosa forma di censura, e non sono più così propensi al fanservice come una volta. In questo, "Renai Flops" è una delle opere migliori degli ultimi anni, è pieno zeppo di fanservice di ogni tipo senza alcuna censura (tranne il pene dei personaggi maschili, ma nessuno tra gli spettatori vuole vederlo, anzi, il fatto che sia la sola cosa censurata ribadisce che la serie non ha vergogna di sbandierare che è rivolta a un pubblico maschile, ed è proprio così che deve essere).
Dal punto di vista della storia, le cose si fanno più divisive. All'inizio sembra di trovarsi di fronte il tipico harem show con tutti gli stereotipi del genere. Una serie che non ha senso di esistere se non per il fanservice e in cui la trama è solo un pretesto, e i personaggi sono scritti senza alcuno sforzo apposta... se non che, verso la fine, cambia completamente tono e decide invece di rivelare che l'intento della serie era in realtà di parodizzare e decostruire il genere harem, rivelando che il desiderio era di invitare i ragazzi come il protagonista a non chiudersi nell'escapismo, a non passare il tempo cercando la passione negli eroge e negli anime ecchi. Se il tutto è dovuto a un cuore spezzato (come si scopre che è per il protagonista), allora è tempo di voltare pagina.
Lo ammetto, l'idea poteva essere interessante, e gli ultimi due episodi sono scritti e diretti molto bene in proposito. Il problema è che questa idea/rivelazione/stravolgimento arriva troppo tardi, e nel complesso sembra troppo piccola rispetto all'intera serie. Mi spiego: su dodici episodi, sette-otto sono stupide e banalissime puntate da harem-com qualsiasi, e solo quattro-cinque sono puntate serie. Se l'intento era davvero fare una metacritica al genere, non è riuscito, perché la parte stereotipata domina nel complesso. Ma a far fallire davvero l'operazione ci pensa il finale, che distrugge completamente l'intento narrativo: se il punto era che il protagonista deve dimenticare la sua amica d'infanzia e deve smetterla di chiudere il suo cuore al mondo reale e rifugiarsi nel mondo virtuale, e tutta la storia serviva da preparazione a quello... allora è stupido e contradditorio che il finale sia che le finte ragazze artificiali "pseudo-cloni" del suo amore defunto tornino in vita, lo raggiungano nel mondo reale e vivano con lui, esaudendo la sua delusione 'haremosa'... si vuole dare una lezione agli otaku e hikikomori che guardano, ma si sacrifica tutta la storia solo per dare loro un finale che li arrapi abbastanza?
Oltre a questo, la serie mostra pure scene orribili di bestialità spacciata per umorismo, che, seppur hanno un senso nel quadro di voler parodiare/denunciare l'assurdità delle perversioni smodate tipiche del genere, dall'altro restano disgustose da vedere.