Salve ragazzi, state tutti bene? avete letto qualche nuovo fumetto dell'Italian Indie Comics Award? Beh, in ogni caso preparatevi a conoscerne uno nuovo: Addio Darwin di Federica Messina!
 
Federica Messina è una disegnatrice di 22 anni e viene da Ostia, vicino Roma. Possiede fin da quando ha memoria un’immensa passione per il disegno che, per sua fortuna o sfortuna, è il mezzo attraverso il quale riesce ad esprimersi meglio e col quale si sente più completa. Per chi se lo chiedere ha iniziato a disegnare verso i tre anni con delle matite Giotto colorate, scarabocchiando stupendi quadri astratti su dei fogli. Successivamente è stata autodidatta per grande parte della sua vita: alle elementari e alle medie adorava copiare e colorare in bianco e nero foto di animali, riviste e carte di Pokémon, mentre durante il liceo scientifico (scelto perché inizialmente il suo sogno era quello di diventare veterinaria) grazie all’influenza di Giulia (autrice di The Kingdom of Moon), sua compagna di banco e grande amica, ha iniziato ad approfondire ancora di più questa sua passione puntando sul fumetto a tutto tondo. Finiti quindi gli studi scientifici e stabilito quanto fosse importante per lei disegnare, tanto da pensare di non potersi considerare felice se non con un lavoro legato al campo artistico, si iscrisse a corso di Illustrazione dello IED di Roma, laureandosi lo scorso giugno, portando come tesi proprio un fumetto.

Una delle sue prime esperienze fumettistiche è arrivata quando era ancora troppo piccola, grazie a Topolino immediatamente seguito dalla collezione di suo padre di Asterix ed Obelix. Questi capolavori sono entrati profondamente nella sua concezione artistica sia come stile che come comicità e tuttora continua a considerarli i due dei quattro pilastri principali su cui si fonda la sua esperienza artistica. Il terzo pilastro, stavolta al di fuori del campo fumettistico, sono stati i film della Disney, che con la loro elasticità ed espressività l’han sempre affascinata: elasticità ed espressività che per scelta personale cerca sempre di dare ai personaggi delle sue storie, quasi tendendo più alle regole dell’animazione nell’esagerare i movimenti e le espressioni, piuttosto che a quelle canoniche del fumetto. L'ultimo, ma non meno importante, pilastro che ne ha influenzato pesantemente l'evoluzione stilistica è stato l'esempio del maestro Barbucci, che attraverso la bellezza della sua opera "Ekho" l'ha convinta a passare dal genere manga allo stile europeo, permettendole poi di conoscere autori come Claire Wendling e Juanjo Guarnido di cui all'epoca non era ancora a conoscenza e che ora considera tra la sue maggiori fonti di ispirazione.

Ecco di seguito la trama di Addio Darwin:
 
Quest’opera è ambientata in un mondo parallelo al nostro, ma che al contrario di quello attuale è popolato da… Dinosauri! Ebbene sì: in questo mondo il famoso meteorite caduto milioni di anni fa, che si dice esser stato la causa dell’estinzione dei dinosauri, non è mai caduto, ma ha solo sfiorato la Terra! E dunque ci si ritrova con il nostro pianeta popolato da rettili preistorici e in cui le specie dominanti sono le scimmie e i raptor (per essere più specifici, sarebbero la specie degli utahraptor). Da qui il titolo dell'opera (“Darwin Disappointment” in inglese, "Addio Darwin" in italiano) che sta a rappresentare la delusione del naturalista poiché in questo mondo non c’è stata l'evoluzione dalle scimmie all’uomo, sfatando di fatto la sua teoria evoluzionistica! Come protagonista di questo fumetto  trovate la svalvolata Sax, una giovane scimmietta di 20 anni e la sua combriccola di amici che si ritroveranno immischiati nei più assurdi macelli a causa… be’, di un bizzarro “esperimento”! Che esperimento? Per scoprirlo non vi resta che leggere il fumetto!

