Recensione
Dissolving Classroom
7.5/10
Dopo varie opere di Junji Ito, ho letto "Dissolving Classroom", volume unico edito da Star Comics in formato standard con sovraccoperta, al prezzo di € 8,00.
Si tratta di una raccolta di racconti collegati tra loro, che seguono due fratelli "Yuma e Chizumi" in una serie di episodi inquietanti e surreali. A differenza delle classiche storie brevi autoconclusive, qui c’è un filo narrativo continuo, con situazioni sempre più disturbanti che ruotano intorno a un concetto ricorrente: la “dissoluzione”.
La particolarità di questo volume sta proprio nel tono grottesco e assurdo, dove l’autore mescola orrore corporeo, ironia e una critica quasi sociale. I personaggi, come spesso accade in Ito, non vengono approfonditi psicologicamente in modo tradizionale, ma attraverso i loro comportamenti estremi e ossessivi, che diventano il vero motore dell’orrore. Yuma, con la sua mania di chiedere scusa, è una figura tragica e allo stesso tempo inquietante; Chizumi rappresenta invece la parte più caotica e demoniaca, incarnando l’innocenza corrotta tipica delle storie di Ito.
Le tematiche spaziano dalla colpa e dal senso di espiazione fino alla deformazione morale e fisica. Il concetto di “scioglimento” è sia visivo che simbolico: corpi, menti e relazioni si dissolvono sotto il peso della follia e dell’assurdo. Non manca il tipico humor nero dell’autore, che rende il tutto ancora più disturbante proprio perché inserito in situazioni al limite del comico.
Sul piano visivo, il tratto del sensei resta inconfondibile: volti deformati, sguardi vuoti e un’attenzione maniacale ai dettagli rendono ogni tavola un piccolo incubo. Il bianco e nero accentua la sensazione di putrefazione e scioglimento, con tavole spesso claustrofobiche e disturbanti.
"Dissolving Classroom" è un volume che si discosta leggermente dalle raccolte più classiche di Junji Ito per la sua struttura semi-continuativa, ma mantiene intatti i suoi tratti distintivi: orrore psicologico, ironia macabra e un immaginario visivo unico. Una lettura consigliata sia ai fan che ai nuovi lettori curiosi di esplorare un’opera più “tematica” e sperimentale. A conti fatti un 7.5/10, forse meno incisivo rispetto ad altri suoi volumi, ma è sicuramente un lavoro originale.
Si tratta di una raccolta di racconti collegati tra loro, che seguono due fratelli "Yuma e Chizumi" in una serie di episodi inquietanti e surreali. A differenza delle classiche storie brevi autoconclusive, qui c’è un filo narrativo continuo, con situazioni sempre più disturbanti che ruotano intorno a un concetto ricorrente: la “dissoluzione”.
La particolarità di questo volume sta proprio nel tono grottesco e assurdo, dove l’autore mescola orrore corporeo, ironia e una critica quasi sociale. I personaggi, come spesso accade in Ito, non vengono approfonditi psicologicamente in modo tradizionale, ma attraverso i loro comportamenti estremi e ossessivi, che diventano il vero motore dell’orrore. Yuma, con la sua mania di chiedere scusa, è una figura tragica e allo stesso tempo inquietante; Chizumi rappresenta invece la parte più caotica e demoniaca, incarnando l’innocenza corrotta tipica delle storie di Ito.
Le tematiche spaziano dalla colpa e dal senso di espiazione fino alla deformazione morale e fisica. Il concetto di “scioglimento” è sia visivo che simbolico: corpi, menti e relazioni si dissolvono sotto il peso della follia e dell’assurdo. Non manca il tipico humor nero dell’autore, che rende il tutto ancora più disturbante proprio perché inserito in situazioni al limite del comico.
Sul piano visivo, il tratto del sensei resta inconfondibile: volti deformati, sguardi vuoti e un’attenzione maniacale ai dettagli rendono ogni tavola un piccolo incubo. Il bianco e nero accentua la sensazione di putrefazione e scioglimento, con tavole spesso claustrofobiche e disturbanti.
"Dissolving Classroom" è un volume che si discosta leggermente dalle raccolte più classiche di Junji Ito per la sua struttura semi-continuativa, ma mantiene intatti i suoi tratti distintivi: orrore psicologico, ironia macabra e un immaginario visivo unico. Una lettura consigliata sia ai fan che ai nuovi lettori curiosi di esplorare un’opera più “tematica” e sperimentale. A conti fatti un 7.5/10, forse meno incisivo rispetto ad altri suoi volumi, ma è sicuramente un lavoro originale.