Rieccoci tutti quanti per un nuovo incontro dedicato all' Italian Indie Comics Award! Oggi parliamo di Ambassador di Francesco Mazzotta, Marco Mallia ed Emilio Palmerini.
 
Francesco Mazziotta è il disegnatore dell’opera, viene da Cinisello Balsamo ed ha 20 anni. Ha sempre disegnato fin da piccolo ma la vera svolta è arrivata solo ai tempi delle medie, quando un suo amico coreano lo “iniziò” al mondo del manga, cosa che lo catturò completamente. Ha partecipato al concorso mangaka contest del Lucca Comics 2014 vincendo il bronzo, e di conseguenza la possibilità di partecipare alla settimana estiva dell’Accademia Europea di Manga. Forte dei suoi studi l'anno successivo ha partecipato nuovamente allo stesso concorso arrivando primo. Col tempo Francesco si è ovviamente aperto a molti altri generi, come fosse naturale presumere, difatti è molto poliedrico anche nel citare le persone che lo hanno ispirato maggiormente: Kim Jung Ji, Leonardo da Vinci, Caravaggio, Freud, Manzoni, Malevic e molti altri.

Marco Mallia è anche lui è un ragazzo 20enne di Cinisello Balsamo cha condiviso la sua crescita con Francesco. Egli difatti venne “iniziato” dallo stesso ragazzo coreano scegliendo però di dedicarsi fin da subito solamente al disegno (al contrario del suo amico e collega che ha l’ardire di frequentare anche Medicina). Per Ambassador aiuta Francesco come assistente, mentre da pochissimo ha deciso di creare anche una propria opera originale, Animal's Man. Come fonte più grande di ispirazione ci segnala tutte le opere del maestro Takeshi Obata, il disegnatore di Death Note, Bakuman e All You Need Is Kill.

Emilio Palmerini è invece lo sceneggiatore del fumetto ed anche lui come i suoi colleghi ha 20 anni e viene da Cinisello Balsamo. Ha sempre letto tanto ma ad un certo punto si è chiesto perché non fare il passo successivo, cimentandosi quindi nello scrivere il suo primo romanzo (rimasto però senza nome). Successivamente ha conosciuto Francesco, che tentava invece di creare manga, e dopo un primo momento di litigi appassionati sulle rispettive vedute decisero di lavorare assieme per il bene comune. Con l'aggiunta di Marco considera il proprio team perfetto e pronto a conquistare il mondo dei webcomics. Come fonte più grande di ispirazione cita Shakespeare per i motivi presto detti: oltre il suo essere un genio assoluto, ha sempre trovato l’equilibrio tra il costringere il lettore ad immaginare una scena e dargli le informazioni essenziali per capire. Egli però non è l'unico riferimento di Emilio che cita invece come punti di riferimento contemporanei  Rick Remender Robert Kirkman, per la vastità dei mondi che inventa il primo e per la disinvoltura con la quale muova i personaggi il secondo.

Ecco a voi la trama di Ambassador:
 
Un bambino esce con la sorella a fare “dolcetto o scherzetto?” ignorando completamente una mostruosa leggenda che vieta alle donne la notte di Halloween. La situazione precipita e Gedeon, il nostro piccolo, amato, protagonista, viene ucciso... o forse no, visto che anni dopo è ancora vivo e vegeto? Nulla viene spiegato, ma sembra che Gedeon sia diventato un agente segreto/ambasciatore che combatte contro lupi mannari, spaventapasseri, negromanti e zombie in una Venezia a metà tra il fantasy, il gotico e lo steampunk... cosa sarà successo al nostro protagonista? E perchè Venezia è invasa da questi mostri?

Che Ambassador sia difficile da definire saranno gli stessi autori a dirvelo per primi, che cosa abbiamo davanti? Un urban fantasy? Noir? Spy story dalle tinte gotiche? Quel che possiamo dirvi con grande leggerezza è che sicuramente Ambassador è un’opera molto longeva, arrivata alla bellezza di 43 capitoli, un record mica da ridere nell'attuale mondo della autoproduzioni. Un record che si nota tutto guardando l'evoluzione che c'è nel disegno partendo dai primi capitoli fino ad arrivare a quello attuale: miglioramento nei dettagli dell'azione e negli sfondi, definizione migliore dei personaggi, pulitura maggiore delle linee e creazione di uno stile personale marcato e distaccato dal classico japstyle sono solo alcuni delle migliore che potrete notare nel caso vi soffermiate un attimo ad ammirare i disegni durante la vostra lettura. Questo probabilmente non sarà però molto semplice da fare visto che con il passare dei capitoli, grazie ad una narrazione molto veloce e una storia ricca di avvenimenti e colpi di scena, il lettore viene facilmente coinvolto nella storia spingendosi letteralmente a divorarla fino all'ultimo capitolo accorgendosi solo a posteriori di quanto appena fatto. Un risultato non da tutti che certamente speriamo vi possa convincere a dare una possibilità a questa ottima opera.
 