Addio Darwin è frenesia pura. Non ci sono tanti modi per poter definire le avventure di Sax e dei suoi amici, l’autrice ha difatti scelto il termine “svalvolata” e fidatevi… non c’è parola migliore! Vi ritroverete a leggere un fumetto molto particolare che attirerà la vostra attenzione senza alcuno sforzo. Questo grazie ai suoi colori sgargianti,  che ricoprendo ogni tavola riescono a mettere un accento sulla vivacità dell’opera e dei suoi protagonisti, ed al suo stile caratteristico, che definendo in maniera carica, vivida e pittoresca tutte le emozioni che dipingono i volti dei protagonisti rende con efficacia la pazza deriva comica di questo fumetto. La lettura di Addio Darwin scorre molto veloce, ma al momento siamo solo all’inizio della storia e finora della trama principale ci è stato mostrato solo un piccolo accenno, non abbastanza per comprendere gli sviluppi futuri, ma abbastanza per apprezzarne la brillante narrazione, la follia dei personaggi ed i sempreverdi riferimenti alla cultura pop e già solo per questo vi consigliamo di dargli almeno una possibilità leggendone queste prime pagine.
 

Nonostante ci troviamo in un fumetto in cui domina la verve comico-demenziale l'’autrice ha preso ispirazione a piene mani dalla propria vita, aggiungendo alla storia eventi reali, ovviamente esagerati e portati allo stremo in maniera quasi caricaturale, così da far immedesimare meglio il lettore nelle vicende quotidiane narrate nella storia senza sfumare troppo nella fiction o nel non-sense. La protagonista stessa, Sax, è un alter ego pazzerello dell'autrice: amante dei deliri scherzosi e delle freddure, amante del mondo nerd, videoludico e appassionata dei pirati all'ennesima potenza… tutti elementi assolutamente in comune con Federica, la quale cerca di sfogare sul fumetto il suo immenso lato umoristico, servendosi principalmente proprio della sua amata protagonista. La cosa interessante è però che da quanto ci ha rivelato l'autrice, in un futuro non troppo lontano avremo modo di scoprire anche il lato più serio dell'opera a causa di certi eventi "pesanti" che coinvolgeranno i personaggi principali. Questo perché Addio Darwin è stato concepito come un fumetto che possa donare un bel sorriso sulle labbra dei lettori, ma anche regalare la possibilità di rispecchiarsi nei personaggi in momenti ben più seri come quelli che accadono talvolta accadono nella vita, in un'opera che cercherà di essere la giusta via di mezzo tra queste distanti concezioni che compongono l'esistenza di noi tutti.

Infine ecco l’intervista a Federica:

Federica ... o Sax.. benvenuta comunque! Ora è arrivato il momento dell'intervista: pronta?

Pronta prontissima, bananosa bananosissima!!!

Con che stile preferisci disegnare? Quali tecniche usi ?

Lo stile che più amo usare è quello disneyano/francese. Stile acquisito per l’appunto da un paio di anni e che, ahimè, mi portò a lotte violente con molti dei miei professori che, come illustratori, non lo consideravano originale e anzi da evitare. Ma nonostante le critiche, ho voluto ugualmente seguire la strada che più sentivo adatta al mio carattere e alle mie modalità espressive, preferendo risultare forse meno “originale”, ma trovandomi bene nel riuscire ad esprimere quanto vorrei raccontare, piuttosto che sforzarmi in uno stile diverso che non sento mio e lontano dal mio modo di essere. La mia tecnica preferita e sicuramente quella digitale: photoshop è il mio migliore amico (e anche nemico quando non vuole collaborare, ma la tecnologia, si sa: è un brutta bestia!) ed è il mio principale programma con cui disegno e coloro sia illustrazioni che fumetti. Come tecniche secondarie che comunque adoro ci sono gli acquerelli e il bianco e nero a matita, che però riservo soprattutto ai primi studi e schizzi sui personaggi, ambientazioni, animali o oggetti di fumetti o futuri progetti illustrati.
 

