La settimana sta finendo, come state? Stanchi? Tra l'altro domani sarà Pasqua.... ma noi dell' Italian Indie Comics Award non ci fermiamo! Ecco infatti un nuovo partecipante che provvederà a risvegliarvi un po' dal torpore festivo: Monsters di Francesca Da Sacco!
 
Francesca Da Sacco è una fumettista/sceneggiatrice che viene da Padova. Disegna da sempre ma per diversi anni ha smesso perché non trovava sbocchi col suo stile decidendo di dedicarsi completamente solo alla scrittura. Ha quindi cominciato a lavorare nel 2001 grazie alle Edizione Orione, nelle vesti di scrittrice di alcune delle loro serie fantasy, dedicandosi successivamente alla sceneggiature di alcune storie de L'Insonne, assieme a Giuseppe Di Bernardo, e di Agenzia Incantesimi, assieme a Federico Memola. Per L'Insonne tra l'altro ha scritto numerosi speciali tra cui La Voce del Sangue, realizzato per sensibilizzare alla donazione del sangue, e Demoni d'amore negato, con cui ha avuto l’onore di ricevere il premio Albertarelli nel 2006. Nel 2008 ha iniziato a lavorare assieme ad Edizioni Arcadia, che ha voluto scommettere su di lei pubblicando due sue graphic novel: Bambole di Carne (con cui è arrivata tra i finalisti del Premio Micheluzzi) e About Death. Nello stesso periodo ha pubblicato I Disabili Quattro, con Marcello Toninelli alla sceneggiatura per poi abbandonare temporaneamente il mondo del fumetto nel 2010 e dedicarsi al più proficuo mondo delle illustrazioni per bambini, dove può attualmente vantare numerose pubblicazioni all'estero (tra cui ricordiamo Meet Heckerty, una serie di application e libri). Nonostante il successo in tale campo Francesca però un anno e mezzo fa, richiamata dalla sua passione per le nuvole parlanti, è tornata stabilmente a disegnare fumetti sfornando opere su opere, tra cui ricordiamo: Monsters, Dusk Dwellers, Samsara e La strada dei passi perduti (attualmente in lavorazione).

Per quanto riguarda le opere che maggiormente hanno segnato il suo cammino artistico ricorda che la prima è stata una raccolta del Corriere della Paura, mostrando come già da piccolissima avesse un certo gusto per l’horror. In un secondo momento è arrivata la passione per il fumetto francese ed in particolare per Boucq e le sue storie sceneggiate da Jodorowsky. Per quanto riguarda i fumetti giapponesi ama Jiro Taniguchi, Miyazaki e, soprattutto, Osamu Tezuka, del quale è una infinita adoratrice (con una smaccata preferenza per Black Jack).

Ecco di seguito la trama di Monsters:
 
Monsters parla, come dice il titolo, di mostri. Non quelli tradizionali che appaiono in tutte le fiabe per bambini, questi sono i mostri veri, quelli che incontriamo ogni giorno per strada senza riconoscerli. Sono i bulli, i pedofili, quelli che picchiano la moglie e i figli, sono le malattie che ci rubano gli affetti, la solitudine, la paura e la guerra. Monsters è una raccolta di storie brevi e mute, senza parole e senza polemica, il cui scopo è denunciare tutte queste brutture e molto altro..

Se parliamo di Monsters non parliamo semplicemente di un'opera, non vi esponiamo come altre volte un fumetto con le sue tavole e la sua grande voglia di intrattenere perchè senza ombra di dubbio Monsters è qualcosa di diverso. E' un’esperienza, un percorso da compiere da soli o tenendo mano per la mano qualcuno a voi caro, un fumetto che mira direttamente al cuore e alla testa di chi lo incontra, con uno stile narrativo leggero, delicato e poetico capace di creare un mix di suggestioni ed emozioni molto profonde e di fondersi perfettamente ai disegni cupi e a tratti angoscianti che descrivono crudamente il mondo dell'autrice. Un mondo spietato ed innaturale che solo apparentemente sembra distante dal nostro e che invece, purtroppo per noi che ci viviamo, presenta molti spiacevoli parallelismi. Questi racconti quindi devono essere ricordati per non sottovalutare i veri mostri, che il più delle volte non vengono da qualche strana parte della nostra fantasia, o un film horror, ma vivono a due passi da noi e farci aprire gli occhi su quelli che sono attualmente i mali di questa società.
 