Uno dei punti di forza della produzione di questi tre ragazzi è la grande alchimia che esiste tra di loro, grazie alla quale riescono a produrre nuovi capitoli a tempo record (e non di un solo fumetto come scoprirete leggendo l'intevista). Francesco è probabilmente il fautore principale di queste impresa, dato che inizialmente sentiva di poter reggere addirittura i folli ritmi giapponesi, cercando nelle prime settimane di fare addirittura 17 tavole a settimana! Sfortunatamente per noi (e fortunatamente per lui) si è reso ben presto conto che tale immane lavoro era impossibile da proseguire da solo con quei ritmi e ha deciso presto di raggiungere un compromesso con la realtà ed arrivare ad una soluzione intermedia con l'aiuto di Emilio e Marco. Oggi Ambassador esce con la cadenza di 12 tavole bisettimanali, un ottimo risultato per una produzione occidentale che li classifica a pieno merito tra gli autori maggiormente prolifici nel panorama del fumetto autoprodotto.

Infine ecco l’intervista ai nostri autori:
 
Ciao ragazzi, è un piacere presentare la vostra opera al pubblico dell'IICA: pronti?

Emilio: Siamo pronti per la sfida! Ma vogliamo far sapere a tutti che noi partecipiamo anche e soprattutto per essere criticati: quindi date un'occhiata ad Ambassador e andateci giù pesante! Più cattivi e sinceri siete, più saremo felici

Con che stile preferite disegnare? Quali tecniche usate?

Francesco: da autodidatta cerco di imparare il più possibile, ma pen*tecniche definite 'manga', quindi quelle che utilizzano pennini, copic e inchiostro in genere. La lentezza con cui apprendo le altre tecniche è dovuta al poco tempo che mi rimane libero, tra studio universitario e realizzazione di Ambassador, anche se, chiaramente, un sogno sarebbe cavarsela con molte altre tecniche. Pittoriche e non.

Marco: quando mi dicono “stile fumettistico” penso subito all’oriente estremo, ma in realtà per formazione ho un tratto e un metodo più realistico e occidentale. Uso abitualmente quasi ogni tecnica pittorica (e me la cavo anche con la scultura), ma per il fumetto uso china, inchiostro e acquarelli o pc.
 

Cosa significa per voi fare fumetti? Che cosa differenzia per voi i fumetti da tutto il resto?

Emilio e Marco: creare un proprio mondo (Emilio: megalomani ne abbiamo?) e vederlo crescere e muoversi. (Marco: controllabile come una fotografia, ma emozionante come un film)

Francesco: per me fare fumetti significa raccontare. Banale, ma spesso dato troppo per scontato. Il fumetto è una sorta di intermedio tra arte pura e “arte” letteraria”. Un’arte comunicativa aperta ad un grande pubblico. Una delle arti, perché possiamo annoverare anche il cinema, o la televisione tra queste.
 

Cos’è che vi piace del vostro lavoro come fumettisti? E cosa no? Raccontateci una cosa che amate e una cosa che odiate del mondo dei fumetti e del tuo lavoro.

Francesco: il layout. Fare il layout di un capitolo ha un impatto pratico di velocità (non sbaglio e rifaccio le tavole), ma soprattutto amo applicare le mie conoscenze di regia.

Marco: far muovere i miei personaggi…quando l’inesperienza, che odio, non mi mette i bastoni tra le ruote.


Emilio: Come ogni scrittore, mi piacciono due cose: visualizzare quello che scrivo e mandare messaggi tra le righe. Io ho la fortuna di vedere vivo ciò che scrivo. Una cosa che non sopporto è la mia ignoranza totale nelle tecniche ufficiali di sceneggiatura (ok, mi son capito da solo)
 

Com’è nata la vostra opera?  Quali sono i vostri piani per essa?

Emilio e Francesco: l'opera Ambassador nasce per scherzo, banalmente, dopo essere stati cassati da un editore (un’opera fantasy, giudicata lunga e poco funzionale alla pubblicazione).
Inizialmente l'idea era quella di fare qualcosa di comico, interrompibile in qualsiasi momento. E invece..
Puntiamo a finirla e poi veleggeremo per altri lidi, ovvero La Fucina a pieno regime, varie collaborazioni e magari qualche piccola animazione!
 

Che cos'è "La Fucina" di cui parlate?

Emilio: Noi tre autori di Ambassador facciamo parte de’ La Fucina Comics: un collettivo di artisti che mira a divenir qualcosa di più, ovvero un vero e proprie gruppo di persone unite dalla loro grande passione per quest'arte ma anche dalla loro difficoltà di veder le proprie opere in versione cartacea.. autori che non vogliono accontentarsi e che non possono considerare il trasporre la propria opera in un cartaceo di bassa qualità una scelta accettabile. Nel sito della Fucina oltre che Ambassador troverete, anch'esso in via totalmente gratuita, Animal’s Man, un western in cui gli animali hanno corpi umani, mentre quelli selvatici prendono fuoco a contatto col sale.
 

Ci avete incuriosito, quale saranno i prossimi passi di questo vostro ambizioso progetto?