Invece qual è il tuo rapporto con la colorazione?

Oh, io amo colorare! Adoro i colori accesi e "allegri", chiamiamoli così! La maggior parte del tempo che impiego per realizzare una tavola, va spesa proprio nella colorazione a cui adoro far molta attenzione  (nei limiti delle mie abilità ovviamente! Ho ancora molto da imparare e migliorare)

Cosa significa per te fare fumetti? Che cosa differenzia per te i fumetti da tutto il resto?

Wow, una bella domanda profonda!… Uhm… Be’, fare fumetti per me è tutto. Capisco che possa suonare un po’ esagerato, infatti vedo di spiegarmi meglio: fin da piccolissima ho sempre, sempre amato inventare storie. Dare vita a nuovi personaggi, creare nuovi ambienti, storie avventurose, avvincenti, tristi, allegre, serie, stupide, insomma, immaginare storie è sempre stata una parte importante della mia vita, fin da quando ne ho memoria.

Per quanto mi piaccia molto anche scrivere e sia anche una divoratrice di libri fin dalla più tenera età, purtroppo la mia mente non riesce a limitarsi ad immaginare parole scritte e ho sempre sentito il bisogno di avere di più, di poter anche vedere quanto immaginavo… per questo il fumetto è così importante per me: è la perfetta via di mezzo tra scrittura e immagine, tra un libro ed un film. E’ proprio qui, a parer mio, la somiglianza e la differenza al tempo stesso di questo mezzo di comunicazione rispetto a tutto il resto: i fumetti sono storie disegnate che mantengono la poesia di un libro scritto e il fascino dell’azione visiva di una pellicola. Sono simili nella loro diversità e per questo unici nel loro genere.

Ed è perciò che ho trovato in loro la mia completezza: posso finalmente raccontare le storie che tanto adoro immaginare scrivendole e disegnandole, potendo finalmente esprimere il concetto più profondo del “raccontare”: poter condividere con altri una storia, pensata con la speranza di non rimanere fine a sé stessa, ma di emozionare, di far ridere, piangere, emozionare il lettore, poter lasciare qualcosa nel cuore delle persone, anche solo un sorriso o qualche attimo di distrazione dalla realtà, catturarlo in un mondo nuovo dove possa trovare un attimo di pace e coinvolgimento dalla quotidianità.
 

Cos’è che ti piace del tuo lavoro come fumettista? E cosa no? Raccontaci una cosa che ami e una cosa che odi del mondo dei fumetti e del tuo lavoro.

E qui rischiamo di cominciare con un elenco che non finisce più! Ahahaha! Vedrò di essere breve!
Di cose che amo di questo lavoro… be’, praticamente tutto! Dal concepire i primissimi germogli di trama e immergersi nella sfida di creare qualcosa d’interessante, confrontandosi con amici e conoscenti per non fare stupidaggini, a lavorare sulle ambientazioni, alla storia di ogni singolo personaggio, a scrivere la trama, disegnare lo storyboard, inchiostrare le tavole, colorarle… insomma, tutto l’aspetto tecnico sicuramente!
E ancora più di tutto questo, i commenti, le critiche, le opinioni dei lettori!! Sapere se una battuta fatta viene apprezzata, se un dettaglio nascosto viene scovato, sapere su cosa hai sbagliato o ricevere un consiglio su come migliorare la resa è qualcosa d’impagabile! Dopotutto il vero scopo del fumettista è questo: regalare emozioni e riflessioni.
Per quanto riguarda le cose che amo di meno… uhm… forse il tempo! Per fare poche tavole con una certa qualità, non avendo assistenti o aiuti per gli sfondi, l’inchiostrazione o la colorazione, per chi fa tutto da solo purtroppo il progetto va un po’ più a “rilento”, dovendosi limitare, per forza di cose, ad una pagina a settimana quando invece si vorrebbe farne due, o anche tre.


Com’è nata la tua opera?  Quali sono i tuoi piani per essa?