Francesca ammette che gran parte della sua numerosa produzione ha come obiettivo quello di aprire un flebile spiraglio su argomenti scomodi, come la pedofilia presente in Bambole di Carne o come la società affronta la morte in About Death, e questo accade anche in un paio di racconti proprio di Monsters, dove storie inerenti i problemi atroci dell’infanzia sono ben presenti: piccole creature indifese che vengono letteralmente rubate da sotto gli occhi di chi li ama, scomparendo in eterno senza lasciare alcuna traccia. Possiamo quindi asserire che ci troviamo di fronte ad un’autrice di talento che possiede una forte sensibilità, sensibilità che cerca di trasmettere al lettore nel farlo guardare con nuovi occhi al mondo che lo circonda e nel fargli comprendere meglio la vera forma del male e la sofferenza che esso genera nei più deboli, nella speranza che questo possa nel suo piccolo cambiare le cose almeno per qualcuno.

Ecco infine l’intervista a Francesca:

Francesca, grazie per averci donato la tua presenza, ma ora è tempo dell'intervista: pronta?

Prontissima!

Con che stile preferisci disegnare? Quali tecniche usi ?

Mi piace disegnare sia a colori che in bianco e nero. All'inizio della mia carriera non sapevo colorare, quindi ho sviluppato una inchiostrazione con chiaroscuri molto netti. Poi ho seguito un corso di acquarello, una decina di anni fa, e ho preso confidenza. Adesso ho scoperto la colorazione con Manga Studio e mi trovo benissimo. Ultimamente ho sviluppato una nuova inchiostrazione a tratteggio.
 

Cosa significa per te fare fumetti? Che cosa differenzia per te i fumetti da tutto il resto?

Per me è il modo migliore di esprimermi. E' qualcosa che sublima la scrittura e il disegno (e il colore) in un unico media. A volte per definirmi dico: "mi esprimo per immagini". Ed è vero. Il fumetto è l'espressione più diretta. Il mio miglior pregio e il mio peggior difetto nel lavoro di illustratrice per l'infanzia sono che, di base, resto una fumettista. Nei miei disegni c'è movimento, un eterno vento che muove le figure.
 

Cos'è che ti piace del tuo lavoro come fumettista? E cosa no? Raccontaci una cosa che ami e una cosa che odi del mondo dei fumetti e del tuo lavoro.

Amo la possibilità di pubblicare online le mie storie e la possibilità di autopubblicarmi. E' il potere dell'autore (finalmente), perché (ed è ciò che non amo) le leggi del mercato e degli editori prendono in considerazione solo certi prodotti. La qualità non viene determinata solo dal grosso nome che ti pubblica!Monsters è nato quasi per caso, avevo voglia di raccontare qualcosa di diverso dal solito, facendo illustrazioni per bambini devo sempre fare attenzione alle espressioni, al linguaggio del corpo. Lo stile deve essere solare. Monsters mi ha dato l'occasione di cambiare e sfogare la mia oscurità.
Che piani ho? Mi piacerebbe farla conoscere di più, ma farsi pubblicità non è facile. Sulla piattaforma Tapastic sto riscuotendo un discreto successo, ma si parla di lettori da tutto il mondo, il che rende l'approccio più facile. Prossimamente ne farò una versione cartacea e mi avventurerò a Lucca Comics and Games.
 

Sei un'artista particolare, che ha avuto un percorso costellato di cambiamenti, sacrifici e soprattutto tantissimi dubbi. Ma ad oggi ti ritrovi ormai, dopo aver tanto sofferto, ad avere un tuo stile: come è nato?

Un po' alla volta e in maniera poco cosciente. Diciamo che la mia evoluzione come artista è andata di pari passo con le esperienze lavorative. Le mie prime storie, scritte a 9 anni mi pare, erano strambe, ma avevo 9 anni. Il mio primo fumetto è stata una rivisitazione di Uomo Tigre, la serie tv giapponese. Al liceo disegnavo le strisce di un vampiro fallimentare e di vita scolastica. Ho sempre letto moltissimo, e questo mi ha segnato per sempre. Cioè a 12 anni leggevo L'Esorcista e A Sangue Freddo! Tanto per dire (colpa della biblioteca fornitissima di mia madre), biografie di scrittori e le novelle di Verga.  Sono passata dal fantasy generico a Tolkien e da Tolkien all'epica. E poi scrittori giapponesi, Mishima e Tanizaki.C'è molto di epico nelle mie storie, soprattutto quelle che scrivo per altri. Harmoran è epica e religione (un altro dei temi a me cari), Samsara è reincarnazione e la storia di un amore che oltrepassa le barriere imposte dalla morte. Qui ci starebbe un lungo discorso sulla tetralogia di Mishima, Il Mare della Fertilità. Ma non lo faccio XD

