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D’accordo , mi sono avvicinato a questa serie incuriosito dal titolo del manga, ovvero “La mia senpai è un ragazzo”. Semplicemente per questo e non da altro, non certo da quello strano termine Otokonoko. Deve essere stata una cosa simbolica, oltre che reale. I primi due episodi sono stati deludenti e mi hanno dato l’impressione di poter chiudere la serie perché ormai la conoscevo tutta. Sembrava uno strano triangolo già scritto con lui che si veste come una splendida ragazza, lei che si innamora del suo lato maschile proprio perché è un ragazzo originale, l’altro che si innamora del suo aspetto femminile di bella ragazza e.. lei e l’altro che iniziano un rapporto un po' complicato di rivalità. Una semplice storia di lui , lei e l’altro, con, al più, un po' di Ranma quindi. Ma fortunatamente ho seguito tutti gli altri episodi ed è stato un bene poiché la storia è molto più di questo. Siamo in presenza di una storia d’educazione sentimentale, di crescita interiore, di difficile rapporto con i genitori, i nonni e i compagni di classe. Certo psicologicamente sono stati approfonditi solo i tre ragazzi ed è un bene perché gli episodi sono un po' pochi per chissà quale lavoro psicologico e non posso ancora capire come sia stato possibile che nessuno, ma proprio nessuno dei compagni di Makoto lo prenda in giro pur conoscendo il suo segreto, quando, invece, alle medie inferiori lo disprezzavano tutti. Ma apprezzo il fatto che, il comportamento di Saki sia perfettamente in linea con quanto descritto da Francesco Alberoni in “Innamoramento e amore” ovvero che può essere facile innamorarsi di qualcuno selvaggio e fuori dagli schemi per poi, dopo averlo diventare normale grazie al nostro amore, finire con non amarlo più proprio perché era la sua stranezza che amavamo. Trappola in cui Saki riuscirà a non cadere. La grafica è buona, dai colori caldi, buona la regia, ottime le scene umoristiche. Certo non sarà l’anime del secolo, ma sono contento di aver potuto gustare anche se per puro caso, questa delicata storia di formazione e crescita, per cui, con un pizzico di generosità, assegno un otto .