La mia opera è vecchia come il cucco! Ahahah! No, a dire la verità solo i personaggi sono “vecchiotti”: la prima volta che disegnai le mie “scimmiette”, come le chiamo io, fu più di 6 anni fa, in una noiosa lezione di Inglese al liceo! Da allora ho sempre voluto farci qualcosa, ma non avendo l’abilità e il tempo a disposizione, ho sempre rimandato questo progetto. Solo adesso, con la scuola ultimata e molta più esperienza sul groppone, mi sono sentita pronta a presentarle al mondo!
“Addio Darwin” è stato pensato come webcomic gratuito, fruibile a tutti gli utenti del web: certo, essendo concepita come un fumetto seriale a lungo termine, spero di riuscire a pubblicare qualche volume cartaceo o ricevere un poco di supporto economico aprendo un Patreon o con qualche campagna crowdfunding per riuscire a continuarla senza intoppi (che purtroppo un po’ di pagnotta tocca portarla a casa per poter sopravvivere e far sopravvivere un progetto).
 

Possiamo dire, alla luce di quel che abbiamo letto, che questo fumetto sia la massima espressione di te stessa!

Ahahaha! In un certo senso sì! Ma lungi da me dal farlo suonare come un intento narcisistico di far vedere "quanto so' bella AHO! So' popo na figa!" Anzi! E' solo il modo in cui ho visto che riesco ad esprimere meglio la mia vena comica e, di conseguenza, a rendere meglio il senso del fumetto stesso! 

Cosa ami della tua opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?

E’ come chiedere ad una mamma che cosa ama del suo bambino! Ahahahah! Eeeeh, ammetto che mi piace praticamente tutto, ma si sa, alla fine: ogni scarrafone è bello a mamma sua!
Ho sempre amato alla follia la commedia: fare battute divertenti, fredde o così tristi da far ridere è il mio mestiere quotidiano (purtroppo per quei pochi amici che mi devono sopportare giornalmente!), per non parlare del mio amore per le situazioni demenziali, creare discorsi assurdi che per il loro totale nonsenso risultano divertenti… e in questo fumetto ho finalmente l’opportunità di sbizzarrire tutto il mio estro comico, creando personaggi divertenti, ma che al tempo stesso rispecchino un carattere veritiero. Non mi piace infatti quella comicità che ricorre agli stereotipi e alle “macchiette”, come si usa dire a teatro, per far ridere. Quindi se amate la comicità demenziale, i dinosauri, gli animali in generale e avete voglia di farvi quattro sane risate sul nostro Paese (perché SI: è tutto ambientato in ITALIA!), questo è il fumetto che fa per voi!

Ma non abbiate paura, voi che preferite invece storie più serie ed impegnate: per quanto sia principalmente di natura comica, la trama di fondo è decisamente seria e, come nella vita di tutti i giorni, anche lì ci saranno momenti divertenti, ma anche momenti tristi, difficili, profondi: non ho intenzione di mettere in disparte la concretezza della quotidianità, rendendola superficiale attraverso la comicità, anzi! La vorrei accentuare, rimarcando i problemi e le bellezze della vita di tutti i giorni sotto una luce di scherzo, esagerandone gli aspetti per meglio farli risaltare nel bene e nel male… e anche per prenderci un po’ di “rivincite” per cose che normalmente vorremmo prendere a calci, ma nella realtà non possiamo!
 

Ringraziandoti per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: saluta il tuo pubblico!

Un saluto grandissssssssssimisssssssimo ad Animeclick.it in primis per avermi dato questa stupenda opportunità! (E per esser stati così pazienti da leggersi i papiri qui sopra riportati!)
Ed un saluto immenso a tutti voi lettori che siete arrivati fino alla fine di questa intervista, grazie davvero a tutti, miei bei banani e banane belle, continuate ad essere sempre così bananosi!! Vi aspetto in pinete romane brulicanti di tirannosauri, raptor, scimmie, canesauri e una valanga di altre bestiole preistoriche!!!
 
 

Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti. Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!