Poi c'è stato il momento in cui non riuscivo a trovare sbocchi come disegnatrice, non sapevo cosa fare e come, quindi ho smesso di disegnare e mi sono dedicata alla scrittura. Ho scritto innumerevoli racconti fantasy e horror tra il 2001 e il 2003.  Come sceneggiatrice piacevo abbastanza ma non ho mai davvero sfondato. E comunque per fortuna mia sorella Michela mi obbligò a riprendere a disegnare. Credo di aver disegnato centinaia di pagine che pochi hanno visto, una storia del Fantasma dell'Opera (di cui ho fatto, in diversi anni, 3 versioni!) e un fantasy intitolato Il Re Rosso. Ce l'ho tutto, da qualche parte… Forse!
Credo che lo stile della mia prosa si sia definito velocemente, evocativo e poetico, se leggi Harmoran e L'Insonne si nota tanto. Lo stile delle mie storie si è concretizzato nel 2008 con Bambole di Carne e successivamente con About Death. Poi le fortune sono girate, c'è stata un po' di crisi lavorativa e sono andata a fare libri di illustrazione per l'estero. Cosa che continuo a fare! Per circa 5 anni non ho più fatto nulla di mio. Mi è sembrato di morire (dentro e fuori). Infatti per questa esigenza mi sono imposta di ripartire. E in questo mi ha aiutato Patreon, mi ha dato la spinta necessaria a rimettere mano ai miei progetti. In un anno e mezzo sono partita con Samsara, Monsters, Dusk Dwellers, ho fatto tipo 80 pagine di layout di La Strada dei Passi perduti, il mio progetto Patreon, ed ora sto lavorando alla lineart. E come non bastasse ho altri progetti in elaborazione, quello sull'Uomo Nero (e quelli che mi conoscono da tempo sanno che è una storia mooolto vecchia, forse la prima con cui ho ripreso in mano le matite dopo la pausa forzata del "il mio stile fa schifo" durata una decina di anni!) e quello sull'Alzheimer, di cui ho fatto 8 pagine.
 

Qual è, tra i tanti, il tuo fumetto al quale sei maggiormente attaccata?

L'opera a cui sono maggiormente affezionata è Bambole di Carne, perché è quella con cui ho cominciato a parlare di temi più personali. Potete trovarlo anche su Issuu a questo link (non è per tutti, è una storia che parla di pedofilia).

Monsters nasce per dare sfogo a questa "oscurità" che pensi di aver dentro, dicci di più.

Quanto all' "oscurità" che voglio buttare fuori, credo si possa definire Monsters come un esorcizzare il mio senso di impotenza di fronte a certe situazioni. Bambole di Carne per esempio è nato come horror... ma poi sono incappata in un libro intitolato "I bambini delle fogne di Bucarest" di Massimiliano Frassi. E di conseguenza sono piombata nell'Inferno degli Angeli, il blog di Frassi, in cui parlano proprio persone che da bambini son stati vittime di abusi. E beh, il mio horror è diventato molto peggio, perché ha preso connotazioni reali. (bisogna avere lo stomaco davvero forte per leggerlo! Non per i deboli di cuore).
Con About Death ho voluto esplorare il mio rapporto (pessimo) con la morte. Così ho cercato di capire cosa c'è che mi rende così triste davanti ad una bara, a prescindere che conosca la persona o no...
Alla fine credo che la storia che ne è uscita sia tutto sommato una esplorazione positiva (una signora lo ha comprato e lo ha letto assieme a suo figlio che aveva appena perso il suo cucciolo e il giorno dopo mi hanno detto che era stato bello leggerlo assieme). Ammetto che un altro dei miei progetti riguarda la mia esperienza con la nonna malata di Alzheimer, tanto per restare su temi leggeri..!
 

Cosa ami della tua opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?

Amo principalmente il fatto che sia un'opera molto cruda. Non mi sono proprio fatta problemi di censura e mi sono accorta che parecchi lettori la trovano pesante e impressionante... ma è uno dei motivi per cui la seguono. Perché i lettori dovrebbero votarla? Credo perché è un fumetto horror ma con risvolti sociali. Lo puoi leggere come semplici storie di mostri oppure puoi riconoscere alcune realtà purtroppo vicine.

Ringraziandoti per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: saluta il tuo pubblico!
Spero che il mio fumetto vi piaccia e vi colpisca. Se vorrete lasciarmi commenti e impressioni su Tapastic, mi farete un immenso piacere! E' tramite il contatto con i lettori che si riesce a crescere.
 

Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti. Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!