Emilio:  Per il proprio futuro la Fucina avrà una pubblicazione che si dividerà in estiva ed invernale: avremo a disposizione serie principali che usciranno in inverno e nelle stagioni al di fuori dell’estate, e delle storie più leggere che usciranno esclusivamente in estate. Tra queste opere future storie figura anche un fantasy sci-fi che potrebbe prevedere la collaborazione di più autori, ma soprattutto vi è anche l’idea di poter creare in futuro dei possibili spin-off di Ambassador… ma dovrete aspettare ancora un po’! Io e Fra stiamo già lavorando su una storia fantasy da presentare on-line a settembre (sarà una figata, non posso dire altro), abbiamo poi nel cassetto una storia con degli alieni (ma non di fantascienza, è una cosa parecchio originale) che andrà a Marco dopo Animal's. A me piacerebbe dirvi molto altro, ma sul versante storie non posso sbottonarmi di più: non sia mai che qualcuno ci rubi i soggetti :D Poi, essendo comunque storie mensili, vogliamo approfittare per espanderci un attimo e collaborare con altri artisti. Per esempio, tra i nostri programmi c'è il partecipare alla prossima selezione per Nuname con una storia a sei mani (che è ancora da inventare).
 

Ed invece per quanto riguarda il cartaceo delle vostre opere?

Francesco: Più volte ci è stato chiesto se Ambassador diventerà un volume cartaceo. La risposta, posso affermarlo con una certa sicurezza, è SI, prima o poi lo diventerà. Il motivo è molto semplice: non è vero che ogni fumetto può trovare la sua corretta posizione nel mondo solo se tangibile. Il problema si ha solo quando un fumetto renderebbe molto meglio se letto tutto di fila. Abbiamo sempre pensato che Ambassador dovesse essere pensato come un futuro cartaceo, quindi prima o poi lo vedrete alle fiere.

Marco:  Io posso aggiungere solo che sono pienamente d'accordo coi colleghi, e che la Fucina è un bel progetto fatto da persone che hanno grande voglia di lavorare e divertirsi lavorando. Io dal canto mio vorrei vedere Animal's Man cartaceo, ma facciamo le cose con calma, non troppa, giusto il tempo di definirmi meglio come disegnatore di fumetti, e per questo uso Animal's Man come una specie di palestra. Ma se AM (abbrevio) piace ci si potrebbe fare qualcosa in futuro. E non dimentichiamo che ci saranno altre storie che verranno affrontate con più esperienza, grazie al lavoro fatto ora.
 

Com’è lavorare insieme? Come vi siete conosciuti? Dato che sembrate star insieme da una vita!

Francesco: Con Emilio ci 'lavoro' da anni ormai ed è per me ormai una solida istituzione. Eravamo insieme al liceo, e gli intervalli passavano parlando della trama di Ambassador e di altre storie che nel frattempo abbiamo scartato. Conobbi invece Marco in quarta liceo, ma solo l'anno scorso ho iniziato a lavorarci. Dubito che riuscirò mai a conoscere un artista con una testa migliore della sua, quindi dire di avere nella Fucina la sua arte è già di per sé qualcosa di incredibile, almeno per me.
 

Qual è il vostro pensiero sul mondo dell’autoproduzione?

Emilio: L'autoproduzione ci piace se fatta bene. Per Ambassador stiamo tentando un cartaceo, più che altro perché è sconfinato e crediamo che renda molto di più in cartaceo (è stato sempre pensato per questo)

Francesco: Per l'autoproduzione penso che sia un mondo molto variegato, pieno di talenti, si, ma anche a volte troppo elogiato. Però, alla fine, siamo tutti accomunati dalla stessa scarsa attenzione delle case editrici, che non vogliono rischiare. E con il mondo delle autoproduzioni si può rischiare, perché, nonostante molti siano oscurati dalla fama di altri 'big', resta, e resterà, una miniera d'oro per ogni editore che riesca a vedere leggermente al di là della punta delle proprie scarpe.
 

Cosa amate della vostra opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?

Francesco: della mia opera amo l'evoluzione temporale. Penso che non si possa pensare ad Ambassador senza pensare a noi che ci evolviamo con esso. Ogni tavola ci ha accompagnati in un momento preciso della nostra vita, e nelle stesse tavole, tante, si vede la nostra maturazione dal punto di vista artistico, culturale, personale e psicologico. Non posso darvi un motivo per cui possiate votarla, posso solo dirvi che io la voterei proprio perché è la storia nascosta della crescita di un sogno.

Emilio: mi hai tolto le parole di bocca.
 

Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il tuo pubblico!

A chi ci ha già letto: grazie e continuate a seguirci. E se continuate a chiederci di vederci di persona compriamo uno stand al prossimo Lucca e vi abbracciamo uno a uno di persona.
A chi ha smesso di leggerci: sapete già l’insulto.
A chi ci leggerà: Non pensate a niente. Buttatevi nel nostro mondo, leggete il nostro manga sentendo la paura, la gioia e la salsedine veneziana!…E votateci! Ambassador for president!
Grazie a voi per la meravigliosa iniziativa! Ci rivediamo, nel bene e nel male, alla votazione!!
 

Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti . Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!